Cinema

Alda Merini in Folle d’amore: progetto interessante o buco nell’acqua?

A cura di Il film per la tv sulla vita di Alda Merini è stato un top o un flop? Direi un MHE. Condensare in un’ora e mezza la vita di un personaggio famoso non è mai semplice, ma a qualcuno è riuscito abbastanza bene. Nel caso di “Folle d’amore”, biopic su Alda Merini, il risultato non è stato meraviglioso. Sì, una vita interessante quella della Merini, ma raccontata di gran fretta e al limite del fotoromanzo. Laura Morante è brava, ma non convince nei panni di Alda. Le due attrici che la interpretano adolescente e giovane donna sono molto incisive, nulla da dire. Ciò che non funziona bene è la sceneggiatura, a mio parere. La vediamo anziana, vicina al giovane Arnoldo Mondadori, che pare un suo assistente, quasi un badante, che ne conquista la fiducia e al quale racconta molti episodi della sua vita.  Il film ci parla degli amori, tormentati, dei ricovero in manicomio. Solo qui, purtroppo, viene espresso ciò che la scrittura era per la poetessa: un momento salvifico, l’unico modo per essere e sentirsi sé stessa. Avrei voluto sapere di più del suo lavoro con le parole, mentre lo spazio dato alla Merini artista è poco rispetto allo spazio dato alla Merini donna “difficile”. Il film tv è purtroppo deboluccio, non abbastanza incisivo. Peccato. LEGGI ANCHE firstletter 22.04.23 Il primo progetto First Letter sta per vedere la luce: presentazione di Silvia Dal Cin e Matteo Della Libera Grandi novità in casa First Letter Editrice: il progetto è ufficialmente avviato, e al Salone del libro di Torino di quest’anno verrà presentato il primo Read More firstletter Sopravvivere all’adolescenza: consigli per genitori di teenager 13.03.24 firstletter La disavventura di Nicoletta Costa e della raccomandata indirizzata al suo Giulio Coniglio 29.02.24 firstletter Perché mio figlio non gioca da solo? 15.02.24 firstletter Questo non lo puoi (più) leggere. Il caso Dahl e la censura nei libri per bambini 15.02.24 firstletter Octopus’s Garden di Beatles e Ben Cart: la recensione di Land Magazine 28.01.24 firstletter L’istinto materno esiste? 21.01.24 firstletter Scegliere il liceo giusto per i propri figli: consigli utili 18.01.24 firstletter Cosa fare se tuo figlio non crede più a Babbo Natale? 06.01.24

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Povere Creature: Emma Stone brilla di luce propria, ma il film non convince

