EUROVISION 2025: united by music?

A CURA DI

ENGLISH LIFE, YES OR NOT?

è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e altri invece più nostalgici. Ci seguirai?

Libri di Oriana Turus

Ebbene sì, nonostante la redazione del Magazine fosse impegnata al Salone del libro di Torino, il tempo per gustarsi – o forse no – la finale dell’Eurovision, c’è stato comunque.

Come sempre non sono mancate le polemiche partite ben prima del 13 maggio, data di inizio della kermesse musicale che vede protagonisti i paesi europei che si sfidano a suon di canzoni dimostrando, in teoria, di essere uniti dalla musica, come dice il motto dell’Eurovision stesso.

È noto infatti come l’esclusione della Russia abbia causato dissapori non tanto per la non partecipazione, quanto per la differenza di trattamento e regole nei confronti di Israele,  rimasto impunito nonostante la tensioni create in Palestina.

Una volta si usava dire “o tutti o nessuno” , nel caso dell’Eurovision mi pare evidente che questo concetto non venga applicato ed è un peccato che a farne le spese siano non solo innocenti, ma anche la credibilità di un evento di tale portata.

Pare quindi evidente che, con queste premesse, la presenza di Israele risulti scomoda e ingiusta, ma non è, dal mio punto di vista, questa la questione più preoccupante.

Si continua a insistere sul fatto che questo contest non sia politicizzato, ma, a giudicare da certi comportamenti e votazioni, non sono più sicura sia davvero così.

Ma passiamo all clou della gara: canzoni certamente sottotono rispetto ad alcune precedenti edizioni, ma con motivetti orecchiabili che ci faranno compagnia per i prossimi mesi, almeno finché non arriveranno i tormentoni estivi che spazzeranno via tutto il resto.

L’Italia non se la cava male, un quinto posto assolutamente guadagnato ma che poteva e sicuramente doveva meritare di più, 

San Marino solo e abbandonato sul fondo della classifica con praticamente solo i punti degli italiani a dare un po’ di dignità. Un peccato perché la canzone di Gabri Ponte spacca di brutto, ma a, giudicare dal voto del pubblico, le preferenze risultano bizzarre e, lasciatemelo dire, quasi pilotate.

Purtroppo, al di là delle canzoni e delle singole performance, la sensazione che ha accompagnato la finale e in particolare le votazioni, è stata  di pura perplessità. Una dispersione di voti buttata lì a casaccio. 

Il dubbio che le giurie dei vari paesi volessero lasciare in fondo Israele è venuto a più di qualcuno, perché quasi nessuno di essi l’ha premiato in termini di punteggio. Che sia casuale o voluto non si saprà mai, il problema – che è forse più una preoccupazione – è stato il risultato del televoto che ha visto proprio Israele al primo posto per numero di sms e chiamate. 

E, onestamente, lo trovo fuori luogo considerato il gesto dei rappresentanti di Israele stesso che appena inquadrati hanno puntato l’indice alla bocca per dire “zitti e buoni” con un atteggiamento di supponenza di dubbio gusto davvero. Non so in quanti abbiano colto questo particolare, fatto sta che non mi sta piacendo la direzione che l’Eurovision sta prendendo. Ed è un vero peccato perché potrebbe essere veramente un modo per restare uniti nonostante tutto, invece sembra sempre più infangato e in discesa libera.

Mi auguro che negli anni a venire le cose migliorino. 

Israele, dunque ha quasi vinto. Il suo è un secondo posto molto significativo, indice di dove sta andando l’Europa. E non so se ne sono contenta.

A trionfare è stata l’Austria, grazie a JJ e la sua voce da soprano che ha incantato. La canzone può non piacere, ma la bravura di questo ragazzo non si può proprio discutere.

L’Italia si piazza al quinto posto, dietro alla Svezia, che era tra le favorite alla vittoria – e l’Estonia di “Espresso macchiato” ch tanto ha fatto indignare qualche italiano. Risultato comunque niente male per il nostro Lucio Corsi. Dispiace un po’ per l’ultimo posto di San Marino e Gabri Ponte che già aveva fatto ballare tutti durante Sanremo, ma che non ha ottenuto l’effetto sperato a Basilea. 

 Buona performance anche per l’Islanda che però arriva penultima. 

In generale, dunque, questa edizione è stata strana e, per me, per certi versi  incomprensibile.

Per vedere e ascoltare tutte le canzoni e farvi un’idea, ecco il link alla pagina ufficiale.

https://www.youtube.com/playlist?list=PLmWYEDTNOGUJG7RV2ARlG2OCpq8oNwz2s

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