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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … L’amatriciana di Un americano a Roma

Un americano a Roma è un film italiano del 1954. Il protagonista, interpretato da un memorabile Alberto Sordi, è Nando Mericoni. Il film è una satira di costume dell’Italia del secondo dopoguerra, alle prese con il crescente mito americano. Nando infatti vuole fare l’americano: trasforma la sua camera, il suo modo di parlare e fare, esasperando i genitori e la fidanzata. Una cosa però non può essere americanizzata: il cibo. Nella famosa scena infatti Alberto Sordi si siede a tavola e non riesce a resistere, nonostante il tentativo di americanizzarsi, al gettarsi con foga su un piatto di maccheroni. L’immagine è divenuta famosa in tutto il mondo, complici anche le tante stampe in bianco e nero che campeggiano in molti ristoranti italiani all’estero. Come si preparano i maccheroni del film? Se non vogliamo preparare anche la pasta in casa, concentriamoci sul sugo all’amatriciana! Ci servono 150 gr di guanciale, 200 gr di pomodori pelati e 30 gr di pecorino romano. A temperatura moderata facciamo “sudare” il guanciale, cioè lo facciamo caramellizzare in modo che perda il grasso. Una volta che il guanciale è rimasto croccante, togliamolo dalla padella, dove lasciamo il grasso. Aggiungiamo nella padella i pomodori ridotti in salsa, un pizzico di sale e lasciamo cuocere per 10 minuti sempre a fiamma bassa. Nel frattempo cuociamo la pasta. Una volta pronta la pasta (al dente) rimettiamo anche il guanciale in padella, aggiungiamo il pecorino grattuggiato e completiamo la cottura. Difficile resistere eh? Aveva proprio ragione Nando! Altro che yogurth e mostarda! “Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo”. Buon appetito!

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Il mojito di Gregorio – Quel maledetto concerto

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More Uncategorized Il mojito di Gregorio – Quel maledetto concerto 22.04.25 società Portacomaro, il Paese di Papa Francesco: viaggio nel cuore del Piemonte nel giorno della sua scomparsa 21.04.25 società Atelofobia spiegata semplice: la paura di non essere mai abbastanza (spoiler: nessuno lo è davvero) 21.04.25 storia Élisabeth Vigée Le Brun: la pittrice di Maria Antonietta che sfidò la Rivoluzione francese 21.04.25 ricorrenze Charlotte Bronte 21 aprile 1816 – 31 marzo 1855 21.04.25 libri RECENSIONE “AL DI LA’ DEL FIUME” – TERRE DI MEZZO 21.04.25 Eventi ADDIO PAPA FRANCESCO 21.04.25 ricette GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … il milkshake di Pulp Fiction 19.04.25 “Il mojito è finito, e senza neanche chiedere ne prepara direttamente un altro, mentre continuiamo a chiacchierare di gare, esercizi, per poi passare alle sue giornate…” – Quel maledetto concerto Immagina di essere una ragazza delusa dal mondo… e dagli uomini, e di incontrare il tizio di una famosa boyband che cerca di conquistarti con un mojto. Tu che faresti? Faccelo sapere nei commenti Scapperesti col bicchiere Scapperesti con lui Vediamo come preparare insieme il mojito di Gregorio Ingredienti 50 ml di rum bianco 1/2 lime (tagliato a spicchi) 2 cucchiaini di zucchero di canna 6-8 foglie di menta fresca Soda (o acqua frizzante) q.b. Ghiaccio tritato (o cubetti) (Facoltativo: qualche goccia di angostura) Preparazione Metti gli spicchi di lime nel bicchiere insieme allo zucchero e schiacciali per far uscire il succo. Aggiungi le foglie di menta e pressale leggermente per rilasciare l’aroma. Aggiungi il rum bianco. Riempi il bicchiere di ghiaccio Aggiungi la soda fino a riempire il bicchiere. Mescola e decora con un rametto di menta e magari una fettina di lime sul bordo. Se vuoi un tocco più intenso, aggiungi qualche goccia di angostura o usa zucchero di canna grezzo per un gusto più ricco.

