Il rapporto tra psicologo e paziente si fonda su fiducia, ascolto ed equilibrio professionale. Proprio per questo motivo, instaurare una relazione amorosa o sessuale tra i due non solo è altamente sconsigliato, ma nella maggior parte dei casi rappresenta anche una violazione etica e deontologica.
Vediamo insieme perché.
1. Il rapporto di potere e fiducia
La psicoterapia crea una condizione unica: il paziente si apre, condivide fragilità, pensieri intimi, segreti e traumi. Lo psicologo, dal canto suo, ricopre un ruolo di guida, esperto e punto di riferimento.
Questo squilibrio di potere rende impossibile un rapporto amoroso equilibrato, perché l’altro non si trova su un piano paritario.
2. Violazione del codice deontologico
Il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani è chiaro: una relazione affettiva o sessuale con un paziente è considerata un comportamento scorretto e passibile di sanzioni disciplinari, fino alla sospensione dall’albo.
L’etica professionale esiste per proteggere il paziente, che deve essere certo di ricevere un aiuto imparziale, libero da interessi personali.
3. Rischio di danni emotivi per il paziente
Un coinvolgimento sentimentale può compromettere seriamente la salute psicologica del paziente:
crea dipendenza emotiva,
confonde i confini tra terapia e vita privata,
può peggiorare i problemi già esistenti,
lascia un forte senso di tradimento se la relazione finisce.
Invece di curare, il rischio è di generare nuove ferite.
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4. Perdita di obiettività professionale
Lo psicologo deve mantenere uno sguardo clinico e neutrale, indispensabile per aiutare il paziente. Un legame amoroso rende impossibile mantenere questa obiettività: le decisioni rischiano di essere guidate dai sentimenti e non dal benessere del paziente.
5. Fine del percorso terapeutico
Se nasce un interesse amoroso, la prima regola è interrompere la terapia. Non è possibile proseguire il percorso mantenendo la relazione professionale.
In alcuni paesi e contesti normativi, anche intraprendere una relazione dopo la conclusione della terapia è scoraggiato o sottoposto a limiti temporali (anni di distanza dalla fine del trattamento).
6. La responsabilità dello psicologo
È bene chiarire: la responsabilità ricade sempre sul professionista, non sul paziente. Lo psicologo è tenuto a rispettare i confini etici e ad agire nell’interesse del benessere della persona che si affida a lui.
Una relazione amorosa tra psicologo e paziente non è una storia romantica, ma un grave rischio: mina la fiducia, danneggia la terapia e può avere conseguenze psicologiche profonde. Per questo è vietata dai codici etici e sconsigliata a livello umano.
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