Cristina Ferri

Storia: Vita e misteri di Mary Stuart – primo capitolo

Ascesa al potere Figlia di re Giacomo V di Scozia e Maria di Guisa, Maria Stuarda diventa regina a soli sei giorni di vita, alla morte del padre trentenne avvenuta probabilmente a causa del colera. Quando gli viene annunciata la nascita della figlia, Giacomo è ormai giunto alla fine dei suoi giorni e non ha la forza di lamentare la nascita di un’erede femmina, destinata a divenire regina di Scozia. Quello lasciato alla piccola Maria è un paese senza esercito né tesoro della corona, si legge dalla biografia di Zweig. Gli unici appoggi degli Stuart vengono dalla Chiesa, dalla Francia e dal Papa. La Scozia è un paese instabile, mosso da continuo malcontento. Sono tanti i nemici della famiglia reale, ma i più infedeli sono la categoria dei nobili, unicamente attaccati al denaro. Maria Stuarda come la bella addormentata nel bosco Dopo aver appreso della nascita della nuova erede di Scozia, Enrico VIII di Inghilterra decide di unirla in matrimonio con suo figlio Edoardo, ma a questa decisione si oppongono le dinastie Tudor e Stuart. La madre stessa di Maria osteggia fermamente questo contratto matrimoniale: sua figlia è cattolica, non vuole che cresca con un’educazione eretica, ci dice ancora Zweig. Enrico VIII mal reagisce a questa opposizione, e quasi viene sfiorata la guerra. Come nella favola La bella addormentata nel bosco, secondo la quale la piccola Aurora viene portata via dal castello e messa al sicuro dalle tre fate buone fino al suo sedicesimo anno d’età, allo stesso modo Maria e la madre vengono portate nel castello di Stirling. Re Enrico deve accontentarsi della semplice clausola nella quale è citato che Maria Stuarda dovrà essere consegnata all’Inghilterra il giorno del suo decimo compleanno. I piani di Enrico sono scombinati dalla Chiesa, che si muove nell’ombra affinché la piccola sia ceduta alla Francia, scatenando una guerra al termine della quale la bambina risulta scomparsa. Viene portata via dal castello di Stirling da servitori fidati e lasciata nel convento di Inchmahome, nascosto su un’isola del lago di Menteith. L’isolamento in convento Maria viene dunque portata al sicuro e vive indisturbata in convento in completo isolamento, mentre le forze politiche continuano a lottare per lei. Entra in scena la Francia, ed Enrico II, successore di Francesco I, chiede la mano della sovrana per suo figlio, l’erede al trono Francesco II. Il suo destino è stato finalmente deciso: all’età di cinque anni, Maria viene portata in Francia e venduta come un cavallo da corsa. La nuova vita in Francia Maria Stuarda è solo una bambina, eppure è già regina di Scozia, ora fidanzata con l’erede al trono di Francia. Lasciato l’isolamento del convento, comincia a sperimentare la corte francese; le vengono affiancate delle amiche sue coetanee, che un giorno diventeranno le sue dame di corte. Quando arriva in Francia non è che una bambina di cinque anni, rapita di notte e venduta da una corte all’altra, da un paese all’altro. Lo sfarzo e il rispetto a lei riservati sono ammirevoli: «fuochi d’artificio e salve di artiglieria in suo onore.»[1] Quando Maria giunge a Saint-Germain vede per la prima volta il delfino Francesco, suo futuro marito, un bambino di appena quattro anni e mezzo. La corte di Francia Caccia di giorno e cavalleria di notte, versi letti e declamati, musica e rappresentazioni in maschera: questa era la corte di Francia ai suoi tempi. Gli anni passano, e l’adolescente Maria Stuarda è ora una dama dai capelli biondi, in abiti discreti e mai esagerati, dalla mente brillante e dal cuore profondo; una ragazzina vista come straniera dal suo paese, che porta in sé la bellezza e l’eleganza del suo tempo. [1] Stefan Zweig, Vita di Maria Stuarda: la rivale di Elisabetta I d’Inghilterra, Bompiani, 2013

