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tormentoni estivi vintage girls

I tormentoni estivi del passato

L’estate sta finendo… e già cominciamo a cantare, non è vero?  Ebbene sì, ogni stagione ha le sue mode, ma una cosa che accade sempre durante l’estate è che la musica rimbomba sulle spiagge, alle radio, in macchina mentre andiamo a lavorare sognando le vacanze e ci risuona in testa fino a incollarsi tra i nostri neuroni.  Così nascono i famosi tormentoni estivi, quelli che, anche se sembra di averli dimenticati, ci tornano in testa quando meno ce lo aspettiamo. Ed è subito, corazón, mi amor, te quiero (tequila), anche perché la maggior parte di questi singoli sono in spagnolo: eh sì, è l’estate è il tempo in cui abbiamo già rimesso in congelatore Michael Bublé e Mariah Carey e ci apprestiamo a far resuscitare Enrique Iglesias & friends. In ogni caso, ecco 10 tormentoni estivi (5 italiani e 5 internazionali) che vi riporteranno alla mente estati passate e non solo. Ovviamente, aspettiamo di sapere quali altri vi verranno in mente! Cosa succede in patria? Quale sono le canzoni che contraddistinguono le estati italiane da sempre e che – ciclicamente, proprio come stagione calda – tornano a trovarci? 1. Sapore di sale 1963 (l’anno di nascita del mio papà), Sapore di sale è una di quelle canzoni che – a partire dalle prime note – riesce a trasmettere le emozioni della stagione degli amori in riva al mare, anche se capita di ascoltarla per sbaglio a dicembre. Colonna sonora delle prime cotte estive e delle commedie romantiche da grande schermo, Sapore di sale rappresenta il singolo più famoso di Gino Paoli, autore di altre immense canzoni come Una lunga storia d’amore e Il cielo in una stanza.  https://www.youtube.com/watch?v=QIysl6qdiQI 2. Abbronzatissima Sempre 1963, Abbronzatissima rappresenta forse il tormentone per eccellenza. Cantato da Edoardo Vianello con gli arrangiamenti di Ennio Morricone, questo simbolo rappresenta uno dei primi tormentoni estivi della storia italiana. Anni Sessanta, riviera romagnola, serve davvero aggiungere altro? Sì, la compagna inseparabile di questa canzone: Pinne fucile ed occhiali, dell’anno precedente. https://www.youtube.com/watch?v=ecpmD_rnBwI 3. Gloria 1979, a un passo dagli anni ottanta, Gloria (o Aria di lei) è uno dei brani più famosi di Umberto Tozzi, e allo stesso tempo una canzone che contraddistingue la musica italiana all’estero e che è stata oggetto di innumerevoli cover nel corso degli anni. Per fare un solo esempio: Gloria, nella versione di Laura Branigan, è la colonna del celebre film Flashdance, del 1983. La potete immaginare vero? Un lettino in riva al mare e il piede che tiene il ritmo della canzone. https://www.youtube.com/watch?v=8Zs7VWqNGHg 4. Vamos a bailar Poteva davvero mancare un riferimento a Paola e Chiara in un articolo delle Vintage Girls? (Oltretutto, a tema tormentoni estivi) Ma certo che no! Siamo nel 2000, Vamos a bailar viene scartata tra le proposte di Sanremo ma diventa il tormentone estivo di quello stesso anno, tradotta e cantata poi in spagnolo e inglese. Anche per i più refrattari del genere non è possibile trattenersi quando passa in radio questa canzone, magari sculettando allegramente verso la riva. https://www.youtube.com/watch?v=Wzr0Tb81XtE 5. Un’estate al mare 1981, Giuni Russo canta una canzone scritta da Franco Battiato: Un’estate al mare. Della canzone, come per quasi tutti i tormentoni, esiste anche una versione spagnola.  