di Arianna Ciancaleoni
Per i nati negli anni Settanta e Ottanta, il ricordo dei cartoni animati dell’infanzia è un misto tra nostalgia e terrore: alzi la mano chi può smentirmi!
Questo, perché tutte le storie che la TV ci propinava quando eravamo bambini avevano denominatori comuni: uno o più traumi devastanti che funestavano le vite dei protagonisti. Chi era orfano di madre, chi di entrambi i genitori, chi aveva a che fare con la morte delle persone amate, chi soffriva per amore, chi subiva maltrattamenti o viveva in povertà.
E poi c’era chi, come Candy Candy, tutte queste cose le subiva insieme, dalla prima all’ultima puntata. Per fare un parallelismo con i generi moderni, potremmo dire che Candy era proprio la regina dell’angst! A noi, crescere con le assurdità della sua vita, non ha fatto proprio benissimo: ecco quindi 3 cose assurde di Candy Candy su cui vale la pena riflettere.
Prima assurdità: tutti i traumi di Candy Candy
Orfana di entrambi i genitori, Candy vive nella casa di Pony, e sembra serena.
Ma guai, non è davvero possibile!
Quindi, intanto carichiamola di un primo amore spezzato per il bellissimo Principe della Collina, che muore cadendo da cavallo (Via col vento insegna), e il tradimento della migliore amica Annie, colpevole di lasciarla in orfanotrofio da sola, preferendo essere adottata. Possiamo davvero fargliene una colpa? Candy sì.
Quando finalmente anche Candy ottiene l’adozione da parte della famiglia Legan, che in teoria dovrebbe caricarla d’amore, tutti, a partire dai fratellastri Iriza e Neal, la trattano come una schiava, bullizzandola, spalleggiati dalla tremenda zia Elroy.
A un certo punto, sembra aver trovato degli amici sinceri in Albert, un vagabondo, e i fratelli Archie e Stear, ma quest’ultimo muore durante la Prima Guerra Mondiale, dove Candy si arruola come crocerossina.
Nel frattempo, finalmente, incontra Terence. Ma lasciamolo un attimo da parte, lo riprenderemo dopo. Perché i drammi non finiscono mica con l’incontro dell’anima gemella, no. Abbiamo Albert che perde la memoria durante un’esplosione, Terence che s’innamora di una collega attrice, Neal che si accende improvvisamente e inspiegabilmente d’amore per Candy e comincia a ricattarla.
E infine, proprio nelle ultime puntate, Candy scoprirà che il mai dimenticato Principe della Collina, altri non era che proprio Albert, che in verità è ormai suo tutore legale e che alla fine della storia sposerà. Quindi, dopo l’amore platonico, quello per il bad boy e la persecuzione da parte del fratellastro adottivo, sposa il padre adottivo.
Se vi siete persi (e siete anche un po’ scioccati), niente paura, perché potrebbe anche non essere andata davvero così…
Seconda assurdità: il finale italiano
Terence è stato, per molte di noi, il primo vero incontro con un bad boy. Quello che prende in giro Candy chiamandola “Signorina Tutte Lentiggini”, quello figlio di un nobile ma ribelle in tutto e per tutto, che fuma e che vuole fare l’artista intorno al mondo.
Candy se ne innamora perdutamente ma, crocerossina di professione e di fatto, lo vuole cambiare. E lui non glielo lascia fare. Infatti la molla per Susanna, personaggio ancor più drammatico e totalizzante, che minaccia di uccidersi se lui la lascerà.
Con queste premesse, può finire bene? Secondo i creatori giapponesi, no.
Ma le italiane, si sa, preferiscono il bad boy. E quindi, per accontentarle, i doppiatori italiani si inventarono di sana pianta un nuovo finale, tagliando e modificando ad arte l’incontro di Candy e Terence alla stazione. Quindi, per noi italiane, Candy ottiene almeno una gioia, dopo aver seminato panico e distruzione ovunque che neanche Jessica Fletcher. Non che le sarebbe andata male, neanche con Albert: entrambi ricchissimi, bellissimi e innamorati di lei!
Terza assurdità: i capelli di Candy
Questo percorso catartico che da tutti i traumi del mondo porta, finalmente, alla felicità – qualunque essa sia – accomuna più o meno tutti i cartoni di quegli anni, soprattutto di origine giapponese. C’è solo una cosa che, durante tutti i 115 episodi, non cambia mai: i capelli di Candy. Folti, sempre biondissimi e acconciati in due codini laterali tenuti da un fiocco. A ogni età e in ogni condizione, li porta sempre allo stesso modo, alla faccia dell’umidità e dei tagli sbagliati che tutte noi, negli anni, abbiamo sperimentato. Le puntate in cui qualcuno, raramente, glieli pettina o glieli scioglie, erano sempre una grande soddisfazione, nessuno sa bene perché. Anche questa, tutto sommato, è un’altra cosa assurda.