regine

Il dolce preferito di Elisabetta II

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE Il dolce preferito di Elisabetta II Il dolce preferito dalla Regina Elisabetta II era la Chocolate Biscuit Cake, una torta di biscotti al cioccolato. Curiosità Il suo chef personale, Darren McGrady, attesta che Elisabetta amava molto questa torta e che, proprio per questo motivo, veniva servita ogni giorno. Vediamo insieme una ricetta semplice da rifare a casa: La Chocolate Biscuit Cake di Elisabetta II Ingredienti: 300 g di biscotti secchi 200 g di cioccolato fondente 100 g di burro 100 ml di panna fresca (o latte intero) 2 cucchiai di cacao amaro 2 cucchiai di miele (o zucchero, opzionale) Preparazione: Spezza i biscotti in una ciotola in pezzi grossi (non sbriciolarli troppo). In un pentolino, sciogli il burro, poi aggiungi la panna, il cioccolato spezzettato, il cacao e il miele. Mescola tutto a fuoco basso fino a ottenere una crema liscia e lucida. Versa la crema calda sui biscotti e mescola fin quando non sono tutti ricoperti. Versa il composto in uno stampo foderato con carta forno, pressando bene con un cucchiaio. Livella la superficie, copri con pellicola e metti in frigo per almeno 4 ore. Buon appetito!

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Cleopatra, una sovrana diffamata

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE Cleopatra, una sovrana diffamata Il primo amore Il primo amore di Cleopatra non fu Marco Antonio, ma Giulio Cesare. Lui restò ammaliato dal suo fascino sin dal primo istante. Da questa relazione, che si fondava su scopi politici, nacque Cesarione. Cleopatra e Marco Antonio Da Shakespeare al film di Joseph Mankiewicz con Elizabeth Taylor e Richard Burton, la storia tra Antonio e Cleopatra ha fatto sognare milioni di lettori e telespettatori. Il primo incontro L’incontro fra i due avvenne in maniera programmata a Tarso, in Turchia, su una nave dove Cleopatra gli apparve vestita come la dea dell’amore e della bellezza. Tra i due scoppiò un improvviso colpo di fulmine. Cleopatra, col suo fascino, riusciva ad ammaliare anche le personalità più forti. Ma i due erano legati non solo dalla passione ma anche da un comune progetto politico. Donna poliglotta e intelligentissima (parlava ben otto lingue), la sua figura viene tutt’oggi associata a quella di una femme fatale, una mangiatrice di uomini, e tutto a causa di Ottaviano Augusto, il quale si prodigò per screditarla dopo la sua morte. Cleopatra venne accusata di essere responsabile della guerra, la tentazione che aveva ammaliato Marco Antonio e sedotto Cesare. E tu, lo sapevi? Segui Land Magazine per non perderti altri articoli simili

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Le due regine

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE Cos’hanno in comune Elisabetta I d’Inghilterra e Maria Stuarda? Due donne, due cugine rivali, in lotta per lo stesso trono. Da una parte Maria, incoronata a soli pochi giorni di vita, dall’altra Elisabetta, una donna sola che ha dovuto lottare per conquistare il trono di Inghilterra. Sappiamo che Elisabetta non si sposò e non ebbe figli, anche se a corte i pettegolezzi sulla sua presunta relazione con Leicester correvano veloci. I due erano amanti? E quali erano le intenzioni della sovrana? Quando la moglie di Leicester venne trovata morta, i pettegolezzi divennero più pressanti. Eppure, Elisabetta sembrava non lo volesse sposare; tutt’altro. Quando consigliò proprio il suo favorito come marito per sua cugina Maria Stuarda, la decisione lasciò di stucco in molti. Perché mai avrebbe dovuto privarsi del suo amante? Ma ovviamente per motivi politici. Elisabetta si fidava ciecamente di lui. Maria Stuarda era una continua minaccia per la sua corona, e lei doveva controllarla. A ogni costo. Fortunatamente per lei, Maria non accettò. Ma quando anni dopo Leicester sposò Lettice Knollys, il cuore della sovrana si ruppe in mille pezzi. Ma se Elisabetta si abbandonò all’amore in maniera controllata, rigida e razionale, non possiamo dire lo stesso per Maria Stuarda. Il suo primo marito, il delfino di Francia, morì giovanissimo, a causa di un’infezione all’orecchio. Il secondo marito, Lord Darnley era un uomo violento e ubriacone, e lei sembrava essere totalmente sottomessa a lui. Ma il terzo marito, Bothwell, fu quello che la portò alla rovina. L’errore più grande di Maria? Affidarsi completamente a lui. Gli studiosi ci parlano di Maria Stuarda come una donna in preda a una “dipendenza psichica” da lui. Quando Bothwell venne accusato di omicidio per la morte di Darnley, Maria non poté fare altro che scappare. Scopri di più su First Letter Editrice

