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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO… i fagioli alla messicana di “Lo chiamavano Trinità”

“Lo chiamavano Trinità” è un film western, ma anche una commedia. Il protagonista, Trinità, è un pistolero di buon cuore, rilassato – anzi pigro – che arriva nella cittadina dove suo fratello, Bambino, sotto mentite spoglie di sceriffo, è un ladro di bestiame. Il film del 1970 è stato girato tra il Lazio e l’Abruzzo, ma l’ambientazione è quella tipica del Far West della fine dell’800. “Lo chiamavano Trinità” è un tipico spaghetti-western, ossia un film italiano che però richiama l’atmosfera del far west, con l’indimenticabile coppia Bud Spencer – Terence Hill, all’anagrafe Carlo Pedersoli e Mario Girotti. I due scelsero nomi d’arte più “dal suono americano” proprio per il marketing legato a questa tipologia di film. La colonna sonora del film è spettacolare, soprattutto il tema principale, Trinity, divenuto famosissimo. Il film ebbe un seguito, “Continuavano a chiamarlo Trinità”, che si somma ai numerosissimi film del duo Spencer – Hill. Una scena molto famosa del film è quella in cui Terence Hill, con grande appetito, si mangia i “fagioli alla messicana”. In realtà quelli del film sono una versione italianizzata degli stessi. La ricetta originale richiede 400 gr di fagioli borlotti o cannellini, 1 cipolla bianca, peperoncino fresco o in polvere, 2 spicchi d’aglio, 200 gr di passata di pomodoro e 100 gr di salsiccia, 2 cucchiai di olio d’oliva, sale, pepe e un cucchiaino di zucchero. Dopo aver preparato il soffritto con cipolla, peperoncino e aglio, aggiungere in pentola la salsiccia sbriciolata, facendola rosolare bene. Aggiungiamo poi la passata di pomodoro, zucchero, sale e pepe, lasciando cuocere per un quarto d’ora. Unire alla fine i fagioli, mescolando senza romperli, per alcuni minuti. Possono essere il piatto principale, se aggiungiamo dei crostini, oppure il contorno ad un secondo piatto. Curiosità: Sia Bud Spencer che Terence Hill, pur essendo italiani, venivano doppiati nei film. La voce di Bud Spencer era di Glauco Onorato, quella di Terence Hill – nei film sopra menzionati – era di Pino Locchi. Perchè venivano doppiati? Bud aveva un marcato accento napoletano e la sua pronuncia specifica era un ostacolo alla volontà di rendere i film più fruibili al mercato nazionale e internazionale. Terence aveva una voce considerata non adatta, con un forte accento veneziano. Negli ultimi anni il pubblico ne ha conosciuto la vera voce grazie alla serie Tv “Don Matteo”, nel quale ha un accento molto americano, acquisito dopo aver vissuto con la moglie negli USA per più di trent’anni. Gli spaghetti-western nascono sulla scia dei film western anni sessanta e settanta, riprendendone lo stile ma sostituendo le consuete sparatorie , soprattutto nel caso della coppia Spencer – Hill, con sonora scazzottate, che erano il loro “marchio di fabbrica”.

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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … il Gumbo di La principessa e il ranocchio

La principessa e il ranocchio è un film animato Disney del 2009. La protagonista, Tiana, è una principessa non convenzionale: di fatto non diventerò principessa se non alla fine della storia, mantenendo comunque un suo stile ben riconoscibile. La ricetta tratta dal cartone animato è quella del gumbo, comfort food preparato inizialmente per il padre della protagonista che, al rientro dal lavoro, trova ad attenderlo una zuppa calda e profumata. Ma cos’è e come si prepara il gumbo? È una zuppa tipica della Lousiana, che unisce carne, pesce, verdure e spezie, servita accompagnata dal riso. Per realizzarla ci servono 250 gr di burro (eh si!), 100 gr di farina 00, 1 cipolla tritata, 2 coste di sedano a rondelle, 2 foglie di alloro, 2 spicchi di aglio tritati, 2 litri d’acqua, 500 gr di gamberetti sgusciati, 200 gr di salsiccia, 250 gr di pomodorini tagliati, 1 peperone tagliato in strisce, sale e pepe, riso cotto in bianco, spezie e tabasco “a sentimento”. Iniziamo? Mettiamo in padella la salsiccia fresca spellata e sbriciolata con un filo di olio, fino a doratura. Togliamola dalla padella e nella stessa mettiamo cipolla e aglio a rosolare. Spento il fuoco sotto la padella, passiamo all’altra pentola. In una pentola grande facciamo sciogliere il burro, unendo poi la farina e mescolando. Aggiungiamo poi al composto la cipolla e l’aglio rosolati, il sedano, il peperone, il sale. Mescoliamo per 2 minuti e poi aggiungiamo l’acqua. A questo punto aggiugiamo anche il pomodoro e l’alloro, facendo cuocere finchè bolle. Abbassiamo poi la fiamma e lasciamo cuocere a fuoco lento per mezz’ora. Infine aggiugiamo la salsiccia già cotta e i gamberetti, il tabasco e terminiamo la cottura per un quarto d’ora. Serviamo poi la zuppa, accompagnandola con il riso in bianco. Buon appetito!

