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Sanremo 2025: l’analisi completa. Il post Festival raccontato da Land Magazine

A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e altri invece più nostalgici. Ci seguirai? SANREMO 2025: L’ANALISI POST FESTIVAL È l’appuntamento musicale su cui gli italiani si dividono di più, tra orgoglio nazionale, giudizi da esperti dei social, problemi generazionali e rifiuto totale della visione. Il Festival di Sanremo è questo e molto di più. È un caso mediatico, un’occasione per riprendere le redini del mondo musicale, di cui sempre c’è da disquisire, un modo per trasformare in polemica tutto ciò che ci sta intorno.  Quella del 2025 è stata un’edizione strana, nuova pur nella sua retrograda tradizione. Cambio di guardia alla conduzione, si passa da Amadeus e le sue giacche discutibili e colorate a Carlo Conti, in total black e non solo per quanto riguarda l’abbronzatura perenne. Nulla da dire sulla professionalità di entrambi, sono, di fatto, due primi uomini che svolgono lo stesso lavoro da molti anni e questo li rende sicuri e credibili sul palco.  Cambia la sigla, quest’anno firmata da Gabry Ponte che rende l’ingresso sul palco molto anni ’90 disco style, creando, di fatto, già il prossimo tormentone estivo da ballare in spiaggia. Un successo inaspettato, ma molto apprezzato. Voto 10. Carlo Conti svolge il compitino, porta avanti e per le lunghe il Festival senza mai sbottonarsi troppo, ma frenando ogni possibile tentativo di dire cose sbagliate. Mi è sembrato il classico studente modello impegnato a fare bene il suo lavoro, solo per compiacere gli altri.  Serietà prima di tutto che però, in un contest che conta ventinove cantanti, porta a un po’ di noia. Poca verve, insomma, ma che alla fine, a livello di ascolti, ha funzionato ugualmente.  Ospitate internazionali che risultano più paraculate che reali spettacoli e meno monologhi e intermezzi parlati. Scelta anche giusta a mio avviso, vista la durata del programma. La scelta di accompagnatrici e accompagnatori del presentatore per le varie serate è stata azzeccata in parte, c’è chi avrebbe meritato più spazio e chi meno, un mix tra ironia ostentata, satira vera e boriosità. Niente di così entusiasmante né di nuovo a parte la parentesi e il respiro dati da Geppi Cucciari, vera regina del palco. Insomma poche chiacchiere e tempi strettissimi tra un’esibizione e l’altra, tutto  scandito al minuto.  Per quanto riguarda i cantanti in gara quest’anno abbiamo assistito a uno strano mix anche generazionale, tra classiche canzoni sanremesi, cantautorato di altissimo livello, autotune e stonature, chicche musicali.  A Carlo Conti, presentatore e direttore artistico, il merito di aver in qualche modo messo fine a certe polemiche mediatiche, in un motto di “uniti per la musica” che alla fine mette d’accordo tutti, vittime di dissing compresi e, sempre a lui, va dato il merito di aver invitato a partecipare artisti di cui si sentiva parlare troppo poco, non si sa se sarebbero stati chiamati ugualmente e a prescindere dal direttore artistico, ma è stato bello vedere esibirsi alcuni cantanti. Infine voglio spendere un paio di parole sul podio. Al di là di chi ha effettivamente vinto il festival, i primi tre posti sono andati a tre artisti (tutti uomini, possiamo discutere anche su questo ma non avrebbe senso ora) che secondo me nel loro piccolo hanno portato una ventata di cambiamento per quanto riguarda la figura maschile. Tre generazioni a confronto, tre stili diversi e con l’unico obiettivo di raccontare la realtà delle cose, quell’altra faccia della medaglia che non pone l’uomo sul piedistallo, ma lo rende vulnerabile com’è giusto che sia, senza nascondersi dietro una maschera da duro che non piace a nessuno.  Al primo posto Olly, classe 2001 canta il dolore di un amore finito, ma ancora vivo dentro e intorno a lui. Al secondo la vera rivelazione della kermesse musicale: Lucio Corsi che con il suo stile alla David Bowie incanta l’Ariston raccontando il suo essere se stesso, senza fronzoli, un talento il suo, frutto di passione e buoni insegnamenti.  Infine al terzo posto si fa largo la delicatezza di Brunori Sas, che con “L’albero delle noci” ci racconta le gioie dell’essere padre, un inno a quella creatura che ha cambiato l’architettura e le proporzioni del suo cuore, ma anche dei nostri. Libri di Oriana Turus Fai clic qui Scopri Land Magazine Oriana Turus Febbraio 17, 2025 Sanremo 2025: l’analisi completa. Il post Festival raccontato da Land Magazine A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e Read More admin Febbraio 16, 2025 Alla conquista del Castello Estense di Ferrara: cronaca semiseria di una visita tra prigioni, fantasmi e tortellini Se c’è una cosa che mi fa sentire una vera esploratrice (ma senza il rischio di essere inseguita da massi rotolanti come Indiana Jones), è visitare un castello medievale. Così, Read More Lorenzo Foschi Febbraio 16, 2025 Narrativa videoludica: Little Nightmares A CURA DI I LIBRI DI LORENZO FOSCHI Fai clic qui Nel quinto episodio abbiamo esplorato Little Nightmares e la sua meta-narrazione; oggi si torna invece a navigare nelle storie Read More Oriana Turus Febbraio 13, 2025 Lezioni di chimica – Le recensioni di Land Magazine A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e Read More admin Febbraio 12, 2025 Amazon sta dando la caccia a chi, fingendo di leggere un libro, lascia recensioni a una stella Negli ultimi tempi molti autori e editori indipendenti stanno notando una strana tendenza su Amazon Kindle Unlimited: la rimozione di pagine lette dal conteggio KENP a causa di attività sospette. Read More admin Febbraio 12, 2025 Dieci libri vietati durante il nazifascismo Durante il periodo del nazifascismo, il controllo sulla cultura e sull’informazione fu uno degli strumenti più potenti per plasmare le menti e consolidare il potere. I regimi di Hitler

