scrittura creativa

Come parlare di traumi psicologici nel tuo romanzo senza finire a piangere in un angolo (o deprimere i tuoi lettori)

Scrivere di traumi psicologici è una di quelle cose che ci si immagina di fare con una penna stilografica e un bicchiere di whisky accanto, mentre si medita sulla complessità dell’esistenza umana. Ma nella realtà, ti ritrovi a sgranocchiare patatine davanti al laptop, fissando una pagina bianca come se stesse per offrirti tutte le risposte. Ecco il trucco: parlare di traumi psicologici non deve essere solo pioggia battente e violini in sottofondo. Si può (e si deve!) affrontare l’argomento con la giusta sensibilità, ma anche con un pizzico di ironia, perché – ammettiamolo – anche il dramma ha i suoi momenti comici. Siamo pur sempre esseri umani che inciampano, sbagliano e cercano di sopravvivere a tutto questo caos, giusto? Fai clic qui 1. Il trauma non è un mostro sotto il letto, ma quasi Descrivere il trauma psicologico nel tuo romanzo non significa dipingere il protagonista come un eterno martire con le occhiaie perenni. Certo, il trauma lascia cicatrici, ma c’è anche l’altro lato: l’adattamento, la resistenza e persino quel bizzarro senso dell’umorismo che emerge quando le cose non potrebbero andare peggio (spoiler: andranno peggio). Lascia che i tuoi personaggi siano umani, pieni di sfumature, con le loro giornate nere, ma anche con quelle in cui si fanno una risata nervosa davanti a un problema surreale. 2. Non trasformare il tuo protagonista in un meme di “sto male” Ok, il tuo personaggio ha vissuto un trauma. Ma questo non significa che debba passare tutto il libro a fissare il vuoto con aria angosciata, come se fosse appena uscito da una playlist di canzoni tristi su Spotify. Gli esseri umani non sono macchine rotte: reagiscono, affrontano (a volte in modo sbagliato), ma soprattutto vivono. Aggiungi complessità alle loro emozioni. Forse il tuo protagonista si nasconde dietro il sarcasmo, forse prova a compensare con il lavoro, o forse sta pianificando di scappare alle Hawaii e cambiare nome. Qualunque sia la sua strategia, rendilo interessante. Nessuno vuole leggere 300 pagine di un personaggio che si lamenta (tranne forse il suo terapeuta). 3. L’ironia è il tuo superpotere Hai presente quelle persone che, dopo aver passato una delle peggiori giornate della loro vita, riescono comunque a fare una battuta autoironica che ti fa crollare dalle risate? Bene, anche il tuo romanzo può farlo. L’ironia è il cugino sfrontato della tragedia, e funziona magnificamente nella narrazione. Il trauma psicologico non è sempre solenne. A volte è anche ridicolo. Come quella volta in cui il tuo protagonista ha cercato di calmarsi con yoga, ma è finito bloccato in una posizione assurda mentre il gatto lo guardava con disprezzo. O quando ha cercato di “superare” tutto leggendo un manuale di autoaiuto solo per addormentarsi alla terza pagina.   4. No alla Lista dei traumi (non esagerare) Evita il classico errore della “lista della spesa dei traumi”. Sì, i tuoi personaggi possono avere un passato complicato, ma non c’è bisogno di farli sembrare il prodotto di tutte le disgrazie del mondo, dall’infanzia difficile alla perdita del pesce rosso. Un trauma è già abbastanza. Non impilare tragedie su tragedie solo per tirare le corde emotive dei lettori. A meno che non stai scrivendo una telenovela, dove “più dramma” è il mantra. 5. L‘arte del flashback: usalo, ma con moderazione Ah, il flashback. Il miglior amico di ogni scrittore che vuole parlare di trauma. Ma attenzione: se ne usi troppi, il tuo romanzo rischia di trasformarsi in un puzzle temporale che neanche i lettori più fedeli riusciranno a ricomporre. Un buon flashback è come il pepe nel piatto: un pizzico è perfetto, troppo ti fa venire voglia di buttare tutto nel cestino. Usa i flashback per aggiungere profondità, non per fare riassunti infiniti della psiche tormentata del tuo personaggio.   