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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … L’amatriciana di Un americano a Roma

Un americano a Roma è un film italiano del 1954. Il protagonista, interpretato da un memorabile Alberto Sordi, è Nando Mericoni. Il film è una satira di costume dell’Italia del secondo dopoguerra, alle prese con il crescente mito americano. Nando infatti vuole fare l’americano: trasforma la sua camera, il suo modo di parlare e fare, esasperando i genitori e la fidanzata. Una cosa però non può essere americanizzata: il cibo. Nella famosa scena infatti Alberto Sordi si siede a tavola e non riesce a resistere, nonostante il tentativo di americanizzarsi, al gettarsi con foga su un piatto di maccheroni. L’immagine è divenuta famosa in tutto il mondo, complici anche le tante stampe in bianco e nero che campeggiano in molti ristoranti italiani all’estero. Come si preparano i maccheroni del film? Se non vogliamo preparare anche la pasta in casa, concentriamoci sul sugo all’amatriciana! Ci servono 150 gr di guanciale, 200 gr di pomodori pelati e 30 gr di pecorino romano. A temperatura moderata facciamo “sudare” il guanciale, cioè lo facciamo caramellizzare in modo che perda il grasso. Una volta che il guanciale è rimasto croccante, togliamolo dalla padella, dove lasciamo il grasso. Aggiungiamo nella padella i pomodori ridotti in salsa, un pizzico di sale e lasciamo cuocere per 10 minuti sempre a fiamma bassa. Nel frattempo cuociamo la pasta. Una volta pronta la pasta (al dente) rimettiamo anche il guanciale in padella, aggiungiamo il pecorino grattuggiato e completiamo la cottura. Difficile resistere eh? Aveva proprio ragione Nando! Altro che yogurth e mostarda! “Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo”. Buon appetito!

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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … il milkshake di Pulp Fiction

Pulp Fiction, regia di Tarantino, è un film del 1994. Un film particolare, diviso in blocchi scollegati, pieno di dialoghi lunghissimi, paradossali e divertenti, in cui le vicende si snodano senza rispettare l’ordine cronologico. In breve, c’è un killer che si innamora della moglie del capo, un pugile che rinnega una promessa e una coppia che tenta una rapina che va fuori controllo. Una storia di vendetta, violenza, redenzione. La trama ruota attorno a Vincent, uno degli scagnozzi del boss, che ad un certo punto si ritrova a dover “fare compagnia” alla moglie del boss, Mia. Finiscono così in un locale dove si tiene una gara di ballo. E qui compare il famoso Milkshake. C’è una battuta del film che dice proprio “Un Milkshake da 5 dollari”. Nella scena Vincent e Mia sono al Jack Rabbit Slim’s e parlano, mangiano e ballano – super famosa la scena in pista, con una formidabile Uma Thurman a piedi scalzi, sulle note di You Never Can Tell. Semplicissimo da fare, Vincent Vega lo chiama frappè. Mia Wallace lo ama insieme al suo hamburger. Per costare 5 dollari, un’enormità, deve essere proprio buono! Prepariamolo insieme! Ci servono 50 cl di latte intero, 4 palline di gelato alla vaniglia, ciliege candite e cioccolato. Montate la panna fresca con la vaniglia e mettetela a riposare in frigo. Frullate il gelato con il latte. Versate gelato e latte nel bicchierone, rifinite con la panna alla vaniglia, una ciliegina e scaglie di cioccolato. Se volete sentirvi un po’ femme fatale come Mia, non dimenticatevi una cannuccia!

