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Chi è Selene Minopoli, autrice de Le sentinelle degli Elohim

Le sentinelle degli Elohim, il nuovo romanzo di Selene Minopoli, è un adrenalinico sci-fi made in Italy. Selene Minopoli, la presentazione Selene Minopoli vive a Saronno con il figlio e il compagno. Laureatasi al DAMS di Bologna ha lavorato nella post-produzione televisiva e come giornalista web. Ha  pubblicato il suo primo libro “Le teorie di Benedetta” edito “CSA EDITRICE” nel 2015 che ha poi presentato al Salone del Libro nel 2016. Personal trainer da anni, nella vita di tutti i giorni si ispira alla frase “Mens sana in corpore sano”. La sua passione più grande rimane la scrittura. Le sentinelle degli Elohim (cover provvisoria) Presto in libreria Sinossi Sono tra noi… e vogliono lei.  Ma lui non lo permetterà. Per gli individui più spietati, la volontà è l’unica cosa che conta. Individui che si nascondono nell’ombra, invisibili a tutti, ma che con le loro decisioni possono influenzare le sorti dell’intera umanità… e adesso vogliono lei.  – La prima volta che incrocia il suo sguardo, Carlo sa che quella ragazza ha qualcosa di unico – lo nota dall’intelligenza dei suoi occhi, dalla piega ironica che ha assunto il suo sorriso quando si è accorta di essere osservata. Carlo sa che quella ragazza gli farà perdere la testa… ma non può immaginare che per lei sarà disposto a tutto, anche a sacrificare se stesso.  – Laura sa che trascinare Carlo nella sua vita è profondamente rischioso: loro potrebbero reclamarla in qualsiasi momento, e lei non ha la forza di opporsi. Eppure non può fare a meno di amarlo, di lasciarsi trascinare da una passione pericolosa quanto intensa. Tutto questo non porterà a niente di buono, e Laura lo sa. Non può opporsi al suo destino – lei è un’eletta, e non può concedersi di amare nessuno.  «Le sentinelle degli Elohim è un viaggio in giro per il mondo, alla ricerca del vero amore.» «Uno sci-fi adrenalinico.»

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Presentazione di Elisabetta Venturi, autrice de “Il vestito rosso”, presto in libreria con Land Editore

Elisabetta Venturi si unisce alla rosa di autrici Land Editore con il romanzo “Il vestito rosso” Siamo felici di presentare ai nostri lettori Elisabetta Venturi, autrice de “Il vestito rosso”, che è recentemente entrata a far parte della rosa di autrici Land Editore. Elisabetta Venturi, la presentazione Sono nata e cresciuta a Casalecchio di Reno e vivo ancora qui con due meravigliosi bimbi miciosi. Cosa dicono di me? Che sono poliedrica, mi piace spaziare, esplorare e sperimentare. In poco più di trent’anni (non è importante quanti, no?) mi sono dedicata a svariati hobby fai da te, ho danzato, divorato serie tv e addirittura costruito luna park e salvato mondi da epidemie, ma solo nei board game. Come mi guadagno da vivere? Ho un lavoro d’ufficio come tanti, ecco perché sono una sognatrice incallita, amo colorare la vita (guai a chi fa entrare Enzo e Carla a casa mia!) e invento parole, perlopiù per pigrizia e pucciosità. Ti starai chiedendo: e i libri? Le cose importanti le lascio sempre alla fine, come la parte centrale della pizza. Stephen King è il mio primo grande amore, dopo di lui ne sono venuti altri: leggo un po’ di tutto, dai manga ai saggi. Ho cominciato a scrivere quasi per caso, la mia prima creazione doveva essere un thriller, poi i personaggi hanno deciso di cambiare genere alla storia! Ho alimentato la mia passione per la scrittura con corsi e sfide sui social dove mi diletto soprattutto in racconti brevi. Se ti va, passa a trovarmi su Wattpad (Triskele86) e su “Serie da leggere”, fammi sentire la tua voce, amo interagire con i lettori. Citando il Re: “Scrivere è un’occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza”. Il vestito rosso (cover provvisoria) Presto in libreria

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Radici: intervista a Lucia Spinella

