Draghi, polvere e penne storte: chiacchiere fantasy con Lorenzo Foschi

Cosa succede quando si mescolano caffè amaro, ironia e mondi sull’orlo del collasso (ma con stile)? Nasce un fantasy che sa guardarsi dentro. In questa chiacchierata con Lorenzo Foschi, autore dalla penna emergente, esploriamo le ombre del low fantasy, i rischi del worldbuilding maniacale, e la vera sfida di scrivere nel 2025: non inventare l’ennesimo mostro, ma trovare una voce autentica tra mille già ascoltate.

 
 
 
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Lorenzo, partiamo subito con la domanda più importante: quanto caffè serve per scrivere un fantasy senza far esplodere un continente a caso?

Partirò allora con la risposta più importante: parecchio.

In qualità di grande bevitore di caffè, rigorosamente amaro, non posso che trovarmi d’accordo sulla necessità costante di una tazzina per mantenere fresca la mente.
E come trovo spesso su internet; bere caffè amaro spicca nella “top 5 vanti ingiustificati delle persone”.

 

Spiegaci la differenza tra fantasy e low fantasy

Il fantasy classico si svolge in mondi completamente inventati, con razze e regni lontani dalla nostra realtà. La magia è onnipresente e strutturata secondo leggi precise, spesso al servizio di grandi destini eroici.
Nel low fantasy l’ambientazione ricorda più da vicino il nostro mondo, con contaminazioni lievi di soprannaturale. La magia è rara, ambigua e imprevedibile, e agisce più da sfondo oscuro che da motore dell’azione. Protagonisti comuni affrontano sfide intime e realistiche, in un contesto dove il fantastico resta sempre in bilico.


Il low fantasy non è solo “fantasy senza maghetti”. Cosa consigli a chi vuole scriverne senza finire nel cliché del “villaggio bruciato” o del “mercenario col passato tragico”?

Il mio consiglio è sempre uno: essere originali. Certo, spesso non paga. Certo, i canoni dei generi spesso impongono invisibili binari che ci indirizzano. Ma è anche certo che ci sono tanti, troppi libri. Secondo dati ISTAT, in Italia, esistono circa 230 lettori per ogni scrittore. Un dato spaventoso che evidenzia quanto portare la propria esperienza, magari anche le proprie idee, possa essere la reale discriminante.
Personalmente il fantasy è stato il mezzo con cui colmare le mie esigenze comunicative, una mera metafora. E forse, chissà, così funziona!

 

 

Parliamo di worldbuilding: quanto tempo hai perso su dettagli che alla fine non hai mai usato? Tipo la tassazione del sale nella provincia settentrionale?

Zero, come il mio libro!
Semplicemente ritengo che anche un dettaglio inutilizzato diventi utile a contestualizzare il worldbuilding nella mente dell’autore!

Scrivere fantasy nel 2025: qual è la sfida più grossa? Il rischio di essere derivativi o l’obbligo di inventarsi sempre un nuovo tipo di mostro con quattro mascelle e un trauma infantile?

La vera sfida non è tanto inventare l’ennesimo mostro bizzarro, ma trovare la tua voce in mezzo a milioni di pagine già scritte. Oggi il “mostro nuovo” rischia di essere una trovata di marketing, mentre il lettore cerca qualcosa che lo faccia sentire davvero connesso alla storia. Quindi piuttosto che concentrarti su feature bestiali, lavora su personaggi e relazioni: lascia che il tuo mondo emerga dai drammi interiori, non dalle statistiche delle sue creature.
Tanto meglio se poi, oltre alla parte emozionale, riesci anche a creare un bestiario degno di nota!

Molti lettori sognano di scrivere. Pochi però arrivano alla fine. Hai un consiglio brutalmente onesto per chi vuole finire il primo libro?

Smettila di aspettare l’ispirazione perfetta. Non esiste. Semplicemente: agisci!

Fissa un obiettivo quotidiano (anche sole poche parole, o parte di una scena), rispettalo come un appuntamento con il dentista, e non rivedere nulla finché non hai chiuso la bozza.
Io, personalmente, ho tenuto un diario delle pagine scritte per ambo i libri.


Domanda finale di rito: cosa direbbe uno dei tuoi personaggi principali se sapesse che tu sei il burattinaio che gli complica la vita da anni?

Carla mi direbbe “Grazie”; per averle permesso di diventare, nonostante le avversità, la persona che è oggi.

Chi siamo

Land Academy

L'ACCADEMIA DEL SAPERE LAND EDITORE

Land Academy è una scuola online di scrittura e arti editoriali che ha già formato oltre 100 studenti in tutta Italia. 

Offre corsi pratici, accessibili e aggiornati, pensati per chi vuole entrare o crescere nel mondo della scrittura, dell’editing e della correzione di bozze.

Grazie a un approccio chiaro, docenti esperti e prezzi popolari, Land Academy si distingue per i suoi feedback estremamente positivi e un’atmosfera formativa stimolante e concreta.

Ogni corso ha un gruppo whatsapp dove gli studenti saranno a contatto con i propri docenti, per un riscontro più immediato e un’assistenza completa.

 

Parlano di noi

I docenti

Elisa Serra, docente di marketing del libro e di correzione di bozze – livello avanzato. Fondatrice Land Editore, attualmente si sta formando come traduttrice professionista dall’inglese all’italiano e dal francese all’italiano. 

Elisabetta Venturi, docente del corso di correzione di bozze – livello base. Oltre a lavorare nel campo della correzione di bozze, è docente di corsi di scrittura e autrice. 

Manuela A.De Quarto, docente del corso di editing – livello base e avanzato. Sceneggiatrice RAI, editor e fondatrice di Scuola e di scrittura e storytelling Viagrande Studios, è un’attivista culturale a tutto tondo, diplomata alla Scuola Holden. 

Isabella Vinci, scrittrice e psicologa, docente del corso Scrivere romance e di webinar per Land Academy. Ha scritto per molte case editrici, ed è coach di scrittura. 

Arianna Ciancaleoni, scrittrice e copywriter, docente del Corso di Copywritig – livello base per Land Academy. Lavora per numerose aziende come autrice di testi pubblicitari e promozionali. 

Editori prima di tutto

Ogni giorno cresciamo come editori e come persone. In che modo? Mettendoci alla prova, studiando e restando aggiornati in ogni campo del sapere editoriale. 

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