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La vera storia di La bella e la Bestia in poche parole

La fiaba “La bella e la bestia” è amata dal pubblico per moltissimi motivi, il più importante dei quali è sicuramente il messaggio sulla bellezza interiore e il potere del vero amore. Insegnando che l’aspetto esteriore può essere ingannevole, la fiaba incoraggia il pubblico a guardare oltre le apparenze e ad apprezzare le qualità interiori di una persona. La vera storia di “La bella e la bestia”, tuttavia, è leggermente diversa da quella della Disney, anche se a non cambiare sono i significati dei personaggi, simbolo di resilienza, carità e pentimento. Una fiaba classica che ha radici antiche e numerose varianti culturali, però, non può non essere stata modificata nel tempo, ed è proprio quello che è accaduto alla prima versione di cui gli storici e i letterati hanno notizie, ossia quella scritta da Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve nel 1740. Ma prima, scopri un affascinante retelling di La bella e la bestia ambientato ai giorni nostri… Continua a leggere per scoprire la trama nel dettaglio La storia pubblicata nel 1740 con il titolo “La Belle et la Bête” ad opera di Villeneuve, infatti, è più lunga e complessa rispetto alle successive rielaborazioni.  E’ infatti suddivisa in due parti principali: la storia di Belle e la storia della Bestia. La prima parte racconta la vita di Belle, una giovane donna gentile e amabile, e le prove che deve affrontare a causa delle gelosie delle sue sorellastre. La seconda, invece, si addentra più nello specifico nelle dinamiche di coppia.  Non vi ricorda un po’ le vicende di Cenerentola? Ma bando alle ciance… La bella e la bestia, primo atto All’inizio della storia, Belle viene descritta come una giovane vivace e allegra, legatissima al padre, un mercante ricco ma sfortunato, che ha perso tutte le sue fortune in un naufragio. In seguito a questi eventi, il padre e le sue tre figlie si trasferiscono in una modesta casa di campagna. Un giorno, l’uomo riceve la notizia che le sue navi sono state ritrovate e che una parte della sua fortuna è stata recuperata, e decide di intraprendere un lungo viaggio. Se le sorellastre pretendono ricchi doni – era tradizione che i padri portassero qualcosa di ritorno da un viaggio – Belle gli chiede  di portarle una rosa, cosa che lui accetta di fare. Durante il viaggio di ritorno, il padre di Belle si perde nel bosco e finisce per soggiornare in un castello incantato, dove trova cibo e riparo. La bella e la bestia, secondo atto Il giorno seguente, l’uomo si imbatte in un giardino pieno di rose e decide di prendere una per Belle. A questo punto appare la Bestia, padrona del castello, furiosa per il furto della rosa. Il padre implora perdono, spiegando che era per sua figlia, ma la Bestia lo condanna a morte, a meno che Belle non prenda il suo posto nel castello. Belle accetta. Inizialmente spaventata e scoraggiata, scopre che la Bestia è gentile con lei e presto iniziano a sviluppare un’amicizia. Ogni sera la Bestia chiede a Belle di sposarlo, ma lei rifiuta, sentendo di non poter essere felice senza la sua famiglia di fianco a sé. Bell’esempio di amore filiale, che ne dite? Noi ragazze di oggi non saremmo state tanto pazienti con un padre che ci ha usate come merce di scambio. Nel frattempo, le sorellastre invidiose di Belle scoprono dove si trova e tentano di portarla via dal castello. Belle accetta di andare a casa per qualche giorno, ma promette di tornare indietro. Durante la sua assenza, la Bestia soffre e si ammala gravemente. Un’anziana fata appare a Belle in sogno e le rivela il passato della Bestia e il suo destino di essere liberato da un incantesimo d’amore. La giovane torna al castello in tempo per salvare la Bestia e dichiara il suo amore per lui. Con le sue parole, la Bestia si trasforma in un principe, finalmente libero dall’incantesimo. I due si sposano e vivono felici insieme per sempre.  Fin

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Esce oggi: Pio Piumotti, l’uccellino con un’ala sola

Esce oggi 27 Luglio in libreria “Pio Piumotti vuole andare in vacanza”, il libro dell’illustratore san vendemianese Matteo Della Libera scritto in collaborazione con l’autrice Silvia dal Cin e pubblicato dalla casa editrice torinese First Letter  La disabilità non è un ostacolo “Pio Piumotti vuole andare in vacanza” è la storia di un uccellino coraggioso e determinato che desideravolare in vacanza, nonostante abbia un’ala sola. L’autrice Silvia dal Cin e Matteo Della Libera in Pio Piumotti ha creato un personaggio affascinante e ispiratore, che rappresenta una figura di speranza e resilienza per i bambini che affrontano le sfide legate alla disabilità.     Attraverso le pagine di questo libro, i bambini impareranno ad affrontare la diversità con empatia ecomprensione. La storia di Pio Piumotti insegna l’importanza di superare gli ostacoli e di perseguire i proprisogni, indipendentemente dalle difficoltà che si incontrano lungo il cammino. Età di lettura: 0-8 anniInclude: audiolibro e immagini in LINGUA DEI SEGNI   PRESTO DISPONIBILI ANCHE: Color book scaricabile gratuitamente Videogame per bambini dai 2 ai sei anni   ORDINALO IN LIBRERIA!

