Jane Austen fu la prima donna a fare satira politica?

Se siete abituati a pensare a Jane Austen come all’autrice di innumerevoli romanzi d’amore, beh, non c’è niente che si allontani di più dal vero… o quasi.

Indubbiamente i libri della maturità ci restituiscono la figura di una Jane Austen romantica e profonda, ma nella sua giovinezza si divertì molto grazie all’arma affilata dell’ironia, e anche della satira politica.

I racconti satirici di Jane Austen fanno parte della più ampia raccolta Juvenilia, che comprende, come suggerisce lo stesso titolo, le opere giovanili dell’autrice. Sia beninteso: non ci troviamo di fronte a capolavori o opere imprescindibili per apprezzare la Jane Austen matura che tutti noi conosciamo e amiamo. Tuttavia, per gli estimatori più affezionati si tratta comunque di testi che svelano la psicologia e il complesso mondo interiore della scrittrice inglese. In particolare, alcuni di questi brevi racconti sono indice di una mente acuta ed estremamente ironica, se non cinica nel suo modo graffiante di prendere in giro la società dell’epoca… e anche il maschilismo che imperava tra gli intellettuali del Settecento.

Un delizioso esempio di quest’ironia la si ritrova nel brevissimo “Storia dell’Inghilterra: di uno storico ignorante e prevenuto”, un’opera che, pur non essendo un capolavoro per ciò che concerne trame e personaggi, si rivela tale per lo stile, perché forse per la prima volta una donna si cimenta nel difficile compito di fare satira politica. Una satira impietosa, cattiva e che mette in luce la grettezza di chi tifa ora per un partito ora per l’altro, ed è pronto a reinterpretare, se non a capovolgere, ogni cosa presente e passata: il mondo, la società e persino lo svolgersi e il dispiegarsi della Storia, il tutto per un bieco tornaconto personale.

Quando si parla di donne e letteratura ci si immagina che le scrittrici Settecentesche potessero cimentarsi solo ed esclusivamente in romanzi d’amore e in poesia sentimentale, ma con quest’opera Jane Austen ci dimostra il contrario, facendosi antesignana della satira politica al femminile. Non è un caso che l’autrice, nello scrivere la sua “Storia dell’Inghilterra” finga di essere un uomo, uno studioso tanto ignorante quanto fiero di esserlo, a cui tutto è concesso purché il suo lavoro diventi tifo cieco a favore di un partito politico. Un’opera estremamente attuale, benché scritta molti secoli fa, che Land editore ha deciso di inserire nella collana 30 minuti di First Letter Editrice.

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