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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … il milkshake di Pulp Fiction

Pulp Fiction, regia di Tarantino, è un film del 1994. Un film particolare, diviso in blocchi scollegati, pieno di dialoghi lunghissimi, paradossali e divertenti, in cui le vicende si snodano senza rispettare l’ordine cronologico. In breve, c’è un killer che si innamora della moglie del capo, un pugile che rinnega una promessa e una coppia che tenta una rapina che va fuori controllo. Una storia di vendetta, violenza, redenzione. La trama ruota attorno a Vincent, uno degli scagnozzi del boss, che ad un certo punto si ritrova a dover “fare compagnia” alla moglie del boss, Mia. Finiscono così in un locale dove si tiene una gara di ballo. E qui compare il famoso Milkshake. C’è una battuta del film che dice proprio “Un Milkshake da 5 dollari”. Nella scena Vincent e Mia sono al Jack Rabbit Slim’s e parlano, mangiano e ballano – super famosa la scena in pista, con una formidabile Uma Thurman a piedi scalzi, sulle note di You Never Can Tell. Semplicissimo da fare, Vincent Vega lo chiama frappè. Mia Wallace lo ama insieme al suo hamburger. Per costare 5 dollari, un’enormità, deve essere proprio buono! Prepariamolo insieme! Ci servono 50 cl di latte intero, 4 palline di gelato alla vaniglia, ciliege candite e cioccolato. Montate la panna fresca con la vaniglia e mettetela a riposare in frigo. Frullate il gelato con il latte. Versate gelato e latte nel bicchierone, rifinite con la panna alla vaniglia, una ciliegina e scaglie di cioccolato. Se volete sentirvi un po’ femme fatale come Mia, non dimenticatevi una cannuccia!

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Ricette dal fronte: cosa si mangiava in trincea durante la Seconda Guerra Mondiale

La vita nelle trincee e nei campi di battaglia durante la Seconda Guerra Mondiale era dura e caratterizzata da condizioni estreme. I soldati, costretti a combattere per giorni senza riposo, dovevano fare affidamento su razioni militari spesso scarse e poco nutrienti. Ma cosa si mangiava in trincea, in particolare nella Parigi occupata e nei fronti della Resistenza francese? Sopravvivere significava anche sapersi adattare, e così i soldati e i civili trovavano modi ingegnosi per trasformare ingredienti semplici in pasti capaci di dare energia e sostegno. Il cibo nelle trincee: razioni militari e pasti di fortuna Durante la guerra, il cibo destinato ai soldati era spesso in scatola, essiccato o facilmente trasportabile, poiché la logistica rendeva impossibile cucinare pasti freschi al fronte. I soldati francesi e quelli della Resistenza si trovavano spesso a razionare le scorte e a ingegnarsi con ingredienti limitati. Le razioni di base comprendevano: Gallette di pane secco (simili alle gallette della Prima Guerra Mondiale) Carne in scatola (come il famoso corned beef americano) Zuppe liofilizzate Caffè d’orzo o surrogati Zucchero e cioccolato (quando disponibili) Verdure essiccate e patate Le razioni erano spesso fredde o appena scaldate con piccoli fornelli portatili. Tuttavia, quando possibile, i soldati improvvisavano pasti più elaborati con ciò che trovavano nelle campagne o ricevevano dai civili. Scopri Il filo segreto delle storie di Francesca Cani, un grande romance storico ambientato durante la Seconda guerra mondiale Vai al libro Il cibo come strumento di resistenza La Seconda Guerra Mondiale mise a dura prova non solo i soldati, ma anche i civili e i combattenti della Resistenza. Il cibo divenne un simbolo di sopravvivenza, ingegno e resistenza, e anche un piccolo pasto caldo poteva fare la differenza tra la vita e la morte. Ancora oggi, alcune di queste ricette sopravvivono nelle tradizioni culinarie, ricordandoci quanto il cibo sia legato alla storia e alla memoria collettiva. 🍲 Hai mai provato qualche ricetta di guerra? Ti piacerebbe sperimentare uno di questi piatti storici? Condividi la tua opinione nei commenti! Scopri Land Magazine admin Febbraio 5, 2025 Le donne nelle radio partigiane clandestine: voci di resistenza e libertà Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza italiana si affidò a diversi strumenti per combattere l’oppressione nazifascista. Tra questi, un ruolo cruciale fu giocato dalle radio partigiane clandestine, strumenti essenziali Read More admin Febbraio 5, 2025 Il filo segreto delle storie di Francesca Cani: un romanzo di resistenza, amore e coraggio femminile nella Seconda Guerra Mondiale COMUNICATO STAMPAUn romanzo che intreccia la grande storia con la potenza dei sentimenti. “Il filo segreto delle storie”, il nuovo romanzo di Francesca Cani, in uscita il 6 febbraio 2024 Read More admin Febbraio 4, 2025 Animal Hoarding: quando il gatto prende il comando C’è chi colleziona francobolli, chi tazze di Starbucks di ogni città visitata e poi c’è chi… accumula animali come se fossero carte Pokémon: Gotta catch ’em all!. 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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … i courtesan al cioccolato di Gran Budapest Hotel