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Curiosità: Alnwick Garden, il giardino velenoso

Se siete amanti di Harry Potter, se la magia e la stregoneria vi attraggono in maniera inspiegabile allora questo articolo fa per voi. Sapevate che in Inghilterra esiste un giardino velenoso? Certo se siete asmatici come la protagonista di La segretaria del Quarterback o se come Proust il solo pensiero di annusare fiori vi spaventa sicuramente questo posto non fa per voi, ma per tutti gli altri sappiate che esiste un giardino meraviglioso in Inghilterra, che ospita erbe e piante tra le più particolari. Ma c’è un ma… ebbene sì, perché le piante che ospita sono tra le più tossiche del pianeta. Vediamo insieme come si chiama e da chi è stato ideato. Il giardino si chiama Alnwick Garden e custodisce meravigliosi esemplari tra piante esotiche e bulbi che venivano usati un tempo per creare pozioni velenose. Questo “tesoro di veleni” pare sia stato fortemente voluto dalla duchessa di Northumberland, Jane Percy. “Queste piante possono uccidere”, questo dice il cartello all’ingresso. Quindi se un giorno capitate da quelle parti ricordatevi di non toccare e di non avvicinarvi troppo ai meravigliosi esemplari che vedrete. E voi, lo conoscevate?

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Storia – Mestieri dimenticati: la svegliatrice

In prossimità delle feste natalizie le strade al mattino sono un vero e proprio inferno. Ma vi siete mai chiesti come si faceva una volta ad uscire di casa in tempo per non fare tardi al lavoro? Nel passato non si poteva contare sull’uso delle sveglie in quanto queste venivano considerate poco affidabili e la popolazione doveva escogitare un altro modo se non voleva subire una bella strigliata dal capo. Dunque, che fare? Durante la rivoluzione industriale, quando i cellulari non esistevano ancora, vi era una figura lavorativa che aveva proprio il compito di svegliare i cittadini al mattino. Ingegnoso, no? Ma scopriamo qualcosa in più su questo particolare mestiere dimenticato. La figura lavorativa si chiamava knocker-up (svegliatore) e una delle ultime figure a svolgere questa particolare mansione fu Mary Smith. Ma in che modo questa figura svegliava i cittadini? Forse gridando in modo indegno o cantando come una principessa delle favole… beh, se questo è stato il vostro primo pensiero, sappiate che non vi era nulla di rumoroso o romantico nella pratica. A quanto pare veniva utilizzato un tubo di gomma come cerbottana per lanciare o letteralmente “sparare” i piselli secchi alle finestre, fin quando i lavoratori non erano in piedi. Una vera e propria sveglia umana. Assurdo, no? E voi, lo sapevate?

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Ricette: La crema catalana come compromesso, Capo, mi licenzio