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I simpson dicono addio al “Bagarospo”

Tempi di profondi rinnovamenti per I simpson, la serie tv animata e politicamente scorretta nata negli USA nel 1989.  Tra le scene a cui lo spettatore dovrà disabituarsi, ci sarà quella più celebre di tutte: “il brutto bagarospo” urlato da Homer nei confronti del pestifero figlio, poco prima di acchiapparlo per il collo e stringere forte.  I tempi cambiano, e così anche le sensibilità Ciò che fino a poco fa era visto come una gag comica (una delle più divertenti della sit-com, in realtà) è oggi percepita come profondamente diseducativa e portatrice di violenza domestica e patriarcale, almeno secondo gli show runner de I simpson.  E così si chiude un’epoca Nell’episodio dello scorso 22 Ottobre, infatti, andato in onda negli USA e dal titolo McMansion & Wife, Homer promette a Marge Simpson, sua moglie, di non strangolare mai più Bart proprio perché, testuali parole, “i tempi sono cammbiati”. In realtà, il cambiamento era stato annunciato da un po’: già nel lontano 2013, quindi dieci anni fa, nell’episodio Love is a Many Strangled Thing (L’amore è una cosa molto strangolata) Homer ricorre a un terapista per chiedere aiuto nel suo difficile rapporto con Bart, promettendo che non lo strangolerà mai più.    Una promessa non mantenuta, però, e chissà che anche questo non sia un modo di ingannare il pubblico salvo far giocare a Homer per l’ennesima volta il ruolo di padre furioso?

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La vera storia di La bella e la Bestia in poche parole