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Vita e misteri di Mary Stuart – capitolo decimo

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More storia Shoah, Olocausto e genocidio: Le differenze e il significato di tre termini fondamentali 23.01.25 firstletter Vita e misteri di Mary Stuart – Secondo capitolo 23.01.25 storia La maledizione dell’anno zero di Abramo Lincoln: storia, mito e qualche risata 23.01.25 Cinema Miss Austen: la nuova miniserie della BBC che celebra il legame tra Jane Austen e sua sorella Cassandra 23.01.25 società Se i compiti a casa li fa ChatGPT 23.01.25 società Addio a Cioè: la fine di un’era per la storica rivista 22.01.25 scrittura creativa Scrivere un romanzo: la parola FINE è solo l’inizio della fine 22.01.25 libri Non si è quanti – e quali – libri si legge: ovvero cronaca di un lettore moderno 21.01.25 Condanna a morte e decapitazione Il complotto Babington Ordinato da Cecil e Walsingham, il complotto Babington è un piano studiato a tavolino per attentare alla vita della regina Elisabetta e fare in modo che Mary Stuart vi resti invischiata, macchiandosi di alto tradimento. Mary Stuart non è più la giovane impulsiva disposta a perdere se stessa tra le braccia di Bothwell; è adesso una quarantenne stanca, per la precisione «una donna spenta e malata» scrive Zweig, che inizia ad accusare i primi acciacchi, che soffre di reumatismi e che non lotta più per il regno d’Inghilterra, ma solo per la propria salvezza. Per tanti anni la sovrana scozzese ha complottato segretamente per la propria liberazione; lo ha fatto scrivendo lettere di nascosto, invocando l’aiuto di lord e fedeli cattolici; ha perfino chiesto l’intervento di suo figlio Giacomo VI. Ma Giacomo è un ragazzo corrotto, cresciuto alla corte di Elisabetta; «un bambino strano, che non parla molto» ci dice Zweig. Il futuro sovrano di Scozia e Inghilterra sa che sua madre Mary Stuart si è macchiata di omicidio assieme al suo amante; non è interessato ad aiutarla. La rendita che gli dona Elisabetta è per lui sufficiente. Mary Stuart è adesso sola, e questo piano è stato architettato dai suoi nemici protestanti, gli amici intimi della corona inglese, per segnare la sua fine. Anthony Babington, giovane cattolico convinto e appassionato sostenitore di Mary Stuart, cade egli stesso nel tranello. La sua unica intenzione è liberare e mettere in salvo la regina cattolica, ponendosi come l’eroe di quest’impresa, ma quando gli giunge voce che è in atto un complotto per assassinare Elisabetta, compie un passo falso: chiede a Mary una prova scritta della sua complicità. La sovrana scozzese ingenuamente la concede, e la corte inglese adesso non ha più dubbi: Mary Stuart va condannata a morte per attentato alla vita della regina di Inghilterra. Solo una cosa potrebbe scagionarla ora: la grazia di Elisabetta stessa. Quest’ultima è devastata da questa decisione: un conto è far cadere sua cugina in trappola e trattenerla come prigioniera nei suoi castelli, un altro è condannarla a morte. Mary Stuart è una regina consacrata da Dio, e lei non può non tenerne conto. Le scrive un’ultima lettera nella quale chiede una reale ammissione del suo peccato, ma Mary non cede; non vuole essere assolta, e viene di fatto condannata alla decapitazione per alto tradimento. Decapitazione e ultimi istanti di vita Mary Stuart vede la morte come la fine di tutte le ingiustizie subite. Ascolta il verdetto serena. «I suoi lineamenti hanno un’espressione così serena e quasi allegra» si legge nella biografia di Stefan Zweig. Anche in questo caso la corte inglese non si mostra permissiva nei confronti della regina cattolica, e le nega perfino l’estrema unzione papista. La notte prima della sua decapitazione, Mary Stuart prepara ogni cosa con precisione. Scrive lettere e si veste con cura, scegliendo un abito nero e «un velo da vedova bianco che ondeggia dalla fronte fino a terra» ci dice Zweig, senza dimenticare di indossare la croce. Va incontro al suo destino con dignità. Lo storico e biografo francese Brantôme ha detto di lei: «Quelli che vorranno scrivere su questa illustre regina di Scozia avranno due grandissimi argomenti: uno, la sua vita, l’altro, la sua morte.»[1] Tutto è ora finito, e la lotta tra le due regine è giunta al termine. Sarà il figlio di Mary, Giacomo VI, a porre fine a questa diatriba, unificando i due regni. [1] Alexandre Dumas, Maria Stuarda, Sellerio Editore, 2012