6. L‘importanza del supporto (e dei personaggi secondari) Il tuo protagonista non può affrontare il trauma da solo, altrimenti rischia di sembrare un recluso emotivo. Inserisci dei personaggi secondari che offrano sostegno, consiglio o anche solo una pacca sulla spalla. Magari l’amico pasticcione che cerca di aiutare con i suoi consigli non richiesti, o la nonna che dispensa saggezza a colpi di biscotti. Non tutti devono essere terapeuti: a volte la soluzione sta in una risata o in una conversazione assurda sul significato della vita (e della pizza). 7. Ricorda: non sei Freud Parlare di traumi psicologici richiede una certa sensibilità, ma non sei tenuto a trasformarti in uno psicanalista di fama mondiale per farlo. Mantieni il realismo: non tutti affrontano i traumi con profondi soliloqui interiori o complessi sogni freudiani. A volte, il miglior modo per superare un trauma è affrontarlo a piccoli passi, con quella strana combinazione di risate, pianti, errori e biscotti al cioccolato. Vuoi un esempio di come gestire un “trauma letterario”? Leggi il nuovo romance di Isabella Vinci Fai clic qui

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Military Romance: quando l’amore incontra l’addestramento militare…e fa esplodere tutto (cuori inclusi)

Ah, il trope del Military Romance, quel genere letterario dove le emozioni scorrono più veloci di un addestramento a corpo libero e gli uomini in divisa sembrano avere sempre il tempo di fare flessioni, salvare il mondo e innamorarsi perdutamente nel mezzo di un attacco aereo. C’è qualcosa di irresistibile in un uomo o una donna che, tra missioni segrete e sparatorie, trova il tempo di inviare messaggini romantici con tanto di emoji a forma di cuore. Benvenuti nel mondo del Military Romance, dove la guerra non è mai l’unica cosa in gioco e i cuori rischiano di essere feriti più dei corpi. Fai clic qui La trama: amore, guerra e un po’ di testosterone La ricetta base del Military Romance è semplice: prendi un soldato (meglio se burbero ma con un cuore tenero sotto a tutti quei muscoli), una missione pericolosissima e un interesse amoroso che, per motivi incomprensibili, decide di lanciarsi a capofitto in una relazione con una persona che ha il tasso di sopravvivenza di un pilota di caccia durante una tempesta di missili. Aggiungi un pizzico di tensione sessuale, battute sarcastiche in pieno stile “io ti proteggerò, ma anche tu non sei così male con un’arma in mano”, e voilà! Hai una storia pronta per strappare sospiri e fare battere il cuore più veloce di un’azione speciale. Cosa c’è di meglio di innamorarsi in una zona di guerra? Immagina la scena: pallottole che fischiano sopra la testa, esplosioni in lontananza e i nostri due protagonisti che, dopo aver evitato una granata, si guardano negli occhi e si rendono conto che, sì, è proprio amore. Nessuno fa proposte di matrimonio come chi è reduce da una missione quasi suicida! Il fascino del soldato Diciamocelo: il vero protagonista del Military Romance non è l’amore. No, no, è lui: il soldato! L’eroe di guerra con muscoli da far invidia a un culturista e un cervello allenato a risolvere enigmi degni di un film di spionaggio. Questo tizio ha un curriculum che farebbe impallidire anche James Bond: addestrato in ogni tipo di arma (e non solo quelle), capace di sopravvivere nel deserto senza una borraccia e con un’abilità sovrumana nel tenere i capelli sempre in ordine, anche dopo una notte insonne passata in un rifugio antiatomico. Ma sotto quella corazza da guerriero implacabile, c’è un cuore dolce che si scioglie davanti a un sorriso. È la combinazione perfetta di mascolinità tossica e vulnerabilità emotiva: lo troviamo mentre abbatte terroristi a mani nude, ma al ritorno a casa è lì che prepara la colazione per il suo amore, magari con il grembiule rosa della nonna.   