Lucia Spinella, autrice siciliana da tempo trapiantata in  Piemonte, sarà presto in libreria con il libro Nel cortile di  Nenè – un giallo un po’ sbiadito. Romanzo che mescola  sapientemente toni intimistici tipici del romance classico e  una vena di giallo che fa l’occhiolino ad Andrea Camilleri,  Nel cortile di Nenè colpisce proprio per la vividezza della sua  ambientazione siciliana, e per l’amore che l’autrice  dimostra di provare per la sua terra d’origine.   L’intervista Nel cortile di Nenè, la trama: Un omicidio da risolvere, la storia di un amore impossibile  e il piacere di riscoprire l’universo intimo – quasi magico – della Sicilia più autentica: benvenuti a Torrescirtea, dove  l’anziana Nenè è pronta ad accogliervi con una tazza di  caffè bollente e un fragrante biscotto inzuppato nello  zabaione. Nel suo giardino dal sapore bucolico Nenè lascia  sempre una sedia libera per ospitare chiunque voglia  fermarsi ad ammirare il panorama. A popolare il borgo  incantato di Torrescirtea una serie di personaggi quantomai  stravaganti: dalla bizzarra Ciccina – pettegola impenitente  ma dalle movenze assai comiche – alla graziosa Sarina, che  nutre una passione segreta per le divise dei carabinieri. E  poi c’è la saggia Nenè, che con la forza del suo buon cuore aiuterà due amanti ormai lontani a ricongiungersi – e  questa volta per sempre… .  RADICI: l’intervista completa Innanzitutto, un doveroso ringraziamento per aver  accettato di partecipare all’intervista. Nel cortile di  Nenè è un libro molto particolare, non solo perché  mescola il linguaggio letterario al dialetto siciliano,  ma anche per questo strano ma vincente mix tra  romanzo d’amore e narrativa gialla. Quali sono state  le tue fonti di ispirazione? Ti sei rifatta a degli autori  in particolare?  Le mie fonti d’ispirazione sono state  sicuramente i diversi romanzi gialli e  sentimentali letti negli anni, come Jane Eyre di Charlotte Brontë; La signora delle camelie  di Alexandre Dumas; Storia di una capinera  di Giovanni Verga; i romanzi del  Commissario Montalbano… . Si tratta del tuo primo romanzo?  Sì, è il mio primo vero romanzo. In  precedenza ho scritto altre storie e poesie,  che però sono state per me più dei tentativi, degli esercizi.  Il libro è sicuramente un omaggio a Torrescirtea, un  borgo della Sicilia che viene descritto come un posto quasi magico – incantato, persino. L’idea  che hai della Sicilia è questa? Torrescirtea è l’idea fantasiosa del mio paese  d’origine. Un quadro suggestivo, dove si può  scorgere qualche pennellata di realtà. Un  ricordo arricchito di elementi surreali tratti  dai miei sogni nostalgici. Per me la Sicilia è la  rappresentazione di un amore impossibile.  Sappiamo però che vivi da diversi anni in Piemonte.  Questa terra per te che cosa rappresenta?  Il Piemonte per me è una scelta voluta ma  sofferta. La realizzazione della mia  indipendenza. La mia seconda terra, quella  della vita adulta. Anch’essa piena di ricordi  meravigliosi.   Nel cortile di Nenè sembrerebbe quasi un tentativo di  preservare la tua identità siciliana…  Si tratta sicuramente di un modo di rivivere la  mia identità siciliana, seppur solo nella  mente. Come me, io credo che ci siano stati  tanti altri autori a fare questo tentativo. La  lontananza spesso rafforza il sentimento.   Il dialetto siciliano – una delle caratteristiche che più  colpisce del romanzo – è sapientemente mescolato  all’italiano di tradizione letteraria. Conciliare e  dosare queste due lingue è stato difficile? No, per me non è stato difficile conciliare  queste due lingue. A dire la verità, è stato  divertente e spontaneo. Spesso nella mia vita  quotidiana mi capita di usare entrambe le  lingue, soprattutto incontrando dei  compaesani. Io mi sono accorta che per due siciliani che si ritrovano è quasi inevitabile  mischiare il dialetto con l’italiano.  Nel cortile di Nenè è un libro pieno di personaggi  bizzarri e simpaticissimi – comici persino. Per  delinearli ti sei ispirata a delle persone realmente  esistenti?   I personaggi del mio romanzo sono un  amalgama fra persone reali, molto originali,  e caratteri fantasiosi estrapolati dai  personaggi ritrovati nei libri che ho letto.  Spesso libri di autori siciliani come  Pirandello, Verga e il maestro Camilleri.   Sapresti fare qualche previsione per quanto riguarda  il futuro del romanzo dialettale? Nuovi autori,  tendenze, sviluppi…   Per me il romanzo dialettale già usato in  passato con Verga, Pasolini e altri grandi, è  un genere che ad oggi si sta affermando  sempre di più. Lo dimostra l’aumento di  titolo e autori che scrivono con questo stile.  Ricordiamo ad esempio Maurizio De  Giovanni, Elena Ferrante, Roberto Saviano,  Giuseppina Torregrossa e lo stesso Camilleri.  Salutaci con una frase in dialetto   “L’occhi a via e i mani e vertuli!” : “Guarda la  strada e proteggi le bisacce!”. Ciccina invece  saluterebbe così: “Bon viaggiu e lustru di  luna!”: “Buon viaggio e che la luna ti  illumini!” (Augurio ironico di scarsità,  ristrettezza). Presto in libreria

