intervista

Bere come un vero scrittore italiano per ragazzi – Stefano Bordiglioni

Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo con i grandi scrittori italiani della storia di oggi! Nell’età della crescita, i bambini imparano a conoscere il mondo e le emozioni umane; amano sfogliare libri e da questi assorbono tantissimo. Scrivere per ragazzi quindi è un compito di grande responsabilità: sono importanti i temi trattati e anche il modo in cui vengono raccontati. Stefano Bordiglioni Laureato in pedagogia a Bologna, ha scritto una tesi sperimentale davvero interessante che tratta la creatività infantile. Uno dei libri più rappresentativi della sua carriera di scrittore è infatti “Giochi di scrittura” (Einaudi Ragazzi, 2020): libro pensato per insegnanti di lingua italiana, riporta giochi di scrittura – tra cui alcuni ideati proprio da Stefano – che lui stesso ha utilizzato a scuola per far sapere ai suoi ragazzi che ci si può divertire componendo testi e filastrocche.  Autore molto prolifico, ha pubblicato storie per ragazzi delle scuole elementari e delle scuole medie. Genere storico, fantascienza, avventura vengono utilizzati per trattare temi importanti come l’adattamento alle situazioni, lo stress, la tolleranza, la diversità, il distacco e tanto altro. Il suo primo successo editoriale – edito da Mondadori Education e in continua ristampa – risale al 1996: “Guerra alla grande melanzana”, una storia fantascientifica che parla dell’altro, di vegetali mutanti, genetica e spazio-tempo.    Da insegnante di scuola elementare, Stefano è molto affezionato ai libri che ha ambientato a scuola, tra cui: –>“Dal diario di una bambina troppo occupata”, Einaudi Ragazzi–>“Il capitano e la sua nave”, Elle – Le letture–>“La congiura dei cappuccetti”, Einaudi Ragazzi Il suo premio più grande? Il bibliotecario di Pergine, dopo una presentazione, gli ha detto «Lei mi ricorda Gianni Rodari» e lui aveva davvero conosciuto Rodari. Una frase, quindi, che vale molto più del premio “Rodari” che Stefano ha vinto nel 1998 con il libro “Ambasciator non porta pena”. Cari lettori, dite sempre quello che pensate agli scrittori di cui leggete, perché non avete idea dell’enorme potere che hanno sull’autore le vostre parole. Scusate se mi sono dilungata più del solito in questa biografia, ma l’ho trovata così emozionante e piena di amore per la scrittura e per il suo insegnamento che non sono riuscita a trattenermi. Però a questo punto sarete curiosi anche voi di sapere se l’uomo dietro all’autore e insegnante ci rivelerà qualche sorpresa nelle sue abitudini alimentari.  Il rituale di scrittura Stefano è il primo autore per ragazzi che intervistiamo in questa rubrica, e la mia curiosità nel sapere le sue abitudini è alle stelle. Partiamo dal suo rito di scrittura:  «L’unico rito è spegnere la televisione. Qualche anno fa mi tenevo come sottofondo “Le quattro stagioni” di Vivaldi. Tante delle mie storie sono nate a scuola, per cui l’ispirazione me la davano i miei allievi e le situazione che nascevano dalle attività quotidiane. Ho sempre fatto seriamente il mio lavoro, però non sono mai mancate le occasioni per ridere e sorridere. Occasioni nate per caso oppure cercate: ad esempio la lettura a voce alta di libri – non miei – era un’occasione specialissima. Ricordo che un libro di Roddy Doyle, “Il trattamento ridarelli”, in una quarta l’ho dovuto leggere perfino tre volte in un anno.» Quasi per caso, ho scoperto che Stefano porta anche la musica a scuola: «Quando incontro le classi ho sempre una chitarra in mano e alterno alle mie storie, le mie canzoni. Le prime canzoni sono nate in classe per giocare con le parole, poi ne ho scritte più o meno duecento assieme a Marco Versari, musicista e amico, per accompagnare i miei libri di narrativa (Einaudi Ragazzi) e quelli per la scuola (Mondadori Education).» Tra le tante canzoni presenti sul web mi ha parlato di “Sugo e maccheroni” di Bordiglioni/Versari, una canzone orecchiabile che insegna ai ragazzi a fare da soli il loro primo piatto di pasta.  