Febbraio 2023

Lo chaperon in epoca vittoriana

Dal vocabolario Treccani: ‹šaprõ′› s. m., fr. [uso fig. di chaperon «cappuccio», dim. di chape «cappa»]. – 1. Donna, per lo più anziana, che un tempo accompagnava una giovane nubile di buona famiglia ai ricevimenti, nei viaggi e sim., per salvaguardarne la rispettabilità. 2. estens. Chi introduce qualcuno in un ambiente nuovo, spec. mondano: fare da chaperon. Treccani Vocabolario Perché, tra tutti gli argomenti e i personaggi interessanti legati all’Epoca Vittoriana, proprio la Chaperon? Da quando leggo romanzi o assaporo film storici, se compare questa figura all’apparenza marginale, sobbalzo per un attimo, immaginando di essere chiamata dalla mia Signora, per una passeggiata di coppia. La penso relegata in un angolo, silenziosa ad osservare ogni movimento, ogni sussurro. Oltre alla tensione e all’emozione della dama in questione, mi chiedo cosa prova la Chaperon e… se accadesse oggi, ho la netta sensazione che sarei imbarazzata oltre ogni misura. Forse mi manterrei a distanza, fingendo di guardare altrove, completamente paonazza in volto per paura di udire qualche sconceria da dover riportare ad una madre curiosa. Mi sentirei d’intralcio, eccome. In Epoca Vittoriana non era così. Lo/la Chaperon stessa, pur sentendosi in qualche modo d’ostacolo, considerava il suo ruolo normale, anzi indispensabile per salvaguardare la rispettabilità di una ragazza di buona famiglia. Quasi sicuramente amava spettegolare con la servitù o le proprie amicizie, di quanto accadeva durante le uscite, ritenendosi onorata di coprire un incarico tanto ragguardevole. La Chaperon non apparteneva solo alla servitù ma poteva essere anziana, una zia zitella, o una sorella minore. Il termine, importato dalla Francia, deriva dalla Falconeria, o meglio, da un cappuccio in cuoio con cui veniva interamente coperta la testa di un uccello rapace, ad eccezione del rostro, al fine di ammansirlo privandolo di stimoli visivi. L’imposizione e il decoro dettato dall’essere accompagnati da questa figura, limitava il rischio legato al sesso prima del matrimonio, o mirava a evitare situazioni ed incontri pericolosi per l’incolumità di una vergine altolocata di qualsiasi età. In un secondo momento, diventò ancor più indispensabile perché permetteva la sicurezza della dama in viaggio, nei ricevimenti o durante un incontro. Anche gli uomini non ne erano esentati durante il corteggiamento. Le regole erano molto rigide. Ad esempio, un uomo e una donna potevano solo toccarsi la mano, non oltre. Una signorina perbene non si doveva voltare a guardare i giovanotti e così via. La reputazione prima di tutto! Nell’epoca attuale il termine Chaperon viene utilizzato anche in senso scherzoso: è l’accompagnatore che impedisce qualsiasi azione sventata e prematura o chi introduce qualcuno in un contesto a lui insolito. Per darvi una chicca, “Le modelle Dolce & Gabbana percorrono la grande scalinata circondate da due ali di chaperon, pronti a tendere la mano per sorreggerle durante la discesa”. Con questa piccola curiosità, vi saluto e… alla prossima! Precedente Successivo

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“Ma l’amore è un’altra cosa”, il nuovo romance di Antonella B