Un’estate al mare Voglia di remare Fare il bagno al largo Per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni Rappresenta un po’ la sensazione che accompagna tutto l’anno: quella voglia di vacanze, di staccare dalla routine quotidiana per concedersi finalmente una settimana – o perchè no, due? – lontano da tutto e tutti. Nella realtà, il significato del testo è molto più profondo e controverso. Vi invito a scoprirlo. https://www.youtube.com/watch?v=TnRI-gTyS6k 6. Vamos a la playa In realtà, questo non è proprio un successo internazionale, anche se è cantato in spagnolo. Infatti, il duo dei Righeira è italianissimo, perché si tratta dei fratelli Righi. La curiosità legata a questo brano è che, per la prima volta, Zanichelli inserì proprio nell’anno dell’uscita, il 1983, la parola “tormentone” nel dizionario. Che onore! https://www.youtube.com/watch?v=x0OMFm8FO90%20 7. Lambada  Questa canzone, nel 1989, la conoscevano e la ballavano proprio tutti (e io c’ero!). I Kaoma si esibirono anche al Festivalbar di quell’anno e da allora sono state infinite le cover e i campionamenti di questa canzone, inclusa Jennifer Lopez. Io ricordo che ero incantata dal video musicale e volevo imparare a ballarla, ma ho sempre fallito. Non so neanche cantarla, perché è in portoghese e non ho mai capito di cosa parlasse, finché non ho letto le parole. Spoiler: è un dramma. https://www.youtube.com/watch?v=iyLdoQGBchQ 8. Obsesion Di nome e di fatto. Gli Aventura hanno avuto il merito di far esplodere la bachata anche in Italia, oltre che a lanciare questa canzone che ti impone di ballare ma che, comunque, racconta di un amore tormentato. In verità, la band è stata attiva fino al 2011 (con varie reunion), ma il loro più grande successo resta questo singolo del 2002. Impossibile  non conoscerlo. https://www.youtube.com/watch?v=8_QY5gFQUTg 9. Despacito Più che un tormentone, un tormento. Uscita nel 2017, Despacito a un certo punto era ovunque e, in più, è diventata uno dei video più visualizzati della storia di YouTube! E se le canzonette possono sembrare stupide e ininfluenti, a pochi mesi dall’uscita è stato riferito che l’interesse turistico a Porto Rico è aumentato del 45% dal successo mondiale della canzone. E i cittadini ringraziano! https://www.youtube.com/watch?v=kJQP7kiw5Fk%20%20 10. Mambo N° 5 Ma chissà che fine ha fatto Lou Bega? Dopo il 1999 ha continuato la sua strada nella musica, ma questa canzone si configura come una vera e propria meteora: un grande successo, poi svanito nel nulla. Tra l’altro, questo non è solo un tormentone, ma anche una vera e propria ossessione per Stephen King, che l’ha ascoltata talmente tante volte che la moglie l’ha minacciato di andarsene di casa. L’avreste mai immaginato? https://youtu.be/EK_LN3XEcnw?si=U_PUG2hDFqyNNETg Scopri Land Magazine admin Luglio 26, 2024 I Segreti di Margherita e la Magia della Scrittura in Soffitta: presentazione di Alice Buzzella Immagina di essere trasportato in un’accogliente sala da tè, circondato dall’aroma di miscele esotiche e avvolto in una calda

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L’EUROVISION SONG CONTEST È DAVVERO APOLITICO?

