Serie TV – Nostalgia anni ’80 e ’90

Libri di Elisabetta Venturi

Gli anni ‘80 e ‘90 sono stati la culla di veri e propri tormentoni indimenticabili. 
Ah, che bei tempi… E che privilegio averli vissuti!
Cosa dite? Volete vederli anche voi? Non temete, sono qui per questo: la macchina del tempo è già calda per un nuovo magico viaggio nei ricordi. 
Quindi allacciate le cinture e reggetevi, che questa volta andiamo ancora più indietro. 

Alla faccia del politically correct che sta permeando i tempi moderni in modo piuttosto insistente, già quarant’anni fa – uh mamma mia… che impressione! – avevamo non una, non due, ma bensì tre serie tv che ci catapultavano nelle vicende rocambolesche e spassose di una famiglia di colore. 

Partiamo da quella forse più celebre: se vi dicessi Will Smith? 
Ma lasciamolo dire a lui di cosa si tratta:

Ehi, questa è la maxi storia di come la mia vita è cambiata, capovolta sotto sopra sia finita. Seduto su due piedi qui con te ti parlerò di Willy, super fico di Bel Air: giocando a basket con gli amici sono cresciuto, me la sono spassata, wow! Che fissa ogni minuto! Le mie toste giornate filavano così, tra un mega-tiro a canestro e un film di Spike Lee. Poi la mia palla lanciata un po’ più in sù andò proprio sulla testa di quei vichinghi laggiù; il più durò si imballò, fece una trottola di me e la mamma preoccupata disse: «Vattene a Bel Air!». L’ho pregata, scongiurata, dallo zio vuole che vada, lei m’ha fatto le valigie e ha detto: «Va’ per la tua strada». Dopo avermi dato un bacio e un biglietto per partire con lo stereo nelle orecchie ho detto: «Qua è meglio sgommare!». Prima classe, ma è uno sballo! Spremute d’arancia in bicchieri di cristallo. Se questa è la vita che fanno a Bel Air, per me, mm-mh, poi tanto male non è! Ho chiamato un taxi giallo col mio fischio collaudato, come in Formula Uno mi sentivo gasato; una vita tutta nuova sta esplodendo per me, «Avanti a tutta forza, portami a Bel Air!». Oh, che sventola di casa, mi sento già stra-ricco, la vita di prima mi puzza di vecchio! Guardate adesso gente in pista chi c’è, il principe Willy, lo svitato di Bel Air eh!

Ammettetelo: anche voi avete letto la sigla di Willy, il principe di Bel Air canticchiando, vero?

Spostiamoci ora nella periferia di Chicago dalla famiglia Winslow e immergiamoci nelle dinamiche familiari di Otto sotto un tetto dove Carl, il capofamiglia, è un ufficiale di polizia. Ma sono certa che vi ricorderete soprattutto di Steve Urkel, il vicino di casa pasticcione innamorato di Laura, una delle figlie di Carl, e di una delle sue frasi iconiche: “Sono stato io a fare questo?”.

I Robinson li ricordate? Devo ammettere che ai tempi ero davvero piccina, ma grazie alla macchina del tempo possiamo approdare insieme a New York a conoscere un’altra famiglia specializzata in situazioni comiche: un ginecologo, una moglie avvocato e ben cinque figli. I Robinson è stata una delle prime serie a rappresentare una famiglia afroamericana benestante, offrendo quindi una prospettiva diversa e positiva rispetto a quanto mostrato precedentemente. 

Non avevamo solo famiglie afroamericane all’epoca: in realtà il periodo storico è costellato di storie familiari.

C’è chi è stato capace di farci vivere il sogno americano degli anni ‘50 e ‘60: brillantina sui capelli, baci al drive-in, giacche di pelle e gomme da masticare. Quanti “giorni felici” abbiamo vissuto in compagnia dell’indimenticabile Fonzie, della famiglia Cunningham e degli amici di Richie Potsie e Ralph Malph – “gli anni di Happy Days e di Ralph Malph” canterà poi Max Pezzali alla fine degli anni ‘90). 

Aprite il portaoggetti della macchina del tempo: c’è un fazzoletto nostalgia per voi. 

Mentre ancora tiriamo su il naso e ci passiamo il pettine tra i capelli con un gesto alla fonzarelli, pensiamo alla capigliatura riccia e vaporosa di Francesca Cacace, quella che ricorderemo come La tata più strampalata di sempre. 

