Elisabetta

Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 22)

Elisabetta Venturi Scrittrice e insegnante Drabble mania Scrivere drabble insegna a colpire, emozionare, stupire, sconvolgere il lettore con poche parole. Inoltre puoi giocare con le parole: scrivere una storia intorno a una parola che non conosci, così diventerà parte del tuo vocabolario; puoi darti regole folli sulle lettere da non usare oppure tirare i dadi (esistono molti giochi con questo scopo) e usare le immagini che escono.   Leggi fino alla fine per avere un consiglio di scrittura completamente gratuito Grammaticalmente corretto «Ma guarda come scrive questo! Il diploma l’ha rubato? L’italiano è importante, è la base! Come puoi essere ignorante nella tua lingua? E che senso ha impararne una seconda? Certi errori di grammatica sono inconcepibili. Dovrebbe prendere esempio da me: sono sempre stato il migliore a scuola e tutti mi chiedono consigli, conferme e correzioni. Mi viene naturale, che ci posso fare? Se potrei, darei un po’ della mia inesauribile conoscenza anche agli altri, ma purtroppo non si può.»«Hai proprio ragione.»L’uomo gonfiò il petto e alzò il mento.Claudia si allontanò scuotendo la testa.«Se potrei. Poveri noi.» Consiglio di scrittura Scrittori si diventa Nella scrittura creativa, come nella vita, non si finisce mai di imparare. Con curiosità, studio e tanta pratica si può scoprire un infinito di possibilità. Stephen King in On Writing ci dice che “Ci vuole il talento, certo, ma non basta. Ci vogliono il lavoro e lo studio. Ci vuole attenzione. Scrittori si diventa.” Ne vuoi di più? Ti è piaciuto questo drabble? Ne trovi tanti altri nella raccolta “100 parole per 100 emozioni”. VAI AL LIBRO Al prossimo drabble!

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Bere come un vero scrittore italiano per ragazzi – Stefano Bordiglioni

Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo con i grandi scrittori italiani della storia di oggi! Nell’età della crescita, i bambini imparano a conoscere il mondo e le emozioni umane; amano sfogliare libri e da questi assorbono tantissimo. Scrivere per ragazzi quindi è un compito di grande responsabilità: sono importanti i temi trattati e anche il modo in cui vengono raccontati. Stefano Bordiglioni Laureato in pedagogia a Bologna, ha scritto una tesi sperimentale davvero interessante che tratta la creatività infantile. Uno dei libri più rappresentativi della sua carriera di scrittore è infatti “Giochi di scrittura” (Einaudi Ragazzi, 2020): libro pensato per insegnanti di lingua italiana, riporta giochi di scrittura – tra cui alcuni ideati proprio da Stefano – che lui stesso ha utilizzato a scuola per far sapere ai suoi ragazzi che ci si può divertire componendo testi e filastrocche.  Autore molto prolifico, ha pubblicato storie per ragazzi delle scuole elementari e delle scuole medie. Genere storico, fantascienza, avventura vengono utilizzati per trattare temi importanti come l’adattamento alle situazioni, lo stress, la tolleranza, la diversità, il distacco e tanto altro. Il suo primo successo editoriale – edito da Mondadori Education e in continua ristampa – risale al 1996: “Guerra alla grande melanzana”, una storia fantascientifica che parla dell’altro, di vegetali mutanti, genetica e spazio-tempo.    Da insegnante di scuola elementare, Stefano è molto affezionato ai libri che ha ambientato a scuola, tra cui: –>“Dal diario di una bambina troppo occupata”, Einaudi Ragazzi–>“Il capitano e la sua nave”, Elle – Le letture–>“La congiura dei cappuccetti”, Einaudi Ragazzi Il suo premio più grande? Il bibliotecario di Pergine, dopo una presentazione, gli ha detto «Lei mi ricorda Gianni Rodari» e lui aveva davvero conosciuto Rodari. Una frase, quindi, che vale molto più del premio “Rodari” che Stefano ha vinto nel 1998 con il libro “Ambasciator non porta pena”. Cari lettori, dite sempre quello che pensate agli scrittori di cui leggete, perché non avete idea dell’enorme potere che hanno sull’autore le vostre parole. Scusate se mi sono dilungata più del solito in questa biografia, ma l’ho trovata così emozionante e piena di amore per la scrittura e per il suo insegnamento che non sono riuscita a trattenermi. Però a questo punto sarete curiosi anche voi di sapere se l’uomo dietro all’autore e insegnante ci rivelerà qualche sorpresa nelle sue abitudini alimentari.  Il rituale di scrittura Stefano è il primo autore per ragazzi che intervistiamo in questa rubrica, e la mia curiosità nel sapere le sue abitudini è alle stelle. Partiamo dal suo rito di scrittura:  «L’unico rito è spegnere la televisione. Qualche anno fa mi tenevo come sottofondo “Le quattro stagioni” di Vivaldi. Tante delle mie storie sono nate a scuola, per cui l’ispirazione me la davano i miei allievi e le situazione che nascevano dalle attività quotidiane. Ho sempre fatto seriamente il mio lavoro, però non sono mai mancate le occasioni per ridere e sorridere. Occasioni nate per caso oppure cercate: ad esempio la lettura a voce alta di libri – non miei – era un’occasione specialissima. Ricordo che un libro di Roddy Doyle, “Il trattamento ridarelli”, in una quarta l’ho dovuto leggere perfino tre volte in un anno.» Quasi per caso, ho scoperto che Stefano porta anche la musica a scuola: «Quando incontro le classi ho sempre una chitarra in mano e alterno alle mie storie, le mie canzoni. Le prime canzoni sono nate in classe per giocare con le parole, poi ne ho scritte più o meno duecento assieme a Marco Versari, musicista e amico, per accompagnare i miei libri di narrativa (Einaudi Ragazzi) e quelli per la scuola (Mondadori Education).» Tra le tante canzoni presenti sul web mi ha parlato di “Sugo e maccheroni” di Bordiglioni/Versari, una canzone orecchiabile che insegna ai ragazzi a fare da soli il loro primo piatto di pasta.  Un insegnante speciale, non c’è che dire; i suoi studenti sono davvero fortunati. Le risate e i sorrisi sono indispensabili, sempre! Anche da adulti, ma soprattutto da bambini.   Cosa beve Stefano Bordiglioni «La mia bevanda preferita è l’acqua gasata. Bevo birra solo quando mangio una pizza in pizzeria e non bevo alcolici. Li ho bevuti – soprattutto amari – in estate quando aiutavo la mia famiglia a gestire un albergo al mare: non potendo rifiutare le offerte dei clienti, bevevo un bicchierino di amaro e poi lo offrivo a mia volta. Però non mi sono affatto affezionato all’alcool e da allora non ne ho mai più bevuto. Bevo caffè, però. Caffè macchiato, due o tre in un giorno.» La birra con la pizza è proprio un classico intramontabile anche per chi, come Stefano, non ama gli alcolici. Chissà se sono le bollicine dell’acqua a dargli il giusto brio per scrivere filastrocche e libri divertenti.  La domanda di un consiglio di abbinamento per gustare la bevanda non è particolarmente indicata per l’acqua gasata, ma Stefano ci ha comunque resi partecipi di un suo ricordo d’infanzia. Ecco cosa ci ha detto: «Non ho particolari consigli da dare, anche perché all’acqua si associa praticamente a tutto, e la condizione ideale per berla è quando si ha molta sete. Scherzi a parte, questa domanda mi ha fatto tornare alla mente un cibo che ricevevo da bambino al pomeriggio come “merenda”: una fetta di pagnotta romana con sopra olio, sale e una strisciatina di pomodoro. Per me era la cosa più buona che ci fosse al mondo. Non era tuttavia un cibo privo di difetti: quando mangiavo questa semplice panzanella romana, dovevo mettere via il libro che stavo leggendo, per non riempirlo di macchie di olio e di pomodoro.» L’amore per i libri è qualcosa che ha fatto sempre parte della vita di Stefano: non gli impediva di fiondarsi su una succulenta panzanella romana, ma immagino un piccolo Stefano che mette al riparo il suo libro, una delle cose più preziose che ha tra le mani. E per immergersi totalmente nella dolcezza della vita di Stefano, ecco per voi… La lista della spesa acqua – rigorosamente gasata

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Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 21)

