Resta importante notare che la produzione di e-reader comporta l’utilizzo di risorse durante la fase di fabbricazione, inclusa l’estrazione di minerali per i componenti elettronici. Inoltre l’utilizzo di e-reader richiede energia elettrica per la ricarica della batteria.
In conclusione, sebbene gli e-reader presentino vantaggi ecologici rispetto ai libri cartacei in termini di riduzione del consumo di carta e delle emissioni di carbonio associate alla distribuzione, è importante considerare l’intero ciclo di vita dei dispositivi elettronici e adottare pratiche di utilizzo sostenibili, come il riciclaggio adeguato dei dispositivi e l’ottimizzazione dell’uso energetico.
Pienamente d’accordo con quanto sopra scritto. Ovviamente come molti neanche io sono immune al fascino del cartaceo, al profumo delle pagine stampate, al gusto di sfogliarle una per volta, all’utilizzo del segnalibro e quant’altro; inoltre essendo anche scrittrice, tenere tra le mani un libro stampato con sopra inciso il mio nome mi ha dato una soddisfazione inenarrabile, l’ho provata e mi è piaciuta, anzi di più. Tutto considerato però, la mia vanità non vale la vita di un albero, e quand’anche si trattasse di una misera formica non la varrebbe: nessuna “vita” vale meno del mio gusto personale, né della mia. Abbiamo reso questo pianeta uno schifo, lo abbiamo inquinato, sadicamente torturato per secoli, e continuiamo impunemente a farlo, senza rispetto né ritegno alcuno, come non si trattasse della nostra casa, della nostra Madre Terra, che ci sfama e ospita, temporaneamente. Non so quando né chi ci ha inculcato nella mente che tutto ci appartiene, che siamo superiori, e che possiamo fare e sfare a nostro piacimento ciò che di più ci aggrada delle altre vite, intorno a noi. Ma io non sono più d’accordo ed anzi, almeno da me stessa, non riesco più a tollerarlo; pertanto ho accettato il contratto con Edizioni del Loggione per la pubblicazione del solo ebook del mio primo romanzo, senza cartaceo, e sarei lieta di fare lo stesso con i miei prossimi editori qualora fossero d’accordo. Ritengo che proprio noi scrittori, in quanto ritenuti acculturati, potremmo e dovremmo dare un segnale forte a tal riguardo, quando possibile. In altre parole bisogna mettere sui piatti della bilancia vanità e coscienza: vale di più il successo come scrittori (ammesso dipenda dal cartaceo) o come esseri umani? Io scelgo la seconda, pur rispettando ogni diversità di pensiero.