A CURA DI EUROVISION 2024 Gli amanti della musica certamente conoscono e seguono con molto interesse la manifestazione che, al motto di “United by music”, permette a cantanti e gruppi di esibirsi nella propria lingua madre. È così è dal 1956, anno in cui si è svolto per la prima volta l’Eurovision song contest. L’edizione di quest’anno non fa eccezione, ieri sera, sabato 11 maggio, infatti, si è tenuta la finale dell’edizione 2024, in diretta da Malmö Svezia.  L’Italia era in gara, codice 15, con Angelina Mango e la sua “La noia”, vincitrice del precedente Festival di Sanremo. Si sono esibiti 25 cantanti sui 26 precedentemente in gara. L’Olanda è stata squalificata prima della finale per motivi ancora non dichiarati.  Silvia e Oriana hanno seguito per voi il contest e sono pronte a darvi i loro pareri sulla serata appena conclusa. Siete pronti? Ecco cosa ne pensano le nostre due inviate speciali: Parere generale: Silvia – Edizione un pò sottotono, non tanto nelle esibizioni, quasi tutte pazzesche, ma nella conduzione, un po’ piatta. La mia classifica, post esibizioni, era la seguente: al primo posto la Croazia, al secondo l’Italia e al terzo la Svizzera. Oriana – Un’edizione non memorabile. Canzoni ed esibizioni molto simili tra loro, molta scenografia, ma poca sostanza, dal mio punto di vista. A livello canoro, alcuni artisti hanno davvero spaccato (tra cui la nostra Angelina che ha talento da vendere) e seppur il genere non fosse di mio gradimento, la bravura non si può discutere. La mia classifica personale non si avvicinava nemmeno un po’ a quella finale. De gustibus – o no. L’esibizione più terrificante?  Silvia – Sicuramente quella della cantante irlandese… che paura! Ha creato un cerchio di candele sul palco, lei sembrava un mix tra Malefica e un demone, io ho temuto la macumba! Oriana – Per me quella della cantante greca. Tanto fumo e niente arrosto. Canzone discutibile ed esibizione troppo esagerata per la qualità portata sul palco. L’esibizione più divertente?  Silvia – Direi l’Armenia, molto folkloristici, leggeri, gioiosi Oriana – Finlandia su tutti! I Windows 95Man rientrano ora tra i miei miti musicali. Uno vestito di piume, l’altro che si fa coprire perché sembra nudo e alla fine gira su stesso con due corde fumenti in mano. Due geni! L’esibizione più esaltante?  Silvia –  Baby Lasagna sicuramente! Il croato che, nonostante il nome da rapper di provincia, ha tantissimo dei Rammstein. Anche l’esibizione della Svizzera è stata da cardiopalma, non ho idea di come abbia fatto a cantare – e bene – rimanendo in equilibrio su quella piattaforma! Oriana – Baby Lasagna senza dubbio. Già il nome merita tutta la stima del mondo, ma la canzone è super orecchiabile, fa ballare, lui ha creato il clima ideale e il pubblico ha apprezzato tantissimo. Peccato che abbia mancato la vittoria per un soffio. L’esibizione più inaspettata?  Silvia – Direi la Finlandia. Ho passato metà esibizione a chiedermi se il cantante avesse le mutande! Ma anche l’Ucraina, con una canzone particolare (su Maria e Madre Teresa) con degli effetti visivi molto intensi Oriana – La Svizzera. Nemo – il cantante – un po’ Mika un po’ Jamiroquai, con vocalizzi che ricordano Biancaneve quando canta agli uccellini. Voce pazzesca soprattutto se si considera il su e giù sulla pedana saltellante, con indosso una pelliccia all’apparenza sintetica. Canzone orecchiabile, ma non tra le migliori, a mio gusto personale. Apprezzabile l’abbigliamento che andava contro tutti i canoni della mascolinità di cui tutti vanno orgogliosi. La canzone più memorabile? Silvia –  a livello di testo, penso sia abbastanza difficile dimenticare la canzone della Spagna (ehm ehm) Oriana – No rules (Finlandia), Zorra (Spagna), Always on the run (Germania). Il testo della canzone eliminata a mio parere aveva un testo molto profondo e meritava di essere ascoltato di più. E l’esibizione a sorpresa degli Abba, anzi della versione virtuale degli stessi?  