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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … i courtesan al cioccolato di Gran Budapest Hotel

“Grand Budapest Hotel” è un film del 2014, scritto e diretto da Wes Anderson. Il film inizia con una ragazza in visita ad un cimitero nella fantasiosa nazione di Zubrowka. Al monumento di un celebre scrittore, che viene chiamato “l’Autore”, vengono appense le chiavi di alberghi. Questo fantasioso autore, nel 1985, aveva scritto un famosissimo libro intitolato proprio “Il Grand Budapest Hotel”. Questo fantomatico libro si baserebbe sulle memorie raccolte dall’Autore in questo albergo nel 1968. Il film ci porta proprio nell’albergo e dal padrone dell’hotel, Zero Moustafa, che racconta il grande fasto del Gran Budapest nel 1932. Gran parte del film si svolge proprio in questi anni ed è un susseguiirsi di intrighi, cose buffe e … dolci. La ragazza che diventerà il grande amore di Zero è Agatha, una giovane pasticcera. Ed è proprio lei a preparare i courtesan al cioccolato attorno a cui si snoda la trama. Ma come si realizzano? La ricetta viene svelata tra i contenuti extra del DVD del film! Prepariamo insieme questi piccoli pasticcini alla crema, ricoperti di glassa colorata, come fa Agatha alla Pasticceria Mendl’s nella fantastica Zubrowka. Pronti? Via. Partiamo dall’impasto: 150gr di farina, 100 gr di burro, 4 uova, 20 gr di zucchero semolato e sale. Nella casseruola a fondo spesso versate 2,5 dl di acqua, con il burro a dadini, lo zucchero e il pizzico di sale. Quando bolle, mescolare. Tolta la casseruola dal fuoco, incorporiamo la farina, continuando a mescolare per avere un composto omogeneo. Cuocere a fuoco basso per 3-4 minuti, finchè l’impasto si stacca dalle pareti della casseruola e diventa un unico blocco. Mentre si raffredda, sbattete in una ciotola le uova. Poi incorporate le uova all’impasto. Per formare i bignè, mettete il tutto in una tasca da pasticcere e spremete sulla carta da forno: create bignè di tre dimensioni diverse: grandi, medi e piccoli. Quando il forno è caldo, metteteli a cuocere per 25-30 minuti a 180 gradi. Quando saranno cotti, belli dorati e gonfi, sfornate. Una volta intiepiditi, metteteli su una gratella e lasciateli raffreddare, poi fare un piccolo foro alla base di ogni bignè. Per la farcitura: 1 tazza e mezza di latte, cioccolato fondente, 3 tuorli, mezza tazza di zucchero, 2 cucchiai di cacao, 1 cucchiaio di farina e 2 cucchiai di amido di mais. Scaldate il latte in un pentolino, aggiungendo una tavoletta di cioccolato fondente a pezzi, mescolando finchè non sarà sciolto. In una ciotola sbattete tuorli e zucchero, poi unite la farina, il cacao e l’amico di mais fino ad avere un bel composto omogeo. Prendete il cioccolato fuso e versatene mezzo nella ciotola, mescolando man mano con la frusta. Poi unite tutto nel pentolino e fate addensare a fuoco basso, sempre mescolando. Appena inizia a bollire, togliete la crema dal fuoco. Lasciatela raffreddare e poi con l’aiuto di una tasca da pasticcere usatela per farcire i bignè. Per la glassa: 225 gr di zucchero a velo, 4 cucchiai di latte, vaniglia, 3 coloranti per alimenti (lavanda, rosa e verde chiaro). In una ciotola mettete lo zucchero a velo setacciato e versate a filo il latte a temperatura ambiente, mescolando per amalgamare. Aggiungete i semini di vaniglia e mescolate sempre nello stesso senso, fino a quando la consistenza sarò collosa. Dividete la glassa in tre ciotole e colorate ognuna utilizzando un diverso colorante per alimenti. Mescolate per bene per ottenere un colore uniforme. Immergete la parte superiore dei bignè grandi nella glassa lavanda, i medi nella verde e i piccoli nella rosa. Metteteli su un vassoio ad asciugare. Con una goccia di glassa sovrapponete poi in ordine di grandezza i tre bignè. Sopra l’ultimo bignè, quello rosa, mettete un chicco di cacao. Buon appetito!

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