Quando Zerocalcare fu rifiutato da diversi editori

La parola d’ordine negli ultimi anni è: tutti pazzi per Zerocalcare.

Noto per i suoi fumetti autobiografici, in cui racconta le sue esperienze di vita e le sue riflessioni su temi come la politica, la società e l’amore, Zerocalcare (vero nome: Michele Rech) ha guadagnato una vasta popolarità in Italia grazie ai suoi fumetti, che sono diventati bestseller e hanno vinto numerosi premi.

Chi era Zerocalcare prima di Zerocalcare?

Prima di diventare fumettista a tempo pieno, Zerocalcare ha svolto diversi lavori. Durante gli anni dell’università, ha lavorato come disegnatore di fumetti freelance per varie riviste, facendo anche l’illustratore per numerose case editrici.

Successivamente, ha lavorato come tecnico del suono per concerti e eventi, occupandosi della gestione e dell’installazione dell’apparato audio. Questo lavoro gli ha permesso di viaggiare molto e di entrare in contatto con diverse realtà, esperienze che successivamente ha raccontato nei suoi fumetti.

Dopo aver ottenuto un notevole successo con i suoi fumetti, ha potuto dedicarsi completamente alla sua carriera di fumettista e scrittore, diventando uno degli autori più apprezzati e riconosciuti in Italia.

Sapevi che Zerocalcare è stato rifiutato da diversi editori?

In un’intervista a BSTM condotta da Gianluca Gazzoli, Zerocalcare ha ammesso di essere stato rifiutato da diversi editori prima di diventare il personaggio amato che è oggi. Nel periodo in cui stava cercando di pubblicare il suo primo fumetto, “La profezia dell’armadillo“, molti editori non erano convinti del suo potenziale commerciale e hanno rifiutato di credere in lui. Ciononostante, Michele non si è arreso e ha deciso di autoprodurre il fumetto, finanziando personalmente la sua stampa.

Eh già, Zerocalcare era una sorta di protoself – publisher, prima di approdare alla sua attuale casa editrice. Incredibile, vero?

Ecco cosa ha dichiarato durante l’intervista:

Mi avevano sbattuto la porta in faccia tutti; la motivazione? In Italia non c’era un mercato adatto al mio stile. Andavano bene i Dylan Dog o il grottesco Disney destinato ai ragazzi, ma non un fumetto il cui scrittore sia al tempo stesso disegnatore e autore di testi tanto grotteschi e personali. Quando ho avuto successo, tutti sono tornati (ovviamente) ma la cosa più incredibile è che, ogni volta che faccio un’intervista, tutti dicono: “Zerocalcare lo abbiamo inventato noi!”
Michele Rech
(in arte Zerocalcare)

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