Le autrici contemporanee di romanzi rosa spesso scelgono di far redimere i personaggi negativi per diverse ragioni, che riflettono le preferenze dei lettori moderni e le tendenze narrative attuali. Non è raro, però, che queste “conversioni” al lato buono risultino spesso forzate e improbabili. Tuttavia Jane Austen, la scrittrice di romance per eccellenza, in questo potrebbe fare scuola, fornendo alle autrici contemporanee degli spunti di riflessione su come e se far redimere un personaggio negativo, e sul perché a volte, semplicemente, ciò non è necessario. Perché è giusto che gli antagonisti di Jane Austen non si redimano (e perché dovresti prendere esempio da lei) Gli antagonisti nei romanzi di Jane Austen sono spesso rappresentati come personaggi che ostacolano il percorso dei protagonisti verso la felicità e il conseguimento dei loro obiettivi. Questi antagonisti possono assumere diverse forme e ruoli all’interno delle storie, ma ci sono alcune caratteristiche comuni che li definiscono: Ambizione e interesse personale: Gli antagonisti spesso agiscono in base ai propri interessi egoistici o ambizioni, mettendo a rischio la felicità dei protagonisti. Peculiarità sociali e culturali: personaggi come Mister Collins o Mister Wichkam rappresentano valori sociali o culturali che sono in contrasto con quelli dei protagonisti, nonché dell’autrice stessa. Questo può portare a conflitti basati su differenze di classe, status sociale o altre convenzioni dell’epoca. Wickham, Collins, Lady Susan: antagonisti senza redenzione Ecco i motivi per cui JA non ha mai redento i suoi personaggi negativi: Per non svalutare la sua personalissima critica alla società vanesia ed egoista Jane Austen utilizzava spesso i suoi personaggi e le loro storie per criticare la società dell’epoca, evidenziando ipocrisie, pregiudizi e comportamenti negativi. Gli antagonisti spesso incarnano queste caratteristiche negative e non vengono redenti completamente al fine di mantenere il commento sociale e la critica delle convenzioni dell’epoca, nonché per non sminuire le virtù dei personaggi principali. Perché anche in un romanzo d’amore, il realismo è fondamentale La scrittrice britannica, inoltre, cercava di rappresentare la realtà sociale dell’epoca, e in quel contesto non tutti i personaggi avevano l’opportunità di cambiare e redimersi. Questo realismo le serviva per riflettere efficacemente la complessità della vita reale e delle relazioni sociali. Per operare una diversificazione dei tipi umani Gli antagonisti di JA incarnavano praticamente sempre valori contrastanti rispetto a quelli dei protagonisti. La loro mancanza di redenzione è palesemente una scelta intenzionale per sottolineare e contrastare le virtù dei protagonisti, creando tipi umani variegati. Rosa sì, ma con stile (e mai addolcendo la pillola) L’approccio di Jane Austen alla caratterizzazione dei suoi personaggi, inclusi gli antagonisti, riflette il suo desiderio di esplorare i dettagli e le sfumature delle relazioni umane e della società, piuttosto che offrire una risoluzione convenzionale e rassicurante. Questo contribuisce alla profondità e alla complessità delle sue opere. L’assenza di una completa redenzione contribuisce anche a creare una maggiore tensione narrativa e a mantenere il realismo delle storie. Nel mondo reale, infatti, le persone non cambiano necessariamente da un giorno all’altro e spesso è difficile per loro superare i propri difetti o pregiudizi. Questo realismo aiuta a rendere i personaggi di Austen più credibili e verosimili. Quindi, che tu sia uno scrittore esordiente o navigato, forse questo articolo è la scusa perfetta per cominciare a rileggere i romanzi di JA, indimenticata regina delle storie d’amore a lieto fine. Da quale ricomincerai? All Senza categoria agende borse box corsi Narrativa preorder agende Agenda del lettore – Jane Austen ☆☆☆☆☆€5.00Add to Cart All Senza categoria agende borse box corsi Narrativa preorder borse Borsa Jane Austen in cotone realizzata a mano ☆☆☆☆☆€10.00Add to Cart