La casa nella prateria: un telefilm evergreen
Nell’epoca in cui viviamo, in cui oltre alla vita reale, fatta di relazioni in carne ossa, sembra avvertirsi la necessità di vivere un’esistenza parallela sui social, in cui ci si mostra a un pubblico ignoto e ci si relaziona con persone conosciute virtualmente, attraverso uno schermo, una foto, spesso anche attraverso un avatar, viene quasi spontaneo chiedersi come mai una serie televisiva come La casa nella prateria venga trasmessa, ormai in modo ininterrotto, da anni e riscuota un certo interesse da parte del pubblico. La famiglia Ingalls, capitanata da Charles, al secolo Michael Landon, con la dolcissima moglie Caroline e le figlie, Mary, Laura, Carrie, Grace e il figlio adottivo Albert, sono l’emblema di una famiglia felice che vive in modo molto semplice, accontentandosi di poco. Pranzi e cene frugali, la scuola durante la settimana, il lavoro duro, gli animali da accudire, un solo vestito buono, quello della domenica, come viene definito dai personaggi stessi, e il pic nic dopo la messa domenicale. Gli Ingalls, che vivono nella piccola casa di legno di Walnut Grove, hanno poco o nulla agli occhi degli spettatori ma, a uno sguardo meno superficiale, hanno ciò che tutti vorremmo avere: la serenità. O forse la capacità di trarre serenità dalle cose piccole e semplici. Così anche se gli Ingalls non hanno il Wi-Fi, né la TV, i cellulari e Netflix, nè un conto in banca da diversi zeri, sono ricchi ugualmente, perché a casa loro regna l’amore. Riescono a trovare forza non solo da questo sentimento, ma da una fede incrollabile che non vacilla nemmeno davanti ai dolori più grandi, come la perdita di un figlio, il piccolo Charles Ingalls Junior, e grazie all’affetto di amici veri come il buon Isaiah Edwards e la famiglia Garvey. Amicizie che rimangono inalterate nel tempo e che non si sgretolano nonostante la lontananza. Ciò che piace è la semplicità della vita del villaggio di Walnut Grove. I punti di riferimento sono pochi ma fondamentali: la scuola che la domenica è anche una chiesa, all’occorrenza anche un tribunale o la sede per un’assemblea del paese, talvolta anche un ricovero per ammalati; c’è una banca, un ristorante, la segheria e il magazzino di sementi e concimi, ma soprattutto l’emporio degli Oleson. A Walnut Grove, la famiglia Oleson è un’istituzione, perché è la più agiata. Il pacifico e quieto Neals, la moglie Harriet e i due figli: Nellie la cattiva, odiata dai compagni, invidiosa e arrivista, e Willy, più piccolo, è un vero combinaguai tanto che la maestra, a scuola, è costretta a metterlo spesso all’angolo per punirlo dei suoi scherzi durante le lezioni. Cosa sarebbe la casa nella prateria senza la famigerata signora Oleson? Una caratterista insostituibile, senza la quale il telefilm perderebbe la sua verve. Harriet e Neals sembrano un po’ Sandra e Raimondo. I battibecchi tra i coniugi sono molto divertenti. Mentre Neals è l’emblema della pazienza e della bontà, Harriet invece è snob e pettegola, anche antipatica. Campionessa di gaffe, golosa e curiosa, ma al tempo stesso abile commerciante. Il loro negozio, l’emporio degli Oleson, punto di riferimento per gli abitanti del villaggio in cui trovano di tutto, va a gonfie vele grazie alle abilità di Harriet, come Neals conferma più volte nelle puntate. Ci sono poi altri personaggi imprescindibili, come il reverendo Alden, il dottor Becker, la maestra, prima la signorina Beadle e poi la signorina Wilder, grazie alla quale Laura Ingalls conoscerà l’amore della sua vita, Almanzo Wilder. Ed è proprio grazie a Laura Ingalls Wilder se è nata la serie televisiva. Infatti, è tratta dai libri autobiografici che la Wilder ha pubblicato per raccontare le vicende della sua famiglia. L’interesse che La casa nella prateria ha suscitato negli anni è dimostrato anche dalla realizzazione di un cartone animato intitolato Laura, trasmesso in Italia negli anni ’80, dal fatto che una casa editrice come la Gallucci ha pubblicato l’edizione italiana dei libri della serie con il titolo La piccola casa nella prateria, e che esistono gruppi Facebook ,con migliaia di follower, interamente dedicati alla serie e ai suoi personaggi. Sarà forse la bellezza della semplicità e la forza dei sentimenti autentici a farci amare così tanto La casa nella prateria?
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