Elisabetta

Book Nook – magia nella libreria

Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO Create la vostra libreria magica in miniatura Cari appassionati della letteratura, dimenticate le care vecchie case delle bambole e lasciatevi stregare – come è successo a me – da magiche librerie in miniatura. Piccoli elementi in legno dai grandi dettagli rendono queste opere affascinanti e immancabili nelle vostre librerie. Che siate appassionati di modellismo o no, le istruzioni dettagliate vi accompagneranno passo passo nella creazione di queste meraviglie in miniatura. Il book nook Un book nook è un piccolo diorama artistico da inserire tra i propri libri. È un mondo in miniatura che rappresenta vicoli, case o ambientazioni fantastiche e crea l’illusione di una finestra verso il mondo magico delle storie. Le origini Originari del Giappone e conosciuti come “Tsukenoma”, i primi book nook erano opera di artigiani esperti e rappresentavano paesaggi urbani e scenari fantastici. Grazie all’artista giapponese “Morahaku” (nome d’arte) che ha creato uno dei primi esempi conosciuti, i book nook sono entrati nelle case di tutto il mondo dal 2018. La loro capacità di combinare arte, fai-da-te e amore per la lettura, oltre alla semplicità del montaggio, li hanno resi popolari e sempre più diffusi. I temi Nel tempo, si sono sviluppate molte varietà di book nook. Oltre a librerie e biblioteche vintage, troviamo:   Scene letterarie iconiche: ispirate a romanzi celebri Ambientazioni urbane: vicoli di città con caffetterie, lampioni… Giardini e natura: paesaggi naturali perfetti per chi ama la tranquillità trasmessa dalla natura Giallo e investigativo: uffici di detective famosi con atmosfere misteriose, come “l’ufficio” di Sherlock Holmes Fantasy e Magia: mondi fantastici, librerie magiche con elementi mistici, la mitica Diagon Alley di Harry Potter Horror: elementi paranormali, fantasmi dentro agli specchi, mostri e atmosfere da brivido perfetti per Halloween, o per la sezione horror delle librerie E per i più appassionati e dediti al fai-da-te, abbiamo book nook personalizzati e unici. La costruzione Basteranno colla e batterie (per la luce a led, dove prevista) e avrete tutto il necessario per creare, in poche ore, il vostro book nook preferito. Adesivi, carta, plexiglass, lima e altri attrezzi vengono forniti insieme alle fustelle in legno da cui si staccheranno tutte le componenti. Belli da vedere, ma anche da creare per assaporare al massimo la peculiarità di ogni pezzo e di ogni dettaglio. E per godere voi stessi della soddisfazione e della meraviglia di fronte alla magia finale. Consigli non buttate le fustelle in legno prima di aver finito tutto: vi potete perdere pezzi essenziali talmente piccoli da sembrare inesistenti non montate le parti di chiusura prima di aver controllato di non aver tralasciato particolari: potete smontare, ma la questione diventa piuttosto scomoda (provato personalmente) stendete la colla vinilica con un pennellino per evitare fuoriuscite o che restino macchie grandi visibili dietro al plexiglass prima di chiudere del tutto il tetto, provate il meccanismo di accensione e spegnimento della luce Il risultato finale è sorprendente! E il prossimo è già lì, ad aspettarmi sullo scaffale in attesa di essere montato! E voi? Ne avete già? Quali sono i vostri generi di book nook preferiti?

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Imbattibile: una magia di fumetto

Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO Imbattibile: una magia di fumetto «Ormai è già stato scritto tutto.»«Impossibile pensare a qualcosa di innovativo.»Quante volte vi siete ripetuti queste frasi? E invece… Imbattibile è il solo vero supereroe del fumetto – recita la copertina – ed è proprio così. La particolarità In narrativa c’è chi rompe la quarta parete (è il momento in cui un personaggio – o il narratore – si rivolge direttamente al pubblico, rompendo l’illusione della finzione), chi piega lo spazio e il tempo… e poi c’è il fumetto, quello che non solo fa tutto questo, ma “rompe” anche le vignette e la carta stessa. Storie semplici e al contempo geniali, adatte ai piccini ma assolutamente imperdibili anche per gli adulti. Vi voglio lasciare solo un piccolo esempio per non rovinarvi la meraviglia di questo piccolo grande capolavoro. Geniale, vero?

