Aprile 2021

Identikit di una Book Blogger: intervista a Sara Perotti

I book blogger rappresentano il cuore pulsante dell’editoria italiana, anche soltanto per il fatto che sono i primi e più entusiasti promotori della cultura libresca – così pesantemente bistrattata nel nostro paese. Alcuni di loro, poi, sono particolarmente attivi nel sostenere gli scrittori esordienti, caratteristica che noi di Land Editore non possiamo che amare alla follia. Quest’oggi scambieremo quattro chiacchiere con Sara Perotti, che con il blog Persa nei libri organizza presentazioni letterarie online, scrive recensioni e soffietti editoriali ed è attivissima nell’universo libro – specie per ciò che concerne gli autori in divenire, una categoria troppo spesso ingiustamente snobbata dalle grandi case editrici e dagli stessi lettori. L’intervista Ciao, Sara, e grazie per essere con noi anche in quest’occasione. Immaginiamo di scrivere il tuo identikit… Nome e cognome: Sara Perotti Età: 39 anni Segno zodiacale: Bilancia Caratteristiche particolari: • Torinese doc; • Insaziabile curiosità; • Folle amante degli animali; • Lettrice seriale e narratrice alle prime armi. Due cose che non hai mai fatto e che vorresti fare: • Avere una grande biblioteca personale. • Visitare il Maine, dove vive il mio scrittore preferito. Due cose che non farai mai: • Stare anche solo un giorno senza leggere un libro. • Finire di leggere tutti i libri che vorrei. Genere letterario preferito: Horror. Autori italiani o stranieri? Ho una preferenza per gli autori stranieri. Ma veniamo anche alla parte seria dell’intervista: come è nato il tuo blog? Il blog nasce nel giugno 2020. Durante il lockdown mi è capitato di assistere a diverse dirette Instagram di scrittori famosi e ho notato, con estremo piacere, che erano seguite da tantissimi lettori. Da lì ho deciso di creare uno spazio tutto mio da dedicare al mondo del libro in tutte le sue sfaccettature. La pagina vuole inoltre essere il mezzo attraverso il quale far conoscere tanti nuovi romanzi, magari anche di nicchia, di autori esordienti che meritano di dire la loro nell’universo librario. Quali sono le prime tre caratteristiche che noti in un buon libro? • La potenza e la credibilità della storia e dei dialoghi; • L’ottima caratterizzazione dei personaggi; • Lo stile personale dell’autore. Vero o falso? Non giudicare un libro dalla copertina. Vero. La copertina è un vestito, che può apparire ai nostri occhi più o meno bello, ma la vera anima di un libro è nascosta tra le sue pagine e solo leggendolo essa può essere svelata. Gli scrittori stranieri sono più fantasiosi di quelli italiani. Vero. Ovviamente è questione di gusto personale, ma io li prediligo proprio per questa ragione. Di sicuro, però, ci sono anche diverse eccezioni a questa mia asserzione. I libri dovrebbero costare di meno. Vero. I prezzi dei libri dovrebbero essere più alla portata di tutti, anche se qualche passo in avanti lo si sta facendo con gli e-book che, di fatto, hanno una spesa più contenuta. L’editoria italiana è troppo provinciale. Vero, tuttavia trovo che questo abbia sia dei pro che dei contro. In Italia ci sono troppi scrittori e pochi lettori. Vero. Mi piacerebbe che ci fossero molti più lettori e meno scrittori, questo alzerebbe il livello di qualità della produzione libraria. Ormai scrive chiunque, ma raccontare una storia è una questione seria e non tutti sono in grado di farlo. Quando hai cominciato la tua attività di book blogger, c’è qualcuno a cui ti sei voluta ispirare? Un blogger, un giornalista o uno scrittore… Onestamente no. Ho cercato di creare dal nulla qualcosa che in primo luogo piacesse a me, non volevo condizionamenti esterni e per questa ragione non ho mai seguito altri blogger prima creare Persa nei libri. Parlaci degli svantaggi e dei vantaggi di collaborare con gli autori esordienti e con le case editrici. I vantaggi sono numerosi, il primo fra tutti è la mia crescita personale. Ho conosciuto tanti autori talentuosi dai quali io stessa ho imparato molto, ogni libro che ho recensito mi ha lasciato qualcosa. La stessa cosa si può dire dei miei rapporti con le case editrici, ho trovato persone che mi hanno dato la loro fiducia, proprio come avete fatto voi, che mi hanno permesso di dire la mia e avere uno spazio. E questo mi permette di migliorare giorno dopo giorno. L’unico svantaggio, invece, è che, come è giusto che sia, sono attività che richiedono un investimento di tempo importante (e a titolo gratuito), comunque ben speso a mio avviso. Due caratteristiche che non sopporti degli scrittori • Quando si perdono in lunghe digressioni. • Quando lo scrittore viene meno al patto che instaura col lettore. E due caratteristiche che invece ami • La capacità di trasportare il lettore altrove. • L’abilità di “giocare” con le parole. Qual è il post popolare sul tuo blog o sui tuoi account Instagram? Una volta recensiti i romanzi che leggo, mi diverto a creare dei reels che si ispirino alla trama del libro. Devo dire che piacciono sempre parecchio e hanno molto seguito. Hai dei particolari progetti per il tuo futuro da book blogger? Mi piacerebbe sicuramente continuare a collaborare con le case editrici perché amo tutto quello che ruota attorno al mondo editoriale. È arricchente, stimolante e mi permette di imparare sempre cose nuove. Vorrei inoltre esordire con delle dirette per aumentare l’interazione con gli autori. Mi piacerebbe sbarcare su nuove piattaforme e chissà, fare di tutto questo una professione. Blog Instagram

