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Sopravvivere all’adolescenza: consigli per genitori di teenager

  L’adolescenza è un periodo di profondi cambiamenti fisici, emotivi e sociali. I genitori spesso si trovano a navigare in acque agitate durante questo periodo, cercando di comprendere e supportare i loro teenager in modo efficace. In questo articolo, esploreremo alcuni consigli preziosi per i genitori che vogliono affrontare con successo le sfide dell’adolescenza, mantenendo un rapporto sano e costruttivo con i loro figli.   Comunicazione aperta e ascolto attivo: La chiave per gestire l’adolescenza è una comunicazione aperta e sincera. Creare uno spazio sicuro in cui i teenager si sentano liberi di esprimere i propri pensieri, emozioni e preoccupazioni è fondamentale. Gli adulti devono essere pronti ad ascoltare attivamente, evitando giudizi e critiche immediate. Chiedere loro delle loro esperienze, opinioni e desideri può contribuire a rafforzare il legame e a mantenere la fiducia reciproca.   Imparare a gestire i conflitti: Gli adolescenti possono sperimentare un aumento della ribellione e della sfida autoritaria. È importante che i genitori apprendano come gestire i conflitti in modo costruttivo, evitando reazioni impulsive e punizioni severe. La comprensione delle ragioni dietro il comportamento del teenager può aiutare i genitori a rispondere in modo più efficace, cercando soluzioni che coinvolgano entrambe le parti.   Stabilire limiti e regole chiare: Nonostante la necessità di flessibilità, è essenziale stabilire limiti e regole chiare per garantire una struttura e una guida ai teenager. Questi limiti dovrebbero essere discussi apertamente, coinvolgendo i ragazzi nel processo decisionale. Imporre regole senza spiegazioni può portare a resistenza e tensioni. Quando i ragazzi capiscono il motivo dietro le regole, sono più propensi a rispettarle.   Favorire l’indipendenza responsabile: L’adolescenza è il momento in cui i ragazzi iniziano a cercare maggiore indipendenza. I genitori devono incoraggiare questa crescita, permettendo ai loro teenager di assumersi responsabilità e di prendere decisioni, pur mantenendo un coinvolgimento attivo. Dare opportunità di sviluppare competenze di vita essenziali, come la gestione del tempo, la pianificazione e la risoluzione dei problemi, può preparare i teenager per l’età adulta.   Essere modelli positivi: I genitori svolgono un ruolo cruciale come modelli per i loro teenager. Dimostrare comportamenti positivi, rispetto per gli altri e gestione sana dello stress può ispirare i ragazzi a seguire un percorso simile. Essere consapevoli delle proprie azioni e delle parole utilizzate è fondamentale per trasmettere valori positivi e costruire una base solida per la relazione genitore-adolescente.   Sopravvivere all’adolescenza richiede pazienza, comprensione e adattabilità da parte dei genitori. Creare un ambiente aperto, instaurare una comunicazione efficace e incoraggiare l’indipendenza responsabile sono chiavi per navigare con successo attraverso questo periodo di transizione. Con il giusto approccio, i genitori possono contribuire a formare adulti responsabili, consapevoli e fiduciosi nel loro percorso di crescita.           Vai al libro

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La disavventura di Nicoletta Costa e della raccomandata indirizzata al suo Giulio Coniglio

