Immaginate di essere nel Medioevo, un periodo non esattamente noto per il suo surplus alimentare. Poi arriva il 1315, anno di inizio del periodo terribile noto come la Grande Carestia. Questi anni di fame e miseria videro intere comunità sull’orlo della disperazione, con storie di cannibalismo che, pur se forse esagerate, rivelano la disperazione profonda di quei tempi.
In questo contesto drammatico la vicenda di Hansel e Gretel prende forma non solo come un’avventura oscura, ma come lo specchio di una pratica tragica e dolorosamente comune: l’abbandono dei bambini. Spinti dalla fame e dalla disperazione, molti genitori dell’epoca furono costretti a lasciare i propri figli per ridurre il numero di bocche da sfamare.
Abbiamo già vagamente accennato agli episodi tristemente comuni di cannibalismo che permeano le cronache di quel periodo; è qui che entra in gioco la figura della strega, proprietaria di una casa fatta di dolci. A prima vista la casa è il sogno di ogni bambino affamato, ma sotto la superficie zuccherina si nasconde il terrore di un mostro che vuole mangiarli. Ecco allora la metafora del cibo stesso diventato un lusso tanto desiderato quanto pericoloso in tempi di carestia, ma anche del rischio che all’epoca terrorizzava in molti, ossia l’idea di poter essere vittime di episodi feroci di cannibalismo… episodi che, inutile sottolinearlo, vedevano a rischio soprattutto i bambini.
Il cannibalismo durante la Grande Carestia
La carestia del 1315-1317 fu innescata da un insieme di condizioni climatiche avverse che si protrassero per più anni. Un periodo prolungato di clima freddo e umido, noto come la Piccola Era Glaciale, colpì l’Europa del tempo, rovinando i raccolti e riducendo le scorte alimentari. Il maltempo, unito a una popolazione che negli anni era cresciuta e aveva raggiunto il limite, creò una situazione catastrofica.
Cronisti come Jean de Venette documentarono gli effetti devastanti della carestia, inclusi i famigerati episodi di cannibalismo. Resoconti che descrivono situazioni in cui i corpi dei defunti venivano disotterrati per essere consumati e casi in cui i genitori erano spinti a mangiare i propri figli. Sebbene tali storie possano essere state esagerate o divenute simboliche (com’è appunto il caso di Hansel e Gretel), riflettono l’estremo livello di disperazione e collasso sociale del Trecento.
Attenzione, però: cannibalismo durante la Grande Carestia non fu certo (e per fortuna!) un fenomeno generalizzato in modo uniforme, ma piuttosto un segno estremo di crisi in specifiche aree o comunità particolarmente colpite. Questi atti erano spesso visti come un tabù enorme, infranto solo nelle circostanze più disperate.
Coming soon
