Cristina Ferri

Il pastrami orgasmico di Harry ti presento Sally

Di Cristina Ferri Il pastrami orgasmico di Harry ti presento Sally «Ci ho pensato tanto, e il risultato è che ti amo. […] Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile.» La carriera, le relazioni stabili e poco importanti continuano a tenerli separati, ma c’è un’unica costante: il destino. I due continuano a incontrarsi per caso, condividendo voli, speranze e racconti di vita. Nasce così un’amicizia profonda, un legame che li porta a raggiungere un livello di intimità che non si sviluppa facilmente con chiunque. I due andranno avanti così, fin quando non si renderanno conto di essere più di due semplici amici. In una scena al ristornante, Sally finge un orgasmo dopo aver addentato un panino al pastrami, lasciando di stucco i commensali. Ma vediamo insieme una semplice ricetta del pastrami da replicare in casa. Ingredienti Per la salamoia: 2 litri di acqua 150 g di sale grosso 100 g di zucchero di canna 2 cucchiai di semi di coriandolo 2 cucchiai di semi di senape 1 cucchiaio di grani di pepe nero 5-6 bacche di ginepro 4-5 foglie di alloro 4 spicchi d’aglio schiacciati 1 cucchiaino di pimento 1 cucchiaio di paprika dolce 1 cucchiaino di timo essiccato 2 kg di petto di manzo Per il rivestimento (spezie per l’affumicatura): 2 cucchiai di pepe nero macinato 2 cucchiai di semi di coriandolo macinati 1 cucchiaio di paprika dolce 1 cucchiaino di aglio in polvere 1 cucchiaino di cipolla in polvere Procedura Preparazione della salamoia In una grande pentola, porta l’acqua a ebollizione. Aggiungi il sale, lo zucchero e tutte le spezie per la salamoia. Mescola finché il sale e lo zucchero non si saranno completamente sciolti. Una volta che la salamoia ha raggiunto il bollore e gli ingredienti si sono disciolti, rimuovi dal fuoco e lascia raffreddare completamente. Salatura della carne Metti il petto di manzo nella salamoia completamente raffreddata. Assicurati che la carne sia completamente immersa. Copri e lascia in frigorifero per 5-7 giorni. Ogni giorno, gira la carne nella salamoia per garantire una salatura uniforme. Preparazione per l’affumicatura Dopo il periodo di salamoia, rimuovi la carne e sciacquala bene sotto acqua fredda corrente. Tampona la carne con carta da cucina per asciugarla. Mescola insieme le spezie per l’affumicatura e strofinale uniformemente sulla carne, coprendo tutti i lati. Affumicatura Se hai un affumicatore, preriscaldalo a circa 110-120°C. Metti la carne nell’affumicatore e lasciala affumicare per 6-8 ore, o fino a quando raggiunge una temperatura interna di 90°C. Cottura finale Dopo l’affumicatura, avvolgi il pastrami in un foglio di alluminio e cuoci a vapore per un’altra ora, o fino a quando diventa tenero. In alternativa, puoi cuocerlo al forno a bassa temperatura (circa 120°C) per 2-3 ore. Raffreddamento e Servizio Lascia raffreddare completamente il pastrami prima di affettarlo. Affetta il pastrami sottilmente e servilo in un panino con senape e sottaceti, oppure in altri modi a tuo piacimento. Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More firstletter Come le storie illustrate possono insegnare valori importanti ai bambini 09.09.24 società La Caccia alle Streghe nell’Era Digitale: Cyberbullismo e Linciaggi Online 08.09.24 interviste Bere come un vero scrittore italiano per ragazzi – Stefano Bordiglioni 07.09.24 società Discriminazione di genere nei piccoli paesi del Libano: le donne private della libertà di acquisto 06.09.24 scrittura creativa Il Fascino dei Personaggi Spezzati nei Libri: Perché Amare i Protagonisti Imperfetti 06.09.24 firstletter L’importanza di abbracciare le differenze nei bambini: Un viaggio di crescita e amore 02.09.24 società Londra, 1 settembre: la stazione di King’s Cross senza Hogwarts Express – Qualcuno ha rubato la magia? 01.09.24 scrittura creativa Esercizio gratis di scrittura creativa: le descrizioni 31.08.24

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Le fettine panate di Mirko – Kiss me Licia