A cura di Scopri i libri di Alessia Cannizzaro su Amazon.it Un concentrato di ironia e sarcasmo, una critica alle contraddizioni della società moderna: Povere creature di Yorgos Lanthimos è tutto e il contrario di tutto, senza vie di mezzo Povere Creature, adattamento del romanzo di Alasdair Gray ad opera del regista Yorgos Lanthimos, è un film che si presenta come un’opera ambiziosa e ricca di spunti interessanti, ma che purtroppo non riesce a raggiungere in maniera piena e completa il climax narrativo. Un pout pourry di cose già viste, un mix di linguaggi e sottogeneri che, seppur mischiati con maestria e in grado di raccontare una storia nella storia, mirano alla critica sociale ma finiscono per imbrigliarsi nella loro stessa maglia.  La pellicola narra la storia di Bella Baxter (Emma Stone), una giovane donna riportata in vita dopo un tragico evento da uno scienziato eccentrico, Godwin Baxter, interpretato da Willem Dafoe, che non a caso abbrevia il suo nome in God, ovvero Dio. Lui, altri non è che un novello Frankenstein, frutto anch’egli di avventate sperimentazioni del padre, fatte in nome del progresso e della scienza. Bella, la sua creatura, è dotata di un’intelligenza vivace e di una curiosità insaziabile, tipica di un bambino che guarda tutto con gli occhi della scoperta, senza pregiudizi o sovrastrutture. Bella inizia così un viaggio alla scoperta di sé e del mondo, alla perenne ricerca di una libertà che le viene comunque negata. Una libertà ancestrale che sente come bisogno, al pari di mangiare e dormire, una libertà fortemente ricercata che finisce però per sfociare in una costrizione che la imbriglia suo malgrado. Ogni cosa passa e attraversa la sfera sessuale. Tutto ha inizio e fine con il sesso e con il piacere che diventa anch’esso metafora sociale. Bella realizza il suo essere donna nel procurarsi piacere da sola o con l’aiuto degli altri e si stupisce che le altre donne presenti in casa non facciano lo stesso, mostrando un pudore e una ritrosia a suo dire immotivati. Ma la sua libertà sessuale la poterà a prostituirsi, vendendo per soldi quel corpo che tanto ammalia il genere maschile. Il suo corpo diventa dunque oggetto sessuale da cui trae profitto ma non più piacere. Si tratta quindi di una finta libertà, perché anche lei da donna libera ed emancipata dovrà sottostare alle regole che quel luogo impone e che a un certo punto iniziano a starle strette.  Emma Stone è la vera e indiscussa star del film. La sua interpretazione di Bella è magistrale: l’attrice riesce a dare vita a un personaggio complesso e sfaccettato, passando con disinvoltura dalla comicità al dramma. La sua performance è ricca di energia e di pathos, e cattura l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine.  Un plauso particolare va alla fotografia di Robbie Ryan che riesce a catturare perfettamente l’atmosfera onirica e surreale del film. Le scene sono curate nei minimi dettagli e l’uso di luci e colori crea un’atmosfera a tratti inquietante, a tratti affascinante. Le scenografie, ideate da Shona Heath e James Price, sono un vero e proprio capolavoro. Ispirate alle opere di Escher, creano un mondo distorto e labirintico, che riflette la confusione interiore di Bella. La casa di Bella, in particolare, è un vero e proprio enigma, con stanze che si susseguono senza logica e scale che conducono a luoghi irreali e immaginari. Tuttavia, il film non è privo di difetti. Alcune scelte stilistiche di Lanthimos, come l’uso di frequenti stacchi di montaggio e di una regia a tratti claustrofobica, possono risultare disorientanti e poco fluide. Inoltre, le musiche dissonanti di Jon Hopkins non sempre si integrano perfettamente con le scene, risultando persino sovrastanti e creando un’atmosfera a tratti dissonante e poco piacevole.  La pellicola sembra voler essere una satira sociale, una commedia dark e una riflessione filosofica allo stesso tempo, ma non riesce a trovare un equilibrio tra i diversi generi. Ne consegue un’opera che, pur essendo interessante e ricca di spunti, non raggiunge l’obiettivo che si era prefissata: un’aspra critica al patriarcato e alla supremazia dell’uomo sulla donna, relegata a oggetto sessuale e di proprietà esclusiva del padre/marito/uomo di turno. Bella si ribella e sceglie la sua libertà, ricalcando le orme del suo creatore. Ma da creatura che cresce, apprende e si evolve, si ritrova a compiere le stesse azioni, in nome di una scienza che in fin dei conti non ha reso nessuno davvero libero.  Povere Creature è un film che si lascia guardare per la bravura di Emma Stone da cui si resta ammaliati e piacevolmente sorpresi e per alcune trovate del regista che però rimandano ad altre pietre miliari del mondo del cinema, come la scelta del bianco e nero iniziale. Da omaggi a scopiazzature il passo è breve e chi ha una memoria lunga riesce a cogliere i tanti rimandi ad altri e di sicuro più originali capolavori.  Ami i romance ottocenteschi? Leggi

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Il loop delle serie tv: perché tendiamo a rivedere sempre le stesse?