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Nostalgia telefonica – Ma ke ne sanno i rgz d oggi?

Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO Ma ke ne sanno i rgz d oggi? Tanto tempo fa – che in realtà era ieri l’altro – il nostro mondo viveva la preistoria della tecnologia. Gli albori della telefonia I nati negli anni ’80, come me, ricordano i tempi dei vecchi telefoni a disco, quelli in cui dovevi infilare il dito nel cerchietto del numero e girare tutto il disco verso destra, aspettare che tornasse indietro per poi fare la stessa cosa con gli altri numeri; ricordano le ore passate con l’orecchio incollato alla cornetta e una sedia improvvisata davanti alla postazione del telefono. Poi arrivò la svolta epocale, una cosa impensabile e meravigliosa: il cordless. Eh sì, quando il cellulare faceva ancora parte dei film di fantascienza, potersi chiudere in camera o vagare per casa con il telefono all’orecchio fu un passo avanti gigantesco… Come dimenticare anche le corse a perdifiato per tornare a casa perché non avevi credito nella scheda telefonica e non potevi avvisare i genitori per dire che eri vivo, nessuno ti aveva rapito e non eri ricoverato all’ospedale in fin di vita – e quando arrivavi sputando un polmone, erano guai. La nascita di una nuova lingua: il messaggese Per la gioia di tutti – ancora nessuno si aspettava che quella novità sarebbe diventata la nostra rovina –  arrivò il primo cellulare: enorme, pesante, con l’antenna e poche righe di schermo – schermi verdi, scritte nere. Ma l’adolescente di quei tempi non poteva ancora riternersi salvo, perché il quel cellulare era di famiglia. Cominciava così l’epoca dei primi SMS, quelli che da ragazzini mandavamo al nostro spasimante con l’indicazione “non rispondere, è il telefono di mamma”, che in realtà recitava più o meno: “nn rsp,tel mam,tvb”. Aaah, il numero massimo di caratteri! Fu così che nacquero le parole cmq, ke, qlc1, xsona. Arrivare a far sparire anche le vocali fu un attimo. Ci credete se vi dico che sparirono anche gli spazi? Ebbene sì, perché a quei tempi potevate ricevere messaggi come “NNpssVNRalPARCOxkèMMMnnVUOLE”. Poi, in pochissimo tempo, i cellulari avevano cominciato a navigare – in altre mani, per internet ci vorrà ancora tempo – e avevano trovato porti giovani in cui attraccare. Ragazzi con dita aliene Dimenticate le tastiere qwerty: i cellulari non erano smartphone, e il tastierino era numerico. Per scrivere i messaggi si usavano nove tasti su cui erano riportate tre o quattro lettere! Io avevo un Alcatel, questo mostriciattolo con due righe di schermo che aveva una particolarità tutta sua: se arrivava una telefonata mentre si scriveva un messaggio, questo veniva cancellato e perso… Ebbene, a quei tempi aveva preso piede un’altra moda: lo squillino! Un modo, gratuito, per dire “ti sto pensando” e rispondere “anch’io” – cosa che a volte si protraeva per decine e decine di squillini; ma anche… “perché non mi rispondi?” e sollecitare la risposta a un SMS. Con un Alcatel, rispondere agli sms all’epoca degli squillini era un’impresa titanica, possibile solo per le dita più veloci del west. Agli occhi degli adulti diventammo così piccoli alieni dalle dita veloci come zampette di un ragno. Altroché completamento automatico! E potevamo tenere salvati solo 10 o 20 messaggi alla volta. Ogni nuovo messaggio importante, dovevamo scegliere cosa sacrificare… e riempivamo i quaderni di pagine e pagine di SMS ricopiati. Che ricordi che si andranno a perdere dalle generazioni successive…

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Scrivere un romanzo: la parola FINE è solo l’inizio della fine

Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO La FINE è solo l’inizio della fine Benvenuto nella faticosa vita di uno scrittore. Hai faticato per giorni, mesi, anni e finalmente arrivi a scrivere la parolina magica in fondo a tutte quelle pagine. FINE. Una parola che ti lascia dentro tanto ma… è davvero la fine? Assolutamente no! È solo l’inizio della fine: comincia una nuova fase in cui si migliora, si affina e si prepara il romanzo per il suo grande viaggio verso la pubblicazione.  Durante la scrittura, possiamo distinguere gli scrittori in due tipologie: quelli che seguono il flusso emozionale delle parole senza preoccuparsi della forma quelli che scelgono fin da subito ogni singola parola (e hanno già fatto un lavorone prima della loro parola “fine”) Per i primi il lavoro è ancora lungo: faranno una quasi riscrittura di tutto il testo o, se è qualcosa che fanno di volta in volta durante la stesura – e io sono tra questi –, dovranno farlo per la parte finale. Questa si chiama “revisione a caldo”, perché viene fatta quando le emozioni sono ancora calde nella penna e nel cuore dello scrittore.  Lo scrittore può anche essere uno degli architetti migliori del mondo, ma a questo punto è necessario sistemare le incoerenze: è il momento di controllare cosa non torna e tappare i buchi, verificare caratteristiche dei personaggi (colore degli occhi di Tizio, modello della macchina di Caio, se Sempronio aveva già detto una certa cosa) e di non aver dimenticato pezzi per strada (se Pippo fuma nei primi due capitoli, sarà meglio che fumi anche nel resto della storia) e altre questioni della struttura narrativa che non sto qui a elencare (questo mondo è immenso!).  In questa fase del romanzo, qualcuno ha già dei lettori fidati: gli Alfa Reader seguono la storia durante la stesura i Beta Reader la leggono nella fase finale, prima della consegna a editor e editori Vuoi non valutare le loro reazioni e i loro consigli da lettori più o meno competenti?  Poi arriva finalmente la revisione a freddo: l’ideale sarebbe lasciar riposare il manoscritto chiuso in un cassetto per qualche mese – proprio come una torta dopo la cottura – in modo da prendere la giusta distanza emotiva dalla storia e diventare editor critici del proprio lavoro.  È in questo momento che si sistemano: tic linguistici (io uso ripetere troppo i nomi dei personaggi, questo/quello, c’è chi usa avverbi in “mente” e gerundi come il sale… la lista è lunghissima!);  si riducono cliché e frasi fatte; si taglia tutto il superfluo – grande trauma per molti scrittori;  si controlla la suddivisione in capitoli  … e tanto altro.  Bene, il testo ora è bello, pulito, ordinato. È finita? No! 😱 È buona norma affidare il manoscritto a un editor professionista.  Sfatiamo un paio di miti: “Ma tanto l’editing lo fa la casa editrice” -> certo, ma prima devi essere selezionato, e un testo che si presenta bene dà anche un’idea della serietà e professionalità dello scrittore; “Ma ho studiato, so tutto della mia storia, è perfetta” -> anche gli editor hanno editor per i loro scritti: quando hai letto il tuo manoscritto fino allo sfinimento non vedi più gli errori, serve un occhio esterno; “Tanto uso l’intelligenza artificiale” -> … no comment.  E poi? Ci sono due possibilità:  Pubblicazione in SELF (senza casa editrice): serve commissionare la copertina a un professionista, impaginare, fare prove di stampa, scegliere le giuste parole chiave… Cercare una casa editrice a cui dovrai mandare sinossi, mail di presentazione personalizzata, biografia, aspettare, aspettare, aspettare, aspettare (sì, mesi, tanti!) e poi c’è la firma del contratto – da studiare bene –, l’editing con loro… Tutto ciò non toglie il grande lavoro di promozione e utilizzo dei social:  studio del budget da investire in pubblicità, oggettistica, eventi capire quante copie autore acquistare creare sponsorizzate e promozioni organizzare presentazioni e firmacopie (e pubblicizzarle) fare interviste, cercare blogger crearsi un seguito sui social, magari con lo studio di personal branding e social media marketing mentre i social continuano a cambiarti tipi di contenuti e formati sotto il sedere…  Altro? Non farmici pensare, che qualcos’altro mi viene in mente di sicuro!  Però ora la parola FINE a questo articolo la metto. 😉 Scopri Land magazine admin Gennaio 19, 2025 La macchia solare AR 3964: un gigante sul Sole che guarda verso la Terra Negli ultimi giorni, una nuova protagonista ha catturato l’attenzione degli scienziati e degli osservatori solari: la macchia AR 3964. Questa regione attiva, comparsa sulla superficie del Sole, ha registrato una Read More admin Gennaio 18, 2025 Samuel Richardson e le origini del romance Alle origini del romance moderno: l’arrivo di Samuel RichardsonBorghesia e romanzo: un legame indissolubileBorghesia e romanzo sono due facce della stessa medaglia: l’una non potrebbe esistere senza l’altro. Il romanzo Read More admin Gennaio 18, 2025 Insalata di pesche e mandorle di Romeo e Giulietta: l’amore proibito… in versione light Non tutte le storie d’amore devono finire in tragedia, specialmente se l’ingrediente principale è la frutta di stagione. L’insalata di pesche e mandorle è il piatto perfetto per chi vuole Read More admin Gennaio 18, 2025 Opere Liriche in Poche Parole – Puntata 4: Figaro Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart non è solo un’opera, ma un vero e proprio manuale su come incasinare una giornata con intrighi, travestimenti e risate. Se ami Read More admin Gennaio 18, 2025 Bilbury: Il Villaggio Inglese che Sembra Uscito da una Favola Se ti dicessero che esiste un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, probabilmente penseresti a un film di fantasia o a un libro di fiabe. E invece no, questo Read More admin Gennaio 18, 2025 17 Gennaio: auguri Anne Brontë! La più introversa delle sorelle Brontë e il suo compleanno letterario Se pensate che il 17 gennaio sia un giorno qualsiasi, fermatevi subito! Questo è il giorno in cui nacque Anne Brontë, la meno famosa, ma non meno brillante, delle celebri Read More admin Gennaio 16, 2025 Oggi è la Giornata Nazionale dei Dialetti: Celebriamo le Radici con “La Livella”