A cura di Sembra una storia (abbastanza assurda) e invece è la realtà. La scrittrice e illustratrice Nicoletta Costa, universalmente nota come la creatrice di Giulio Coniglio e del suo mondo, è stata protagonista di una disavventura all’ufficio postale. Giornalmente riceve posta indirizzata a lei o al suo personaggio, plichi di letterine e disegni di bambini che amano Giulio Coniglio e le sue storie. Quanto però è arrivata una raccomandata indirizzata a Giulio Coniglio e non è stata ritirata subito, sono iniziati i guai. L’autrice si è recata all’ufficio postale con il tagliandino necessario per il ritiro della raccomandata, munita dei suoi documenti e anche di una versione peluche di Giulio Coniglio. Purtroppo, alle Poste Centrali di Trieste, le ha provate tutte. Ha anche parlato con la direttrice ma nulla, la raccomandata è rimasta all’ufficio postale. Abbiamo seguito in tanti, sui social, questa vicenda… e tutti incrociamo le dita perchè si risolva il prima possibile! Nel frattempo sorge spontanea la domanda: cosa deve fare un autore per dimostrare la “paternità” di un personaggio? Quali sono i mezzi tecnici a disposizione degli autori? Quali invece le soluzioni ingegnose che avete visto adottare o che avete adottato, per dimostrarlo?   Ad esempio, se arrivasse una raccomandata indirizzata a Pio Piumotti, quali strategie dovrei adottare per poter ritirare la posta a suo nome? A quanto pare portare il libro non è sufficiente…. Aspetto le vostre idee! LEGGI ANCHE firstletter 22.04.23 Il primo progetto First Letter sta per vedere la luce: presentazione di Silvia Dal Cin e Matteo Della Libera Grandi novità in casa First Letter Editrice: il progetto è ufficialmente avviato, e al Salone del libro di Torino di quest’anno verrà presentato il primo Read More firstletter La disavventura di Nicoletta Costa e della raccomandata indirizzata al suo Giulio Coniglio 29.02.24 firstletter Perché mio figlio non gioca da solo? 15.02.24 firstletter Questo non lo puoi (più) leggere. Il caso Dahl e la censura nei libri per bambini 15.02.24 firstletter Octopus’s Garden di Beatles e Ben Cart: la recensione di Land Magazine 28.01.24 firstletter L’istinto materno esiste? 21.01.24 firstletter Scegliere il liceo giusto per i propri figli: consigli utili 18.01.24 firstletter Cosa fare se tuo figlio non crede più a Babbo Natale? 06.01.24 firstletter Intervista a Burabacio: la gentilezza è uno stile di vita 31.12.23

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Perché mio figlio non gioca da solo?

A cura di Rubrica ApertaMente. Chiedi alla Psicologa. Mi presento, sono Isabella Vinci e sono una psicologa perinatale e del neurosviluppo, oltre a essere una TNPEE (sigla per indicare un lavoro dal nome impronunciabile, ossia Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva). Mi occupo di bambini da più di vent’anni e di genitori da oltre un decennio, perché il mondo dell’infanzia è un universo in espansione, in cui è davvero molto facile perdersi. Motivo per il quale nasce questa rubrica interattiva, in cui ho raccolto alcune domande proposte dai genitori. Corretto da Sabrina Dattola   Lei chiede:Perché mio figlio non gioca da solo? Questa è una domanda curiosa, perché di solito è la preoccupazione contraria che muove i genitori verso la richiesta di un’indagine più approfondita. Il gioco è una questione seria per i bambini. Se hanno deciso di coinvolgervi nella loro attività potrebbero esserci più motivazioni. Ne sottolineerò alcune, sebbene bisognerebbe sempre tenere conto dello sviluppo del singolo bimbo e della sua specifica situazione.. I bambini vivono attraverso il gioco: imparano a camminare, a vestirsi da soli, a mangiare in autonomia, imparano anche a parlare e a immaginare tramite il gioco. Tuttavia all’inizio c’è qualcuno che veicola questo gioco con loro, che mostra loro tramite l’imitazione come fare e quando farlo. Motivo per cui, nel momento in cui il loro mondo interiore diventa via via più complesso, esprimono la necessità di rendere partecipi i loro genitori e caregiver di quello che stanno pensando e vivendo, coinvolgendoli nel loro gioco. Dal loro punto di vista, stanno permettendo a noi adulti di conoscerli meglio e di certo ci fanno un favore, perché hanno appreso da noi tramite il gioco e ci stanno restituendo la cortesia. In quel momento, siamo noi che apprendiamo dai nostri figli. Un’altra motivazione che spinge i bambini a chiedere ai genitori costanti attenzioni nel gioco è il loro altruismo. Se si annoiano, pensano che anche gli adulti stiano provando quella terribile noia. Allora perché non giocare insieme? L’altruismo, secondo studi recenti, è presente fin da giovanissimi: a nove mesi, se chiederete loro aiuto nel cercare qualcosa fingendo di non conoscerne la posizione, vi indicheranno dove è collocato nella stanza. [Micheal Tomasello, Altruisti nati, Ed. Bollati Boringhieri] Pertanto, quando si annoieranno e vorranno degli stimoli diversi da quelli che l’ambiente propone loro, verranno a cercare la loro inesauribile fonte di informazioni e intrattenimento: i genitori. Poco importa che mamma o papà suggeriscano ai figli le stesse attività che avrebbero potuto avviare in autonomia: siccome verranno coinvolti sarà di certo un gioco migliore. Siamo esseri sociali a ogni età, indipendentemente dall’inclinazione estroversa o introversa di ognuno di noi. Per questo il bambino cercherà sempre, in qualche misura, la presenza dell’altro. Se poi l’altro è una persona cara, sarà più semplice che non si preoccupi se la sta disturbando, perché dà per scontato che non sia così. La sta anzi coinvolgendo nel suo gioco, perché la vede a casa e quando è a casa vuol dire che è con lui. La crescita dello smart working post pandemia non ha cambiato questa prospettiva agli occhi dei bambini. Se i genitori sono casa possono essere coinvolti, è quasi un obbligo morale del bambino farlo. Non importa se vi faranno impazzire con le loro costanti richieste e di certo non importa che capiscano oggettivamente che mamma o papà stanno di fatto lavorando a un computer: il loro benessere sarà dettato dal giocare con voi. Alcuni modi per aiutarli a rispettare anche i vostri tempi sarà spiegar loro che state lavorando e fare dei piccoli compromessi, per esempio concordare che per ogni gioco svolto insieme, per un determinato tempo dovrete dedicarvi al lavoro. Spero di essere stata esaustiva e, se avete altre domande, non esitate a scrivere alla redazione. A presto! vai al libro

