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Intervista a Giorgio Borroni: sceneggiatore, scrittore e traduttore di importanti classici

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Ciao, Giorgio, e grazie per essere qui con noi di Land Magazine. Parlaci un po’ di te: quando hai iniziato a scrivere? Grazie a te, lieto di essere “atterrato” su Land Magazine! Sono della classe ’77, ho una laurea in Lettere e un master, più vari diplomi in Scrittura Creativa, Pittura Digitale, Comics e Zbrush. Per un po’ ho fatto il traduttore di classici, romanzi e fumetti, poi nel 2014 ho iniziato anche a produrre qualcosa di mio. Ho giornate piuttosto piene, perché ho molti interessi, fra cui la scherma a livello sportivo e ovviamente leggere libri (molti in audio in macchina, per ottimizzare) e fumetti. Oltre a essere uno scrittore apprezzato sei anche un esperto traduttore, tra i tuoi lavori si annoverano Frankenstein di Mary Shelley (Feltrinelli), Dracula di Bram Stoker (Barbera) e La lettera Scarlatta di Hawthorne (Liberamente). Adesso io voglio chiederti: quanto ha influito la traduzione di questi importanti classici nel tuo processo di scrittura? Cosa hai imparato dai maestri del passato? Sicuramente l’utilizzo di vari registri linguistici: se ti ritrovi a dover rendere il dialetto scozzese e passare subito dopo al parlare forbito di un conte, beh, alla fine torna comodo per caratterizzare un personaggio. Riguardo ai fumetti, credo che siano molto utili perché l’inglese è molto più “corto” dell’italiano, quindi devi tradurre, ma anche rendere al meglio in poco spazio ogni singola sfumatura: questo ti abitua alla brevità, al non metterti in trappola da te impantanandoti in periodi contorti e per una scrittura agile penso sia la base. Sulla struttura della trama e su come i tempi narrativi sono cambiati, beh, la traduzione di un classico credo sia un must, come credo che tradurre in genere ti porti a informarti, a imparare cose nuove su culture diverse e abitudini. Una volta mi sono dovuto documentare sul waterboarding e sono incappato in un manuale in pdf di tortura iracheno, forse a volte documentarsi troppo non conviene! Il blocco dello scrittore: ti è mai capitato? E cosa fai per superare l’ostacolo? Ho frequentato un corso di Scrittura Creativa proprio per questo motivo: avevo sempre cercato di scrivere, ma un blocco psicologico me lo impediva. Anche ora scrivere mi mette a disagio, ma la differenza è che ho imparato a essere professionale e se mi viene commissionato qualcosa non declino l’offerta come facevo un tempo. Ho imparato tecniche narrative anche per osmosi, leggendo molto, quindi dove non arriva l’illuminazione arrivano la disciplina e la necessità di tirare fuori qualcosa di decente entro la scadenza: semmai il mio problema è il “taglio del peso”, come nel pugilato, ovvero far rientrare il testo nel numero prestabilito di battute. In genere non credo nell’ispirazione, quella è per i grandi artisti: Dalì poteva pure permettersi di oziare per mesi, io invece sono un artigiano e devo far funzionare le cose costi quel che costi. Tre libri che ti fanno sentire a casa. L’uomo nella casa della carne, di George R.R. Martin, un romanzo breve contenuto nella raccolta Splatterpunk. Mi fa sentire a casa perché a sedici anni lo lessi e ne rimasi colpito, tanto che quando Martin venne al Lucca Comics e io non potei dirglielo di persona causa fila chilometrica di gente che voleva farsi firmare l’autografo, beh, glielo scrissi via mail, dandomi dell’idiota perché non credevo avrebbe risposto, e facendo la stupida scommessa che in caso contrario avrei scritto anche io. Non ci crederai, mi rispose! L’esorcista di William Peter Blatty: questo dovrebbe essere studiato in ogni corso di scrittura creativa, anche dai non amanti dell’horror. La caratterizzazione dei personaggi è così perfetta che la crisi spirituale di Padre Merryn colpisce anche gli atei e l’umanità che traspare da Padre Karras è dipinta in modo perfetto. Blackmoor di Edward Hogan. Quando lavoravo per una casa editrice valutando inediti in Italia mi imbattei in questo gioiello thrillerromanzo di formazione. Dissi che lo avrei tradotto anche gratis, ma non venne opzionato nonostante i pareri positivi… i misteri dell’editoria italiana! Parla della amicizia tra due dodicenni reietti: lui un ragazzo che cerca disperatamente di sapere come è morta la madre, considerata una strega perché albina, lei una ragazza figlia di un’egiziana e vittima quindi di pregiudizi. Non dico altro, a parte che se c’è qualche editore in giro che compra i diritti deve assolutamente farmi un fischio perché rilancio l’offerta della traduzione gratis! Quali sono, secondo te, gli errori di uno scrittore esordiente? Ce ne sono tanti che hanno a che vedere con la mancanza di tecnica e molti altri che hanno a che vedere con la mancanza di umiltà. Metto un po’ di idee così alla rinfusa… Essere letti è un privilegio, quindi bisogna ricambiare questa attenzione che ci viene dedicata con l’intrattenimento; se poi questo non viene capito, inutile frignare che ci sono gli haters cattivi. Il porta a porta è degradante e deleterio: meglio investire il proprio tempo per promuoversi creando contenuti costruttivi nella propria pagina e instaurando rapporti civili nei social – che poi si butti tutto in rissa al giorno d’oggi è un altro paio di maniche. Io preferisco più un approccio zen che il farsi notare indossando la maschera del cattivo o dell’arrogante: più Keanu Reeves, meno Conor McGregor, per un mondo migliore! Ognuno ha il suo scrittore preferito, ma se è uno scrittore pluripubblicato ha uno stile personale e soprattutto sa quanto tirare la corda: se ti piace Stephen King non ha senso usare il narratore onnisciente in modo smodato come lui fa in It, perché It è un’opera unica e a lui si perdona se ha tirato la corda… all’esordiente no. Stessa cosa potrei dire con Lovecraft e le sue descrizioni, Lansdale e le parolacce, ecc. ecc. Uno deve capire dove il professionista sta esagerando volutamente, perché la mancanza di maestria o la clonazione maldestra all’esordiente non viene perdonata. Le EAP credo siano state smascherate ovunque, pure le criptoeap: se ancora credi alla favoletta del pagare per pubblicare meriti l’anonimato. Il presenzialismo nei concorsi