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Vita e misteri di Mary Stuart – capitolo nove

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More storia Shoah, Olocausto e genocidio: Le differenze e il significato di tre termini fondamentali 23.01.25 firstletter Vita e misteri di Mary Stuart – Secondo capitolo 23.01.25 storia La maledizione dell’anno zero di Abramo Lincoln: storia, mito e qualche risata 23.01.25 Cinema Miss Austen: la nuova miniserie della BBC che celebra il legame tra Jane Austen e sua sorella Cassandra 23.01.25 società Se i compiti a casa li fa ChatGPT 23.01.25 società Addio a Cioè: la fine di un’era per la storica rivista 22.01.25 scrittura creativa Scrivere un romanzo: la parola FINE è solo l’inizio della fine 22.01.25 libri Non si è quanti – e quali – libri si legge: ovvero cronaca di un lettore moderno 21.01.25 Gli anni della prigionia inglese e i complotti contro Elisabetta I d’Inghilterra La fuga Mary Stuart riesce ad ammaliare il giovane lord Georges Douglas di Loch Leven e, con la promessa di un matrimonio, il 2 maggio 1568 riesce con il suo aiuto a sfuggire alla prigionia dei lord. Una volta libera, raduna un esercito di circa seimila uomini. È disposta a tutto pur di riprendere in mano le redini della Scozia; tuttavia, nella breve battaglia di Langside iniziata il 13 maggio, viene brutalmente sconfitta dal fratello reggente Moray. Inseguita fino al confine, amareggiata e sola, un’unica domanda le risuona nella testa: dove andare? La scelta ricade subito su sua cugina Elisabetta, in Inghilterra. Dopotutto, era stata lei stessa a esprimerle parole di conforto e a difendere la sua causa mediante corrispondenza, no? Di certo questa parente non rimarrà sorda alla sua richiesta di aiuto. Il 16 maggio Mary finalmente si imbarca, ma al suo approdo in Inghilterra Elisabetta è sotto shock: un conto è fare buon viso a cattivo gioco per corrispondenza, un altro accettare che la sovrana di Scozia si trovi in Inghilterra. Come può continuare sulla linea del buonismo quando sua cugina chiede continuamente di riceverla? William Cecil, forte sostenitore della Riforma, nonché braccio destro di Elisabetta, sa che questa regina scozzese provoca solo guai ovunque vada; questo ci dice Zweig. Se Elisabetta accogliesse pubblicamente Mary Stuart, l’Inghilterra dovrebbe punire militarmente Moray e la Scozia. Ma sono davvero disposti a farlo? Cecil crede di no, ed Elisabetta, che non è mai disposta a intraprendere vere azioni né a favore né contro sua cugina, decide di procrastinare. D’un tratto, l’idea: decide di non ricevere sua cugina fin quando non sia considerata scagionata del tutto dall’assassinio di suo marito, lord Darnley. L’inchiesta potrebbe inoltre permetterle di trattenerla con la forza. Mary è indignata. Lei, una regina di diritto, è sua pari; per di più, occuparsi degli affari di un altro stato non è di competenza di Elisabetta. Cosa pensa di fare? E come può una regina consacrata accettare di venire giudicata proprio da lei? Ma la sovrana d’Inghilterra sa che la posta in gioco è alta; non ha tempo da perdere ora. L’inizio della prigionia inglese Mary Stuart nel frattempo viene elegantemente imprigionata. Zweig ci parla di sorveglianza rispettosa. Non si tratta di una prigione vera e propria, ma è comunque sorvegliata a vista, e la sua libertà limitata. Elisabetta le fa una promessa: il suo onore non sarà intaccato durante il processo; ma Cecil lavora nell’ombra per tenere Mary lontana dal trono scozzese. Per ordine di Elisabetta, il 25 novembre le trattative vengono spostate a Westminster. Tramite l’aiuto dei lord, di Moray stesso e della lettura delle “lettere dello scrigno[1]”, Mary viene ritenuta colpevole dell’assassinio di suo marito lord Darnley, ed Elisabetta è adesso libera di punirla, anche se non arriva a condannarla apertamente. Non se la sente di emanare la sentenza né di cacciarla dal suo paese; decide dunque di trattenerla come prigioniera. [1] Contenevano documenti di lord Darnley ma anche lettere private di Mary Stuart. Nel testo: Stefan Zweig, Vita di Maria Stuarda: la rivale di Elisabetta I d’Inghilterra, Bompiani, 2013, si legge che venivano chiamate così perché furono trovate in uno scrigno d’argento sigillato

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