Silvia – Le magie della tecnologia! Ho cantato con loro Waterloo da casa, è stato sorprendente vederli come negli anni ’70 Oriana – per me è un no. Mi sarei aspettata un’improvvisata degli ormai invecchiati Abba, quelli veri, non quelli rimasterizzati con l’IA che li ha resi inguardabili. Adoro Waterloo, ma a tutto c’è un limite. E la nostra Angelina?  Silvia – Potente, sicura, efficace. La parte a cappella è stata accolta con una ovazione dal pubblico, precisa e intonata, davvero bella da ascoltare. Esibizione pulita, ma forse non abbastanza memorabile Oriana – Bravissima, vocalmente perfetta, nessuna sbavatura, ma a livello europeo la canzone non spacca abbastanza Considerazioni finali e generali: Il momento più snervante è sempre la conta dei voti, prima i collegamenti dai vari Stati e l’assegnazione dei vari punti “della critica” e poi l’annuncio dei voti “della giuria popolare”, quelli inviati da casa.  Anche durante il collegamento con Israele per assegnare i voti, così come nel momento dei voti da casa e così come alla fine dell’esibizione della cantante, ci sono stati dei fischi. Sono infatti molti i contestatori che non volevano e non vogliono Israele nella competizione. Così come è stata esclusa la Russia, allo stesso modo sarebbe dovuta essere esclusa anche Israele, vista la situazione politica e di guerra. Ma non è stata presa nessuna posizione dall’organizzazione, perciò la ribellione è venuta direttamente dal pubblico, che si è fatto sentire più volte.  Dopo aver ricevuto i voti dalle 37 giurie professionali (dei vari paesi partecipanti al concorso) la classifica era: Svizzera 365 Francia 218 Croazia 210 Italia 164 Ucraina 146 Irlanda 142 Portogallo 139 Svezia 125 Armenia 101 Germania 99 L’ Italia non ha ricevuto il massimo dei punti da nessuno, stranamente, ma è riuscita comunque a piazzarsi quarta.  La Svizzera ha ricevuto moltissimi “12 punti”, quasi un record credo, segno che praticamente tutte giurie di professionisti hanno molto apprezzato Nemo e la sua canzone sull’identità di genere e sul rompere il codice (anche la giuria italiana ha dato i 12 punti alla Svizzera).  E poi sono arrivati i punteggi delle giurie popolari (quelli delle telefonate e dei messaggini), che solitamente

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Fabrizio Poggi, unico candidato italiano al Grammy Awards per il blues

A cura di I libri di Silvia Maira VAI AL LIBRO Fabrizio, ci parli di lei. Quando è iniziata la sua storia con la musica? Credo che la musica sia iniziata con il primo battito del mio cuore. Mia madre mi raccontava di come, fin da bambino, cercassi qualsiasi cosa che potesse far uscire un suono, come picchiare sulle pentole per farne uscire il suono di una batteria. In effetti, ho iniziato con le percussioni, ma ben presto ho smesso. A quattordici anni ho cominciato a lavorare in fabbrica. Durante il servizio militare ho imparato a suonare la chitarra. All’epoca mi piacevano soprattutto i cantautori italiani e quelli americani. Poi dopo un paio di anni dopo ho scoperto la chitarra jazz e il grande Wes Montgomery e così mi esercitavo appassionatamente notte dopo notte per suonare, almeno un po’ come lui. Un brutto incidente in fabbrica mi ha lesionato la mano destra e ho dovuto abbandonare la chitarra. E’ stato un momento di estrema tristezza. Sembrava che il mondo mi fosse crollato addosso. Un’armonica che avevo in un cassetto e che avevo usato per suonare le canzoni di Bob Dylan e di Neil Young mi è venuta  in soccorso e mi ha aiutato molto in quel periodo. Non ero un ragazzino, avevo già ventotto anni e lì ho scoperto quasi senza rendermene conto che l’armonica e il blues erano la lingua più naturale per esprimere ciò che non riuscivo a dire con le parole.Nella piccola stanzetta della mia casa di provincia suonavo e coltivavo i miei sogni. Avevo i poster dei