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Beh, oggi devo proprio ricordarmi di fare la spesa. Non ho più niente in casa! Allora, vediamo un po’… stasera cosa faccio? Mirko: fettine panate, dai amore ti prego, fai le fettine panate, tu le fai da impazzire di bontà! Andrea: mmm, fettine panate, ho sentito parlare di fettine panate, dove sono, mi piacciono! Tutti voi ricorderete Kiss Me Licia, la serie cult degli anni ’80. Rivediamo insieme la trama: Un giorno, durante un acquazzone, Licia incontra per caso Andrea, un bambino che si era rifugiato in un tubo di cemento con il suo gatto Giuliano, e si prende cura di lui. Poco dopo si scontra con Mirko, il fratello maggiore di Andrea, nonché leader del gruppo dei Bee Hive, mentre stava tornando a casa. Dopo un’antipatia iniziale, tra i due nasce un’amicizia destinata tuttavia a tramutarsi in un grande amore. Le cose, però, non sono così semplici, e gli episodi si susseguono tra battibecchi e gelosie. Come non menzionare le famosissime fettine panate, che Mirko e Andrea vogliono mangiare a tutti i costi? La frase “fettine panate” viene ripetuta così tante volte da essere entrata nella storia della televisione italiana. Ma vediamo insieme come preparare Le fettine panate di Mirko: Ingredienti 4 fettine di carne 2 uova Farina Pangrattato Sale e pepe q.b. Olio di semi o olio extravergine di oliva per friggere Limone (opzionale, per servire) Preparazione Preparazione delle fettine: Se le fettine sono troppo spesse, puoi batterle leggermente con un batticarne per renderle più sottili e uniformi. Preparazione degli ingredienti per l’impanatura: Prepara tre piatti: uno con la farina, uno con le uova sbattute con un pizzico di sale e pepe, e uno con il pangrattato. Impanatura: Passa ogni fettina prima nella farina, coprendola completamente e scuotendo via l’eccesso. Poi, immergi la fettina nell’uovo sbattuto, assicurandoti che sia completamente ricoperta. Infine, passa la fettina nel pangrattato, premendo leggermente per far aderire bene il pangrattato alla carne. Cottura: Scalda abbondante olio in una padella ampia a fuoco medio-alto. Quando l’olio è ben caldo, aggiungi le fettine panate e friggile fino a quando diventano dorate e croccanti su entrambi i lati. Questo richiederà circa 3-4 minuti per lato, a seconda dello spessore della carne. Una volta cotte, trasferisci le fettine su un piatto coperto con carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Servizio: Servi le fettine panate calde, accompagnate da spicchi di limone se gradito. Puoi anche servirle con un contorno di insalata, patate fritte o purè di patate. Consigli: Per un’impanatura più croccante, puoi aggiungere al pangrattato del parmigiano grattugiato e delle erbe aromatiche tritate. Se preferisci una versione più leggera, puoi cuocere le fettine panate in forno preriscaldato a 200°C per circa 20-25 minuti, girandole a metà cottura. LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More interviste Il disability pride month secondo me: intervista a una mamma caregiver 28.07.24 libri La tisana al Tarassaco di Mrs. Bessy 27.07.24 libri Il traffico illegale di organi nella narrativa contemporanea: una piaga globale 27.07.24 Nuove uscite I Segreti di Margherita e la Magia della Scrittura in Soffitta: presentazione di Alice Buzzella 26.07.24 storia Com’era la Vita a Parigi durante la Rivoluzione Francese? Un Tuffo nella Storia tra bagutte e Ghigliottine 26.07.24 libri 10 eBook Romance di Land Editore a Meno di un Euro Divisi per Trope 25.07.24 Uncategorized Fughe letterarie: la letteratura di viaggio 25.07.24 libri Blu d’inchiostro – l’emozione corre sulla punta di una penna blu 24.07.24

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Come scegliere un buon campo estivo per mio figlio?