Amate le serie tv turche, i grandi romanzi d’amore e quel pizzico di avventura capace di farvi viaggiare attraverso i continenti? Allora Ma l’amore è un’altra cosa, il nuovo travel romance di Antonella B., è proprio il libro che fa per voi.  Indice Antonella B., la biografia Scegli la cover insieme a noi! Estratto del libro Antonella B., la biografia Sono Antonella, abito in un paese della Sardegna a dieci minuti dal mare, il mio elemento naturale.Sono una insegnante di scuola primaria, e anche mamma di quattro figli, dai diciotto agli otto anni.Amo viaggiare e conoscere il mondo, leggere, e guardare le mie adorate serie turche.Per me scrivere è un vero e proprio piacere, e sono felice quando i miei libri emozionano chi li legge. Ho cominciato a pubblicare nel 2012 con Nulla Die Edizioni (Déjà-vu), mentre nel 2021 ho pubblicato “London girl” con Newton Compton Editori. Ma l’amore è un’altra cosa Quale cover preferisci? Faccelo sapere nei commenti a questo articolo! Estratto speciale tratto dal libro, solo per i lettori Land Magazine L’acqua la sommerse, trascinandola verso il dislivello.  Annaspava in quel flusso continuo che pareva non lasciarle scampo, lottando con fatica nel tentativo di incamerare quanta più aria possibile nei polmoni.  L’incoscienza, però, stava prendendo il sopravvento.  Proprio nel momento in cui stava per cedere, qualcosa di robusto l’afferrò per la vita e la riportò in superficie.  Due braccia massicce la trattennero e, senza capire come, si ritrovò fuori, seminuda e tremante, stesa sopra una roccia scaldata dal sole.  Sollevò adagio la testa, ma accanto a lei non c’era nessuno. Aveva sognato?  Come aveva fatto a salire fin lì?  Chiuse gli occhi per riposare, si sentiva stremata.  Mentre stava per ripiombare nell’oblio si sentì avvolgere da qualcosa di asciutto.  «Lori, rispondimi, apri gli occhi, aşkım, dimmi se ti fa male qualcosa…»  A pochi centimetri dal suo viso, gli occhi color carbone di Darek esprimevano al tempo stesso preoccupazione e sollievo.  «Io… Non lo so… Non riuscivo a uscire…»  «Non parlare, canım benim, non stancarti, sei congelata…» e così dicendo la sollevò con delicatezza, prendendola sotto le braccia e stringendola a sé.  «Dobbiamo cercare di scaldarti prima di rimetterti in piedi, vedrai che tra poco riprenderai una temperatura accettabile.»  Lori si accorse solo in quel momento che tremava convulsamente, i denti le battevano senza che riuscisse a controllarli.  Le lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance. Era stata davvero imprudente e, se non fosse stato per Darek, ora sarebbe diventata un pasto extra per quelle orride piccole sanguisughe.  «Non piangere, è tutto finito, ormai, è tutto a posto.»  Col pollice le sfiorò una guancia, raccogliendo le gocce sul suo viso. Lori chinò la testa, continuando a piangere.  «Non riesco a vederti cosìm, hayatım, bana bak, geçti, korkma,  korkma canım benim è tutto a posto, è passato, non avere paura… Dimmi se hai male da qualche parte.»  «No. Ho solo tanto freddo…» Altri articoli admin Febbraio 4, 2023 “Ma l’amore è un’altra cosa”, il nuovo romance di Antonella B Amate le serie tv turche, i grandi romanzi d’amore e admin Febbraio 1, 2023 L’isola dei conigli o isola maggiore, la perla del Salento Mare cristallino, acque limpide e un passato che rivela il admin Gennaio 31, 2023 Sarà un MM il nuovo romance di Sonja G.Rosenkov Torino, 21 Gennaio 2023 Comunicato stampa Sarà un MM il I più amati storia Gennaio 18, 2023Gennaio 18, 2023 Vi porto nelle sale da Tè vittoriane Di Francesca Costenaro Ammetto di avere una passione: l’Epoca Vittoriana. Durante la stesura del libro ‘La ragazza dell’altalena’, ambientato ai giorni nostri con un’immersione toccante verso la fine della seconda guerra mondiale, ho deciso di inserire nei primi capitoli un… News Aprile 26, 2021Aprile 26, 2021 La narrativa fantapolitica veste finalmente made in Italy: presentazione di “47 giorni” di Matteo Riva Matteo Riva firma un originalissimo romanzo fantapolitico dal titolo “Quarantasette giorni”, inserendosi nel solco della tradizione distopica dei grandi classici. Matteo Riva, la presentazione Sono Matteo Riva, classe 1989, e vivo in provincia di Bergamo.  Sono padre di Alessandro, un…

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L’isola dei conigli o isola maggiore, la perla del Salento