A cura di “Ancora questi stai guardando? Ma non ti stanchi di vederli morire tutti?” (mia madre, in tv Grey’s Anatomy) “Uh, ma vedi qui che novità! Quante volte l’hai vista questa puntata?” (fidanzato – leggermente sarcastico -, in tv Una mamma per amica) “Ma a questo punto, non ti conveniva davvero fare l’avvocato?” (migliore amica, in tv Le regole del delitto perfetto)   Ve lo siete mai chiesti? Perché tendiamo a guardare regolarmente le stesse serie tv? Fino a una decina di anni fa, non lo nascondo, questa mia personale ossessione mi aveva a tratti turbata. Più le persone intorno a me tendevano a farmi notare quanto fosse strano che io mi accanissi su determinati telefilm, tanto da riguardarli ciclicamente, più io mi domandavo se alla base non ci fosse un problema reale. Con il tempo, poi, ho iniziato a conoscere persone che avevano la mia stessa abitudine: avere delle serie del cuore, quelle da cui tornare per trovare conforto. Ed eccolo qui il primo indizio: si può trovare conforto guardando un telefilm? Ebbene, sì. Negli anni mi sono documentata tramite il caro amico google per cercare di capire cosa ci fosse alla base di questa abitudine, che spesso porta a ignorare e scartare le nuove proposte che svariate piattaforme ci presentano tutti i mesi, per dedicarci quasi sempre alle stesse serie tv, spesso anche ventennali. E se vi nominassi The O.C.? Leggendo e informandomi, ho notato come il sentimento alla base di questa abitudine sia spesso la nostalgia: tornare a guardare telefilm che ci hanno fatto stare bene (perché visti in un particolare momento di vita, perché forieri di risate e vibes positive) ci porta a sceglierli ciclicamente. Non dobbiamo poi dimenticare che spesso, tornare dove siamo stati bene ci aiuta a tenere sotto controllo l’ansia. L’ansia è spesso e volentieri la paura di ciò che non si conosce, e quando la vita ti presenta conti e problemi, una via facile è quella che ci porta dritte sul divano, donando alla mente ciò che già conosce e che sappiamo non ci farà del male. Ma, ancora, quante volte rimaniamo con il telecomando in mano ad aspettare di prendere una decisione su quale serie tv vedere ma il catalogo è talmente ricco da non riuscire a scegliere? E allora che si fa? Ma sì, dai, magari mi rivedo Una mamma per amica finché non riesco a decidere. Nel mio caso, aggiungo, un’altra situazione che mi fa propendere al rivedere sempre le stesse serie è la seguente: sono sempre stata il tipo di persona che quando è in casa ha la tv accesa. Mi fa compagnia nelle svariate faccende da sbrigare ma anche se devo lavorare al pc, o quando scrivo. Mettere una serie mai vista quando non si è concentrati, però, ha come conseguenza che non si è attenti e si rischia di perdere scene importanti per la comprensione della trama. Soluzione: scegliere un telefilm del cuore, così da essere sicuri che qualsiasi parte si perda, non sarà mai necessario tornare indietro per riprodurre dal principio l’episodio. Tanto conosco tutte le puntate a memoria. Ora vi chiedo: aveva forse ragione mia mamma? Scopri il magazine Silvia Maira Marzo 10, 2024 Recensione: “La vita è bella, nonostante” di Sveva Casati Modignani C’è un tempo per gioire e un tempo per soffrire, perché la nostra vita è un’alternanza di giorni lieti e altri carichi di mestizia e, nell’intervallo tra gli uni e Read More admin Marzo 9, 2024 Gli errori grammaticali più comuni degli scrittori esordienti. Terza puntata: i “fiumi” dell’alcol Cari amanti delle parole, oggi ci addentriamo in un’altro terreno scivoloso della lingua italiana: la confusione tra “fumi” e “fiumi”. È un errore facile da commettere, ma con un po’ Read More admin Marzo 8, 2024 Giornata internazionale della donna: 10 libri da leggere La Festa della Donna, celebrata l’8 marzo, è una giornata dedicata al riconoscimento e al sostegno dei diritti delle donne in tutto il mondo, per celebrare i successi delle donne Read More admin Marzo 8, 2024 Virginia Woolf scrittrice, saggista, attivista britannica Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Ripercorriamo insieme la vita di una scrittrice che non ha mai avuto paura di esprimere le proprie idee.Nell’introduzione de La Read More Oriana Turus Marzo 8, 2024 GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELLA DONNA A CURA DI Per tutti l’8 marzo è la Festa della donna, giornata in cui si è soliti regalare la mimosa, simbolo e protagonista indiscussa della stessa. 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Oscar 2024: i momenti più iconici secondo Land Magazine