A cura di Rubrica ApertaMente. Chiedi alla Psicologa. Mi presento, sono Isabella Vinci e sono una psicologa perinatale e del neurosviluppo, oltre a essere una TNPEE (sigla per indicare un lavoro dal nome impronunciabile, ossia Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva). Mi occupo di bambini da più di vent’anni e di genitori da oltre un decennio, perché il mondo dell’infanzia è un universo in espansione, in cui è davvero molto facile perdersi. Motivo per il quale nasce questa rubrica interattiva, in cui ho raccolto alcune domande proposte dai genitori. Corretto da Sabrina Dattola   Lei chiede:Perché mio figlio non gioca da solo? Questa è una domanda curiosa, perché di solito è la preoccupazione contraria che muove i genitori verso la richiesta di un’indagine più approfondita. Il gioco è una questione seria per i bambini. Se hanno deciso di coinvolgervi nella loro attività potrebbero esserci più motivazioni. Ne sottolineerò alcune, sebbene bisognerebbe sempre tenere conto dello sviluppo del singolo bimbo e della sua specifica situazione.. I bambini vivono attraverso il gioco: imparano a camminare, a vestirsi da soli, a mangiare in autonomia, imparano anche a parlare e a immaginare tramite il gioco. Tuttavia all’inizio c’è qualcuno che veicola questo gioco con loro, che mostra loro tramite l’imitazione come fare e quando farlo. Motivo per cui, nel momento in cui il loro mondo interiore diventa via via più complesso, esprimono la necessità di rendere partecipi i loro genitori e caregiver di quello che stanno pensando e vivendo, coinvolgendoli nel loro gioco. Dal loro punto di vista, stanno permettendo a noi adulti di conoscerli meglio e di certo ci fanno un favore, perché hanno appreso da noi tramite il gioco e ci stanno restituendo la cortesia. In quel momento, siamo noi che apprendiamo dai nostri figli. Un’altra motivazione che spinge i bambini a chiedere ai genitori costanti attenzioni nel gioco è il loro altruismo. Se si annoiano, pensano che anche gli adulti stiano provando quella terribile noia. Allora perché non giocare insieme? L’altruismo, secondo studi recenti, è presente fin da giovanissimi: a nove mesi, se chiederete loro aiuto nel cercare qualcosa fingendo di non conoscerne la posizione, vi indicheranno dove è collocato nella stanza. [Micheal Tomasello, Altruisti nati, Ed. Bollati Boringhieri] Pertanto, quando si annoieranno e vorranno degli stimoli diversi da quelli che l’ambiente propone loro, verranno a cercare la loro inesauribile fonte di informazioni e intrattenimento: i genitori. Poco importa che mamma o papà suggeriscano ai figli le stesse attività che avrebbero potuto avviare in autonomia: siccome verranno coinvolti sarà di certo un gioco migliore. Siamo esseri sociali a ogni età, indipendentemente dall’inclinazione estroversa o introversa di ognuno di noi. Per questo il bambino cercherà sempre, in qualche misura, la presenza dell’altro. Se poi l’altro è una persona cara, sarà più semplice che non si preoccupi se la sta disturbando, perché dà per scontato che non sia così. La sta anzi coinvolgendo nel suo gioco, perché la vede a casa e quando è a casa vuol dire che è con lui. La crescita dello smart working post pandemia non ha cambiato questa prospettiva agli occhi dei bambini. Se i genitori sono casa possono essere coinvolti, è quasi un obbligo morale del bambino farlo. Non importa se vi faranno impazzire con le loro costanti richieste e di certo non importa che capiscano oggettivamente che mamma o papà stanno di fatto lavorando a un computer: il loro benessere sarà dettato dal giocare con voi. Alcuni modi per aiutarli a rispettare anche i vostri tempi sarà spiegar loro che state lavorando e fare dei piccoli compromessi, per esempio concordare che per ogni gioco svolto insieme, per un determinato tempo dovrete dedicarvi al lavoro. Spero di essere stata esaustiva e, se avete altre domande, non esitate a scrivere alla redazione. A presto! Come scegliere un buon campo estivo per mio figlio?   Questa è una domanda che ha molteplici risposte. Innanzitutto dipende dalle esigenze di ogni famiglia, che non è mai un aspetto da sottovalutare. Il problema di fondo resta la scarsa politica familiare e un disequilibrio tra carico educativo e carico lavorativo, ovvero i bambini in estate passano un lungo periodo senza scuola mentre i genitori no. Tralasciando quella punta d’invidia santa che ogni adulto prova per il tempo infinito che si srotola davanti a un bambino, che invece con ingratitudine lamenta essere troppo, è pur vero che i bambini hanno difficoltà nella gestione dei loro spazi e dei loro tempi. In generale è buona norma sapere che un bambino non ha la concezione di tempo che ha un adulto. La parola “aspetta” ha sfumature horror e incomprensibili per i nostri cuccioli d’uomo (in alcuni casi per alcuni adulti disabituati fin da piccoli ad ascoltarla). Figurarsi una vacanza lunga mesi, che poi diventa impossibile da conciliare con i ritmi di lavoro dei caregiver e dell’entourage, considerando che molti zii e nonni e altri probabili parenti affidabili sono di certo impegnati anche loro nello stesso circolo. Dunque siano ringraziati i centri estivi e chi li ha inventati. Peccato che la scelta è infinita, tra quelli di equitazione, quelli di inglese e multilingue, quelli di musical e teatro, quelli sportivi e in piscina. Per non parlare del costo, che è un tasto dolente e tutto a carico delle famiglie. Lavorare per mantenere un figlio lontano da casa, ha un suono strano, forse un po’ contorto, eppure necessario, quando la casa è vuota. Come scegliere, quindi? Spesso è la durata del campo estivo, in termini di ore e di settimane, la sola ragione di scelta. Di certo chiedere ai propri figli quali sono le loro inclinazioni è sempre una buona idea. Eppure, per quanto complesso sia ciò che sto per scrivere, sarebbe ideale sempre ricavarsi uno spazio per stare con i propri bambini in estate. È una stagione in cui si può uscire la sera, si possono vedere le stelle cadenti, si possono mangiare gelati, andare ai mercatini e vedere il cinema all’aperto. È la stagione in cui si costruiscono ricordi preziosi al mare o in