La fiaba “La bella e la bestia” è amata dal pubblico per moltissimi motivi, il più importante dei quali è sicuramente il messaggio sulla bellezza interiore e il potere del vero amore. Insegnando che l’aspetto esteriore può essere ingannevole, la fiaba incoraggia il pubblico a guardare oltre le apparenze e ad apprezzare le qualità interiori di una persona. La vera storia di “La bella e la bestia”, tuttavia, è leggermente diversa da quella della Disney, anche se a non cambiare sono i significati dei personaggi, simbolo di resilienza, carità e pentimento. Una fiaba classica che ha radici antiche e numerose varianti culturali, però, non può non essere stata modificata nel tempo, ed è proprio quello che è accaduto alla prima versione di cui gli storici e i letterati hanno notizie, ossia quella scritta da Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve nel 1740. Ma prima, scopri un affascinante retelling di La bella e la bestia ambientato ai giorni nostri… Continua a leggere per scoprire la trama nel dettaglio La storia pubblicata nel 1740 con il titolo “La Belle et la Bête” ad opera di Villeneuve, infatti, è più lunga e complessa rispetto alle successive rielaborazioni.  E’ infatti suddivisa in due parti principali: la storia di Belle e la storia della Bestia. La prima parte racconta la vita di Belle, una giovane donna gentile e amabile, e le prove che deve affrontare a causa delle gelosie delle sue sorellastre. La seconda, invece, si addentra più nello specifico nelle dinamiche di coppia.  Non vi ricorda un po’ le vicende di Cenerentola? Ma bando alle ciance… La bella e la bestia, primo atto All’inizio della storia, Belle viene descritta come una giovane vivace e allegra, legatissima al padre, un mercante ricco ma sfortunato, che ha perso tutte le sue fortune in un naufragio. In seguito a questi eventi, il padre e le sue tre figlie si trasferiscono in una modesta casa di campagna. Un giorno, l’uomo riceve la notizia che le sue navi sono state ritrovate e che una parte della sua fortuna è stata recuperata, e decide di intraprendere un lungo viaggio. Se le sorellastre pretendono ricchi doni – era tradizione che i padri portassero qualcosa di ritorno da un viaggio – Belle gli chiede  di portarle una rosa, cosa che lui accetta di fare. Durante il viaggio di ritorno, il padre di Belle si perde nel bosco e finisce per soggiornare in un castello incantato, dove trova cibo e riparo. La bella e la bestia, secondo atto Il giorno seguente, l’uomo si imbatte in un giardino pieno di rose e decide di prendere una per Belle. A questo punto appare la Bestia, padrona del castello, furiosa per il furto della rosa. Il padre implora perdono, spiegando che era per sua figlia, ma la Bestia lo condanna a morte, a meno che Belle non prenda il suo posto nel castello. Belle accetta. Inizialmente spaventata e scoraggiata, scopre che la Bestia è gentile con lei e presto iniziano a sviluppare un’amicizia. Ogni sera la Bestia chiede a Belle di sposarlo, ma lei rifiuta, sentendo di non poter essere felice senza la sua famiglia di fianco a sé. Bell’esempio di amore filiale, che ne dite? Noi ragazze di oggi non saremmo state tanto pazienti con un padre che ci ha usate come merce di scambio. Nel frattempo, le sorellastre invidiose di Belle scoprono dove si trova e tentano di portarla via dal castello. Belle accetta di andare a casa per qualche giorno, ma promette di tornare indietro. Durante la sua assenza, la Bestia soffre e si ammala gravemente. Un’anziana fata appare a Belle in sogno e le rivela il passato della Bestia e il suo destino di essere liberato da un incantesimo d’amore. La giovane torna al castello in tempo per salvare la Bestia e dichiara il suo amore per lui. Con le sue parole, la Bestia si trasforma in un principe, finalmente libero dall’incantesimo. I due si sposano e vivono felici insieme per sempre.  Fin

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Quando Zerocalcare fu rifiutato da diversi editori