Un insegnante speciale, non c’è che dire; i suoi studenti sono davvero fortunati. Le risate e i sorrisi sono indispensabili, sempre! Anche da adulti, ma soprattutto da bambini.   Cosa beve Stefano Bordiglioni «La mia bevanda preferita è l’acqua gasata. Bevo birra solo quando mangio una pizza in pizzeria e non bevo alcolici. Li ho bevuti – soprattutto amari – in estate quando aiutavo la mia famiglia a gestire un albergo al mare: non potendo rifiutare le offerte dei clienti, bevevo un bicchierino di amaro e poi lo offrivo a mia volta. Però non mi sono affatto affezionato all’alcool e da allora non ne ho mai più bevuto. Bevo caffè, però. Caffè macchiato, due o tre in un giorno.» La birra con la pizza è proprio un classico intramontabile anche per chi, come Stefano, non ama gli alcolici. Chissà se sono le bollicine dell’acqua a dargli il giusto brio per scrivere filastrocche e libri divertenti.  La domanda di un consiglio di abbinamento per gustare la bevanda non è particolarmente indicata per l’acqua gasata, ma Stefano ci ha comunque resi partecipi di un suo ricordo d’infanzia. Ecco cosa ci ha detto: «Non ho particolari consigli da dare, anche perché all’acqua si associa praticamente a tutto, e la condizione ideale per berla è quando si ha molta sete. Scherzi a parte, questa domanda mi ha fatto tornare alla mente un cibo che ricevevo da bambino al pomeriggio come “merenda”: una fetta di pagnotta romana con sopra olio, sale e una strisciatina di pomodoro. Per me era la cosa più buona che ci fosse al mondo. Non era tuttavia un cibo privo di difetti: quando mangiavo questa semplice panzanella romana, dovevo mettere via il libro che stavo leggendo, per non riempirlo di macchie di olio e di pomodoro.» L’amore per i libri è qualcosa che ha fatto sempre parte della vita di Stefano: non gli impediva di fiondarsi su una succulenta panzanella romana, ma immagino un piccolo Stefano che mette al riparo il suo libro, una delle cose più preziose che ha tra le mani. E per immergersi totalmente nella dolcezza della vita di Stefano, ecco per voi… La lista della spesa acqua – rigorosamente gasata

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Bere come un vero scrittore italiano – Dio nella persona di Alessandro Paolucci

Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo con i grandi scrittori italiani della storia di oggi! Il primo uomo della nostra rubrica non poteva che essere un idolo… e infatti è proprio Dio, in persona però. Non poteva mancare, visto che è onnipresente, come il prezzemolo.No, non è Gesù. In effetti, non ci è dato sapere nemmeno se sia uomo o donna, il Dio vero intendo. Questa manifestazione divina mi sta confondendo, a ogni modo oggi abbiamo intervistato Dio incarnato in: Alessandro Paolucci Laureato in filosofia, Alessandro è diventato Dio su twitter per gioco, poi il suo profilo è diventato virale nel tempo. Tra le sue opere non troviamo solo l’Antico Testamento – che, come ci rivela «non me lo chiedono spesso» – ma una serie di libri stupefacenti… in tutti i sensi!  Oltre al romanzo –> Cercasi Dio: Anche senza esperienza (2019)ha infatti pubblicato: –> Storia stupefacente della filosofia – Oppio, Lsd e anfetamine da Platone a Friedrich Nietzche, ilSaggiatore 2022–> Storia stupefacente della scienza – Hashish, ketamina e funghi da Avicenna a Oliver Sacks, ilSaggiatore 2023 Nel 2012 ai Tweet Awards è stato nominato Miglior Cazzaro. «Tuttora la considero la mia vera laurea» dice. Insomma, oggi abbiamo Dio laureato in Cazzeggio. Un Dio molto alternativo! Ora capisco anche da dove arriva la mia confusione…Ehm, non so voi, ma io sono preoccupata di sapere cosa ci consiglierà. Il rituale di scrittura Quando Dio non ha l’occhio teso ad ascoltare preghiere e improperi che gli arrivano dalla terra, lui scrive. Gli abbiamo chiesto se ha un rituale di scrittura, se si isola – magari col triangolo fuori dalla porta per evitare le continue domande degli angeli. Ecco cosa ci ha risposto: «Isolarsi va sempre bene, anche quando non devo