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Quattro idee per sostenere l'editoria indipendente

Quattro semplici idee per sostenere l’editoria indipendente

Sono tante le ragioni per cui la maggior parte degli editori indipendenti non può competere, nè in libreria nè online, con i grandi marchi editoriali: una di queste è sicuramente la differenza che intercorre tra gli uffici stampa di un piccolo e un grande editore. Il piccolo editore, infatti, solitamente ha uno, massimo due addetti stampa, che si ritrovano a dover gestire un grande flusso di novità, informazioni e comunicati; il gruppo editoriale ha invece grande disponibilità di persone che si dedicano esclusivamente alla comunicazione delle prossime uscite, e contatti importanti con riviste nazionali.  Non parliamo, poi, dell’estrema difficoltà che un piccolo editore trova nell’essere esposto in libreria, in quanto non gode di agenti pronti a convincere i librai che quel libro, proprio quello, venderà centinaia di copie in un giorno solo (cosa che la maggior parte dei librai vuole sentirsi ripetere). Questa situazione ha però un risvolto positivo: avendo meno mezzi a disposizione, per i piccoli editori il singolo lettore riveste un’importanza vitale in tutta la filiera editoriale, e per questo viene coccolato come se fosse una sorta di divinità pronta a confermare o a ribaltare il risultato delle vendite di un libro (cit). I lettori sensibili alla bibliodiversità, in particolare, sono e resteranno sempre i beniamini di ogni piccolo editore che si rispetti, perchè compiono quattro azioni fondamentali atte a farci conoscere presso il grande pubblico. Sì, ma allora? Cosa devo fare io lettore nel concreto per aiutare la piccola editoria? Te lo spieghiamo in questa breve list cycle 😉 Quattro piccoli gesti con cui puoi aiutare un editore indipendente 1) Scegli la libreria giusta Frequenta librerie non di catena, ma che espongono libri di piccole case editrici 2) Occhio alle classifiche dei libri più venduti Dai il giusto peso alle classifiche dei libri più venduti: spesso sono create ad arte 3) Dì la tua Recensisci i libri dei piccoli editori su Amazon: darai l’opportunità di leggerli ad altri lettori 4) Mettici sotto l’albero A Natale e durante le festività, regala libri di piccole case editrici: il passaparola è uno strumento formidabile! E tu, conosci altri modi per sostenere la piccola editoria? Scriviceli nei commenti a questo post o su Facebook.

