Di Francesca Costenaro Ammetto di avere una passione: l’Epoca Vittoriana. Durante la stesura del libro ‘La ragazza dell’altalena’, ambientato ai giorni nostri con un’immersione toccante verso la fine della seconda guerra mondiale, ho deciso di inserire nei primi capitoli un assaggio di quest’epoca, grazie a un ballo in maschera che farà conoscere i protagonisti Laura e Sebastian e i loro segreti. Il biglietto d’invito, per altro lasciato decantare in cantina per quasi un mese con l’idea che ‘prendesse odore di antichità’, chiede agli invitati di vestirsi da dame e cavalieri del 1840. Così, documentandomi sugli abiti indossati durante i fastosi balli, ho avuto il piacere di scoprire un altro interessante argomento che vorrei approfondire ora: le donne e le sale da tè in Epoca Vittoriana. Curioso, no? Noi che oggi andiamo spesso a cena fuori, a fare colazione in caffetteria, a bere l’aperitivo la sera (in alcune occasioni alzando un po’ il gomito e lo dico orgogliosa, nel modo più naturale possibile), ci chiediamo mai com’era la questione nel milleottocento, a Londra, nel cuore del progresso e del colonialismo inglese mondiale? La donna che diede inizio all’usanza del tè del pomeriggio Anna Russel, Duchessa di Belford, vissuta fra fine settecento e metà ottocento, non può lontanamente immaginare di quale importante rito nazionale sia divenuta l’artefice. Era la dama di compagnia della regina Vittoria e tra pranzo e cena lamentava spesso di sentirsi strana, soprattutto tra le quattro e le cinque. Così iniziò a farsi portare di nascosto delle fette di pane imburrate e una tazza di tè nella propria camera. A seguire, prese l’abitudine di invitare nel castello di Belvoir alcuni amici per condividere il rito e successivamente a Londra. La Regina Vittoria apprezzò talmente tanto che lanciò una vera moda del tè del pomeriggio dove tutto veniva curato nei minimi dettagli, anche una torta composta in suo onore: la Victoria sponge di pan di spagna, panna e fragole. Come potete immaginare, nacquero le sale da tè. Nel campo della ristorazione c’erano luoghi per tutte le tasche e per tutti i gusti. Ma i ristoranti, le locande, le caffetterie erano assiduamente frequentati da … uomini! Le donne potevano accedervi solo accompagnate da mariti, o fidanzati, ma mai da sole. I ristoranti erano un po’ come i club, adatti a una clientela maschile. La donna infatti veniva considerata come ‘l’angelo del focolare’, adatta per badare alla casa, rintanata tra le mura domestiche proprie o di altre dame, oppure prodiga per opere di beneficienza in istituti caritatevoli. Le uniche donne presenti in pub, locande e ristoranti, non accompagnate, erano le prostitute. Le sale da tè: com’erano fatte? Con la nascita delle sale da tè e pasticcerie, si apre uno spiraglio: le donne possono incontrarsi senza dare scandalo, naturalmente durante le ore diurne. E cosa potevano bere, o degustare? Immaginate tazze di porcellana decorate di fiori blu, azzurri, rossi, posate di argenteria, cristalli e alzatine ricoperte di sfiziosità come bocconcini al salmone o tartine. I tipi di tè, importati dallo Sri Lanka, erano low tea o high tea, gradevoli da dopo pranzo fino a circa le 18:00. Annusate il profumo di scones appena sfornati, sandwich, pane con marmellate di diversi gusti e burro o panna densa e corposa, la famosa clotted cream, ma anche pollo, uova, insalate di frutta e di verdura. Da bere potevano deliziarsi, oltre che con il tè, con caffè, cioccolata o limonata. In rarissimi casi e posti si poteva degustare un bicchiere di vino bianco in bollicine. La tappezzeria era comoda, con affreschi, poltrone soffici o sedie colorate. Le sale illuminate da grandi lampadari a candele, poi a olio e infine a gas. Le donne si riunivano e chiacchieravano con garbo, per lo più di questioni futili o pettegolezzi, rigorosamente rispettose del galateo. Sarà verso la fine dell’ottocento, nel 1880, che la questione comincerà a cambiare e si potranno vedere le prime donne al ristorante da sole, addirittura fumare dietro qualche paravento. Ma questo è un altro racconto. Un piccolo grande passo per l’emancipazione delle donne Questa, signori miei, è la descrizione di un piccolo passo importante nella storia dell’emancipazione femminile, che ci aiuta ad immaginare di essere una dama dell’epoca, che ha appena scoperto di poter uscire da sola in una sala da tè e fremere di desiderio, in un’emozione unica, per un assaggio di quella fantastica libertà di cui godiamo oggi, in occidente. I nostri romanzi storici Altri articoli admin Febbraio 15, 2022 Le affascinanti origini del Munaciello Traducendo la parola Munaciello (o Monaciello) dal napoletano, potremmo ottenere admin Febbraio 24, 2022 Quattro posti da visitare nella magica Agrigento A volte nulla come un piccolo viaggio può aiutarci a admin Febbraio 25, 2022 Il canto delle spighe di grano di Francesca Redolfi: leggi la sinossi No, non siamo ancora pronti per svelarvi la data di