Non tutte le famiglie erano però, ahimè, così spensierate e divertenti. Ce lo ricordano gli Ingalls che vivevano nel Midwest americano alla fine del XIX secolo e dovevano superare grandi sfide vivendo nelle grandi praterie: inverni rigidi, difficoltà economiche e difficili rapporti con i vicini. La casa nella prateria è una serie tv realistica e drammatica (trasmessa a cavallo degli anni ‘70 e ‘80), ma che ci ha anche riscaldato con lezioni di vita e momenti familiari unici e indimenticabili. 

Sempre nel XIX secolo andiamo a Colorado Springs e tifiamo per Michaela, una Signora del West che si ritrova ad accudire tre figli non suoi mentre lotta contro il pregiudizio circa lo svolgimento del lavoro di medico da parte di una donna. Una visione autentica del periodo storico tra medicina, avventura, complicate relazioni umane e nativi Cheyenne. 

La parola Signora vi ha sbloccato un ricordo, vero? 

L’intramontabile Angela Lansbury interpretava Jessica Fletcher, La Signora in giallo più temuta di tutti i tempi: ovunque lei andasse, qualcuno moriva e lei si poteva così intromettere nelle indagini risolvendo il mistero… e scrivendo poi i suoi gialli. 

Ehm, non so voi, ma metterei il turbo e schizzerei via di qui. 

Ci ritroviamo nella corsia dell’ospedale e, ops, non che qui vada molto meglio: un medico, figlio di un poliziotto, si improvvisa Un detective in corsia e risolverà più casi lui che il figlio. Qualcuno ha sbagliato mestiere?



Torniamo sulla macchina del tempo e… dove stai andando? Fermati! 

Scusate, la macchina del tempo aveva voglia di compagnia e ci ha portato da Kitt, automobile indistruttibile automatizzata e dotata di intelligenza artificiale che le permette di parlare – sì, vi giuro che questa serie è stata prodotta negli anni ‘80! – che, insieme al suo affascinante-da-morire Michael, combatte le forze del male in giro per gli Stati Uniti. Azione, fantascienza e avventura hanno reso Supercar una delle serie più amate degli anni ‘80. 

Ma non è l’unica vettura rimasta nei cuori: il Generale Lee, una Dodge Charger arancione, ha accompagnato le avventure di Bo e Luke – insieme alla cugina Daisy e allo zio Jesse – in rocamboleschi inseguimenti nella contea di Hazzard

In continua fuga c’è anche un gruppo di quattro veterani della guerra in Vietnam, chiamato A-Team, accusato ingiustamente di un crimine. La serie segue il filone del “militarismo buono” in cui si evitavano morti e ferimenti gravi con l’utilizzo di armi ingegnose e non convenzionali. 

E con “armi ingegnose e non convenzionali” sono certa di aver sbloccato un altro ricordo: vi trovate chiusi in una stanza senza un’apparente via di scampo? Prendete ispirazione dal mitico MacGyver – che sarebbe oggi l’incubo di ogni Escape Room – e usate oggetti comuni per creare soluzioni efficaci quanto improbabili! 

La macchina del tempo comincia a esaurire la batteria. Abbiamo poco tempo per fare gli ultimi salti. Reggetevi.

Possiamo ancora vedere le vicende di un gruppo di adolescenti dell’alta borghesia che vive nel lussuoso quartiere di Beverly Hills 90210, a Los Angeles…

… e spostarci sulle spiagge di Baywatch per osservare i guardaspiaggia più sexy di tutta la California salvare vite sulle spiagge.

Ma per salvare vite a volte basta leggere un giornale un po’ speciale, quello che viene lasciato ogni mattina a Gary da un gatto misterioso e che mostra le notizie del giorno dopo. La serie Ultime dal cielo mescola elementi drammatici, comici e fantastici. Mamma mia che ricordo… 

E mentre configuriamo la macchina per tornare al presente, ancora permeati di elementi fantastici, indaghiamo sugli X-Files con gli agenti Mulder e Scully: avvistamenti di UFO, alieni, creature leggendarie, mutazioni genetiche, percezioni extrasensoriali, psicocinesi e intelligenza artificiale avvolti da atmosfere cupe e misteriose. 

Mi dispiace di dovervi comunicare che il nostro magico tour nella nostalgia è appena terminato. Ma non temete, tornerò a prendervi per altri meravigliosi viaggi. A presto!

Vi siete persi il viaggio negli anni 2000? Niente paura: la macchina del tempo va anche avanti, lo trovate qui → https://www.landeditore.it/cinema/serie-tv-nostalgia-anni-2000

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