Come non far impazzire il tuo editor. Prima puntata: le allitterazioni

Immagina la scena: hai appena scritto il romanzo della tua vita. Ti senti ispirato, creativo, forse un po’ poeta. C’è ritmo, c’è suono, le parole scorrono come una melodia… e poi arriva il tuo editor. Un semplice “per favore, elimina almeno la metà delle allitterazioni” che ti colpisce dritto al cuore come una freccia avvelenata. Perché, ti chiedi, perché ce l’ha tanto con le mie allitterazioni adorabili, allegre e armoniche?

Ebbene, amico scribacchino, è giunto il momento di svelare il mistero: l’allitterazione, quella dolce tentazione, può far impazzire il tuo editor. E non in senso positivo. Quindi, per il bene della tua salute mentale (e del tuo contratto di collaborazione), eccoti una guida semiseria su come evitare l’allitterazione e salvare il tuo editor da un esaurimento nervoso.

Cos’è un’allitterazione? (e perché è così irresistibile per gli scribacchini)

Prima di partire con i trucchi per evitare di far scattare un allarme rosso nella testa del tuo editor, vediamo brevemente cos’è effettivamente un’allitterazione. Non preoccuparti, non ti farò un trattato accademico!

L’allitterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione di suoni consonantici all’inizio di parole vicine o successive all’interno di una frase. È quel fenomeno per cui ogni parola sembra voler fare amicizia con quella successiva, semplicemente perché iniziano con la stessa lettera. Esempio classico: “Veni, vidi, vici” di Giulio Cesare. Non solo suona bene, ma ti dà anche un’aria vagamente epica, quasi come se stessi per conquistare qualcosa (spoiler: il tuo editor no).

Un altro esempio, forse meno epico ma ugualmente chiaro, potrebbe essere: “Luca lecca lecca lentamente il lecca-lecca.” Suona simpatico? Beh, più o meno! Immagina un intero libro pieno di cose del genere: il tuo editor potrebbe iniziare a pianificare la fuga su un’isola deserta solo per sfuggire alla tua furia allitterativa.

E ora veniamo ai nostri consigli

Sii subdolo, ma non troppo

L’allitterazione è come il peperoncino: va usata con moderazione. Un pizzico può dare sapore al tuo testo, ma una pioggia di parole che iniziano con la stessa lettera lo renderanno indigeribile. Scrivi pure una frase come “Si sentiva sereno sotto il sole splendente”, ma evita di continuare con “sorseggiando succo di sambuco sulla sedia scricchiolante”. A meno che tu non stia scrivendo un fumetto per bambini, il tuo editor inizierà a sospettare che tu abbia una malsana ossessione per le sibilanti.

2. Pensa come un editor 

Gli editor non odiano l’allitterazione di per sé. Quello che odiano è l’allitterazione usata male, come l’amico che cerca di essere divertente a tutti i costi e finisce per essere fastidioso. Quindi, quando ti scappa un’accoppiata di parole con la stessa lettera, chiediti: Lo farebbe anche Stephen King?. Se la risposta è no, cancella e vai avanti. E se non hai mai letto Stephen King, beh… forse dovresti.

3. Evita i nomi da supereroe

Se il tuo protagonista si chiama Carlo il Coraggioso e combatte contro Claudio il Cattivo per conquistare Clara la Carismatica, fermati. Gli allitterativi sono già stati abbondantemente sfruttati nei fumetti e nei cartoni animati. Se non stai scrivendo la biografia segreta di Capitan Consonante, lascia perdere. Anche il tuo editor ti ringrazierà, forse con un caffè.

 

4. Ricorda: l’allitterazione è come la nutella

Sì, hai capito bene. L’allitterazione è come la Nutella: buona in piccole dosi, ma se la metti ovunque diventa nauseante. Se cominci a spalmare allitterazioni su ogni singola frase, alla fine il testo risulterà appiccicoso, stucchevole e terribilmente ripetitivo. Il tuo editor, che aveva iniziato a leggere con entusiasmo, ora sta valutando di scrivere la tua lettera di licenziamento su carta profumata.

5. Consiglio finale: a volte meno è più (e il tuo editor respira)

Quando rileggi il tuo capolavoro, fai questo piccolo esercizio: elimina ogni allitterazione e osserva come il testo diventa più fluido e piacevole. No, non è meno interessante. No, non sembra più banale. Sì, il tuo editor ti invierà un’email con dei complimenti per la nuova maturità del tuo stile. E tu potrai concederti la soddisfazione di sapere che hai evitato di farlo impazzire… almeno per questa volta.

 

Insomma, salvare il tuo editor è possibile

Ebbene sì, se vuoi mantenere il tuo editor sano di mente, ma soprattutto mantere il tuo progetto, devi accettare che l’allitterazione non è sempre la tua migliore amica. Può essere divertente, certo, ma come ogni buona cosa, va dosata con cura. Quindi, prossimo articolo, fai un favore a tutti e lascia qualche consonante a riposo. Il tuo editor (e il tuo futuro) ti ringrazieranno. E poi, diciamolo, avere un editor felice è meglio di avere un articolo che sembra scritto dal cugino meno conosciuto di Dr. Seuss, no?

Nella prossima puntata parleremo di… abuso di soggetti e altri horrori (sì, con la h). 

Continua a seguirci e a leggere i nostri articoli. 

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