Il trionfo di Opperheimer era abbastanza annunciato e scontato. Ben 7 statuette su 13 nomination. Vanno al film di Nolan, tra gli altri, i premi come miglior film, miglior regia (appunto, Christopher Nolan), miglior attore protagonista (Cillian Murphy ) e miglior attore non protagonista (Robert Downey JR). Importanti le parole scelte da Murphy nel discorso di accettazione del premio: “Abbiamo fatto un film sull’uomo che ha creato la bomba atomica (…) vogliamo dedicare il premio a chi porta la pace”.
Il premio come miglior attrice protagonista è andato a Emma Stone per Povere Creature (ndr. il suo secondo Oscar, dopo quello ricevuto per La La Land nel 2017), mentre la miglior attrice non protagonista è Da’Vine Joy Randolph (in The Holdovers).
Miglior film straniero è La zona di interesse (peccato per il regista italiano Matteo Garrone, che gareggiava con Io Capitano). Il regista inglese, di origini ebraiche, ha parlato dell’occupazione, degli attacchi di Gaza, chiedendo la pace, visibilmente emozionato (durante lo svolgimento degli Oscar, circa un migliaio di manifestanti si sono radunati vicino al teatro e diversi artisti hanno indosssato delle spillette rosse sul red carpet).
Miglior documentario 20 giorni a Mariupol. Anche in questo discorso di accettazione del premio si è parlato ovviamente di guerra e pace. “Questo è il primo Oscar della storia ucraina. E ne sono onorato. Ma probabilmente sarò il primo regista su questo palco a dire: vorrei non aver mai fatto questo film. Vorrei poter scambiare questo premio per la possibilità che la Russia non avesse mai invaso il nostro paese” ha detto il regista, tra gli applausi del pubblico.
Discorso politico anche quello di Jimmy Kimmel, che nel suo monologo di 13 minuti in apertura (ha iniziato scherzando con una scena tratta dal film Barbie e ne ha osannato la regista, ricordando che purtroppo però la stessa non è stata nominata come miglior regista!), dopo aver introdotto tutti i grandi artisti presenti in sala, ha parlato anche dello sciopero che ha portato anche a maggiori regole per l’uso dell’intelligenza artificiale.
Ma cos’altro ricorderemo di questi Oscar oltre ai premi? Sicuramente alcune performance maschili:
– Ryan Gosling che ha cantato I’m just Ken (da Barbie), circondato da luci rosa, con occhiali da sole, in smoking rosa coperto di brillantini, guanti rosa, accompagnato da uno stuolo di ballerini e di altri Ken del film. Ottima performance dal vivo e divertente trovare alla chitarra Slash, che lo ha affiancato sul palco.
– John Cena che ha presentato le nomination per i migliori costumi praticamente nudo, coperto solo dalla busta con i nomi dei candidati, dopo un spassoso scambio di battute con Kimmel (momento assurdo, lo ammetto).
– Andrea e Matteo Bocelli che hanno cantato una splendida versione di “Con te partirò / Time to say goodbye”, inaugurando su uno dei palchi più prestigiosi del mondo i festeggiamenti per i 30 anni di carriera. Bocelli era già stati agli Oscar nel 1999 accompagnato da Celine Dion con la quale si era esibito sulle note di The prayer, ma sicuramente la performance con il figlio Matteo, inserita nella sezione In memoriam (dedicata agli artisti morti nell’anno) è stata altrettanto emozionante.
Una performance femminile, semplice e toccante invece quella di Billie Eilish, che ha cantato What was I made for? tratta dal film Barbie, accompagnata al pianoforte dal fratello. A soli 22 anni è l’artista più giovane ad aver vinto due Oscar!
Ah, ve la ricordate Vanessa Hudgens, la Gabriella Montez di High School Musical? Sul red carpet ha sfoggiato un bel pancione, annunciando la gravidanza.
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