scrivere, ma ovviamente per scrivere aiuta molto. Qualcosa da bere sì, ma più che altro d’inverno, e deve accompagnare il dolcetto, possibilmente dolcetto al cioccolato, che è quello che rende possibile la magia. Se mi sento spompato vado di caffè, se sono già troppo carico vado di vino rosso. D’estate no, solo tanta acqua.» Okay, abbiamo imparato che, per i miracoli – soprattutto quelli più difficili, come scrivere libri – il potere è dato dalla cioccolata! Una mano santa per l’ispirazione. Quando scrive, Alessandro predilige caffè, vino rosso e acqua – bevande che da oggi andranno definite come “divine”! Cosa beve Alessandro Paolucci – alias Dio Qual è la bevanda preferita di Dio secondo voi? Piccolo suggerimento: deve sopportare tutte le schifezze che fanno i suoi personaggi di fango che si sono impossessati della Terra. «Citando appunto il mio libro Storia Stupefacente della Filosofia, pare che l’imperatore filosofo Marco Aurelio, per calmare le ansie del difficile lavoro di amministrazione dell’impero romano, si aiutasse 2-3 volte al giorno con una bevanda preparata dal suo medico Galeno, la teriaca, che era ritenuta la panacea di tutti i mali e ha avuto quasi due millenni di storia. Non posso affermare se ne faccio uso e dove, perché mi arresterebbero.» Diciamo che la sua bevanda preferita è più un sogno, che un vero consumo. Giusto? Non vogliamo certo rischiare di mandare Dio – nè Alessandro – dietro le sbarre!Ma… come si fa questa bevanda miracolosa? «La teriaca aveva circa 70 ingredienti, ma più il tempo passava e più aumentavano, ce n’era una versione da 90, ed era una collezione assurda di erbe, spezie e droghe che solo un imperatore poteva mettere insieme, con in più carne di vipera, il tutto edulcorato con un estratto di castoro che non descriviamo nel dettaglio per non urtare la sensibilità dei lettori. Non era alcolica, ma tra le tante cose conteneva oppio.La ricetta sarebbe lunghissima e complicatissima, e la complessità serviva proprio a spacciarla come una cosa speciale. Solo i migliori potevano riprodurre la vera teriaca, e se non faceva effetto e non curava tutti i mali la colpa era di chi l’aveva preparata, che non era abbastanza bravo. Per essere sinceri potremmo definirla un antico business truffaldino per medici bugiardi e speziali furbi, ma così finirebbe la magia.» E giustamente aggiunge: «Dovendo sacrificare vipere e castori nella preparazione, e dovendo aggiungere anche dell’oppio, la teriaca oggi sarebbe giusto un po’ illegale.» Castoro? Vipera? 😶Alessandro forse non ci ha invogliato sul sapore di questa bevanda, né sulla possibilità di assaggiarla, ma di sicuro ora avremo tutti voglia di leggere le sue storie stupefacenti per scoprire altri intrugli pazzeschi della storia! Mi trovo un po’ in difficoltà, ma ecco comunque per voi… La lista della spesa caffè vino rosso acqua dolcetti al cioccolato castori vipere op… ehm… oppallà! La bevanda eccola qua! Ovviamente vi sconsiglio caldamente di infilare una vipera nella vostra busta della spesa… Un immenso ringraziamento all’onnipotente Alessandro. L’intervista è finita, andate in pace. Vi è piaciuto questo articolo? Siete curiosi di scoprire i gusti di altri grandi – e magari anche piccoli – scrittori italiani?Restate con noi! Scopri Land Magazine Francesca Redolfi Luglio 25, 2024 Fughe letterarie: la letteratura di viaggio Di Francesca Redolfi Guarda su Amazon Da sempre il viaggio esercita una grande attrattiva sull’uomo, perché sinonimo di scoperta, arricchimento, nuove terre da esplorare.Anche il raccontare viaggi, la cosiddetta letteratura Read More Elisabetta Luglio 24, 2024 Blu d’inchiostro – l’emozione corre sulla punta di una penna blu Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO L’emozione corre sulla punta di una penna blu Gabriele è malato e, fin da bambino, la sua vita si consuma dentro una stanza Read More Oriana Turus Luglio 23, 2024 In estate anche il palato vuole la sua parte A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e Read More Elisabetta Luglio 22, 2024 Libri Agitati con Katia: portare i libri in corsia Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO Katia Lo Vercio è una parrucchiera stravagante drogata di libri, soprattutto romance. La sua vivacità,

