A CURA DI
ENGLISH LIFE, YES OR NOT?
è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e altri invece più nostalgici. Ci seguirai?
ABOUT A BOY: storia di un’amicizia molto particolare.
La prima volta che ho visto il film è stato l’anno in cui è uscito, nel 2002 e non avevo realizzato che fosse tratto da un libro. L’ho guardato e ne sono rimasta folgorata, semplicemente.
Hugh Grant è sempre Hugh Grant, impossibile non lasciarsi affascinare, però l’idea di leggere il libro ancora non aveva sfiorata, finché non mi è capitato tra le mani in un negozio di libri usati.
Qualcosa mi si è accesa nella testa, una specie di connessione mentale a cui non sapevo dare una risposta.
Poi è successo che l’ho finalmente letto ed è stato un viaggio tra le pagine meraviglioso. La trasposizione cinematografica è fatta molto bene ed è fedele la libro, ma leggere di Will e Marcus è stato diverso dal vedere le loro immagini attraverso lo schermo.
La loro storia è a tratti commovente, ma anche divertente. Will è un adulto non avvezzo alle responsabilità, Marcus è un ragazzino che ne ha fin troppe.
Come possono i due andare d’accordo?
Oggi si parlerebbe di hate-to-love e per certi versi questo libro lo è, ma il contesto è ben diverso e, soprattutto, non rientra nel genere romance in cui il trope va per la maggiore.
La particolarità di questo libro, oltre alla narrazione dal doppio punto di vista maschile (uno è Will, l’altro Marcus) è che rientra in un genere a parte che per altro non ha avuto il successo sperato. Che si tratti di un esperimento che l’autore ha voluto fare o di una cosa voluta, questa storia ha portato alla ribalta il Lad-lit, ovvero la versione maschile – se così si può chiamare – del classico chick-lit.
Onestamente lo ritengo un peccato il fatto che come genere sia stato bistrattato, perché ritengo ci sia bisogno di storie di questo tipo.
Qui si parla di un’amicizia nata per caso e sfociata in un rapporto vero e profondo, una relazione tra un adulto e un ragazzino che non hanno legami di parentela di alcun tipo e forse proprio per questo riescono ad andare d’accordo. Marcus si sente capito nonostante tutto.
È una storia che fa certamente riflettere e che tratta temi importanti seppur narrati in chiave diversa.
Il bullismo, la depressione, la separazione dei genitori, il tentato suicidio sono tutti argomenti che esistevano già prima del 1998, anno di uscita del libro, ma da sempre si tende a parlarne poco, un po’ per vergogna e un po’ per paura e, qui, sviscerarli in maniera tanto cruda e realista, porta a una attenta riflessione su quella che è la società che ci circonda.
Oggi come allora.
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