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Nuova collaborazione Land Editore con Viagrande Studios

Land editore è felice di annunciare che il legame tra Torino e la Sicilia sta diventando ancora più stretto, grazie alla partecipazione di Land Editore e in particolare della caporedattrice Elisa Serra alla masterclass Vita d’Altri, organizzata dalla scuola di scrittura e storytelling Viagrande Studios.  Un’ottima occasione, per gli aspiranti scrittori coinvolti, di testare le proprie potenzialità attraverso la guida di un editor, di un editore, di un esperto di letture e di uno scrittore.  Potrete leggere i racconti degli otto scrittori affidati alla valutazione di Land Editore sul nostro magazine online, mentre uno dei racconti, quello giudicato migliore, sarà pubblicato anche sul cartaceo.  Tutti i dettagli nell’immagine; per saperne di più sulla scuola potete guardare il sito web https://viagrandestudios.com/ Clicca per ingrandire QUIZ 05.01.23 Quiz: Quanto ne sai sul medioevo? Read More QUIZ Quanto conosci bene il romanzo Orgoglio e pregiudizio? 14.01.23 QUIZ Vivo o morto? Scopri quanto ne sai di letteratura 05.01.23 QUIZ Scopri qual è il classico di Natale perfetto per te 05.01.23 QUIZ Quale personaggio sei di “Sui tuoi fianchi”? 05.01.23

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Vi porto nelle sale da Tè vittoriane

