Gli zombi e gli errori letterari e cinematografici

A cura di

Corretto da Davide Ligonzo

Se non ve lo siete mai chiesti fatelo adesso: “Quanto vive uno zombie?”

Non so se qualcuno di voi si è mai posto il problema, io non solo l’ho fatto ma ho anche cercato di trovare una risposta plausibile. In pratica, se dovessimo trovarci in uno scenario simile a quello di The walking dead (o di The warm body di Isaac Marion, se preferite leggere un romanzo sul tema) potremmo ipotizzare un’estinzione naturale della specie (la loro, non la nostra) e soprattutto in quanto tempo?

Procediamo con ordine. Poichè uno zombie vive finché non gli viene mozzata la testa (o finché non lo decide l’autore o il regista di turno), cerchiamo di analizzare la questione in maniera scientifica. Ragioniamo per assurdo, ma con metodo.

Gli zombi non sono altro che esseri umani contagiati da un imprecisato virus, il quale prende il controllo delle sinapsi simulando “una vita” oltre la morte.

Figo… ma solo se siete il virus! Se invece vi trovate dall’altra parte della barricata l’esclamazione più appropriata sarebbe un’altra e l’abbiamo pensata tutti.

Proviamo dunque ad analizzare una serie di fattori utili a stabilire una sorta di data di scadenza degli zombi. La scienza, pur non avendone mai analizzato uno, può comunque darci una mano.

 

  • Oriana Turus
  • Ottobre 9, 2025

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Punto primo: un morto (stadio uno della trasformazione) inizia a decomporsi appena il cuore smette di battere ma per vederne gli effetti (mascella cadente, pelle in decomposizione, occhio pendulo e così via) bisogna aspettare l’inizio della putrefazione (stadio due) che avviene grazie ai batteri presenti nel corpo stesso, anche prima della morte – fa schifo, lo so, ma è così. Un corpo sotto terra si trasforma in scheletro in 10-12 anni, ma se conservato all’aria aperta (cosa più verosimile nel caso degli zombi) il processo si velocizza. In pratica la carne si stacca completamente nel giro di appena 12-18 mesi, in base a umidità, temperatura e condizioni atmosferiche. L’umidità potrebbe in qualche modo rallentare il processo, quindi, se dovesse piovere, potrebbero esistere più a lungo. Detto questo, se proprio dovessimo trovarci di fronte a un’invasione di zombi, dovremmo sperare di essere almeno tra giugno e settembre.

Punto secondo: quando uno zombie morde un essere vivente sano o lo contagia e se ne nutre al tempo stesso. Gli organi dell’apparato digerente, qualora fossero ancora funzionanti, dovrebbero poter trasformare la carne umana e il sangue in nutrimento. Ma poiché la putrefazione che ha colpito l’esterno del corpo verosimilmente ha lavorato con lo stesso impegno anche per gli organi interni, posso supporre, senza correre il rischio di essere smentita, che la nutrizione è solo apparente e che quindi non rifocilla alcunché. Dunque, non allunga neanche di un secondo la vita dello zombie in questione.

Punto terzo: gli zombi camminano (corrono solo in World War Z e non si capisce neanche per quale strano motivo, a parte la spiccata fantasia del regista) finché hanno arti funzionanti, quindi muscoli attaccati alle ossa. Assodato che un corpo immobile si trasforma in scheletro in 12-18 mesi, un corpo in movimento  – che sbatte, cade, striscia e viene sottoposto a una serie infinita di traumi – inevitabilmente dovrebbe consumarsi in tempi più rapidi. E qua potrei azzardare l’ipotesi che, nel giro di tre mesi al massimo, uno zombie non dovrebbe più essere in grado di muovere un singolo muscolo, fosse anche solo quello delle palpebre.

Lo so che in questo modo ho fatto crollare quasi tutti i miti su cui si fonda la letteratura contemporanea in materia di zombi, ma se abbiamo accettato che Babbo Natale non esiste, potremo superare anche questo.

È pur vero che per quanto ne sa la scienza, potrebbero tranquillamente usare la fotosintesi clorofilliana o l’energia solare, trasformandosi così nella prima specie totalmente ecosostenibile e resistente anche al surriscaldamento, ma non credo affatto in una simile mutazione genetica (a meno che non ci si metta di mezzo Steven Spielberg, perché in quel caso tutto sarebbe possibile).

Detto questo, se mai doveste trovarvi di fronte a uno zombie e non vi andasse di verificare la mia teoria, prendete il primo oggetto contundente che avete a portata di mano e fate quello che dovete fare!

 

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