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Bere come un vero scrittore italiano – Licia Troisi

Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo con i grandi scrittori italiani della storia di oggi! Se vi chiedessi il primo nome che vi viene in mente parlando di fantasy italiano, cosa mi rispondereste? Sì, è proprio lei, la scrittrice italiana di fantasy più conosciuta: Licia Troisi Licia deve avere una penna ultraterrena per quanto è prolifica: comincia a pubblicare da giovanissima e sembra tuttora inarrestabile. Chi di noi, generazione anni ’80 e ’90, dice di non conoscere il Mondo Emerso mente.  Citando i suoi ultimi lavori troviamo:  –> Una saga fantasy, “Le guerre del multiverso” (“Poe. La nocchiera del tempo”, Rizzoli 2022 e “Poe e la cacciatrice di draghi”, Rizzoli 2023)–> Un giallo: “La luce delle stelle”, Marsilio 2024 –> Un saggio di divulgazione scientifica: “Astrofisica per ansiosi. Tutti i modi in cui l’universo potrebbe ucciderci”, Rizzoli 2023 Non solo fantasy quindi, ma anche nuovi generi letterari e saggi di astrofisica, materia in cui Licia è laureata che le ha permesso di vincere i premi Cosmos e Asimov con “La sfrontata bellezza del cosmo”.  Ma non è conosciuta solo in Italia: la traduzione francese di “I casi impossibili di Zoe e Lu – Un’amica da salvare” le ha portato il premio Prix des Embouquineurs 2023-2024 direttamente dalla Francia. Scopriamo ora i suoi consigli e vediamo se riesce a trasmettere un po’ di magia creativa anche a noi. Il rituale di scrittura Abbiamo chiesto a Licia se ha un rituale di scrittura, ecco cosa ci ha risposto: «In generale no. In linea di massima, però, quando mi siedo alla scrivania mi prendo prima qualche minuto per svuotare la mente vagando sui social. D’inverno mi piace molto bere il tè mentre scrivo, ma sono tutte cose di cui posso anche fare a meno. A volte, per dire, scrivo in treno, e lì nessun rituale specifico, a parte un po’ di rumore bianco nelle cuffie se la carrozza è molto rumorosa.» Abbiamo scoperto che il tè non è indispensabile, ma vediamo a cosa non rinuncerebbe mai! Cosa beve Licia Troisi «La birra, in particolar modo la weiss tedesca o la blanche belga. Delle italiane, invece, mi piace l’Ichnusa. In genere la bevo quando vado in pizzeria, ma qualche volta mi è capitato di farlo anche a casa, sempre in occasione di qualche pasto un po’ diverso dal solito.» Insomma, Licia una di noi: come rinunciare alla birra mangiando la pizza? E non può certo darci la ricetta per preparare queste birre, come ci dice giustamente «occorrerebbe chiederlo a un monaco trappista.»  Però ci ha voluto lasciare qualche altra curiosità:  «Posso dire come la bevo io: ovviamente gelata, se weiss in quel bel bicchiere lungo e stretto, che si allarga in cima, e che per me sa tantissimo di Germania e dei tre mesi in cui ho vissuto a Monaco di Baviera; se blanche in una bella coppa larga, l’Ichnusa direttamente dalla bottiglia. No ghiaccio please.» Anche solo pensare al ghiaccio nella birra… brr, mi è venuta la pelle d’oca.  Alla richiesta di un consiglio aggiuntivo per i nostri lettori, Licia ci ha lasciato con un’emozione: l’emozione che le porta la birra.  «La birra in generale è perfetta quando fa caldo; non trovo ci sia niente di più rinfrescante che un bel sorso di birra in una sera estiva. Può aprire il pasto o accompagnare una pizza, si può berla da sola oassieme agli amici. Il primo sorso per me ferma il tempo, riallinea tutto e cancella la stanchezza della giornata.» In questo caldo afoso, che è solo agli inizi, le parole di Licia mi hanno già rinfrescato… e fatto venire una voglia matta di birra! Quindi ecco per voi…  La lista della spesa Bustine di tè per superare l’inverno Birra weiss tedesca Bicchiere lungo e stretto per la weiss Birra blanche belga Coppa larga per la blanche Ichnusa (vietato versarla nel bicchiere!) Pizza Ringrazio tantissimo Licia Troisi che ci ha svelato i suoi gusti e ci ha resi partecipi delle sue sensazioni.  