Curiosità sull’epoca vittoriana: stranezze, abitudini e storie incredibili

L’epoca vittoriana è stata un periodo affascinante, per non dire… bizzarro. Se da un lato abbiamo assistito a grandi cambiamenti e rivoluzioni, dall’altro le abitudini e le convinzioni di questa società ci lasciano spesso a bocca aperta (e a volte un po’ perplessi). Dalle cure mediche improbabili alle superstizioni quotidiane, l’epoca vittoriana è un vero e proprio “catalogo” di stranezze. Scopriamo insieme alcune delle curiosità più incredibili e un po’ assurde che hanno caratterizzato questo periodo storico!

Medicine “miracolose”: dalla tintura di oppio al mercurio

I vittoriani avevano la soluzione per ogni malanno… peccato che, più che curare, alcune di queste medicine “miracolose” avrebbero fatto venire un infarto a qualsiasi medico moderno. Prendiamo, ad esempio, la tintura di laudano, un intruglio a base di oppio che veniva somministrato per qualsiasi cosa: dall’insonnia al mal di testa, dai nervi “agitati” alla semplice voglia di rilassarsi.

E che dire del mercurio, usato per trattare ogni tipo di malattia, dalle infezioni alla sifilide? Sì, il mercurio – che oggi sappiamo essere tossico – era considerato una panacea. Insomma, se i vittoriani sono riusciti a raggiungere l’età moderna, forse è solo perché avevano un sistema immunitario da supereroi!

Il culto del lutto: quando vestirsi di nero era più di una moda

I vittoriani avevano una vera ossessione per il lutto. Quando una persona cara passava a miglior vita, i familiari dovevano seguire una rigida etichetta di “lutto profondo”. Questo significava vestire di nero (e solo di nero) per mesi, se non anni, a seconda del grado di parentela con il defunto. E non pensare che si trattasse solo di una formalità! Il lutto era preso estremamente sul serio, tanto che esisteva un’intera industria dedicata agli abiti da lutto, e perfino gioielli “di ricordo” creati con capelli del defunto.

Ma non finisce qui: il lutto poteva anche influenzare il modo in cui si parlava e si socializzava. Alle donne in lutto, ad esempio, era vietato partecipare a eventi sociali o divertirsi. Se non era un “divertimento” questo! La regina Vittoria stessa, dopo la morte del marito, indossò abiti neri per il resto della sua vita, dando il via a una moda del lutto che divenne un vero e proprio fenomeno.

Fotografie post-mortem: un ricordo eterno… e inquietante

Ecco una delle usanze vittoriane più stravaganti (e, per noi, decisamente inquietante): le fotografie post-mortem. Sì, hai letto bene. Poiché la fotografia era ancora un lusso, molte famiglie non avevano immagini dei propri cari quando erano in vita. Così, alla loro morte, i parenti organizzavano sessioni fotografiche per immortalare i defunti in pose che li facessero sembrare… ancora vivi.

I bambini venivano adagiati in pose serene, magari con i loro giocattoli preferiti, mentre gli adulti venivano messi seduti come se fossero semplicemente addormentati. Un’usanza che oggi potrebbe sembrare macabra, ma che per i vittoriani era un modo per conservare il ricordo di chi non c’era più. Un po’ sinistro? Sicuramente, ma i vittoriani avevano un rapporto con la morte decisamente diverso dal nostro.

Superstizioni e stranezze quotidiane: tra ombrelli in casa e corvi di cattivo augurio

La superstizione vittoriana merita un capitolo a parte. I vittoriani erano talmente ossessionati dalla sfortuna che vivevano circondati da regole non scritte su cosa si potesse o non si potesse fare per evitare la malasorte. Aprire un ombrello in casa? Guai! Questo avrebbe portato sciagure su tutta la famiglia. Far cadere il sale? Male anche questo! Si diceva che attirasse gli spiriti maligni.

Ma non finisce qui: un solo corvo appollaiato sul tetto era visto come presagio di morte, e rompere uno specchio non solo portava sette anni di sfortuna, ma anche una sorta di “ferita dell’anima”. I vittoriani avevano davvero un’ossessione per la sfortuna, e forse non avevano tutti i torti: considerando le strane abitudini mediche e il culto del lutto, la vita doveva sembrare loro un continuo (e faticoso) esercizio di sopravvivenza.

Bellezza vittoriana: piombo e veleno per un colorito perfetto

Quando si trattava di bellezza, i vittoriani erano disposti a tutto… anche a rischiare la vita. Uno dei segreti di bellezza più diffusi era la cerusa, un composto a base di piombo per sbiancare la pelle. Una pelle pallida era infatti simbolo di nobiltà e ricchezza, ma il piombo è altamente tossico. Alcune donne utilizzavano anche il belladonna per dilatare le pupille e ottenere uno sguardo più “profondo”. Solo che il belladonna è… velenoso! La ricerca della bellezza perfetta era tanto estrema quanto pericolosa, e molti finirono per pagarne il prezzo.

Insomma, tra piombo e veleni, i rituali di bellezza vittoriani erano quasi letali. Eppure, per quanto ci sembrino incredibili, dimostrano come l’ossessione per la bellezza sia un fenomeno senza tempo.

Oggi: le stranezze vittoriane che sopravvivono

Per quanto alcune di queste usanze possano sembrarci folli, alcune stranezze vittoriane sono arrivate fino ai giorni nostri. Ad esempio, l’usanza di indossare abiti scuri in segno di lutto e la passione per i rituali di bellezza (meno tossici, per fortuna). E chi non conosce almeno una persona superstiziosa che evita i “presagi” di sfortuna?

L’epoca vittoriana resta una fonte inesauribile di curiosità e stranezze, un periodo storico che, con le sue contraddizioni e bizzarrie, continua a stupirci e a farci sorridere. Alla fine, ogni epoca ha le sue stranezze… chissà quali delle nostre abitudini sembreranno assurde tra cento anni!

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