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Quattro serie tv per chi ha letto [e amato] Troppo vicino al sole di Verdiana Rigoglioso

Si sa, terminare un romanzo è sempre un piccolo trauma. O un grande trauma, nel caso quel romanzo ci sia piaciuto. Nel caso di “Troppo vicino al sole”, il nuovo romance di formazione targato Land Editore, è praticamente impossibile che sia successo il contrario: la straziante storia di Stefania riesce a entrare anche nei cuori più insensibili, grazie alla straordinaria umanità con la quale l’autrice ha caratterizzato questo personaggio. E che dire di Leandro, il protagonista maschile della storia? Non vogliamo fare troppi spoiler, ma se non avete versato nemmeno una lacrimuccia dopo aver letto il finale, la causa può essere solo una: estrema secchezza delle ghiandole oculari! Ci mettiamo la mano sul fuoco. A chi invece è rimasto ammaliato dalla storia di Stefania e Leandro, a chi vorrebbe averne di più,  a chi non si stanca mai di emozionarsi di fronte alle storie di donne forti e coraggiose come la protagonista di Troppo vicino al sole, è dedicato questo post. Ecco allora Quattro serie tv che amerai se hai letto Troppo vicino al sole 1) La fantastica signora Maisel (Amazon prime video) Dopo che il marito l’ha abbandonata per un’altra donna, Midge (Mrs Maisel) si ritrova intrappolata nel suo ruolo di perfetta sposina, e costretta a reinventarsi. Ma la sua personalità estremamente creativa, la sua intelligenza e intraprendenza le faranno scoprire che un destino meraviglioso nel mondo dello spettacolo la aspetta, a patto che non si lasci di nuovo sedurre dal fascino del dolce focolaio domestico. Una serie che riflette sul controverso ruolo della donna degli anni Cinquanta e Sessanta, con una delicatezza e una comicità inedite.  2) Fleabag – Amazon prime video Una donna arrabbiata e piena di dolore, ma anche incredibilmente spavalda e auto-ironica, si ritrova alle prese con un lavoro che detesta, decisa a rifiutare l’amore a ogni costo. 3) Glow – Netflix La TV non ha mai avuto nulla del genere – mai, davvero. Nessuna serie tv, prima di Glow, aveva rappresentato tanto bene e con una simile verve comica – ma al tempo stesso drammatica – donne di ogni etnia, misura ed estrazione sociale scatenarsi forsennatamente su un ring di wrestling. Glow racconta di un gruppo di donne outsider, ognuna delle quali ha un buon motivo per detestare gli uomini e la società, unire le forze per raggiungere l’indipendenza economica grazie a un bizzarro e strampalato show televisivo chiamato The Georgeous Ladies of Wrestling (GLOW, appunto).  Intenso e divertente, Glow è una serie tv imperdibile – forse la più femminista dell’ultimo decennio. 4) The good wife La storia di Alicia, moglie di un politico fedifrago e opportunista, che a un certo punto si vede costretta a ricominciare tutto da capo. Ma la risalita non è mai semplice, specie se hai  lasciato il lavoro anni prima per seguire la carriera del maritino. Madre single e regina del tribunale, Alicia dovrà trovare la forza per ristabilire la sua identità di donna dopo essere stata travolta da una serie di scandali causati dall'(ormai ex) coniuge. E tu, le hai viste tutte? Hai qualche altra serie tv incentrata sulla rinascita al femminile da consigliarci? Scrivicelo nei commenti o sulla nostra pagina facebook!

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Cinque film per gli amanti dei cani che devi assolutamente vedere

I cani, si sa, possono rappresentare una vera scossa di serotonina per il nostro cervello: sono sempre al nostro fianco, e nei periodi difficili non è raro che ci aiutino a risollevarci e a ritrovare il buon umore. A volte l’amore che proviamo per loro – un sentimento ampiamente ricambiato – ci preoccupa, perchè è tanto intenso da assomigliare a un rapporto genitore-figlio. Chi meglio dello staff Land Editore può capirvi? Non solo nel mese di Luglio, in occassione dell’uscita di Maionese di Adelio Tamburrini, abbiamo organizzato delle presentazioni con protagonista il magnifico golden retriver Olmo, ma nella nostra redazione gironzola spesso Edgar, il cane della caporedattrice, sempre pronto a combinarne una delle sue… ma anche a rendere meno faticoso il nostro lavoro. Per te che ami i cani, ecco cinque consigli filmici che non potrai fare a meno di adorare (soprattutto se hai apprezzato Maionese): Cinque film per gli amanti dei cani che devi assolutamente vedere 1) Qua la zampa (A dog’s purpose) Sebbene sia un film non particolarmente apprezzato dalla critica, A dog’s purpose è uno di quegli appuntamenti imperdibili per chi ama i pets. Il film segue le avventure di un cane determinato a scoprire quale sia il suo vero scopo nella vita, e per scoprirlo arriva a fare di tutto… persino a reincarnarsi! Cambiando, così, la vita di tutti i suoi proprietari. 2) Charlie – Anche i cani vanno in paradiso Una magnifica commedia drammatica (sì, lo sappiamo, è un paradosso!) con protagonista un pastore tedesco che torna in vita. A metà fra il musical (le canzoni sono davvero stupende) e la pellicola di formazione, è un film perfetto da guardare se si ha voglia di emozionarsi e versare qualche lacrima. 3) La carica dei 101 Abbiamo davvero bisogno di aggiungere qualcosa? 4) In fuga a quattro zampe (1993)  Chance (un bulldog americano), Shadow (un golden retriever) e Sassy (un gatto himalayano) si trovano in un ranch sperduto, lontani dai loro proprietari. Faranno di tutto per tornare nella loro casa di San Francisco, e incontreranno un sacco di ostacoli e pericoli lungo il tragitto… ma anche un sacco di divertimento. 5) Beethoven (1992) Un classico per i nati negli anni Ottanta e Novanta, ma non potevamo non menzionarlo! Lo scalmanato Beethoven vi farà morire dal ridere con le sue marachelle e il rapporto burrascoso con il capofamiglia. E tu, li hai visti tutti? Dì la tua nei commenti a questo articolo o sulla nostra pagina facebook.