Il dramma: “Resterò o tornerò in missione?” Oh, il dolce tormento dell’amore tra un soldato e un civile! Quando non stanno evitando di essere catturati da terroristi internazionali o saltando giù da elicotteri in fiamme, c’è sempre la grande domanda: “Resterò o tornerò in missione?” Spoiler alert: lui tornerà in missione. Sempre. Perché? Perché altrimenti dove sarebbe l’adrenalina? Eppure, non importa quante volte il protagonista scompaia tra una missione segreta e l’altra: tornerà sempre indietro, magari con un paio di cicatrici in più e un mazzo di fiori presi al duty free dell’aeroporto. Consigli di lettura: mettetevi comodi (e preparate i fazzoletti) Se siete pronti a immergervi nel mondo del Military Romance e vivere avventure ad alto tasso di testosterone e lacrime versate tra un’azione militare e l’altra, ecco alcune letture che fanno per voi: “Il cavaliere d’inverno” di Paullina Simons – Non propriamente un Military Romance tradizionale, ma una saga epica ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale che saprà soddisfare gli amanti del genere. Tatiana e Alexander vivono una storia d’amore che sfida la guerra, la fame e il gelo russo. Una passione tanto forte quanto la guerra che la circonda. “KGI” serie di Maya Banks – In questa saga, ogni libro è una corsa contro il tempo tra le missioni segrete di un gruppo di fratelli militari e il loro tentativo di trovare (e mantenere) l’amore. “Schegge nel cuore” di Isabella Vinci – Un militare che s’innamora al primo sguardo di una donna spezzata fin dentro l’anima. Lettura adatta a cuori forti e puri… ma soprattutto resistenti.  Fai clic qui Scopri Land Magazine admin Settembre 16, 2024 Military Romance: quando l’amore incontra l’addestramento militare…e fa esplodere tutto (cuori inclusi) Ah, il trope del Military Romance, quel genere letterario dove le emozioni scorrono più veloci di un addestramento a corpo libero e gli uomini in divisa sembrano avere sempre il Read More Cristina Ferri Settembre 15, 2024 Il pastrami orgasmico di Harry ti presento Sally Di Cristina Ferri Il pastrami orgasmico di Harry ti presento Sally«Ci ho pensato tanto, e il risultato è che ti amo. […] Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che Read More admin Settembre 15, 2024 “Il Gattopardo”: Alain Delon e il Ritratto della Decadenza Aristocratica Quando si parla di capolavori cinematografici, pochi film riescono a evocare l’eleganza e la decadenza come Il Gattopardo (1963), diretto da Luchino Visconti. Basato sul celebre romanzo di Giuseppe Tomasi Read More admin Settembre 14, 2024 Come non far impazzire il tuo editor. Prima puntata: le allitterazioni Immagina la scena: hai appena scritto il romanzo della tua vita. Ti senti ispirato, creativo, forse un po’ poeta. C’è ritmo, c’è suono, le parole scorrono come una melodia… e Read More Valentina Fontan Settembre 14, 2024 Yoga, il tuo alleato contro lo stress A cura di Libri di Valentina Fontan Scopri Sei appena tornata da una lunga giornata di lavoro? 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Come non far impazzire il tuo editor. Prima puntata: le allitterazioni

Immagina la scena: hai appena scritto il romanzo della tua vita. Ti senti ispirato, creativo, forse un po’ poeta. C’è ritmo, c’è suono, le parole scorrono come una melodia… e poi arriva il tuo editor. Un semplice “per favore, elimina almeno la metà delle allitterazioni” che ti colpisce dritto al cuore come una freccia avvelenata. Perché, ti chiedi, perché ce l’ha tanto con le mie allitterazioni adorabili, allegre e armoniche? Ebbene, amico scribacchino, è giunto il momento di svelare il mistero: l’allitterazione, quella dolce tentazione, può far impazzire il tuo editor. E non in senso positivo. Quindi, per il bene della tua salute mentale (e del tuo contratto di collaborazione), eccoti una guida semiseria su come evitare l’allitterazione e salvare il tuo editor da un esaurimento nervoso. Cos’è un’allitterazione? (e perché è così irresistibile per gli scribacchini) Prima di partire con i trucchi per evitare di far scattare un allarme rosso nella testa del tuo editor, vediamo brevemente cos’è effettivamente un’allitterazione. Non preoccuparti, non ti farò un trattato accademico! L’allitterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione di suoni consonantici all’inizio di parole vicine o successive all’interno di una frase. È quel fenomeno per cui ogni parola sembra