miei eroi: da Bob Dylan ai Rolling Stones e mai mi sarei aspettato che un giorno la mia armonica mi avrebbe portato accanto a loro. Sua moglie Angela ha scritto un libro molto interessante, “Volevo fare la deejay, Storie di campagna e di musica” in cui racconta la storia della vostra vita e dei suoi successi in giro per il mondo. Racconterebbe ai nostri lettori quante star della musica ha conosciuto e con chi ha collaborato?Angela, ovvero Angelina mi segue da più di trent’anni, a lei ho dedicato una canzone. Come dico sempre, molte delle cose che mi sono accadute non sarebbero successe senza il magico intervento di Angelina. Il libro parla della sua vita ma anche delle bellissime esperienze che abbiamo vissuto insieme. Una vita che sembra un film.Amo tutta la musica, ma adoro il blues che è poi la musica che suono. Il blues è la madre di tutte le musiche: dal jazz al soul, dal rock al pop. E’ una musica nata dalla sofferenza di un popolo che dalla schiavitù, anche grazie alle canzoni, è arrivato alla libertà. E’ una musica con un linguaggio universale che non conosce confini, colori, lingue o altre differenze. In questa musica non ci sono star, ma tanti  musicisti che sono vere e proprie leggende per chi li ama. Magari i loro nomi non sono conosciuti ai più, ma spesso molte delle canzoni che ascoltiamo, sono state scritte proprio da questi giganti.Io ho avuto il privilegio di conoscere, suonare e registrare con molti di loro, ne cito solo alcuni ma l’elenco è lunghissimo: i Blind Boys of Alabama, Charlie Musselwhite, Little Feat, Ronnie Earl, Kim Wilson, Marcia Ball, John Hammond, Sonny Landreth, Garth Hudson of  THE BAND and Bob Dylan, Guy Davis, Eric Bibb, Ruthie Foster, Flaco Jiménez, David Bromberg, Zachary Richard, Jerry Jeff Walker, Billy Joe Shaver, Eric Andersen, Richard Thompson, Tom Russell, Jimmy LaFave, The Original Blues Brothers Band, Steve Cropper e tanti altri. Fabrizio Poggi e Guy Davis Fabrizio, lei ha avuto un grande onore, quello di essere stato l’unico candidato italiano ai Grammy Awards per il blues, arrivato solo secondo ai Rolling Stones. Ci racconta l’emozione di quel momento?Se quando ero ragazzo, mi avessero detto che un giorno avrei sfidato i Rolling Stones al Madison Square Garden mi sarei sentito preso in giro. Ora pensando a quei giorni non mi sembra ancora vero. L’emozione è stata grandissima: io accanto a Elton John, Tony Bennett, Lady Gaga, gli U2, Beyoncé, i Rolling Stones e tantissime altre star! Ero così emozionato che quando sono andato sul Red Carpet dei Grammy Awards ho tirato fuori un’armonica che avevo in tasca e mi sono messo a suonare. In un attimo ho pensato a tutti i sacrifici, le difficoltà e gli ostacoli che ho dovuto superare per arrivare in quello che è davvero l’Olimpo della musica mondiale. Io, Fabrizio, europeo e  italiano arrivato tra i cinque finalisti al mondo nella categoria musica blues tradizionale. Devo ringraziare il mio fratello musicale Guy Davis con il quale abbiamo registrato il disco che mi ha portato lì e Angelina dalla quale è partita l’idea per quel progetto. Quale è stato il palcoscenico più emozionante che ha calcato?Sono stati tanti, ma quello che mi ha emozionato di più, è stato suonare alla Carnegie Hall di New York. Su quel palco che emana storia da ogni angolo, hanno suonato i Beatles, Charlie Parker,  Pavarotti e tanti altri grandi della musica. Ovunque ti giri nei corridoi con le gigantografie di Billie Holiday e Duke Ellington; nei camerini con i pianoforti a coda rigorosamente Steinway, nel legno del palco, ovunque i tuoi occhi guardino si riempiono di lacrime.Il back stage era pieno di artisti stellari, da Edgar Winter a Marky Ramone.  Esibirmi in quella sala è stata la più grande emozione della mia carriera, un’impresa vissuta come un sogno e di cui ancora oggi non mi sono reso conto. Quando ho finito il primo assolo di armonica e il pubblico ha applaudito, sono quasi sobbalzato per lo stupore. Non so se sia l’acustica, ma un applauso lì dentro è un boato assordante. Per qualche secondo sono rimasto interdetto, non mi aspettavo una cosa del genere.  In quel momento non ho potuto fare a meno di sentirmi un po’ orgoglioso di essere italiano. Non sono certo il primo italiano a essere salito sul palco della Carnegie Hall, ma sono forse uno dei primi ad esserci andato per suonare il

