In un mondo in cui il valore del lavoro è spesso misurato in termini di retribuzione e status professionale, il ruolo della casalinga (o del casalingo) ha spesso subito una sottovalutazione ingiusta. Tuttavia, il Codice Civile Italiano riconosce esplicitamente l’importanza del lavoro casalingo, sancendo il suo valore come contributo essenziale alla vita familiare e sociale.
Il quadro normativo
Il riconoscimento giuridico del lavoro casalingo è sancito dall’articolo 143 del Codice Civile. Questo articolo stabilisce che “con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione“. Di particolare rilievo è il passaggio che sottolinea come i coniugi debbano contribuire ai bisogni della famiglia “in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo”. Questo riconoscimento mette il lavoro casalingo sullo stesso piano del lavoro professionale, e ne sottolinea il ruolo cruciale nella gestione familiare.
Il contributo economico del lavoro casalingo
Il lavoro casalingo include una serie di attività essenziali come la cura della casa, la preparazione dei pasti, la gestione del bilancio familiare e la cura dei figli. Queste attività, sebbene spesso invisibili e non retribuite, rappresentano un contributo economico significativo. Secondo alcune stime, se il lavoro casalingo fosse retribuito, avrebbe un valore economico che contribuirebbe notevolmente al PIL nazionale.
L’articolo 230-bis del Codice Civile va oltre, riconoscendo i diritti dei familiari che prestano la loro attività nell’impresa familiare. Questo articolo stabilisce che “il familiare che presta in modo continuativo la propria attività di lavoro nella famiglia o nell’impresa familiare ha diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e a partecipare agli utili dell’impresa familiare e ai beni acquistati con essi“. Un riconoscimento che implica che il lavoro svolto in ambito familiare abbia un valore economico che deve essere riconosciuto e compensato.
Discriminat* perché casaling*?
In una società dove il profitto è sempre al primo posto, essere casalinghi non è visto di buon occhio. Potrebbe capitarti spesso di dover affrontare il biasimo degli altri.
Se qualcuno cerca di metterti in imbarazzo perché sei casaling*, ascolta il consiglio della blogger e youtuber Elena Tee, che alla domanda “che lavoro fai” consiglia di rispondere in questa maniera: “Attualmente mi occupo di crescere la futura generazione”.