La parola d’ordine negli ultimi anni è: tutti pazzi per Zerocalcare. Noto per i suoi fumetti autobiografici, in cui racconta le sue esperienze di vita e le sue riflessioni su temi come la politica, la società e l’amore, Zerocalcare (vero nome: Michele Rech) ha guadagnato una vasta popolarità in Italia grazie ai suoi fumetti, che sono diventati bestseller e hanno vinto numerosi premi. Chi era Zerocalcare prima di Zerocalcare? Prima di diventare fumettista a tempo pieno, Zerocalcare ha svolto diversi lavori. Durante gli anni dell’università, ha lavorato come disegnatore di fumetti freelance per varie riviste, facendo anche l’illustratore per numerose case editrici. Successivamente, ha lavorato come tecnico del suono per concerti e eventi, occupandosi della gestione e dell’installazione dell’apparato audio. Questo lavoro gli ha permesso di viaggiare molto e di entrare in contatto con diverse realtà, esperienze che successivamente ha raccontato nei suoi fumetti. Dopo aver ottenuto un notevole successo con i suoi fumetti, ha potuto dedicarsi completamente alla sua carriera di fumettista e scrittore, diventando uno degli autori più apprezzati e riconosciuti in Italia. I più bei libri di Zerocalcare Sapevi che Zerocalcare è stato rifiutato da diversi editori? In un’intervista a BSTM condotta da Gianluca Gazzoli, Zerocalcare ha ammesso di essere stato rifiutato da diversi editori prima di diventare il personaggio amato che è oggi. Nel periodo in cui stava cercando di pubblicare il suo primo fumetto, “La profezia dell’armadillo“, molti editori non erano convinti del suo potenziale commerciale e hanno rifiutato di credere in lui. Ciononostante, Michele non si è arreso e ha deciso di autoprodurre il fumetto, finanziando personalmente la sua stampa. Eh già, Zerocalcare era una sorta di protoself – publisher, prima di approdare alla sua attuale casa editrice. Incredibile, vero? Ecco cosa ha dichiarato durante l’intervista: Mi avevano sbattuto la porta in faccia tutti; la motivazione? In Italia non c’era un mercato adatto al mio stile. Andavano bene i Dylan Dog o il grottesco Disney destinato ai ragazzi, ma non un fumetto il cui scrittore sia al tempo stesso disegnatore e autore di testi tanto grotteschi e personali. Quando ho avuto successo, tutti sono tornati (ovviamente) ma la cosa più incredibile è che, ogni volta che faccio un’intervista, tutti dicono: “Zerocalcare lo abbiamo inventato noi!” Michele Rech (in arte Zerocalcare) I migliori fumetti del 2023 I più bei libri di Zerocalcare

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Perché Land Editore non ha una collana LGBTQIA+?

Chi ci conosce, sa che Land editore ama suddividere i propri libri in generi  letterari, questo non perché ci piacciono le semplificazioni ma in quanto ci permettono di aiutare i lettori e le lettrici nella scelta del prossimo libro da leggere.  Al punto che ne abbiamo fatto anche una mappa! In arrivo il gruppo di lettura della grande mappa del romance Inoltre, suddividere i romanzi in generi serve a lettori, operatori culturali e librai per orientarsi nel nostro catalogo,. Tuttavia… Una domanda che ci è stata posta spesso riguarda l’assenza di libri a tema amore gay nella nostra offerta, e di una collana interamente dedicata a storie omosessuali o LGBTQIA+.  In realtà Land Editore sta per pubblicare un romance MM, Il ballerino (Sonja G.Rosenkov) che inaugurerà la nostra entrata nel mondo delle storie d’amore gay.  Siamo felici di questa new entry e sempre ben disposti nei confronti di questo genere, come dimostreremo nel prossimo futuro.  Un’altra cosa da considerare è che, nonostante a volte non sembri, la nostra casa editrice è tremendamente giovane. Siamo nati da tre anni e pubblichiamo libri da due, quindi non c’è stato molto tempo per spaziare tra i generi. Confidiamo, nel futuro, di offrire una scelta sempre più vasta e che accontenti i gusti di tutti.  Ma… c’è un MA. Abbiamo scelto di non creare una collana appositamente dedicata ai romanzi MM perché farlo, secondo noi, significherebbe voler in qualche modo ghettizzare questi libri,  destinandoli a un unico target, mentre secondo noi l’amore è amore sempre e l’amore gay non ha bisogno di essere ingabbiato in una collana a sé, separando i romanzi da tutte le altre storie d’amore.  Per quei lettori che amano o che, al contrario, preferiscono non leggere gay romance, basterà dare una lettura veloce alla sinossi (cosa che consigliamo sempre di fare, perché in fondo  il detto che non si giudica un libro dalla copertina è ancora vero), ma siamo convinti che la nostra scelta di non creare una collana apposita vada nella giusta direzione, ossia quella della normalizzazione dell’amore libero, qualsiasi esso sia. Solo il tempo ci potrà dire se abbiamo torto o ragione.   E tu che ne pensi? Lascia un commento sotto al post per dirci se sei d’accordo con noi o se, al contrario, vorresti una collana interamente dedicata al MM romance. Leggi anche Iscriviti * indicates required Email Address * Inserisci qui il tuo indirizzo email Il tuo nome e cognome * Inserisci il tuo nome e cognome qui

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