“Sagome di carta” di Eufemia Griffo: un viaggio tra magia, storia e profumi di erbe stregate

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Leggere Sagome di carta di Eufemia Griffo è un po’ come infilarsi in una macchina del tempo – non quella ipertecnologica che trovi nei film di fantascienza, bensì un vecchio carretto a ruote cigolanti, che ci porta indietro nel tempo a colpi di atmosfere antiche, profumi d’erbe e intrighi di paese. Ambientato nel borgo ligure di Triora il romanzo racconta la storia di Cordelia, giornalista e fotografa, che si ritrova invischiata (e in qualche modo anche stregata) nella storia oscura della caccia alle streghe del 1587. L’autrice usa la cornice storica per portarci in un mondo dove il passato e il presente si intrecciano in modo intrigante – e a volte un po’ inquietante.

Trama: magia e realtà che si scontrano con classe

La protagonista viene inviata a Triora per documentare e approfondire una storia che tutti, di solito, eviterebbero volentieri: la famosa caccia alle streghe. Eufemia Griffo non perde tempo a costruire l’atmosfera: i dettagli su Triora sono evocativi e riescono a trasmettere quell’aura di mistero e fascino decadente. La storia non è solo un’indagine storica, però; Cordelia si trova presto coinvolta in prima persona e, sorpresa delle sorprese, l’amore ci mette lo zampino, sotto forma di Massimiliano, un personaggio che aggiunge un pizzico di romanticismo e forse anche quel brivido che serve per alleggerire un tema piuttosto cupo.

Lo stile: una penna che profuma di passato… e di Eufemia Griffo

Parliamoci chiaro: Griffo sa scrivere. Il suo stile è elegante, ha una vena impattante che si fa sentire ma non sconfina mai nel lezioso. La sua prosa è fluida,  i dettagli sono dipinti con pennellate evocative che danno vita a Triora e alle sue atmosfere senza risultare didascalici. Eufemia è un’abile narratrice, ma non priva di vezzi: c’è una certa predilezione per i dettagli descrittivi, che non sempre possono incontrare i gusti di chi preferisce trame più “snelle”. Però, diciamocelo, chi non ama perdersi in qualche riga di descrizione quando si tratta di una storia di streghe? Griffo mescola con destrezza fatti storici e finzione, riuscendo a rendere credibili sia i personaggi del passato che quelli contemporanei.

 

Il tema: stregoneria e giustizia per le donne del passato

Uno degli aspetti più interessanti di Sagome di carta è l’intento  di riabilitare la figura della strega. Le donne perseguitate, rappresentate come erboriste e custodi di un sapere antico, emergono come vere e proprie vittime della paura e dell’ignoranza del tempo. Non sono affatto creature crudeli e anzi, vengono ritratte con una sorta di malinconica dignità che le rende incredibilmente affascinanti. Con delicatezza l’autrice rende omaggio a queste donne, fino a rendere il lettore un testimone di un passato ingiusto che, guarda caso, sembra riecheggiare ancora oggi: basti pensare che Cordelia, col suo spirito curioso e caparbio, ha anche lei i problemi che una donna indipendente di qualsiasi secolo deve fronteggiare per difendere e affermare se stessa. 

Punti di forza 

Tra i punti di forza di Sagome di carta ci sono l’ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi. Cordelia non è la solita protagonista eroina perfetta: è una donna moderna con le sue insicurezze e i suoi difetti, che si trova a fare i conti con un mondo che non conosce. L’incontro con Massimiliano aggiunge spessore emotivo alla storia, così come il contrasto tra l’oscurità del passato e un presente meno cupo e opprimente. 

 

Il parere di Land Magazine

Sagome di carta è un romanzo che si legge con piacere in un paio di giorni, specie se avete una passione per la storia e per opere che mescolano sapientemente finzione e realtà. Non aspettatevi un romanzo leggero e scanzonato, però, perché questo libro è un’immersione in un passato complesso e in atmosfere cariche di fascino e mistero. Griffo ci accompagna in una Triora oscura e suggestiva, dove ogni pietra racconta una storia e ogni profumo nasconde un segreto.

Romantico e intriso di malinconia, Sagome di carta è perfetto per chi ama le storie che lasciano il segno e che fanno sorgere qualche domanda sulla giustizia e sull’eredità del passato.

 

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