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Le più belle quattro feste per celebrare l’autunno

L’autunno è la stagione preferita di (quasi) tutto lo staff Land Editore, e le motivazioni sono facilmente intuibili. Innanzitutto l’autunno è il periodo in cui si esce di meno, e quindi si ha più tempo di dedicarsi alla lettura… con tutti i benefici che questo può comportare per una casa editrice indipendente. Ma l’autunno è una stagione meravigliosa per altre valide ragioni, tra le quali possiamo annoverare le centinaia di tradizioni legate a questo periodo – comprese le feste. Ogni cultura nel mondo ha un modo unico e caratteristico di celebrare l’arrivo di questa fantastica stagione… e oggi siamo qui per illustrartene alcune. Leggi l’articolo e facci sapere quale festa preferisci con un commento! Le più belle tradizioni d’autunno nel mondo Dias de los muertos – Messico Dia de Los Muertos, termine traducibile in italiano con “Giorno dei morti” (o Day of the Death in inglese) è una delle più celebrate feste autunnali. La festa dura due giorni ed è originaria del Messico, dove le persone usano celebrare i propri morti con una gioiosità che la cultura italiana non è di certo abituata ad associare alla morte: feste, bevute e piatti tipici diventano protagonisti assoluti di questa festa. Tradizionalmente, i messicani invitano i loro cari defunti a partecipare alle feste – e sono numerose le persone che giurano di averli avvistati aggirarsi per casa. Jidai Matsuri – Giappone Jidai Matsuri, o Festival dei Secoli, è una festa annuale celebrata ogni Ottobre a Kyoto. Si tratta di un festival autunnale che vede le persone tornare a vestire gli antichi abiti tradizionali giapponesi; ogni persona può scegliere di rappresentare uno specifico periodo caratteristico della storia del Giappone che, come sappiamo, mutò tanto nella politica quanto nel vestiario. Una sorta di parata storica dove tutti e tutte indossano abiti tipici giapponesi, appartenenti alle più antiche tradizioni nipponiche. Il festival risale al 1896, data che vide nascere la primissima edizione e in cui ci furono oltre 1000 partecipanti. Oggi il numero di persone e turisti che scelgono di parteciparvi, facendo una tappa obbligata nel Palazzo Imperiale di Heian, è in costante crescita. Notte bianca – Francia La notte bianca (anche chiamata Il festival delle notti bianche) è una notte dove l’arte e la moda, la letteratura e la musica fanno da padrone in molte città della Francia, in primis Parigi, Nantes e Nizza. Durante questa notte, tradizionalmente celebrata tra ottobre e novembre, i musei sono aperti, e molte istituzioni culturali offrono l’ingresso gratuito a tutti i visitatori. E in Italia? La festa più celebre in Italia è certamente quella di Ogni Santi. Simile, per certi versi, alla festa messicana conosciuta come Dia de los muertos, viene celebrata il primo novembre di ogni anno in molte regioni italiane e prevede anch’essa di onorare i morti facendo loro visita al cimitero. Inoltre, in molte regioni italiane è usanza lasciare in dono ai propri cari defunti una tazza di latte e qualche biscotto: nel caso desiderino tornare a casa per qualche ora, è fondamentale che si sentano bene accolti. Grazie per la lettura!Quale tra queste feste d’autunno ti ha affascinato di più? Noi amiamo soprattutto Halloween e Dia de los Muertos, e per questo motivo festeggeremo il 31 ottobre con la pubblicazione de “Il diavolo e la polvere” di Dario d’Alfonso, una raccolta di racconti a tema horror che ci terrà compagnia nella notte più spaventosa dell’anno. Dai un’occhiata alla cover e continua a seguirci per ricevere anteprime e aggiornamenti. Il diavolo e la povere – da ottobre disponibile

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