Ah, il dilemma esistenziale di ogni scrittore: come chiamare il tizio che deve salvare il mondo, conquistare il cuore della protagonista o semplicemente pagare le bollette senza finire sul lastrico? Scegliere il nome di un protagonista maschile non è un semplice esercizio di fantasia, è un’arte. E come ogni forma d’arte richiede metodo, ispirazione e una buona dose di ironia. Perché sì, se lo chiami Ugo, il massimo dell’eroismo che potrà raggiungere sarà trovare un parcheggio il sabato sera.
La scelta sbagliata dei nomi influisce anche sul successo e sulle vendite del romanzo
Ebbene sì, scegliere il nome sbagliato può condannare il tuo libro all’oblio prima ancora che raggiunga gli scaffali (o le liste di Amazon, per i più moderni). Un protagonista di nome “Pancrazio” difficilmente diventerà un bestseller internazionale (a meno che tu non stia puntando tutto sullo humor surreale) perché semplicemente la gente si rifiuterà persino di leggere la prima pagina. I lettori vogliono personaggi che possano immaginare, con cui possano relazionarsi o che suonino abbastanza epici da far sognare. Se il nome suona ridicolo, banale o fuori luogo, rischi di far perdere immediatamente interesse a chi legge. Insomma, c’è un motivo se non troverai mai un “Gino” in un romanzo fantasy di successo. La scelta del nome è marketing narrativo: un nome azzeccato rimane impresso, crea empatia e aiuta a vendere il libro. E se vuoi che il tuo protagonista diventi un fenomeno da fan art su Instagram, assicurati che abbia un nome che i lettori non si vergognino a pronunciare ad alta voce.
Ecco le istruzioni per l’uso, passo dopo passo, per non far sembrare il tuo protagonista un personaggio di un fumetto degli anni ‘50 (a meno che non sia esattamente quello che vuoi).
Evita i nomi da supereroe anonimo
Se stai pensando a “Max Steel”, “Jack Thunder” o “Alex Blade”… fermati subito. Non stai scrivendo un B-movie degli anni ‘80. Cerca qualcosa che suoni epico senza sembrare generato da un algoritmo per giocattoli d’azione. Se proprio vuoi un nome che trasudi testosterone, bilancialo con un cognome realistico. “Max Stewart” suona molto più credibile di “Max Power” (a meno che tu non stia scrivendo una parodia, in tal caso, vai pure con Max Power e fallo volare su un unicorno arcobaleno).
Considera l’epoca e il luogo
Stai scrivendo un romanzo ambientato nella Firenze rinascimentale? Magari evita di chiamare il protagonista Kevin. Se invece la storia si svolge in un futuro distopico dove l’umanità vive su Marte… beh, Kevin potrebbe anche funzionare. Ricorda: un nome anacronistico può distruggere l’atmosfera in un attimo. Tipo chiamare un cavaliere medievale “Dylan” – a meno che non sia un esperimento di narrativa postmoderna, in tal caso, bravo tu.
Non rendere la vita dura ai lettori
Se il tuo protagonista si chiama “Xanthoril the Third of His Name, Lord of the Thousand Suns”… sappi che chi legge probabilmente lo abbrevierà in “Xan” dopo la terza riga. E potrebbe anche iniziare a odiarti un po’. A meno che tu non stia scrivendo alta fantasy in stile Tolkien, opta per nomi facili da leggere e da ricordare.
La prova del biglietto da visita
Immagina il nome del tuo personaggio su un biglietto da visita. Funziona? “Thorvald il Distruttore di Mondi” farebbe un po’ fatica a trovare lavoro come commercialista. Se il nome suona ridicolo o improbabile nella vita reale, potrebbe suonare altrettanto assurdo nella tua storia (e no, non sempre è un bene).
Prova a dirlo ad alta voce
Sì, leggi il nome a voce alta. Se ti suona come un attacco di starnuti o come qualcosa che potresti urlare quando sbatti il mignolo contro lo spigolo del letto, forse è meglio cambiare.
Non complicarti la vita (e quella dei lettori)
Se hai già dieci personaggi con nomi che iniziano per “M” (Marco, Matteo, Mauro, Massimo…), forse è il caso di variare. A meno che tu non stia scrivendo la saga dei fratelli M, la confusione è dietro l’angolo. E nessuno vuole dover fare un diagramma di flusso per capire chi ha detto cosa.
Scegliere con saggezza è la chiave
Il nome di un personaggio può fare la differenza tra un eroe indimenticabile e un tizio qualsiasi. E ricordati, se proprio non riesci a decidere, c’è sempre il caro vecchio metodo: aprire la rubrica del telefono e scegliere il primo nome che ti capita sotto gli occhi. Se funziona per gli scrittori di soap opera, funzionerà anche per te.
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