“Elia Battaglia, colui che trasforma i no in sì” Chi ha letto Capo, mi licenzio, sa perfettamente quanto possa essere insistente il capo di Greta. Fra di loro c’è un legame particolare. L’uomo è asfissiante sul posto di lavoro… e non solo. La povera Greta non riesce a ritagliarsi neanche un momento libero per via dell’ingerenza del suo Capo/amico! Nel passo che segue, Elia tenta di convincere Greta ad andare con lui al compleanno di suo cugino. Non può rifiutare un’offerta simile… c’è anche la crema catalana al contorno di fragole! Dopotutto, un buon dolce può essere sempre un compromesso, no? «Guarda che non ti conviene rifiutare. Sai dove si festeggia? In quel locale sul mare dove fanno quella crema catalana buonissima con contorno di fragole, quella che ti piace tanto.» Inizio già a sbavare. «Lo sai che sono intollerante al lattosio.» Alza le spalle. «Signorina Amore, spesso le cose che ci piacciono sono quelle che ci fanno più male.» Ma come dare torto a Elia? Vediamo insieme come preparare una deliziosa crema catalana accompagnata da un contorno di fragole fresche. Ingredienti per la crema catalana (4 persone) 500 ml di latte intero 4 tuorli d’uovo 100 g di zucchero 20 g di amido di mais 1 stecca di cannella La scorza di 1 limone Zucchero di canna Per il contorno: 250 g di fragole fresche 2 cucchiai di zucchero 1 cucchiaio di succo di limone Foglie di menta fresca (opzionale) Procedimento per la crema catalana: In una casseruola, scalda il latte con la stecca di cannella e la scorza di limone. Porta a ebollizione, spegni il fuoco e lascia in infusione per 10 minuti. Filtra il latte per eliminare gli aromi. In una ciotola, sbatti i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungi l’amido di mais setacciato e mescola bene per evitare grumi. Versa lentamente il latte aromatizzato nel composto di uova e zucchero, mescolando continuamente. Trasferisci il tutto in una casseruola e cuoci a fuoco medio-basso, mescolando costantemente con una frusta o un cucchiaio di legno, fino a quando la crema si addensa. Attenzione a non farla bollire. Versa la crema in ciotole separate. Lasciale raffreddare a temperatura ambiente e poi mettile in frigorifero per almeno 2 ore. Prima di servire, spolverizza la superficie della crema con uno strato sottile di zucchero di canna. Preparazione delle fragole: Lava e taglia le fragole a pezzetti. Condiscile con lo zucchero e il succo di limone. Mescola delicatamente e lascia riposare per almeno 15-20 minuti in frigorifero. Disponi le fragole accanto alla crema catalana o in una ciotolina separata. Decora con foglioline di menta fresca per un tocco di colore e freschezza.  

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Ricette: i cupcake di Edith – La segretaria del quarterback

Il rapporto fra Edith Miller e suo padre è un legame da sempre complicato. Lui sembra volerla controllare, le sta perennemente col fiato sul collo e soprattutto non accetta la sua relazione con Noah, un ragazzo scapestrato e incline al divertimento. Nonostante questo Edith non riesce a stare troppo tempo arrabbiata con lui. Suo padre è la sua àncora, il suo porto sicuro, e non importa quanti litigi i due dovranno ancora affrontare. Il giorno del suo compleanno, Edith va a pranzo a casa dei suoi genitori per festeggiare. È un momento unico, il lavoro le porta via gran parte delle sue giornate e il tempo per stare insieme è poco. Per l’occasione, suo padre le prepara i cupcake alle more e al cioccolato, ovviamente i suoi preferiti. Vediamo insieme come replicare a casa i cupcake alle more e cioccolato di Edith Per i cupcake: 150 g di farina 00 50 g di cacao amaro in polvere 150 g di zucchero semolato 1 cucchiaino di lievito per dolci 1/2 cucchiaino di bicarbonato 2 uova 120 ml di latte 80 ml di olio di semi (o burro fuso) 1 cucchiaino di estratto di vaniglia 100 g di more fresche o surgelate 50 g di gocce di cioccolato fondente (opzionale) Per la crema: 200 g di formaggio spalmabile o mascarpone 100 g di zucchero a velo 100 ml di panna fresca da montare 50 g di purea di more Procedimento: Preriscalda il forno a 180°C e prepara una teglia da muffin con i pirottini di carta. In una ciotola, setaccia farina, cacao, lievito e bicarbonato, poi aggiungi lo zucchero. In un’altra ciotola, sbatti le uova con il latte, l’olio e l’estratto di vaniglia. Unisci gli ingredienti liquidi a quelli secchi e mescola fino a ottenere un impasto omogeneo. Incorpora delicatamente le more e le gocce di cioccolato. Versa l’impasto nei pirottini, riempiendoli per circa 2/3. Inforna per 18-20 minuti, o finché uno stecchino inserito al centro esce pulito. Lascia raffreddare completamente. Preparazione della crema: In una ciotola monta la panna ben ferma, in un’altra ciotola, lavora il formaggio spalmabile con lo zucchero a velo e la purea di more fino a ottenere una crema liscia. Incorpora delicatamente la panna montata con movimenti dal basso verso l’alto. Assemblaggio: Usa una sac à poche per riempire i cupcake con la crema alle more e infine decora con scaglie di cioccolato o zucchero a velo.

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