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Tutti pazzi per lo young adult: intervista a Claudia Mantovani

“Come una goccia d’acqua su un incendio” è il nuovo young adult nato dalla penna della scrittrice Claudia Mantovani, in uscita il 27 Maggio con Land Editore. Le origini della sua scrittura partono da Wattpad, celebre piattaforma di pubblicazione di storie a puntate – e tuttavia la strada, per Claudia, non può che essere in salita. Ispirato ai migliori libri di Jamie McGuire, “Come una goccia d’acqua su un incendio” condivide molti dei topos dei romanzi young adult: due protagonisti in procinto di affacciarsi al college, un amore contrastato e un passato non facilissimo. L’intervista Ciao, Claudia, e grazie per aver scelto di essere qui. Sei una scrittrice emergente, che a breve vedrà pubblicato il suo primo romanzo. Come ci si sente? Ciao, grazie per la possibilità. Non c’è una sola parola che possa descrivere come ci si sente in questi casi; posso dire che è un qualcosa di molto emozionante e elettrizzante: ogni volta che ci penso o che osservo lo scorrere dei giorni che mancano all’uscita del libro mi sento talmente emozionata che potrei paragonarmi a una bambina alla mattina del giorno di Natale, in attesa di aprire tutti quei pacchetti colorati sotto l’albero.
 Allo stesso tempo, però, è qualcosa che un po’ spaventa: sono una scrittrice emergente,  e questo mi rende molto nervosa, mi sembra un salto a occhi chiusi: non sai che quello che ti aspetta quando atterrerai. Perché hai scelto di scrivere young adult? Cosa ti piace in particolare di questo genere? Diciamo che sono sempre stata un animo molto romantico, elemento che  difficilmente manca negli young adult, in più sono cresciuta con libri simili; qualcuno mi definisce un’eterna bambina proprio per questo.
 Ho scelto di scrivere di questo genere perché un po’ mi rispecchiava, l’età era simile – anche se io ormai sono una new adult – e poi perché, su Wattpad, era un genere a mio parere che non riusciva a dare tutto quel che avrebbe potuto dare.
 Anche se devo ammettere che ho iniziato a scrivere “Come una goccia d’acqua su un incendio” più per gioco. Quel che mi piace di più di questo genere è la sua versatilità: è un genere che si presta anche ad accorparsi a tanti altri (fantasy, ecc.) Ogni scrittrice, soprattutto al giorno d’oggi, e soprattutto se pubblica con una casa editrice indipendente, deve essere un po’ un’imprenditrice di se stessa. Convincici a leggere “Come una goccia d’acqua su un incendio”. Non credo di essere una brava imprenditrice o una buona venditrice, ma quel che posso dire di “Come una goccia d’acqua su un incendio” è che non vuole limitarsi a raccontare le vicende che hanno segnato le vite di qualche personaggio immaginario; è un romanzo che vuole ricalcare i tratti della realtà, che vuole dare la possibilità a ogni lettore di poter rispecchiare se stesso. Scrivere può essere un’attività meravigliosa e liberatoria, ma anche stressante. Hai qualche consiglio da dare ad altri scrittori emergenti? Credo che, per prima cosa, un consiglio molto utile sia quello di non sforzarsi e di non cercare di mettersi a scrivere quando le emozioni sono contrarie, quando la voglia scarseggia…
 conosco molto bene la sensazione, così come il famoso “blocco dello scrittore”, ma sono cose che si superano naturalmente con il tempo.
 Personalmente, spesso è la musica che mi fa passare questo blocco – anche se, per certi passaggi o capitoli del libro, sono stata costretta a mettere in ripetizione una singola canzone anche per giorni interi. Credo che ognuno debba trovare il proprio “angolo di paradiso”, chiamiamolo così: potrebbe essere circondato da un prato verde oppure sdraiato per terra a osservare le stelle. Dicci cinque aggettivi con i quali descriveresti il tuo romanzo. Credo che i cinque aggettivi con i quali potrei descrivere il mio romanzo possano essere: musicale, intenso, romantico, triste e reale. E cinque aggettivi per descrivere Olly e Hayden, i due protagonisti. Beh, credo che i due si possano descrivere con: distrutti, complicati, innamorati, testardi e veri. Il tuo libro è ambientato in America. Potremmo dire che sei una sostenitrice del sogno americano? Il motivo principale che mi ha portata ad ambientare il mio libro in america è il mio amore sconfinato per la cultura americana, quindi in un certo qualsenso sì, sono una figlia del sogno americano – anche se non del sogno economico, ma culturale. Hai in cantiere qualche altra storia? Parlacene un po’. Se con “in cantiere” s’intende nella mia testa, allora credo che non mi basterebbero mille pagine per poter parlare di tutte le idee che mi ronzano nella mente. In ogni caso la risposta è sì. Il titolo di questa storia è “Steal your life – l’inizio” ed è una storia sui vampiri ambientata in Italia. Non ho voluto parlare di vampiri, streghe e licantropi nella loro accezione classica: ho deciso di stravolgere il tutto e di unire il mondo dei videogiochi con questo mondo di fantasia che in molti amano. La protagonista è Alessandra, che pretende di farsi chiamare Sandra ed è una grandissima giocatrice: passa nottate intere a giocare e, quando le capita tra le mani l’esclusivo e sconosciuto “Steal your life” non può esimersi dal provarlo.
 Eppure quel videogioco non è come gli altri: è intriso di magia… Salutaci con una citazione a tua scelta tratta dal tuo libro. E, per il mondo, lui non mi sta entrando sotto la pelle come un tatuaggio indelebile. Ma io so benissimo che la ragione, in questo momento – la razionalità che considero la mia più grande alleata, e che sta guidando quasi tutte le mie scelte di vita – non è che una inutile goccia d’acqua che serve a calmare l’incendio dei sentimenti che divampa dentro di me. La cover Il libro «E hai anche un nome?» Hayden fa collidere i nostri due mondi, per mettermi in difficoltà. Per avere ancora il potere. Liv è una diciassettenne come tante – almeno all’apparenza. È brava a scuola, frequenterà un college prestigioso e davanti a sé ha un futuro tutto da esplorare.

