Nel documentario youtube dal titolo Il totalitarismo di Mussolini, lo storico e docente Alessandro barbero afferma una verità che dovrebbe farci riflettere: l’America degli anni Quaranta e la Germania nazista condividevano diverse similitudini, prima fra tutte l’organizzazione della società e delle classi in razze.
Come giunge Barbero a questa riflessione?
In questo particolare documentario, Alessandro Barbero confronta il totalitarismo di Benito Mussolini con altri regimi simili, che negli stessi anni martoriarono l’Europa, a partire dalle similitudini tra il regime nazista e il comunismo di Stalin nell’ex unione sovietica. In opposizione agli storici che paragonano sin troppo spesso nazismo e comunismo, Barbero pone una riflessione interessante, ossia l’idea che questi due tipi di totalitarismi condividessero sì la mancanza di libertà di pensiero, ma in realtà erano profondamente diversi, in quanto la Germania di Hitler era interamente fondata su una solida teoria razziale, che divideva la popolazione in razze elette, come quella ariana, e in razze inferiori: principalmente zingari, omosessuali ed ebrei.

Molto diverso, invece, il totalitarismo staliniano, che era fondato su una dottrina economica e non razziale.
In questo senso, Barbero sostiene che la vicinanza più lampante del ‘900 fu quella tra totalitarismo hitleriano e democrazia americana, in quanto entrambe erano basate su una rigida divisione fondata sull’idea di razza. Per avvallare la propria tesi Barbero ricorda che, fino alla prima metà del 900 e oltre, i neri in America dovevano utilizzare bagni separati e sui bus non potevano sedersi nei posti riservati ai bianchi. La stessa cosa accadde nella Germania nazista di Hitler dei primi anni, quando ancora il dittatore non aveva elaborato il suo folle piano di sterminio a danno delle razze inferiori, limitandosi a ostacolarne in tutti i modi la permanenza in terra teutonica.
Una tesi molto interessante quella proposta dal professore, che andrebbe approfondita più di sovente per meglio comprendere la complessità di un mondo che non si divide semplicemente in democrazie buone e totalitarismi cattivi, ma che contiene in sé tantissime sfumature inaspettate.