Elisabetta Venturi Scrittrice e insegnante Drabble mania Scrivere drabble insegna a colpire, emozionare, stupire, sconvolgere il lettore con poche parole. Inoltre puoi giocare con le parole: scrivere una storia intorno a una parola che non conosci, così diventerà parte del tuo vocabolario; puoi darti regole folli sulle lettere da non usare oppure tirare i dadi (esistono molti giochi con questo scopo) e usare le immagini che escono.   Leggi fino alla fine per avere un consiglio di scrittura completamente gratuito Traguardo Ciao a tutti, sono Eleonora e oggi è il mio cinquantesimo giorno. Sarò onesta: non credevo sarei arrivata a questo traguardo. L’alcool è sempre stato la mia ancora di salvezza, l’unico amico che mi aiutasse a spegnere le emozioni e il cervello. È stato facile diventarne schiava. «Una birra sola», mi dicevo, poi le birre sono diventate due, tre, quattro. Mi ero assuefatta in fretta, e quella leggerezza alla testa che tanto cercavo, faticava sempre di più ad arrivare. Ma ora sono qui, grazie a voi. Ora è giunto il momento di stapparvi e brindare insieme. Grazie birre, amiche mie! Consiglio di scrittura La cassetta degli attrezzi I corsi di scrittura forniscono strumenti (tecniche e consigli) da conservare nella cassetta degli attrezzi: si potrà poi scegliere quali attrezzi utilizzare sulla base di quello che si sta scrivendo, così come si sceglie tra martello e trapano per piantare un chiodo.Nella scrittura però nessuno ci vieta di fondere un chiodo nella punta del martello. Ne vuoi di più? Ti è piaciuto questo drabble? Ne trovi tanti altri nella raccolta “100 parole per 100 emozioni”. VAI AL LIBRO Al prossimo drabble!

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Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 20)

Elisabetta Venturi Scrittrice e insegnante Drabble mania Scrivere drabble insegna a colpire, emozionare, stupire, sconvolgere il lettore con poche parole. Inoltre puoi giocare con le parole: scrivere una storia intorno a una parola che non conosci, così diventerà parte del tuo vocabolario; puoi darti regole folli sulle lettere da non usare oppure tirare i dadi (esistono molti giochi con questo scopo) e usare le immagini che escono.   Leggi fino alla fine per avere un consiglio di scrittura completamente gratuito L’inverno in estate Ufficio in piena estate. Giubbino, foulards e giubbotto sulle gambe. Le dita ghiacciate premono istericamente sulla tastiera tentando di riscaldarsi. Maria si alza.Prende una cioccolata calda. Si siede tenendola stretta tra le mani. La bevanda è tiepida. Sulle gambe le arriva aria fredda. Maria si alza.Va al termostato e pigia tasti a caso senza ottenere nulla. Si siede, fissa il monitor col cervello che ribolle di rabbia, poi cerca qualcosa nella borsa. Maria si alza. Torna al termostato, accende l’accendino. Nell’ufficio si diffonde odore di plastica. L’aria si arresta.Si siede e, sorridendo, torna a battere sui tasti. Consiglio di scrittura Figura retorica: anafora L’anafora è una figura retorica dove la ripetizione di un gruppo di parole (anche di intere frasi) viene usata per ottenere determinati effetti nel ritmo della narrazione.  Ne vuoi di più? Ti è piaciuto questo drabble? Ne trovi tanti altri nella raccolta “100 parole per 100 emozioni”. VAI AL LIBRO Al prossimo drabble!

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Bere come un vero scrittore italiano – Dio nella persona di Alessandro Paolucci

Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo con i grandi scrittori italiani della storia di oggi! Il primo uomo della nostra rubrica non poteva che essere un idolo… e infatti è proprio Dio, in persona però. Non poteva mancare, visto che è onnipresente, come il prezzemolo.No, non è Gesù. In effetti, non ci è dato sapere nemmeno se sia uomo o donna, il Dio vero intendo. Questa manifestazione divina mi sta confondendo, a ogni modo oggi abbiamo intervistato Dio incarnato in: Alessandro Paolucci Laureato in filosofia, Alessandro è diventato Dio su twitter per gioco, poi il suo profilo è diventato virale nel tempo. Tra le sue opere non troviamo solo l’Antico Testamento – che, come ci rivela «non me lo chiedono spesso» – ma una serie di libri stupefacenti… in tutti i sensi!  Oltre al romanzo –> Cercasi Dio: Anche senza esperienza (2019)ha infatti pubblicato: –> Storia stupefacente della filosofia – Oppio, Lsd e anfetamine da Platone a Friedrich Nietzche, ilSaggiatore 2022–> Storia stupefacente della scienza – Hashish, ketamina e funghi da Avicenna a Oliver Sacks, ilSaggiatore 2023 Nel 2012 ai Tweet Awards è stato nominato Miglior Cazzaro. «Tuttora la considero la mia vera laurea» dice. Insomma, oggi abbiamo Dio laureato in Cazzeggio. Un Dio molto alternativo! Ora capisco anche da dove arriva la mia confusione…Ehm, non so voi, ma io sono preoccupata di sapere cosa ci consiglierà. Il rituale di scrittura Quando Dio non ha l’occhio teso ad ascoltare preghiere e improperi che gli arrivano dalla terra, lui scrive. Gli abbiamo chiesto se ha un rituale di scrittura, se si isola – magari col triangolo fuori dalla porta per evitare le continue domande degli angeli. Ecco cosa ci ha risposto: «Isolarsi va sempre bene, anche quando non devo scrivere, ma ovviamente per scrivere aiuta molto. Qualcosa da bere sì, ma più che altro d’inverno, e deve accompagnare il dolcetto, possibilmente dolcetto al cioccolato, che è quello che rende possibile la magia. Se mi sento spompato vado di caffè, se sono già troppo carico vado di vino rosso. D’estate no, solo tanta acqua.» Okay, abbiamo imparato che, per i miracoli – soprattutto quelli più difficili, come scrivere libri – il potere è dato dalla cioccolata! Una mano santa per l’ispirazione. Quando scrive, Alessandro predilige caffè, vino rosso e acqua – bevande che da oggi andranno definite come “divine”! Cosa beve Alessandro Paolucci – alias Dio Qual è la bevanda preferita di Dio secondo voi? Piccolo suggerimento: deve sopportare tutte le schifezze che fanno i suoi personaggi di fango che si sono impossessati della Terra. «Citando appunto il mio libro Storia Stupefacente della Filosofia, pare che l’imperatore filosofo Marco Aurelio, per calmare le ansie del difficile lavoro di amministrazione dell’impero romano, si aiutasse 2-3 volte al giorno con una bevanda preparata dal suo medico Galeno, la teriaca, che era ritenuta la panacea di tutti i mali e ha avuto quasi due millenni di storia. Non posso affermare se ne faccio uso e dove, perché mi arresterebbero.» Diciamo che la sua bevanda preferita è più un sogno, che un vero consumo. Giusto? Non vogliamo certo rischiare di mandare Dio – nè Alessandro – dietro le sbarre!Ma… come si fa questa bevanda miracolosa? «La teriaca aveva circa 70 ingredienti, ma più il tempo passava e più aumentavano, ce n’era una versione da 90, ed era una collezione assurda di erbe, spezie e droghe che solo un imperatore poteva mettere insieme, con in più carne di vipera, il tutto edulcorato con un estratto di castoro che non descriviamo nel dettaglio per non urtare la sensibilità dei lettori. Non era alcolica, ma tra le tante cose conteneva oppio.La ricetta sarebbe lunghissima e complicatissima, e la complessità serviva proprio a spacciarla come una cosa speciale. Solo i migliori potevano riprodurre la vera teriaca, e se non faceva effetto e non curava tutti i mali la colpa era di chi l’aveva preparata, che non era abbastanza bravo. Per essere sinceri potremmo definirla un antico business truffaldino per medici bugiardi e speziali furbi, ma così finirebbe la magia.» E giustamente aggiunge: «Dovendo sacrificare vipere e castori nella preparazione, e dovendo aggiungere anche dell’oppio, la teriaca oggi sarebbe giusto un po’ illegale.» Castoro? Vipera? 😶Alessandro forse non ci ha invogliato sul sapore di questa bevanda, né sulla possibilità di assaggiarla, ma di sicuro ora avremo tutti voglia di leggere le sue storie stupefacenti per scoprire altri intrugli pazzeschi della storia! Mi trovo un po’ in difficoltà, ma ecco comunque per voi… La lista della spesa caffè vino rosso acqua dolcetti al cioccolato castori vipere op… ehm… oppallà! La bevanda eccola qua! Ovviamente vi sconsiglio caldamente di infilare una vipera nella vostra busta della spesa… Un immenso ringraziamento all’onnipotente Alessandro. L’intervista è finita, andate in pace. Vi è piaciuto questo articolo? Siete curiosi di scoprire i gusti di altri grandi – e magari anche piccoli – scrittori italiani?Restate con noi! 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