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La narrativa fantapolitica veste finalmente made in Italy: presentazione di “47 giorni” di Matteo Riva

Matteo Riva firma un originalissimo romanzo fantapolitico dal titolo “Quarantasette giorni”, inserendosi nel solco della tradizione distopica dei grandi classici. Matteo Riva, la presentazione Sono Matteo Riva, classe 1989, e vivo in provincia di Bergamo.  Sono padre di Alessandro, un ragazzo di undici anni, e grande tifoso dell’Atalanta: mi piace seguire diversi sport e la mia passione è il calcio, che pratico a livello dilettantistico da quando ho sette anni. Quarantasette giorni nasce anche dal mio tentativo di tenermi sempre aggiornato sugli eventi che scandiscono la nostra quotidianità con un occhio spesso critico, soprattutto nei confronti delle dinamiche della politica. Ho scritto il mio primo libro quasi per caso, occupando con un block notes e diverse penne le mie pause pranzo. Con questo testo ho partecipato al concorso Amazon storyteller 2020: per quanto sia stato impegnativo passare dalla storia costruita nella mia testa alla sua realizzazione, mi sono molto divertito a farlo… credo proprio che qualcosa bolla ancora in pentola, e che abbia soltanto bisogno di essere messo su carta. Il libro Italia, 2026 Il dispotico presidente de Angelis ha instaurato una pericolosa dittatura di stampo nazista in un’Italia devastata dalla crisi post-covid. Nei quarantasette giorni del suo governo profonde ferite lacerano l’Italia, ma ecco che all’improvviso si diffonde nei giornali la notizia dell’assassinio del nuovo duce. «L’uomo è un animale, e come tale ha bisogno di essere guidato da un padrone che gli dica cosa fare» In questo clima di tensione e incertezza si snodano le storie di Isabella e Stefano, che per scoprire il mandante dell’omicidio saranno costretti ad avvicinarsi sempre di più, fino a non poter tornare indietro: il destino è contro di loro, ma questa volta sarà l’amore a scegliere. «Vaffanculo!» urlò sbattendo la porta, ma Stefano infilò prontamente il piede evitandone la chiusura. Piede che Isabella provò a spostare con un pestone di tacco a spillo. Mentre Isabella e Stefano cercano di non confondere amore e affari, alla guida del paese arriverà una nuova figura politica, che promette di ripristinare la democrazia e la libertà degli italiani… ma sarà davvero così? «47 giorni è un fantapolitico appassionante: una critica schietta e coraggiosa alla società dei nostri giorni» «Un’opera attualissima, cupa eppure speranzosa, scritta da una penna che fa dell’attivismo politico la sua più grande risorsa.»

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Marco Cantarini e Katuscia Viviani annunciano l’imminente uscita di Nemesi

