L’orrore delle case Magdalene e lo scandalo di una modernità che lascia ancora indietro le donne
C’è una storia che vale la pena essere ricordata e raccontata, non solo perché riguarda il passato più recente, ma soprattutto perché può fungere da monito per tutte le donne contemporanee. Stiamo parlando delle Magdalene House, le Case Magdalene, residenze-prigioni attive in Irlanda a partire dal XIX secolo e rimaste aperte sino al 1996. Fino a quell’anno, infatti, le donne nubili e incinte, o considerate promiscue, venivano incarcerate a vita in queste strutture di proprietà della Chiesa Cattolica. Quello delle Magdalene House fu uno scandalo cominciato nel lontano 1837 e continuato per quasi duecento anni, fino al 1990 inoltrato. Perché, per quanto il mondo e le società occidentali siano progredite, le donne sono spesso state lasciate indietro, come la presenza di queste prigioni testimonia. Entrare era drammaticamente facile. Uscirne? C’era solo un modo Non dovevi aver commesso un crimine per essere rinchiusa in una casa Magdalene: bastava che in un borgo o in un quartiere si spargesse la voce sulla presunta – non importa se reale o inventata – promiscuità della donna per segnare il suo destino che, dal momento dell’ingresso in un simile luogo, sarebbe stato segnato da una schiavitù totale nei confronti delle suore. Per quanto in molte abbiano provato a uscirne, la maggior parte delle donne veniva ripresa quasi immediatamente e convinta a suon di isolamenti e percosse a non tentare più la fuga. L’unico vero modo per scampare a quelle case era infine la morte. La vita per le donne delle case Maddalena era durissima: servitù totale e fatiche fisiche immani, punizioni corporali crudeli che spesso portavano alla morte… e ancora malattie, malnutrizione, depressione che spesso sfociava nel suicidio: l’opera di tortura messa in atto dalle suore – anche se loro la chiamavano redenzione – era così completa. Manodopera gratuita, anche, al punto che spesso le suore accettavano presso le case Magdalene anche donne generalmente considerate virtuose, ma scomode ai parenti per i più svariati motivi, come per esempio un’eredità o un secondo matrimonio contratto dal padre di giovani ragazze orfane di madre. Tutto ciò non importava alle suore e alle sfere alte della politica, egualmente interessate a finanziare queste case-prigioni. Bastava una piccola mazzetta affinché qualunque donna venisse ammessa nelle case Magdalene, a prescindere dalle sue presunte colpe. Fonte: https://www.viaggiatoriignoranti.it/2018/11/la-terribile-storia-delle-case-magdalene.html Per quanto riguarda invece le nubili incinte, era praticamente certo che, una volta partorito, i bambini sarebbero stati venduti (anche se, ancora una volta, le suore parlavano di adozione) a coppie sterili o a contadini alla ricerca di futura manodopera gratuita. Adesso che le case Magdalene sono state destituite, in molte di queste residenze le recenti opere di restauro e riammodernamento hanno fatto sì che nei giardini venissero trovati innumerevoli cadaveri di donne e neonati, al punto che di recente sono esplosi diversi scandali nazionali e internazionali. Innumerevoli gli irlandesi che vogliono far luce non solo sulle colpe del clero, ma anche sul legame tra i governi che si sono succeduti negli anni e le sfere alte dell’apparato religioso irlandese. Foto: https://www.mirror.co.uk/news/gallery/eerie-pictures-show-life-inside-10107901 Possibile che, fino agli anni 90, nell’epoca della riconquista dei diritti civili e del raggiungimento di nuove libertà sessuali, in un paese evoluto come l’Irlanda si sia perpetrato un tale orrore? Presto disponibile