Credo che ora mi tornerà in mente ogni volta che berrò la birra, e non solo quando passerò davanti alla mia libreria. Eh già, vi svelo un segreto: per anni online mi sono chiamata Nihal86… e se non sapete chi è, dritti di corsa a leggervi “Le cronache del Mondo Emerso”! Vi è piaciuto questo articolo? Siete curiosi di scoprire i gusti di altri grandi – e magari anche piccoli – scrittori italiani?Un piccolo anticipo: in ottobre avremo un’altra grande scrittrice italiana! E chissà se prima o poi riusciremo a stuzzicare il palato anche di qualche scrittore, o se questa rubrica resterà tutta al femminile. Scopri Land Magazine admin Luglio 7, 2024 Giornata Mondiale del Cioccolato: Celebra con una Ricetta di Cioccolata Calda da “Castle Heart: Schegge nel Cuore” di Isabella Vinci Il 7 luglio è una data che tutti gli appassionati di cioccolato dovrebbero tenere a mente: è la Giornata Mondiale del Cioccolato! Questa deliziosa ricorrenza è l’occasione ideale per concedersi Read More admin Luglio 7, 2024 Giornata Mondiale del Cioccolato: Festeggia con una Deliziosa Ricetta di Crepes al Cioccolato Il 7 luglio è una data speciale per tutti gli amanti del cioccolato: è la Giornata Mondiale del Cioccolato! Questa celebrazione internazionale è l’occasione perfetta per indulgere nella delizia dolce Read More admin Luglio 6, 2024 I sensitivi nella risoluzione dei crimini: il parallelo tra finzione e realtà Il crimine non paga, ma a quanto pare i sensitivi sì. 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Intervista a Giorgio Borroni: sceneggiatore, scrittore e traduttore di importanti classici

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Ciao, Giorgio, e grazie per essere qui con noi di Land Magazine. Parlaci un po’ di te: quando hai iniziato a scrivere? Grazie a te, lieto di essere “atterrato” su Land Magazine! Sono della classe ’77, ho una laurea in Lettere e un master, più vari diplomi in Scrittura Creativa, Pittura Digitale, Comics e Zbrush. Per un po’ ho fatto il traduttore di classici, romanzi e fumetti, poi nel 2014 ho iniziato anche a produrre qualcosa di mio. Ho giornate piuttosto piene, perché ho molti interessi, fra cui la scherma a livello sportivo e ovviamente leggere libri (molti in audio in macchina, per ottimizzare) e fumetti. Oltre a essere uno scrittore apprezzato sei anche un esperto traduttore, tra i tuoi lavori si annoverano Frankenstein di Mary Shelley (Feltrinelli), Dracula di Bram Stoker (Barbera) e La lettera Scarlatta di Hawthorne (Liberamente). Adesso io voglio chiederti: quanto ha influito la traduzione di questi importanti classici nel tuo processo di scrittura? Cosa hai imparato dai maestri del passato? Sicuramente l’utilizzo di vari registri linguistici: se ti ritrovi a dover rendere il dialetto scozzese e passare subito dopo al parlare forbito di un conte, beh, alla fine torna comodo per caratterizzare un personaggio. Riguardo ai fumetti, credo che siano molto utili perché l’inglese è molto più “corto” dell’italiano, quindi devi tradurre, ma anche rendere al meglio in poco spazio ogni singola sfumatura: questo ti abitua alla brevità, al non metterti in trappola da te impantanandoti in periodi contorti e per una scrittura agile penso sia la base. Sulla struttura della trama e su come i tempi narrativi sono cambiati, beh, la traduzione di un classico credo sia un must, come credo che tradurre in genere ti porti a informarti, a imparare cose nuove su culture diverse e abitudini. Una volta mi sono dovuto documentare sul waterboarding e sono incappato in un manuale in pdf di tortura iracheno, forse a volte documentarsi troppo non conviene! Il blocco dello scrittore: ti è mai capitato? E cosa fai per superare l’ostacolo? Ho frequentato un corso di Scrittura Creativa proprio per questo motivo: avevo sempre cercato di scrivere, ma un blocco psicologico me lo impediva. Anche