“Nemesi” è il titolo del nuovo romanzo del bresciano Marco Cantarini, già autore di “Horror Vacui” e “I risvegliati”, presto in uscita con Land Editore. A firmare le illustrazioni Katuscia Viviani. Ecco alcuni dettagli sul libro e sugli autori. Marco Cantarini: la presentazione Bresciano, Classe 1990, laureato in giurisprudenza, già autore dei romanzi Horror Vacui – Quando la paura è del vuoto e I risvegliati. Dal 2020 svolge l’attività di ghostwriter aiutando numerose persone a veder pubblicate le proprie storie. Dal 2021 si specializza nel ghostwriting politico, iniziando ad operare come consulente di operatori politici su scala provinciale. Tra le sue passioni troviamo la lettura, il cinema, la finanza, i fumetti d’autore e i videogiochi. Su Katuscia Viviani Anche lei bresciana, fin da piccola appassionata di disegno. Ha intrapreso gli studi di architettura e arredamento. Si è perfezionata nell’arte del Mandala e ancora oggi segue corsi di pittura con olio su tela acquarello e acrilico. Scopri Nemesi, l’adrenalinico horror di Marco Cantarini, presto in libreria Siamo giunti in questo mondo con gli occhi chiusi. Cadrago è una placida cittadina del nord italia circondata dal verde dei boschi: è in questo scenario bucolico che, in una notte del lontano 1925, si consuma una tragedia che i cittadini tenteranno in ogni modo di dimenticare. Il ritrovamento dei corpi senza vita di alcuni bambini sembra far precipitare in un incubo l’intera comunità. Cadrago, anni ’70 Liliana è la tipica paesana insoddisfatta della sua vita – un marito assente e perseguitato dal ricordo del fratellino scomparso molti anni prima, le domeniche passate in chiesa e qualche cena con le amiche per passare il tempo. Una sera, spinta dalla curiosità, decide di unirsi a una seduta spiritica dove vedrà per la prima volta una tavola ouija: un oggetto apparentemente innocuo, ma che nasconde molte più insidie di quanto lei possa immaginare. Dopo quella notte per Liliana niente sarà più lo stesso… .

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10 domande a… Jelena Kuznecova

La Torino di Crash Test, il nuovo libro della scrittrice Jelena Kuznecova (già finalista al programma televisivo Masterpiece con il suo libro “Come un déjà-vu”), è una città che per molti versi risulta profondamente inquietante. Ambientato in un vicino futuro, questo thriller affronta il tema dell’ambizione del singolo che, quasi sempre, finisce per danneggiare il benessere dell’intera comunità. Come ti è venuta l’idea per scrivere il romanzo? L’idea per scrivere Crash test ha avuto due origini. Prima di tutto il nome di uno dei protagonisti, Falco Civetta. Mi parve buffo e plausibile che qualcuno si possa chiamare così, ho pensato che sarebbe stato interessante vedere un Falco Civetta farsi avanti nel mondo nonostante l’infanzia difficile. La seconda e più importante fonte d’ispirazione fu la mia permanenza a Torino per le riprese del programma “Masterpiece”. Ci potresti descrivere quell’esperienza? La mia partecipazione a Masteriece ha lo zampino del fato. E’ stato un mio collega, sapendo che io stavo revisionando un romanzo, a segnalarmi questo concorso letterario organizzato dalla Rai. Il romanzo era ancora in fase di ri-scrittura, mancavano un paio di mesi alla scadenza per partecipare e non pensavo sarei riuscita a produrre qualcosa di valido. Ho dedicato un po’ di tempo durante le ferie estive per correggere giusto le incongruenze di trama, era un prodotto grezzissimo pieno di errori di grammatica, e circa alle ore 23:00 dell’ultimo giorno per partecipare mandai il mio romanzo. Mi richiamarono per fare i casting a Roma, ma nel giorno fissato non sentii la sveglia e persi il treno. Non volevo più andarci, ma il mio compagno mi disse di andarci lo stesso, che era un segno e che sarebbe andata bene. Il resto è una grande esperienza che mi porterò per sempre nel cuore. È grazie a quest’esperienza che hai deciso di ambientare Crash Test proprio a Torino? Dopo aver vissuto la Torino invernale, fredda e misteriosa (ma anche accogliente, l’ho adorata) ero tanto ispirata dal mistero che l’avvolge. I vicoli, le strade di sera che sembrava facessero risvegliare gli spiriti. Inoltre la presenza di una grossa casa automobilistica, un altro fattore che ha influenzato la scelta. Crash test è un romanzo corale, che vede intrecciarsi le vite di diversi personaggi. È stato difficile doversi calare in così tante teste? Qual è il personaggio con cui ti sei più identificata? Vero, sono diversi personaggi, ma non ho mai avuto difficoltà nell’immergermi nelle loro complicate teste. I personaggi sono nati quasi da subito così come sono, hanno le loro storie alle spalle, alcune solo accennate nel libro. Quando penso a ognuno di loro riesco a vederli come se li conoscessi davvero. Alcuni più degli altri. C’è un personaggio le cui emozioni sono state più in sintonia con le mie, Angelo De Angelis.  Un personaggio losco, pieno di tic, ma nel suo mondo ho riversato tutte le insicurezze che possono passarci per la testa nel quotidiano, facendole diventare parte importante del suo carattere. Uno dei temi che affronti nel romanzo è l’emarginazione derivante da una grande intelligenza. È un tema che senti vicino? Il tema dell’emarginazione derivante da una grande intelligenza si ispira a come i cosiddetti nerd siano passati da emarginati – basta vedere come venivano rappresentati nei film di qualche anno fa – a essere ricercati per le loro abilità. L’emarginazione al giorno d’oggi è un tema abbastanza complesso. Chi fa di tutto per escludere quelli “bravi” sono chiamati haters, e per scatenarli basta emergere in qualche settore per qualche abilità che loro non hanno. Spesso si tratta di intelligenza. Dal canto mio, l’emarginazione che vivo è più sottile, e ci convivo tranquillamente. Essere una scrittrice ha più svantaggi o vantaggi? Quali sono le cose che ami del mestiere di scrivere e quali, invece, fatichi a tollerare? Essere una scrittrice è sempre un vantaggio. Scrivere mi fa stare bene, la mia testa scoppia di storie e di impressioni che non vedo l’ora di raccontare. Quanto è bello avere un’attività che ti fa entrare in trance mentre crei qualcosa. La cosa che mi fa arrabbiare del mestiere di scrivere è la volatilità di alcune idee. Arrivano quando meno le aspetti, ti caricano di adrenalina, ma magari non hai tempo da dedicare a loro e, quando ce l’hai, sono già andate via e non ti ispirano più. Crash Test è stato scritto proprio su una scia di queste, ero riuscita ad acchiappare l’idea e farla mia. Raccontaci tre gesti folli che hai compiuto nella tua vita. A diciotto anni mi sono trasferita in Italia, da sola, senza la certezza di un alloggio in una città che conoscevo solo dal trafiletto Wikipedia letto un mese prima dell’arrivo. Gli altri due miei gesti folli si chiamano Maya e Leo, i miei figli. Qual è la situazione ideale in cui ami scrivere libri? Nel silenzio o nella confusione, all’aperto o al chiuso in un angolo della casa, di giorno o di notte… parlaci dei tuoi momenti creativi. Il grande silenzio non esiste a casa mia dal 2015, perciò per isolarmi dal mondo esterno scrivo con le cuffiette e musica a tutto volume. Alcune volte è musica rilassante, altre musica rock e alcune volte ascolto suoni ASMR per la concentrazione. Sappiamo che sei arrivata in Italia all’età di diciotto anni… proprio per questo è sorprendente la qualità della tua scrittura – padroneggi lingua e stile così bene da sembrare una madrelingua. Qual è il tuo segreto? Ho ben due segreti – il primo è la predisposizione alle lingue, il secondo è bilinguismo nativo. Sono nata in Lettonia dove all’epoca si usavano ugualmente sia il russo che il lettone. Ho studiato la lingua inglese dall’ultimo anno dell’asilo, e inoltre i film al cinema li davano in lingua originale con i sottotitoli in lettone e russo. Imparare l’Italiano in un ambiente dove mi ero circondata da Italiani, studiando Giurisprudenza alla pari, non è stato così difficile. Scrivi una citazione che rappresenti la te stessa di dieci anni fa. Sentivo di voler essere più di quello che sembravo di essere. Mi ero