A cura di Il trionfo di Opperheimer era abbastanza annunciato e scontato. Ben 7 statuette su 13 nomination.  Vanno al film di Nolan, tra gli altri, i premi come miglior film, miglior regia (appunto, Christopher Nolan), miglior attore protagonista (Cillian Murphy ) e miglior attore non protagonista (Robert Downey JR).  Importanti le parole scelte da Murphy nel discorso di accettazione del premio: “Abbiamo fatto un film sull’uomo che ha creato la bomba atomica (…) vogliamo dedicare il premio a chi porta la pace”. Il premio come miglior attrice protagonista è andato a Emma Stone per Povere Creature (ndr. il suo secondo Oscar, dopo quello ricevuto per La La Land nel 2017), mentre la miglior attrice non protagonista è Da’Vine Joy Randolph (in The Holdovers). Miglior film straniero è La zona di interesse (peccato per il regista italiano Matteo Garrone, che gareggiava con Io Capitano). Il regista inglese, di origini ebraiche, ha parlato dell’occupazione, degli attacchi di Gaza, chiedendo la pace, visibilmente emozionato (durante lo svolgimento degli Oscar, circa un migliaio di manifestanti si sono radunati vicino al teatro e diversi artisti hanno indosssato delle spillette rosse sul red carpet). Miglior documentario 20 giorni a Mariupol. Anche in questo discorso di accettazione del premio si è parlato ovviamente di guerra e pace. “Questo è il primo Oscar della storia ucraina. E ne sono onorato. Ma probabilmente sarò il primo regista su questo palco a dire: vorrei non aver mai fatto questo film. Vorrei poter scambiare questo premio per la possibilità che la Russia non avesse mai invaso il nostro paese” ha detto il regista, tra gli applausi del pubblico. Discorso politico anche quello di  Jimmy Kimmel, che nel suo monologo di 13 minuti in apertura (ha iniziato scherzando con una scena tratta dal film Barbie e ne ha osannato la regista, ricordando che purtroppo però la stessa non è stata nominata come miglior regista!),  dopo aver introdotto tutti i grandi artisti presenti in sala, ha parlato anche dello sciopero che ha portato anche a maggiori regole per l’uso dell’intelligenza artificiale. Ma cos’altro ricorderemo di questi Oscar oltre ai premi? Sicuramente alcune performance maschili: – Ryan Gosling che ha cantato I’m just Ken (da Barbie), circondato da luci rosa, con occhiali da sole, in smoking rosa coperto di brillantini, guanti rosa, accompagnato da uno stuolo di ballerini e di altri Ken del film. Ottima performance dal vivo e divertente trovare alla chitarra Slash, che lo ha affiancato sul palco. – John Cena che ha presentato le nomination per i migliori costumi praticamente nudo, coperto solo dalla busta con i nomi dei candidati, dopo un spassoso scambio di battute con Kimmel (momento assurdo, lo ammetto). – Andrea e Matteo Bocelli che hanno cantato una splendida versione di “Con te partirò / Time to say goodbye”, inaugurando su uno dei palchi più prestigiosi del mondo i festeggiamenti per i 30 anni di carriera. Bocelli era già stati agli Oscar nel 1999 accompagnato da Celine Dion con la quale si era esibito sulle note di The prayer, ma sicuramente la performance con il figlio Matteo, inserita nella sezione In memoriam (dedicata agli artisti morti nell’anno) è stata altrettanto emozionante.   Una performance femminile, semplice e toccante invece quella di Billie Eilish, che ha cantato What was I made for? tratta dal film Barbie, accompagnata al pianoforte dal fratello. A soli 22 anni è l’artista più giovane ad aver vinto due Oscar! Ah, ve la ricordate Vanessa Hudgens, la Gabriella Montez di High School Musical? Sul red carpet ha sfoggiato un bel pancione, annunciando la gravidanza.       LEGGI ANCHE firstletter 22.04.23 Il primo progetto First Letter sta per vedere la luce: presentazione di Silvia Dal Cin e Matteo Della Libera Grandi novità in casa First Letter Editrice: il progetto è ufficialmente avviato, e al Salone del libro di Torino di quest’anno verrà presentato il primo Read More firstletter La disavventura di Nicoletta Costa e della raccomandata indirizzata al suo Giulio Coniglio 29.02.24 firstletter Perché mio figlio non gioca da solo? 15.02.24 firstletter Questo non lo puoi (più) leggere. Il caso Dahl e la censura nei libri per bambini 15.02.24 firstletter Octopus’s Garden di Beatles e Ben Cart: la recensione di Land Magazine 28.01.24 firstletter L’istinto materno esiste? 21.01.24 firstletter Scegliere il liceo giusto per i propri figli: consigli utili 18.01.24 firstletter Cosa fare se tuo figlio non crede più a Babbo Natale? 06.01.24 firstletter Intervista a Burabacio: la gentilezza è uno stile di vita 31.12.23

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