ora scrivere mi mette a disagio, ma la differenza è che ho imparato a essere professionale e se mi viene commissionato qualcosa non declino l’offerta come facevo un tempo. Ho imparato tecniche narrative anche per osmosi, leggendo molto, quindi dove non arriva l’illuminazione arrivano la disciplina e la necessità di tirare fuori qualcosa di decente entro la scadenza: semmai il mio problema è il “taglio del peso”, come nel pugilato, ovvero far rientrare il testo nel numero prestabilito di battute. In genere non credo nell’ispirazione, quella è per i grandi artisti: Dalì poteva pure permettersi di oziare per mesi, io invece sono un artigiano e devo far funzionare le cose costi quel che costi. Tre libri che ti fanno sentire a casa. L’uomo nella casa della carne, di George R.R. Martin, un romanzo breve contenuto nella raccolta Splatterpunk. Mi fa sentire a casa perché a sedici anni lo lessi e ne rimasi colpito, tanto che quando Martin venne al Lucca Comics e io non potei dirglielo di persona causa fila chilometrica di gente che voleva farsi firmare l’autografo, beh, glielo scrissi via mail, dandomi dell’idiota perché non credevo avrebbe risposto, e facendo la stupida scommessa che in caso contrario avrei scritto anche io. Non ci crederai, mi rispose! L’esorcista di William Peter Blatty: questo dovrebbe essere studiato in ogni corso di scrittura creativa, anche dai non amanti dell’horror. La caratterizzazione dei personaggi è così perfetta che la crisi spirituale di Padre Merryn colpisce anche gli atei e l’umanità che traspare da Padre Karras è dipinta in modo perfetto. Blackmoor di Edward Hogan. Quando lavoravo per una casa editrice valutando inediti in Italia mi imbattei in questo gioiello thrillerromanzo di formazione. Dissi che lo avrei tradotto anche gratis, ma non venne opzionato nonostante i pareri positivi… i misteri dell’editoria italiana! Parla della amicizia tra due dodicenni reietti: lui un ragazzo che cerca disperatamente di sapere come è morta la madre, considerata una strega perché albina, lei una ragazza figlia di un’egiziana e vittima quindi di pregiudizi. Non dico altro, a parte che se c’è qualche editore in giro che compra i diritti deve assolutamente farmi un fischio perché rilancio l’offerta della traduzione gratis! Quali sono, secondo te, gli errori di uno scrittore esordiente? Ce ne sono tanti che hanno a che vedere con la mancanza di tecnica e molti altri che hanno a che vedere con la mancanza di umiltà. Metto un po’ di idee così alla rinfusa… Essere letti è un privilegio, quindi bisogna ricambiare questa attenzione che ci viene dedicata con l’intrattenimento; se poi questo non viene capito, inutile frignare che ci sono gli haters cattivi. Il porta a porta è degradante e deleterio: meglio investire il proprio tempo per promuoversi creando contenuti costruttivi nella propria pagina e instaurando rapporti civili nei social – che poi si butti tutto in rissa al giorno d’oggi è un altro paio di maniche. Io preferisco più un approccio zen che il farsi notare indossando la maschera del cattivo o dell’arrogante: più Keanu Reeves, meno Conor McGregor, per un mondo migliore! Ognuno ha il suo scrittore preferito, ma se è uno scrittore pluripubblicato ha uno stile personale e soprattutto sa quanto tirare la corda: se ti piace Stephen King non ha senso usare il narratore onnisciente in modo smodato come lui fa in It, perché It è un’opera unica e a lui si perdona se ha tirato la corda… all’esordiente no. Stessa cosa potrei dire con Lovecraft e le sue descrizioni, Lansdale e le parolacce, ecc. ecc. Uno deve capire dove il professionista sta esagerando volutamente, perché la mancanza di maestria o la clonazione maldestra all’esordiente non viene perdonata. Le EAP credo siano state smascherate ovunque, pure le criptoeap: se ancora credi alla favoletta del pagare per pubblicare meriti l’anonimato. Il presenzialismo nei concorsi

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Il romanzo storico: Intervista a Antonietta Iannone