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Questo non lo puoi (più) leggere. Il caso Dahl e la censura nei libri per bambini

A cura di Corretto da Silvia Bonacina   La sensibilità generale è cambiata, è vero. Anche l’attenzione alle parole e al loro significato è cambiata  quasi sempre. Per questo il celeberrimo autore Roald Dahl è stato censurato. Nei suoi libri (dalle prossime ristampe) non troveremo più, a quanto pare, i termini “grasso”, “brutto”, “nano” ecc. L’editore Puffin ha infatti deciso, in accordo sembra con gli eredi dell’autore, di eliminare dalle opere di Dahl i termini più espliciti, molto usati e caratteristici dello scrittore gallese. Per non urtare la sensibilità dei nuovi lettori, gli Oompa Loompa non saranno più nani ma “piccole persone” e via discorrendo. Per promuovere l’accessibilità e l’inclusione nella letteratura per l’infanzia… si sta facendo censura? Il mondo della cultura si è fortemente ribellato. Moltissime sono state le polemiche, sia tra gli addetti ai lavori che tra i lettori.  Ci si chiede infatti se questa sia davvero inclusività e se la sete del politicamente corretto possa far male alla letteratura. Non sarebbe più opportuno, chiedono in molti, conservare i libri come sono stati ideati, fornendo magari in modalità scritta o verbale degli elementi chiarificatori per i giovani lettori? Non basterebbe spiegare loro che i libri, così come i film o le tradizioni, sono figli della cultura e del tempo in cui sono scritti, girati ecc.? Ricordiamoci che Dahl è pur sempre un uomo nato nel 1916 e che ovviamente la sua scrittura non potrà essere esente da stereotipi di genere e fisici. Non possiamo considerare scontato che determinati stereotipi siano ormai anacronistici e i bambini lo possano percepire autonomamente? Per i giovani lettori il rischio è che un’opera edulcorata, se non addirittura travisata, risulti ingannevole.   Oppure è un bene che espressioni denigratorie non si trovino più nei libri? Dahl è noto per il suo stile non politicamente corretto, per le storie dove gli adulti spesso fanno la figura dei fessi o dove i bambini possono trasformare le streghe in topi, per il suo stile irriverente e scanzonato… questo editing si può considerare troppo invasivo? È un segnale dell’evoluzione dei tempi?   E questa evoluzione… ci piace? Io personalmente ho fatto dell’inclusione uno degli aspetti a cui tengo maggiormente, nelle storie per bambini che scrivo. Credo sia importante parlare alle nuove generazioni con termini rispettosi e insegnare il rispetto da portare a tutti. Questo però non mi ha mai fatto pensare di riscrivere i classici, che, ripeto – a costo di sembrare petulante – devono essere letti e inseriti nella cornice del loro tempo. (Leggi anche l’articolo sui Sensitivity readers, presente sul Magazine online) LEGGI ANCHE firstletter 22.04.23 Il primo progetto First Letter sta per vedere la luce: presentazione di Silvia Dal Cin e Matteo Della Libera Grandi novità in casa First Letter Editrice: il progetto è ufficialmente avviato, e al Salone del libro di Torino di quest’anno verrà presentato il primo Read More firstletter Questo non lo puoi (più) leggere. Il caso Dahl e la censura nei libri per bambini 15.02.24 firstletter Octopus’s Garden di Beatles e Ben Cart: la recensione di Land Magazine 28.01.24 firstletter L’istinto materno esiste? 21.01.24 firstletter Scegliere il liceo giusto per i propri figli: consigli utili 18.01.24 firstletter Cosa fare se tuo figlio non crede più a Babbo Natale? 06.01.24 firstletter Intervista a Burabacio: la gentilezza è uno stile di vita 31.12.23 firstletter Tutti pazzi per i libri per bambini: Alcuni dati su vendite e preferenze dei lettoriTutti pazzi per i libri per bambini: 30.12.23 firstletter Peter Pan: storia e origini di una figura globale 30.12.23