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La narrativa fantapolitica veste finalmente made in Italy: presentazione di “47 giorni” di Matteo Riva

Matteo Riva firma un originalissimo romanzo fantapolitico dal titolo “Quarantasette giorni”, inserendosi nel solco della tradizione distopica dei grandi classici. Matteo Riva, la presentazione Sono Matteo Riva, classe 1989, e vivo in provincia di Bergamo.  Sono padre di Alessandro, un ragazzo di undici anni, e grande tifoso dell’Atalanta: mi piace seguire diversi sport e la mia passione è il calcio, che pratico a livello dilettantistico da quando ho sette anni. Quarantasette giorni nasce anche dal mio tentativo di tenermi sempre aggiornato sugli eventi che scandiscono la nostra quotidianità con un occhio spesso critico, soprattutto nei confronti delle dinamiche della politica. Ho scritto il mio primo libro quasi per caso, occupando con un block notes e diverse penne le mie pause pranzo. Con questo testo ho partecipato al concorso Amazon storyteller 2020: per quanto sia stato impegnativo passare dalla storia costruita nella mia testa alla sua realizzazione, mi sono molto divertito a farlo… credo proprio che qualcosa bolla ancora in pentola, e che abbia soltanto bisogno di essere messo su carta. Il libro Italia, 2026 Il dispotico presidente de Angelis ha instaurato una pericolosa dittatura di stampo nazista in un’Italia devastata dalla crisi post-covid. Nei quarantasette giorni del suo governo profonde ferite lacerano l’Italia, ma ecco che all’improvviso si diffonde nei giornali la notizia dell’assassinio del nuovo duce. «L’uomo è un animale, e come tale ha bisogno di essere guidato da un padrone che gli dica cosa fare» In questo clima di tensione e incertezza si snodano le storie di Isabella e Stefano, che per scoprire il mandante dell’omicidio saranno costretti ad avvicinarsi sempre di più, fino a non poter tornare indietro: il destino è contro di loro, ma questa volta sarà l’amore a scegliere. «Vaffanculo!» urlò sbattendo la porta, ma Stefano infilò prontamente il piede evitandone la chiusura. Piede che Isabella provò a spostare con un pestone di tacco a spillo. Mentre Isabella e Stefano cercano di non confondere amore e affari, alla guida del paese arriverà una nuova figura politica, che promette di ripristinare la democrazia e la libertà degli italiani… ma sarà davvero così? «47 giorni è un fantapolitico appassionante: una critica schietta e coraggiosa alla società dei nostri giorni» «Un’opera attualissima, cupa eppure speranzosa, scritta da una penna che fa dell’attivismo politico la sua più grande risorsa.»

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