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La tisana al Tarassaco di Mrs. Bessy

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More libri La tisana al Tarassaco di Mrs. Bessy 27.07.24 libri Il traffico illegale di organi nella narrativa contemporanea: una piaga globale 27.07.24 Nuove uscite I Segreti di Margherita e la Magia della Scrittura in Soffitta: presentazione di Alice Buzzella 26.07.24 storia Com’era la Vita a Parigi durante la Rivoluzione Francese? Un Tuffo nella Storia tra bagutte e Ghigliottine 26.07.24 libri 10 eBook Romance di Land Editore a Meno di un Euro Divisi per Trope 25.07.24 Uncategorized Fughe letterarie: la letteratura di viaggio 25.07.24 libri Blu d’inchiostro – l’emozione corre sulla punta di una penna blu 24.07.24 società In estate anche il palato vuole la sua parte 23.07.24 Quando Margaret scopre che tutte le sere la governante è solita prepararsi una tisana al tarassaco, curiosa di scoprire qualcosa in più sulle vicende sentimentali del conte, decide di aspettarla nelle cucine per convincerla a farla parlare. Il conte è un uomo burbero e indisponente, tuttavia Margaret vuole scoprire cosa si cela dietro quella maschera da duro. I suoi occhi chiari nascondono un dolore atavico e inespresso in grado di farla vacillare. Ogni volta. Possibile che un dolore grande lo abbia cambiato a tal punto? Vediamo insieme come preparare La tisana al tarassaco di Bessy fatta in casa Ingredienti 1-2 cucchiaini di radice di tarassaco essiccata o 1 cucchiaino di foglie di tarassaco essiccate 1 tazza d’acqua Miele o limone per insaporire (facoltativo) Procedimento Preparare il tarassaco: Se hai radici o foglie di tarassaco fresche, lavale accuratamente per rimuovere ogni traccia di terra. Puoi utilizzare sia le radici che le foglie, ma è importante che siano ben pulite. Se hai il tarassaco essiccato, puoi saltare questo passaggio. Essiccazione (se usi tarassaco fresco): Se stai utilizzando tarassaco fresco, dovrai essiccarlo. Taglia le radici e le foglie a pezzi piccoli e disponili su un vassoio coperto con carta assorbente. Lascia essiccare in un luogo asciutto e ventilato per diversi giorni fino a quando non saranno completamente secchi. Preparare la tisana: Metti le radici di tarassaco o le foglie essiccate in una teiera o in una tazza. Porta l’acqua a ebollizione e versala sul tarassaco. Copri e lascia in infusione per 5-10 minuti. Se usi radici, lascia in infusione per 10-15 minuti per estrarre meglio le proprietà. Filtra la tisana usando un colino per rimuovere le radici o le foglie. Aggiungi miele o limone per migliorarne il gusto. Versa in una tazza e gustala calda.