voler fare amicizia con quella successiva, semplicemente perché iniziano con la stessa lettera. Esempio classico: “Veni, vidi, vici” di Giulio Cesare. Non solo suona bene, ma ti dà anche un’aria vagamente epica, quasi come se stessi per conquistare qualcosa (spoiler: il tuo editor no). Un altro esempio, forse meno epico ma ugualmente chiaro, potrebbe essere: “Luca lecca lecca lentamente il lecca-lecca.” Suona simpatico? Beh, più o meno! Immagina un intero libro pieno di cose del genere: il tuo editor potrebbe iniziare a pianificare la fuga su un’isola deserta solo per sfuggire alla tua furia allitterativa. E ora veniamo ai nostri consigli Sii subdolo, ma non troppo L’allitterazione è come il peperoncino: va usata con moderazione. Un pizzico può dare sapore al tuo testo, ma una pioggia di parole che iniziano con la stessa lettera lo renderanno indigeribile. Scrivi pure una frase come “Si sentiva sereno sotto il sole splendente”, ma evita di continuare con “sorseggiando succo di sambuco sulla sedia scricchiolante”. A meno che tu non stia scrivendo un fumetto per bambini, il tuo editor inizierà a sospettare che tu abbia una malsana ossessione per le sibilanti. 2. Pensa come un editor  Gli editor non odiano l’allitterazione di per sé. Quello che odiano è l’allitterazione usata male, come l’amico che cerca di essere divertente a tutti i costi e finisce per essere fastidioso. Quindi, quando ti scappa un’accoppiata di parole con la stessa lettera, chiediti: Lo farebbe anche Stephen King?. Se la risposta è no, cancella e vai avanti. E se non hai mai letto Stephen King, beh… forse dovresti. 3. Evita i nomi da supereroe Se il tuo protagonista si chiama Carlo il Coraggioso e combatte contro Claudio il Cattivo per conquistare Clara la Carismatica, fermati. Gli allitterativi sono già stati abbondantemente sfruttati nei fumetti e nei cartoni animati. Se non stai scrivendo la biografia segreta di Capitan Consonante, lascia perdere. Anche il tuo editor ti ringrazierà, forse con un caffè.   4. Ricorda: l’allitterazione è come la nutella Sì, hai capito bene. L’allitterazione è come la Nutella: buona in piccole dosi, ma se la metti ovunque diventa nauseante. Se cominci a spalmare allitterazioni su ogni singola frase, alla fine il testo risulterà appiccicoso, stucchevole e terribilmente ripetitivo. Il tuo editor, che aveva iniziato a leggere con entusiasmo, ora sta valutando di scrivere la tua lettera di licenziamento su carta profumata. 5. Consiglio finale: a volte meno è più (e il tuo editor respira) Quando rileggi il tuo capolavoro, fai questo piccolo esercizio: elimina ogni allitterazione e osserva come il testo diventa più fluido e piacevole. No, non è meno interessante. No, non sembra più banale. Sì, il tuo editor ti invierà un’email con dei complimenti per la nuova maturità del tuo stile. E tu potrai concederti la soddisfazione di sapere che hai evitato di farlo impazzire… almeno per questa volta.   Insomma, salvare il tuo editor è possibile Ebbene sì, se vuoi mantenere il tuo editor sano di mente, ma soprattutto mantere il tuo progetto, devi accettare che l’allitterazione non è sempre la tua migliore amica. Può essere divertente, certo, ma come ogni buona cosa, va dosata con cura. Quindi, prossimo articolo, fai un favore a tutti e lascia qualche consonante a riposo. Il tuo editor (e il tuo futuro) ti ringrazieranno. E poi, diciamolo, avere un editor felice è meglio di avere un articolo che sembra scritto dal cugino meno conosciuto di Dr. Seuss, no? Nella prossima puntata parleremo di… abuso di soggetti e altri horrori (sì, con la h).  Continua a seguirci e a leggere i nostri articoli.  Scopri Land Magazine admin Settembre 14, 2024 Come non far impazzire il tuo editor. Prima puntata: le allitterazioni Immagina la scena: hai appena scritto il romanzo della tua vita. Ti senti ispirato, creativo, forse un po’ poeta. C’è ritmo, c’è suono, le parole scorrono come una melodia… e Read More Valentina Fontan Settembre 14, 2024 Yoga, il tuo alleato contro lo stress A cura di Libri di Valentina Fontan Scopri Sei appena tornata da una lunga giornata di lavoro? 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Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 22)

