Traducendo la parola Munaciello (o Monaciello) dal napoletano, potremmo ottenere il costrutto “piccolo monaco”: si tratta di un leggendario spirito appartenente al folklore partenopeo, che però comincia a riscuotere un certo interesse anche in ambienti storici di area anglosassone. Ma che cos’è – o meglio, chi è – il Munaciello? Puoi ritrovare la storia del Monaciello in Tutta la pioggia del cielo, il nuovo romanzo di Miriana Vitulli. Ordinalo in tutte le librerie o online. Tutta la pioggia del cielo il nuovo romance di Miriana Vitulli Si tratta di uno spirito dalla doppia natura, né buono né cattivo, che può elargire favori a chi si trova in difficoltà, ma anche compiere dispetti a chiunque osi contrariarlo. Spesso il monaciello viene rappresentato come un piccolo uomo dalle caratteristiche fisiche deformate, l’aspetto sgradevole e di piccola statura, vestito con abiti monacali e, dettaglio molto caratteristico, le scarpe dalle fibbie argentate. Come abbiamo già detto il monaciello non è una figura per forza positiva o negativa, e a seconda dei casi può dimostrarsi d’aiuto o di ostacolo a chi se lo ritrova di fronte. Basta poco a contrariare il monaciello. Secondo la tradizione napoletana, uno dei motivi che potrebbe scatenare piccole o grandi vendette da parte di questo piccolo monaco riguarda il rivelare ad altri la sua presenza in una casa…il munaciello, infatti, è molto geloso della sua privacy e pretende assoluta segretezza, pena diventare una creatura davvero dispettosa. Nella cultura internazionale, la figura che più si avvicina al monaciello – una figura decisamente più famosa, perché ideata dalla penna di uno scrittore del calibro di Charles Dickens – potrebbe essere lo spirito del Natale protagonista del grande classico A Christmas Carol, opera che da oltre due secoli viene letta e amata da lettori di tutto il mondo. Anche il monaciello, come il fantasma di stampo dickensiano, può comparire e scomparire in un brevissimo flash temporale, spaventando lo sfortunato che si troverà ad avere a che fare con lui. Il suo intervento può portare grandi fortune, ma anche terribili sfortune… spesso, quando i napoletani vincono una somma di denaro o stanno attraversando momenti particolarmente propizi della loro vita, esclamano: “Forse in casa ho un monaciello!” Stessa cosa vale in quei periodi dove tutto sembra andare storto. Le origini della leggenda del munaciello: un amore impossibile e un frutto proibito La storia del monaciello è secolare, e le sue origini antichissime. La teoria più accreditata ci riporta al lontano 1445, nel periodo in cui a Napoli regnavano gli Aragona. Come spesso accade, la leggenda del munaciello trova le sue origini in una travagliata storia d’amore, ossia quella tra Caterinella, figlia di un ricco mercante di stoffe locale, e un uomo del popolo dotato di scarsi mezzi, Stefano. I due, follemente innamorati l’uno dell’altra, vennero ostacolati dalla famiglia della ragazza, ma non rinunciarono mai al loro amore, incontrandosi segretamente di notte nei vicoli della Napoli del ‘400. Durante uno dei loro incontri clandestini Stefano venne brutalmente picchiato e ucciso, sotto gli occhi sconvolti di Caterinella, probabilmente da uno dei parenti della damigella – o forse da un sicario. La ragazza, dopo aver seppellito il suo unico amore, scoprì di essere incinta: all’epoca far nascere un bambino fuori dall’istituzione del matrimonio era considerata un’onta insopportabile anche per la figlia di un mercante, e fu per questo che Caterinella venne rinchiusa in un convento vicino a Napoli, dove nacque il frutto dell’amore con Stefano. Si trattava di un bambino estremamente piccolo deforme. Caterinella, che non sapeva rassegnarsi alla vista di un bambino tanto mostruoso, cominciò a vestirlo con un abito da monaco per omaggiare la Madonna, e per chiederle un miracolo: la guarigione del figlio. Miracolo che, naturalmente, non avvenne mai. Fu per questo motivo, a causa degli abiti che la madre lo costringeva a indossare, che le persone della zona cominciarono a chiamarlo monaciello. Crescendo, il piccolo divenne sempre più deforme, con la testa piccolissima e il corpo molto massiccio; basso di statura, ovunque andasse il monaciello suscitava disgusto e insulti… spesso il piccolo monaco veniva anche picchiato o torturato. La popolazione, sempre più sospettosa, cominciò ad attribuire al piccolo uomo poteri magici, ora benevoli e ora maligni. Se, per esempio, il monaciello indossava un cappuccio rosso, ciò significava che era pronto a dispensare favori e fortuna, se invece era nero voleva dire che quel giorno avrebbe portato immensa sfortuna alle persone che usavano contrariarlo. Quando Caterinella, la madre del monaciello, morì, le persone cominciarono addirittura a dare alla creatura la colpa di qualsiasi evento sfortunato accadesse a Napoli, come ad esempio il proliferare di malattie infettive e l’aumento delle tasse. Sempre in quel periodo le aggressioni al munaciello aumentarono, finché non scomparve in maniera misteriosa. Le persone cominciarono quindi a mormorare che il munaciello era stato portato via dal diavolo in persona. Una presenza costante Dopo la morte del munaciello, il popolo napoletano continuò a mormorare di averlo visto nei luoghi più incredibili e disparati, e soprattutto nei quartieri più poveri la sua esistenza divenne non più una leggenda ma una certezza, e gli furono attribuiti molti eventi sfortunati che capitavano alle persone, ma anche eventi fortunati e lieti eventi. Non tutti, infatti, attribuivano caratteristiche esclusivamente maligne al munaciello, che cominciò allora ad assumere la sua natura di creatura duale, nè buona nè cattiva.Come abbiamo già detto, ancora oggi molte persone pensano che il munaciello possa aiutare le persone a conoscere i numeri fortunati per giocare alla lotteria. Il munaciello tra teorie e ipotesi La storia di Stefano, Caterinella e del piccolo bambino deforme è solo una delle tante origini ipotizzate dagli storici. Nel corso degli anni sono nate moltissime ipotesi riguardanti la nascita di questo piccolo spettro; una delle più plausibili riguarda l’idea che originariamente i monacelli fossero delle persone incaricate di mantenere puliti i pozzi della città quando ancora non esistevano reti fognarie. Per forza di cose, queste persone dovevano avere un’ossatura e una statura molto piccola, senza contare che il lavoro sottoterra poteva imbruttire in maniera spaventosa qualsiasi persona.