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Perché Sanremo è Sanremo! I pronostici delle vintage girls

La settimana che precede Sanremo è un po’ come la settimana prima di Natale, o anche quella prima del compleanno. Cosa succederà? Arriverà il regalo che desidero? Chissà. L’attesa rende tutto più bello, tutto più entusiasmante e – spesso – per i malinconici e nostalgici come me, ciò che viene prima è spesso meglio di ciò che sarà dopo davvero. Quest’attesa è talmente bella che noi Reporter da divano non possiamo esimerci dal condividere con voi i nostri pronostici su chi potrebbe essere il vincitore o la vincitrice di questa edizione del Festival che sta per iniziare. Il pronostico di Nelli Se dovessi pensare razionalmente a chi potrebbe portare a casa il premio quest’anno, mi trovo a ipotizzare che le favorite per la vittoria potrebbero essere quelle che ho impropriamente denominato “Il circolo delle tre A”: Alessandra Amoroso, Angelina Mango, Annalisa. Tutte e tre ex allieve di Amici, tutte e tre lanciatissime nel panorama musicale italiano, hanno un seguito social e televisivo che potrebbe davvero vederle come favorite nella corsa alla vittoria. Detto tra noi, poi, la scelta di Angelina di portare il 9 febbraio, durante la Serata Cover, la canzone La Rondine, dell’amato padre Pino Mango, la colloca per me sicuramente uno scalino più in alto. Se poi dovessi invece ragionare di pancia, come la Vintage Girl che sono, vi dico che il duo Renga e Nek ha tutto il mio cuore. D’altronde, sono nata negli anni novanta.   Ne approfitto per lasciarvi qui di seguito la composizione della mia squadra (Una lacrima sul viso) del Fantasanremo. Qualora vi facesse piacere unirvi a noi in queste serate di divertimento, abbiamo creato anche una nostra lega: le Vintage Girls vi aspettano a questo link! Il pronostico di Arianna Ogni anno, in occasione di Sanremo, mi rendo conto di essere sempre più boomer (nonostante la mia eterna giovinezza) e di non conoscere almeno la metà del cast dei BIG. Quindi, dopo aver accuratamente valutato la situazione e letto i testi delle canzoni in gara, il mio podio ideale sarebbe questo: Loredana Berté, che mi ha conquistato con l’incipit (Sono sempre la ragazza, che per poco già s’incazza); Fiorella Mannoia, di cui mi piace il testo e il suo significato; BNKR44 per il testo più originale (almeno non è solo lacrime, nuvole, piangere, amore.)   In verità, però, concordo con Nelli sulla vittoria del “Circolo delle tre A” e mi  preparo alla sconfitta dei miei preferiti!   La mia squadra del Fantasanremo, dall’indicativo nome Io non posso stare ferma, in onore di Cocciante, è così composta. Le ragioni per cui abbia scelto questi artisti non sono note neanche a me medesima, ma potrei riassumerle così: mi sembrava fossero gente che sta al gioco!     Come vedete, abbiamo le idee molto chiare! Appuntamento sulla pagina Instagram di Land Editore per la diretta! E se l’esperimento dovesse piacervi, perché non ripeterlo anche per la finale? vai all’evento LAND MAGAZINE admin Febbraio 4, 2024 Perché Sanremo è Sanremo! I pronostici delle vintage girls Read More admin Febbraio 2, 2024 PERCHE’ SPAIATO è BELLO? Giornata mondiale dei calzini spaiati A cura di Oggi si festeggiano i calzini spaiati, o meglio il concetto che gli stessi rappresentano. La giornata dei calzini spaiati, in Italia, sembra essere  nata dall’idea della maestra Read More

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