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Nasce Land University Press: uno sguardo al futuro, insieme

Nasce Land University Press Land University Press è la nuova collana nata da una costola di Land Publishing, realtà editoriale indipendente coriacea e in continua espansione, che mira a dare un significativo contributo nel campo dell’istruzione e della didattica del Paese. La nuova collana, a distribuzione nazionale, mira a pubblicare testi universitari scritti da docenti, ricercatori e laureati, offrendo agli autori un servizio totalmente free. I nostri valori Land University Press è una realtà totalmente free, che crede fortemente nell’importanza di investire nei suoi autori e nel coltivare un rapporto quanto mai diretto con i lettori. Le parole d’ordine della collana saranno qualità dei testi, autori che portino arricchimento all’interno del panorama saggistico italiano e una distribuzione capillare in tutta Italia. Land University Press crede molto nell’importanza di rispettare l’ambiente, e per questo motivo opera in una commistione di micro-tirature miste al print on demand: in questo modo evitiamo gli sprechi di carta e rispettiamo il nostro pianeta. Ridurre il lavoro dei maceri e contribuire a un’editoria economicamente sostenibile è la nostra priorità. Gli autori I primi due autori che inaugureranno la collana saranno Maurizio Sampietro e Marco Altobello, rispettivamente autori del saggio “Giosuè” e dell’opera “Nella palude infernale”.  Si tratta di figure di assoluto valore nel campo della saggistica nostrana: per quanto riguarda la presentazione degli autori, non vi resta che continuare a seguirci.   Contatti I social di Land University Press verranno inaugurati a partire da Lunedì tre maggio, con una serie di rubriche culturali che puntano ad attrarre un grande numero di lettori. Per ciò che concerne l’invio di manoscritti, si potranno proporre all’indirizzo mail university@landeditore.it. Tutte le opere dovranno essere accompagnate da curriculum vitae (comprendente dettagli sulla carriera accademica) e biografia. Seguici su Instagram Instagram

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