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Ciao, Antonietta, e grazie per essere qui con noi di Land Magazine. Parlaci un po’ di te, quando hai iniziato a scrivere? Come nasce la tua passione per la scrittura? Ciao a tutti voi, e grazie per l’invito. Innanzitutto mi presento: sono una trentaduenne appassionata di letteratura, cinema e serie tv; insomma sono una nerd a 360°. Ho iniziato a scrivere pochi anni fa e, come forse tutti gli autori, sono un’avida lettrice, sempre alla ricerca di nuove letture ed emozioni. Ecco come è nata la mia voglia di mettermi in gioco: dal desiderio di creare una storia completamente mia e, di conseguenza, sono nati i miei primi passi nel mondo della scrittura. La strada è ancora molta e ardua, ma cerco di rimanere in pista, seppur tra alti e bassi. Tre libri che hanno condizionato maggiormente la tua vita. 1.Cime tempestose; 2.Orgoglio e pregiudizio; 3.Tess dei d’Urberville. Nel testo Lord Disgrace descrivi due personaggi che appartengono a mondi apparentemente diversi. Lui, un uomo cocciuto e pieno di sé, non fa altro che rimarcare queste discrepanze, prendendosi gioco di lei fino a farle perdere la pazienza – e il tutto pur di non ammettere di essere completamente attratto da quella strega dagli occhi color caffè.  Quali sono le caratteristiche, secondo te, di un personaggio maschile ben riuscito e quali gli errori da evitare? Da quello che ho appreso negli anni, penso che il protagonista maschile debba avere un carattere molto forte, il solito maschio alfa funziona, per intenderci. Il problema è che i cliché mi irritano. Per carità, è giusto dare un’impronta imponente al personaggio maschile, anche l’aria tormentata e dannata non guasta, però poi bisognerebbe mantenere una coerenza, ossia non si può snaturare il carattere dopo cento pagine. Quello, da lettrice, mi darebbe molto fastidio e, ahimè, mi è capitato moltissime volte di leggerlo. Qual è la difficoltà maggiore che uno scrittore trova nella stesura di un romanzo storico? Penso che a volte dipenda dal periodo nel quale s’intende ambientare il romanzo. Esistono alcune epoche più vicine a noi che sono più facili da descrivere poiché, banalmente, abbiamo più informazioni. Mentre per quanto riguarda quelle più distanti (ad esempio il medioevo) le difficoltà si moltiplicano per via della mancanza di fonti precise e attendibili. Sei molto seguita e i tuoi libri riscuotono notevole successo, da dove nasce l’ispirazione per i tuoi testi? La mia ispirazione nasce dalla quotidianità, da tutto ciò che mi circonda. Lavoro, hobby e vita di coppia. Niente di speciale. Presto sarai in libreria con una nuova storia. Vuoi svelarci qualcosa in più? Dunque, ci sono due progetti imminenti. Uno dei due è uno storico ambientato nell’era Georgiana, uno spin off di un romanzo uscito tre anni fa dal titolo Oltre l’inganno. Narra le vicende di una borghese irlandese dalla lingua biforcuta e sagace che si scontra di continuo con il bel conte francese da cui è attratta. Succederà di tutto, ci saranno battute e battibecchi, avventura, nonché una buona dose di spicy che non guasta mai. Ti faccio un grande in bocca al lupo per la tua prossima opera! Ti ringrazio per l’opportunità e la gentilezza riservatemi. È stato un piacere. LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More interviste Sara Rattaro: «Racconto la ricerca di felicità della mia generazione» 07.04.24 scrittura creativa 3 episodi biblici pronti a diventare romanzi bestseller 06.04.24 Cinema Fabrizio Poggi, unico candidato italiano al Grammy Awards per il blues 06.04.24 tech 5 buoni motivi per creare un podcast 05.04.24 storia Quando il sole era la sveglia: la giornata tipo di un contadino del 1700 05.04.24 scrittura creativa L’Info Dumping, ovverosia: come non scrivere un romanzo 04.04.24 società J.K.Rowling e l’accusa di transfobia: una questione incantata o un calderone bollente? 04.04.24 storia Ateismo nel Medioevo: una ricerca quasi eroica tra fede e dubbio 03.04.24

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