Mare cristallino, acque limpide e un passato che rivela il profondo legame della Puglia con la fauna locale… e, se ciò non bastasse, l’isola dei conigli, nel Salento, è forse una delle poche isole italiane raggiungibili a piedi.  Ebbene sì, perché poche centinaia di metri separano questa meravigliosa isola, un tempo abitata da conigli di moltissime specie, dalla terraferma, al punto che i più giovani e intraprendenti possono evitare di utilizzare la barca e andarci semplicemente a piedi, aiutati solo dalla forza delle loro gambe. Ma bando alle ciance, questa descrizione dell’isola fatta da Maria Cristina Carioti nel suo nuovo romanzo, Uno strano amore a Parigi, descrive più di mille parole l’incanto di questo luogo. Presto disponibile Dal libro La piccola barchetta avanzava sullo stretto lembo di mare che separa il porto dall’Isola dei Conigli. Era Domenica e Nancy aveva chiesto a Salvo, suo marito, di accompagnare lei e le cugine parigine sull’Isola.  «Il mare è sempre così calmo?» chiese Madame Laramie, che ammirava estasiata l’acqua cristallina talmente immobile da sembrare una piscina. «Quasi sempre» rispose Salvo.  «E tutte queste alghe?» «Ci sono proprio perché il mare si muove poco.» «L’acqua è così limpida…» aggiunse Giorgia, che ricordava poco il mare della Puglia.  Maria ascoltava e non parlava. Quella gita aveva mosso dentro il suo cuore una tempesta di sentimenti che le impedivano di parlare. Non poteva farlo: sicuramente le lacrime, che tratteneva a stento, sarebbero scese copiose. Quanti ricordi! Quell’isola era stata per lei – come per tanti ragazzi del paese – l’angolo di paradiso dove vivere l’amore. Anche per Nancy era stato così, e il fatto di poterla raggiungere a piedi era stato il motivo per cui i ragazzi del paese la prediligevano.  Appena arrivati al piccolo molo, Salvo ormeggiò la barca e scesero tutti. Il molo, se così si poteva chiamare, era molto piccolo e in legno. Passandoci sopra si aveva la sensazione che potesse sgretolarsi sotto i piedi, perché scricchiolava e si muoveva. Madame borbottò qualcosa di incomprensibile e accelerò il passo, per quanto possibile.  Dopo aver attraversato una piccola pineta, la comitiva raggiunse una spiaggia con il mare racchiuso in un’insenatura che non raggiungeva il metro di altezza. La sabbia bianchissima regalava la sensazione di trovarsi alle Maldive. «Questo posto è un paradiso!» esclamò Madame Laramie guardandosi intorno. «Non si può credere che ci possano essere dei luoghi ancora incontaminati come questi.» Nancy propose: «Che dici, Giorgia, se prendiamo il sole dentro l’acqua?» «In effetti qui è molto bassa… va bene, ci sto.» «Noi andiamo a pescare» disse Salvo facendo l’occhiolino al piccolo Filippo, figlio suo e di Nancy. «Io porto Antonella a scoprire l’isola.» Maria prese sottobraccio l’anziana signora e si diresse verso un’altra spiaggia. «Questo posto è magnifico. Io non ricordo di esserci mai venuta.» Giorgia si guardò intorno, meravigliata.   «Può essere» rispose Nancy, che si spogliò e si mise a prendere il sole immergendosi nell’acqua. Madame Laramie era entusiasta di quella gita. «Ci voleva proprio! Sono felice di essere venuta in questo paradiso. Se avessi aspettato ancora, probabilmente non sarei potuta più venire.» «È da molto, lo sai, che sarei voluta tornare. Ma non senza Giorgia. Volevo che anche lei venisse e ricordasse le sue origini.» «Hai ragione, Maria.»  «Spero che qui possa trovare la serenità.»  «Lo sai che, fino a che non riabbraccerà Pierre, non la troverà. Dobbiamo farcene una ragione: si amano molto, quei due. E poi io credo nell’innocenza di quel ragazzo.» «Parli così proprio tu, che sei stata la prima a non volerlo al fianco di Giorgia.» Madame si fermò e, guardando negli occhi Maria, le rispose: «La prima sei stata tu, mia cara. Io ho persino dato la casa a Giorgia.» «Sì, ma dopo che aveva detto che avrebbe lasciato la danza.» Una lacrima scese sul duro volto di Madame, e Maria si pentì di aver detto quelle parole. La prese sottobraccio e ricominciò a camminare. «Non serve recriminare, ora, e poi noi non c’entriamo nulla con l’incidente.» «Hai ragione, tutto ciò che dobbiamo fare è stare vicine a Giorgia. Forse, però, possiamo andare con lei dall’avvocato e sentire bene i fatti, le prove. Chissà, potrebbe venirci in mente qualcosa che aiuterebbe Pierre.» Maria si fermò di nuovo, guardò Madame e disse: «Sei una donna speciale, sai? Hai ragione, dobbiamo impegnarci… forse più tu, visto che sei esperta di teatro.  Quando torneremo a Parigi, faremo come dici tu.» Continuarono a passeggiare con l’animo risollevato, unite dall’amore per Giorgia. *** La calura del sole era attenuata dall’acqua, che copriva completamente il corpo di Nancy e Giorgia. Solo la testa emergeva, ed era appoggiata sulla sabbia. Stavano lì come due lucertole al sole, tentando di sciogliere la tensione.  Nancy, però, era ansiosa di sapere il resto della storia, anche se era titubante nel disturbare la quiete di cui Giorgia sembrava così tanto aver bisogno. Tuttavia, la sua sete di sapere si stava facendo pressante, tanto più che ora erano da sole. Quando sarebbe tornato il resto della compagnia, difficilmente avrebbero potuto parlare. Così chiese: «Poi cosa è successo quella sera al bar?» Giorgia si girò, e un sorriso malizioso le comparve sul volto: «Sei curiosa di sapere, vero?» «Veramente…» Nancy cercò una scusa, ma non la trovò. «Comunque Pierre, dopo aver ascoltato la storia della mia vita, si rese conto che anch’io avevo umili origini e che ero cotta di lui. Così ci amammo lì, in quel posto inconsueto per l’amore. Presi dalla passione, ci lasciammo trasportare e per me fu la magnifica prima volta.»

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