Di Francesca Costenaro Ammetto di avere una passione: l’Epoca Vittoriana. Durante la stesura del libro ‘La ragazza dell’altalena’, ambientato ai giorni nostri con un’immersione toccante verso la fine della seconda guerra mondiale, ho deciso di inserire nei primi capitoli un assaggio di quest’epoca, grazie a un ballo in maschera che farà conoscere i protagonisti Laura e Sebastian e i loro segreti. Il biglietto d’invito, per altro lasciato decantare in cantina per quasi un mese con l’idea che ‘prendesse odore di antichità’, chiede agli invitati di vestirsi da dame e cavalieri del 1840. Così, documentandomi sugli abiti indossati durante i fastosi balli, ho avuto il piacere di scoprire un altro interessante argomento che vorrei approfondire ora: le donne e le sale da tè in Epoca Vittoriana. Curioso, no? Noi che oggi andiamo spesso a cena fuori, a fare colazione in caffetteria, a bere l’aperitivo la sera (in alcune occasioni alzando un po’ il gomito e lo dico orgogliosa, nel modo più naturale possibile), ci chiediamo mai com’era la questione nel milleottocento, a Londra, nel cuore del progresso e del colonialismo inglese mondiale? La donna che diede inizio all’usanza del tè del pomeriggio Anna Russel, Duchessa di Belford, vissuta fra fine settecento e metà ottocento, non può lontanamente immaginare di quale importante rito nazionale sia divenuta l’artefice. Era la dama di compagnia della regina Vittoria e tra pranzo e cena lamentava spesso di sentirsi strana, soprattutto tra le quattro e le cinque. Così iniziò a farsi portare di nascosto delle fette di pane imburrate e una tazza di tè nella propria camera. A seguire, prese l’abitudine di invitare nel castello di Belvoir alcuni amici per condividere il rito e successivamente a Londra. La Regina Vittoria apprezzò talmente tanto che lanciò una vera moda del tè del pomeriggio dove tutto veniva curato nei minimi dettagli, anche una torta composta in suo onore: la Victoria sponge di pan di spagna, panna e fragole. Come potete immaginare, nacquero le sale da tè. Nel campo della ristorazione c’erano luoghi per tutte le tasche e per tutti i gusti. Ma i ristoranti, le locande, le caffetterie erano assiduamente  frequentati da … uomini! Le donne potevano accedervi solo accompagnate da mariti, o fidanzati, ma mai da sole. I ristoranti erano un po’ come i club, adatti a una clientela maschile. La donna infatti veniva considerata come ‘l’angelo del focolare’, adatta per badare alla casa, rintanata tra le mura domestiche proprie o di altre dame, oppure prodiga per opere di beneficienza in istituti caritatevoli. Le uniche donne presenti in pub, locande e ristoranti, non accompagnate, erano le prostitute.   Le sale da tè: com’erano fatte? Con la nascita delle sale da tè e pasticcerie, si apre uno spiraglio: le donne possono incontrarsi senza dare scandalo, naturalmente durante le ore diurne. E cosa potevano bere, o degustare? Immaginate tazze di porcellana decorate di fiori blu, azzurri, rossi, posate di  argenteria, cristalli e alzatine ricoperte di sfiziosità come bocconcini al salmone o tartine. I tipi di tè, importati dallo Sri Lanka, erano low tea o high tea, gradevoli da dopo pranzo fino a circa le 18:00. Annusate il profumo di scones appena sfornati, sandwich, pane con marmellate di diversi gusti e burro o panna densa e corposa, la famosa clotted cream, ma anche pollo, uova, insalate di frutta e di verdura. Da bere potevano deliziarsi, oltre che con il tè, con caffè, cioccolata o limonata. In rarissimi casi e posti si poteva degustare un bicchiere di vino bianco in bollicine. La tappezzeria era comoda, con affreschi, poltrone soffici o sedie colorate. Le sale illuminate da grandi lampadari a candele, poi a olio e infine a gas. Le donne si riunivano e chiacchieravano con garbo, per lo più di questioni futili o pettegolezzi, rigorosamente rispettose del galateo. Sarà verso la fine dell’ottocento, nel 1880, che la questione comincerà a cambiare e si potranno vedere le prime donne al ristorante da sole, addirittura fumare dietro qualche paravento. Ma questo è un altro racconto.   Un piccolo grande passo per l’emancipazione delle donne Questa, signori miei, è la descrizione di un piccolo passo importante nella storia dell’emancipazione femminile, che ci aiuta ad immaginare di essere una dama dell’epoca, che ha appena scoperto di poter uscire da sola in una sala da tè e fremere di desiderio, in un’emozione unica, per un assaggio di quella fantastica libertà di cui godiamo oggi, in occidente. I nostri romanzi storici Altri articoli admin Febbraio 15, 2022 Le affascinanti origini del Munaciello Traducendo la parola Munaciello (o Monaciello) dal napoletano, potremmo ottenere admin Febbraio 24, 2022 Quattro posti da visitare nella magica Agrigento A volte nulla come un piccolo viaggio può aiutarci a admin Febbraio 25, 2022 Il canto delle spighe di grano di Francesca Redolfi: leggi la sinossi No, non siamo ancora pronti per svelarvi la data di

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Brescia Irlanda sola andata: presentazione di Barbara Bonzi

Un nuovo arrivo made in Land Editore sarà in libreria nei prossimi mesi. Stiamo parlando del romance avventuroso di Barbara Bonzi, “La libreria degli amori ritrovati”, ambientato tra l’Italia e l’Irlanda. Il libro vede intrecciarsi l’amore per la letteratura a quello per il viaggio, il tutto arricchito da una storia d’amore che comincia a scuola e si mantiene viva negli anni.  Insomma, è chiaro che il nostro 2023 sarà più romantico che mai. Ci seguirete in quest’ennesima avventura? Presentazione di Barbara Bonzi, autrice di “La libreria degli amori ritrovati” Bresciana DOC, classe 1976, è cresciuta a pane, Nutella e miti greci, che il papà raccontava a lei e al fratellino, insieme alla favole più tradizionali. Al liceo si innamora della tragedia greca, anche se poi prediligerà i lieto fine, mentre all’università affianca la lettura di Jane Austen e Nicholas Sparks a quella di Platone e Nietzsche. Dopo vent’anni nelle risorse umane e aver ascoltato centinaia di storie di vita, ha iniziato a scrivere. Mamma e Moglie felice, adora l’Irlanda, visitare castelli, fare esperimenti in cucina, non sempre riusciti, e raccontare il mondo oltre che con le parole anche con la fotografia. PRESTO DISPONIBILE – COVER PROVVISORIA QUIZ 05.01.23 Quiz: Quanto ne sai sul medioevo? Read More QUIZ Quanto conosci bene il romanzo Orgoglio e pregiudizio? 14.01.23 QUIZ Vivo o morto? Scopri quanto ne sai di letteratura 05.01.23 QUIZ Scopri qual è il classico di Natale perfetto per te 05.01.23 QUIZ Quale personaggio sei di “Sui tuoi fianchi”? 05.01.23

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