“Grand Budapest Hotel” è un film del 2014, scritto e diretto da Wes Anderson. Il film inizia con una ragazza in visita ad un cimitero nella fantasiosa nazione di Zubrowka. Al monumento di un celebre scrittore, che viene chiamato “l’Autore”, vengono appense le chiavi di alberghi. Questo fantasioso autore, nel 1985, aveva scritto un famosissimo libro intitolato proprio “Il Grand Budapest Hotel”. Questo fantomatico libro si baserebbe sulle memorie raccolte dall’Autore in questo albergo nel 1968. Il film ci porta proprio nell’albergo e dal padrone dell’hotel, Zero Moustafa, che racconta il grande fasto del Gran Budapest nel 1932. Gran parte del film si svolge proprio in questi anni ed è un susseguiirsi di intrighi, cose buffe e … dolci. La ragazza che diventerà il grande amore di Zero è Agatha, una giovane pasticcera. Ed è proprio lei a preparare i courtesan al cioccolato attorno a cui si snoda la trama. Ma come si realizzano? La ricetta viene svelata tra i contenuti extra del DVD del film! Prepariamo insieme questi piccoli pasticcini alla crema, ricoperti di glassa colorata, come fa Agatha alla Pasticceria Mendl’s nella fantastica Zubrowka. Pronti? Via. Partiamo dall’impasto: 150gr di farina, 100 gr di burro, 4 uova, 20 gr di zucchero semolato e sale. Nella casseruola a fondo spesso versate 2,5 dl di acqua, con il burro a dadini, lo zucchero e il pizzico di sale. Quando bolle, mescolare. Tolta la casseruola dal fuoco, incorporiamo la farina, continuando a mescolare per avere un composto omogeneo. Cuocere a fuoco basso per 3-4 minuti, finchè l’impasto si stacca dalle pareti della casseruola e diventa un unico blocco. Mentre si raffredda, sbattete in una ciotola le uova. Poi incorporate le uova all’impasto. Per formare i bignè, mettete il tutto in una tasca da pasticcere e spremete sulla carta da forno: create bignè di tre dimensioni diverse: grandi, medi e piccoli. Quando il forno è caldo, metteteli a cuocere per 25-30 minuti a 180 gradi. Quando saranno cotti, belli dorati e gonfi, sfornate. Una volta intiepiditi, metteteli su una gratella e lasciateli raffreddare, poi fare un piccolo foro alla base di ogni bignè. Per la farcitura: 1 tazza e mezza di latte, cioccolato fondente, 3 tuorli, mezza tazza di zucchero, 2 cucchiai di cacao, 1 cucchiaio di farina e 2 cucchiai di amido di mais. Scaldate il latte in un pentolino, aggiungendo una tavoletta di cioccolato fondente a pezzi, mescolando finchè non sarà sciolto. In una ciotola sbattete tuorli e zucchero, poi unite la farina, il cacao e l’amico di mais fino ad avere un bel composto omogeo. Prendete il cioccolato fuso e versatene mezzo nella ciotola, mescolando man mano con la frusta. Poi unite tutto nel pentolino e fate addensare a fuoco basso, sempre mescolando. Appena inizia a bollire, togliete la crema dal fuoco. Lasciatela raffreddare e poi con l’aiuto di una tasca da pasticcere usatela per farcire i bignè. Per la glassa: 225 gr di zucchero a velo, 4 cucchiai di latte, vaniglia, 3 coloranti per alimenti (lavanda, rosa e verde chiaro). In una ciotola mettete lo zucchero a velo setacciato e versate a filo il latte a temperatura ambiente, mescolando per amalgamare. Aggiungete i semini di vaniglia e mescolate sempre nello stesso senso, fino a quando la consistenza sarò collosa. Dividete la glassa in tre ciotole e colorate ognuna utilizzando un diverso colorante per alimenti. Mescolate per bene per ottenere un colore uniforme. Immergete la parte superiore dei bignè grandi nella glassa lavanda, i medi nella verde e i piccoli nella rosa. Metteteli su un vassoio ad asciugare. Con una goccia di glassa sovrapponete poi in ordine di grandezza i tre bignè. Sopra l’ultimo bignè, quello rosa, mettete un chicco di cacao. Buon appetito!

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