Elisabetta Venturi Scrittrice e insegnante Drabble mania Scrivere drabble insegna a colpire, emozionare, stupire, sconvolgere il lettore con poche parole. Inoltre puoi giocare con le parole: scrivere una storia intorno a una parola che non conosci, così diventerà parte del tuo vocabolario; puoi darti regole folli sulle lettere da non usare oppure tirare i dadi (esistono molti giochi con questo scopo) e usare le immagini che escono.   Leggi fino alla fine per avere un consiglio di scrittura completamente gratuito Grammaticalmente corretto «Ma guarda come scrive questo! Il diploma l’ha rubato? L’italiano è importante, è la base! Come puoi essere ignorante nella tua lingua? E che senso ha impararne una seconda? Certi errori di grammatica sono inconcepibili. Dovrebbe prendere esempio da me: sono sempre stato il migliore a scuola e tutti mi chiedono consigli, conferme e correzioni. Mi viene naturale, che ci posso fare? Se potrei, darei un po’ della mia inesauribile conoscenza anche agli altri, ma purtroppo non si può.»«Hai proprio ragione.»L’uomo gonfiò il petto e alzò il mento.Claudia si allontanò scuotendo la testa.«Se potrei. Poveri noi.» Consiglio di scrittura Scrittori si diventa Nella scrittura creativa, come nella vita, non si finisce mai di imparare. Con curiosità, studio e tanta pratica si può scoprire un infinito di possibilità. Stephen King in On Writing ci dice che “Ci vuole il talento, certo, ma non basta. Ci vogliono il lavoro e lo studio. Ci vuole attenzione. Scrittori si diventa.” Ne vuoi di più? Ti è piaciuto questo drabble? Ne trovi tanti altri nella raccolta “100 parole per 100 emozioni”. VAI AL LIBRO Al prossimo drabble!

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Il Fascino dei Personaggi Spezzati nei Libri: Perché Amare i Protagonisti Imperfetti

Ah, i personaggi spezzati nei libri. Quei protagonisti che sembrano avere più problemi di un puzzle da 1000 pezzi. Chi non li ama? Certo, potresti pensare: “Ma perché dovrei affezionarmi a qualcuno che ha più difetti che virtù?” Ed è proprio qui che entra in gioco il fascino irresistibile dei protagonisti imperfetti. Lascia che te lo spieghi, con un po’ di ironia e un pizzico di saggezza. La perfezione è noiosa Diciamocelo chiaramente: chi vuole leggere di un eroe perfetto? Un personaggio che ha sempre la risposta giusta, che non fa mai errori, che affronta tutto con grazia e precisione… beh, è noioso. Non c’è niente di realistico o di affascinante in qualcuno che sembra uscito da un tutorial su “Come essere perfetti in 5 mosse”. I personaggi imperfetti, invece, sono interessanti proprio perché commettono errori, fanno scelte sbagliate, e nonostante tutto, riescono a crescere (o magari anche no, ma ci provano!).   Dal 19 Settembre disponibile L’Imperfetto avvicina i lettori Hai mai letto di un protagonista che ti ha fatto esclamare: “Questo sono proprio io!”? Se sì, probabilmente non si trattava di un personaggio perfetto. I personaggi spezzati sono quelli con cui possiamo entrare in empatia. Hanno insicurezze, paure, fallimenti e debolezze. Insomma, sono umani! E non c’è nulla di più potente in un libro che riconoscersi nei difetti di un personaggio e vedere come, nonostante tutto, riesce a proseguire il suo viaggio. C’è sempre spazio per la redenzione (o quasi) Uno degli elementi chiave che rendono i personaggi imperfetti così affascinanti è la possibilità di redenzione. Che sia un ex criminale in cerca di redenzione o un eroe caduto in disgrazia che tenta di rialzarsi, tutti amiamo una buona storia di riscatto. Ma attenzione, non tutti i personaggi spezzati riescono a redimersi. Alcuni continuano a cadere, peggiorando la situazione. E indovina un po’? Anche questo è affascinante! La tensione drammatica generata dal non sapere se ce la faranno o meno tiene i lettori incollati alle pagine. Il fascino dell’imprevedibilità Un protagonista perfetto è