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Storia – L’evoluzione del ventaglio

Di Cristina Ferri Vi siete mai chiesti qual è la storia del ventaglio e come si è evoluto nel corso del tempo?Sventolato in maniera energica in preda all’esasperazione, o dolcemente per catturare le attenzioni di un gentiluomo, quest’accessorio ha una lunga storia che lo rende tutt’oggi un oggetto di vanto. Utilizzato per rinfrescarsi il volto durante le alte temperature, nel passato veniva visto come una vera e propria arma di seduzione. Se siete amanti di Jane Austen e di serie televisive quali Bridgerton, quest’accessorio non può assolutamente mancare nelle vostre case. Utile per nascondere i rossori e le vampate di calore, il ventaglio può anche essere usato per camuffare risatine indesiderate o smorfie di cattivo gusto. Ma se volete sapere cosa si cela dietro la simbologia di quest’accessorio vediamolo insieme. Simbologia del ventaglio A seconda del modo in cui viene tenuto, il ventaglio assume diverse connotazioni. Ad esempio, sostenere il ventaglio con la mano sinistra di fronte al visto vuol dire: vorrei conoscerti, o coprirsi per un po’ l’orecchio sinistro indica: vorrei che mi lasciassi in pace. E ancora, muoverlo con la mano sinistra significa: ci osservano, mentre lasciarlo scivolare sugli occhi ha una connotazione negativa e indica: vattene, per favore. Appoggiato sulla guancia destra rappresenta un sì, sulla guancia sinistra un no, mentre appoggiarsi il ventaglio sulle labbra indica un dolcissimo imperativo: baciami. Ma quando nasce quest’accessorio? Abbiamo associato i ventagli al mondo femminile, ma sapevate che nel medioevo esistevano ventagli da combattimento giapponesi? Ebbene sì, avete capito bene: da combattimento. Costruiti con struttura in legno e fatti esternamente in acciaio servivano perlopiù come protezione. Uno di questi è il Gunsen, usato durante i combattimenti per dare ordini o il Tessen. In Europa la diffusione del ventaglio risale al XV secolo, in Inghilterra si sviluppa nel periodo di Enrico VIII, mentre in Francia sotto Caterina de’ Medici. Nel Rinascimento il ventaglio diventa un vero e proprio oggetto di lusso immancabile nel guardaroba femminile. Tra i più gettonati ricordiamo quelli a piuma, di pizzo o carta dipinta. Non possiamo non menzionare il meraviglioso ventaglio di Maria Antonietta d’avorio lavorato a traforo, regalo dalla città di Dieppe. Nel 700 diventa un must-have per le gentildonne, mentre nell’800 i grandi ventagli lasciano posto a quelli con ali più piccole e facilmente maneggevoli, comodi dunque da portare dietro. Il ventaglio in letteratura Sapevate che Goldoni ha dedicato un’intera opera a quest’accessorio? Parliamo naturalmente de Il ventaglio di Goldoni. Il ventaglio come simbolo dell’inizio di una vicenda amorosa Inchinandosi davanti a Evaristo, Candida fa cadere il ventaglio. Con la caduta, l’oggetto si rompe ed Evaristo, sentendosi in colpa, decide di comprargliene uno nuovo da Susanna (la merciaia) e incarica Giannina di portarglielo. Il ventaglio come simbolo di rottura Non appena Evaristo si reca a caccia, le voci di paese iniziano a circolare, e Candida si convince che il ventaglio è un regalo di Evaristo a Giannina. Disperata, decide di sposare il Barone. Il ventaglio come simbolo di delusione d’amore Quando Evaristo apprende le intenzioni di Candida, si sfoga con Giannina, e decide di lasciarle il ventaglio. Il ventaglio come simbolo di discordia Il calzolaio e l’oste, entrambi innamorati di Giannina, vogliono impossessarsi del ventaglio. Ma anche suo fratello vuole riuscire nell’impresa. Giannina lo consegna infine a Crespino (il calzolaio) che fugge inseguito dagli altri due. Il ventaglio come simbolo di amore Dopo svariate peripezie e dopo essere passato nelle mani di tutti, Evaristo riesce finalmente a recuperare il ventaglio e a donarlo alla sua amata. Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Scopri Land Magazine admin Luglio 14, 2024 Torta al Miele di Winnie the Pooh: un dolce viaggio nel Bosco dei Cento Acri Hai mai sognato di sederti a un picnic nel Bosco dei Cento Acri, condividendo una fetta di torta al miele con Winnie the Pooh e i suoi amici? Bene, preparati Read More admin Luglio 14, 2024 Addio a Shannen Doherty: Icona degli Anni ’90 Il 13 luglio 2024, il mondo del cinema e della televisione ha perso una delle sue stelle più brillanti: Shannen Doherty. L’attrice, conosciuta soprattutto per i suoi ruoli iconici in Read More admin Luglio 13, 2024 L’abisso della Darknet e la sua rappresentazione nel tuo romanzo Immaginate di trovarvi a una festa. 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