Bullismo tra adulti: un fenomeno sommerso che merita attenzione

Quando si parla di bullismo la mente corre quasi automaticamente ai bambini e agli adolescenti. Si tratta del classico “guardare la pagliuzza nell’occhio altrui, ignorando la trave nel proprio”. Sì, perché il bullismo tra adulti è una realtà ben più preoccupante e troppo spesso ignorata. Un fenomeno che si insinua nei luoghi di lavoro, nelle dinamiche familiari, nelle comunità e persino online. Non riconoscerlo equivale a perpetuarlo, e a danneggiare il benessere psicologico e sociale di noi tutti.

Il bullismo nella vita quotidiana

Non ce ne accorgiamo neanche più, ma la vita quotidiana è piena di piccoli atti di bullismo che, accumulandosi, possono avere un impatto devastante. Frasi sarcastiche ripetute, commenti passivo-aggressivi, esclusioni intenzionali da conversazioni o decisioni importanti e atteggiamenti svalutanti rappresentano forme di bullismo del tutto normalizzate, e sono comportamenti possono emergere ovunque: in famiglia, tra amici, nei gruppi sociali e persino tra sconosciuti.

L’abitudine a minimizzare queste azioni come “banali” o “parte della vita” alimenta una cultura dell’indifferenza e della sopraffazione, ignorando che ogni gesto o parola che sminuisce o isola una persona contribuisce a creare un ambiente tossico.

Perché se ne parla poco

Il bullismo tra adulti è un argomento sottovalutato per diversi motivi. Spesso si crede, erroneamente, che il bullismo sia un problema che si supera crescendo, come se l’essere umano non fosse un continuum che continua a mettere in atto per tutta la vita comportamenti appresi in giovane età, specie se agli occhi dei coetanei tali atteggiamenti risultano vincenti e ottengono l’approvazione del branco. C’è una forte stigmatizzazione: ammettere di essere vittima di bullismo può essere visto come segno di debolezza, soprattutto in contesti professionali. La mancanza di consapevolezza e formazione specifica contribuisce ulteriormente al silenzio su questo tema.

Bullismo tra adulti, gli ambienti più a rischio

Luoghi di lavoro

L’ambiente lavorativo è uno dei contesti più comuni per il bullismo tra adulti. Comportamenti come mobbing, sabotaggi professionali, esclusione deliberata da attività o comunicazioni importanti, commenti denigratori possono creare un clima tossico. Le vittime spesso non denunciano per paura di ritorsioni o di perdere il lavoro, o di risultare immature e poco propense a cavarsela. 

Vita privata

Anche nelle relazioni personali il bullismo è spesso presente. Critiche costanti, manipolazione emotiva e controllo ossessivo sono forme di abuso che lasciano profonde cicatrici psicologiche., e le vittime spesso si sentono intrappolate e incapaci di reagire.

Social media

Con l’ascesa dei social network, il bullismo tra adulti ha trovato un nuovo terreno fertile. Insulti, umiliazioni pubbliche e campagne di odio digitale (cyberbullismo), sarcasmo, meme possono avere conseguenze devastanti sulla salute mentale delle vittime.

 

Viviamo in una società bulla

E’ innegabile che  la nostra società favorisce il bullismo attraverso una competizione esasperata e la glorificazione del potere. La cultura dominante spesso premia atteggiamenti aggressivi e competitivi, ergendoli a sinonimi di forza e successo. I media, i modelli di leadership e le narrative sociali tendono a valorizzare chi “vince”, anche a scapito degli altri, ignorando o addirittura giustificando comportamenti tossici, il che perpetua un circolo vizioso in cui l’assertività viene confusa con l’aggressività, e l’empatia è vista come una debolezza. Anche la crescente polarizzazione sociale (ossia il fenomeno per cui gruppi all’interno di una società diventano sempre più divisi e antagonisti l’uno verso l’altro a causa di differenze politiche, culturali, economiche o ideologiche) e l’anonimato offerto dalla tecnologia amplificano la disumanizzazione dell’altro, così da rendere più facile attaccare ed umiliare chi è percepito come diverso, vulnerabile, inferiore, distante da sé.

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