prevedibile. Sappiamo già che affronterà ogni sfida con calma e precisione, risolvendo tutto come se fosse un gioco da ragazzi. I personaggi imperfetti, invece, sono un continuo punto interrogativo. Come reagiranno alla prossima difficoltà? Riusciranno a tenere tutto sotto controllo o faranno un altro pasticcio? Questa imprevedibilità è ciò che rende la loro narrazione elettrizzante. Lo sfogo del lettore Un’altra ragione per cui amiamo i personaggi spezzati è che ci danno l’opportunità di sentirci superiori (dai, ammettiamolo!). Quando un protagonista prende una decisione che chiaramente porterà al disastro, è quasi liberatorio per noi lettori gridare silenziosamente (o non tanto silenziosamente) “Te l’avevo detto!” È un piccolo sfogo che ci permette di distogliere lo sguardo dai nostri pasticci personali, almeno per un po’. Amare i difetti, nonostante tutto Alla fine, i personaggi spezzati ci ricordano una verità essenziale: nessuno è perfetto. Eppure, nonostante i loro difetti, spesso impariamo ad amarli. I personaggi imperfetti ci insegnano che la forza non risiede nella perfezione, ma nella capacità di affrontare le difficoltà con tutto ciò che si ha, anche se a volte si cade a pezzi lungo il percorso.   Scopri Land Magazine admin Settembre 6, 2024 Il Fascino dei Personaggi Spezzati nei Libri: Perché Amare i Protagonisti Imperfetti Read More admin Settembre 2, 2024 L’importanza di abbracciare le differenze nei bambini: Un viaggio di crescita e amore Nel mondo di oggi, dove la diversità è all’ordine del giorno, è più importante che mai insegnare ai nostri bambini a celebrare le differenze. Ma diciamocelo, non è sempre facile. Read More admin Settembre 1, 2024 Londra, 1 settembre: la stazione di King’s Cross senza Hogwarts Express – Qualcuno ha rubato la magia? Londra – Questa mattina, la stazione di King’s Cross era avvolta da un silenzio sorprendente. Alle ore 11.00, l’annuncio tanto atteso dell’Hogwarts Express non è arrivato, lasciando migliaia di fan Read More admin Agosto 31, 2024 Esercizio gratis di scrittura creativa: le descrizioni Le descrizioni ambientali sono cruciali per creare l’atmosfera e immergere i lettori nel mondo della tua storia. Un’ambientazione ben descritta può trasportare il lettore in un altro luogo e tempo. Read More Elisabetta Agosto 30, 2024 Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 21) Elisabetta Venturi Scrittrice e insegnante Drabble mania Scrivere drabble insegna a colpire, emozionare, stupire, sconvolgere il lettore con poche parole. Inoltre puoi giocare con le parole: scrivere una storia intorno Read More admin Agosto 29, 2024 Sangue e cenere di Jennifer L. Armentrout: la recensione di Land Magazine Se pensate che i vampiri sexy e gli amori impossibili siano passati di moda, preparatevi a essere piacevolmente sorpresi da “Sangue e Cenere” di Jennifer L. Armentrout, che con questa Read More Lorenzo Foschi Agosto 26, 2024 Narrativa videoludica: la tua storia A CURA DI I LIBRI DI LORENZO FOSCHI Fai clic qui Prima di procedere con l’articolo, ti invito ad arrivare alla fine per una pazza proposta interattiva!Nel secondo episodio abbiamo Read More admin Agosto 24, 2024 Esercizio gratis di scrittura creativa: i dialoghi Il dialogo è una componente essenziale di qualsiasi racconto. Un dialogo ben scritto può rivelare molto sui personaggi e avanzare la trama. In questo articolo, ti proponiamo un esercizio di Read More admin Agosto 23, 2024 Sans culotte: chi erano, origine del nome Se vi siete mai chiesti perché un gruppo di persone tanto temuto nella Rivoluzione francese fosse chiamato “sans culotte,” sappiate che la risposta è molto meno glamour di quanto possiate Read More admin Agosto 23, 2024 22 agosto 1920: nasce Ray Bradbury, il genio della fantascienza che non si aspettava di essere preso sul serio Il 22 agosto 1920, in un angolo sperduto dell’Illinois, veniva al mondo un bambino che avrebbe rivoluzionato la fantascienza: Ray Bradbury. Sì, proprio lui, l’uomo che ha trasformato le nostre Read More

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