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Octopus’s Garden di Beatles e Ben Cart: la recensione di Land Magazine

“Octopus’s Garden” è un libro illustrato che porta i lettori in un viaggio incantato attraverso il mondo sottomarino ispirato alla celebre canzone dei Beatles. Con illustrazioni vibranti e una narrazione coinvolgente, questo volume dal design grande e adatto ai più piccoli cattura l’immaginazione dei bambini e li trasporta in un mondo pieno di meraviglie. Le illustrazioni di Ben Carter sono davvero incredibili, ricche di dettagli e colori vivaci che catturano l’essenza del giardino sottomarino descritto nella canzone. Ogni pagina è un’esplosione di creatività e fantasia, con creature marine stravaganti e paesaggi mozzafiato che invitano i lettori a immergersi completamente nella storia. La trama segue il simpatico polpo protagonista mentre conduce i lettori attraverso il suo meraviglioso giardino sottomarino, incontrando amici e affrontando avventure lungo il percorso. La storia è semplice ma coinvolgente, perfetta per i giovani lettori che vogliono esplorare nuovi mondi e lasciarsi trasportare dall’immaginazione. “Octopus’s Garden:” è più di un semplice libro per bambini; è un’esperienza magica che unisce la gioia della lettura con la bellezza della musica dei Beatles. È un must-have per ogni biblioteca per bambini e un regalo perfetto per chiunque ami la creatività e l’avventura. Sconto del 50% sul libro VAI AL LIBRO Octopus’s Garden, le origini della canzone Scritta e cantata da Ringo Starr, è apparsa nell’album “Abbey Road” del 1969. La storia del brano è piuttosto semplice: Ringo Starr lo ha scritto nel 1968, mentre era in vacanza in Sardegna. L’ ispirazione è venuta dal desiderio di avere un posto tranquillo dove poter scappare per rilassarsi e trovare la pace, e l’idea di un giardino sottomarino popolato da polpi è frutto di questa voglia di tranquillità. Il testo riflette il suo grande desiderio di fuga e di pace, con versi che parlano di un mondo sottomarino dove non ci sono preoccupazioni

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