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Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 28)

Elisabetta Venturi Scrittrice e insegnante Drabble mania Scrivere drabble insegna a colpire, emozionare, stupire, sconvolgere il lettore con poche parole. Inoltre puoi giocare con le parole: scrivere una storia intorno a una parola che non conosci, così diventerà parte del tuo vocabolario; puoi darti regole folli sulle lettere da non usare oppure tirare i dadi (esistono molti giochi con questo scopo) e usare le immagini che escono.   Leggi fino alla fine per avere un consiglio di scrittura completamente gratuito Buon anno Sei del mattino. Marco osserva la piazza disseminata di bottiglie e carcasse di fuochi artificiali; sfiora la pistola nella fondina e sale sulla volante.Natalia guarda il cartellone: niente codici rossi; sospira e toglie il camice bianco.Davide scruta i fornelli puliti mentre Chiara separa i tavoli; si abbracciano spegnendo le luci del ristorante.Fabio avvisa il collega che la camera 317 deve ancora rientrare; si stropiccia gli occhi e si toglie la cravatta. Otto del mattino.I cinque amici osservano la città addormentata dalla collina. Come ogni anno, alzano i calici e urlano nel silenzio: «Buon fottutissimo anno nuovo!» Consiglio di scrittura Niente consiglio di scrittura oggi. Ma, da tradizione, vorrei che scrivessi i tuoi buoni propositi di scrittura – o di lettura, se non sei scrittore – per l’anno che è appena cominciato. Scrivine almeno cinque, ma che siano tutti fattibili secondo le tue possibilità: non deve essere una sfida impossibile, ma uno stimolo, qualcosa che ti sprona e che sai che puoi raggiungere! Serve qualche spunto? Guarda se c’è qualcosa che fa al caso tuo nella lista seguente:  scrivere un racconto su una tematica che ti sta a cuore scrivere il tuo primo drabble studiare un libro di scrittura creativa comprare un eserciziario di scrittura e fare un esercizio a settimana iscriversi a un corso di scrittura creativa provare una nuova forma di scrittura (articolo di giornale, diario, seconda persona…) scrivere un racconto a 4 mani partecipare a un concorso di scrittura proporre a qualche amico di entrare insieme nel mondo meraviglioso della scrittura analizzare la struttura narrativa di 3 film farsi dare 6 parole casuali da qualcuno e scrivere un racconto che le contiene fare una lista di possibili modi per trovare le idee creare il quaderno delle idee e portarlo sempre con te ripescare un vecchio manoscritto dal cassetto e ridargli vita Ne vuoi di più? Ti è piaciuto questo drabble? Ne trovi tanti altri nella raccolta “100 parole per 100 emozioni”. VAI AL LIBRO Al prossimo drabble!

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