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Bere come un vero scrittore italiano – Dio nella persona di Alessandro Paolucci

Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo con i grandi scrittori italiani della storia di oggi! Il primo uomo della nostra rubrica non poteva che essere un idolo… e infatti è proprio Dio, in persona però. Non poteva mancare, visto che è onnipresente, come il prezzemolo.No, non è Gesù. In effetti, non ci è dato sapere nemmeno se sia uomo o donna, il Dio vero intendo. Questa manifestazione divina mi sta confondendo, a ogni modo oggi abbiamo intervistato Dio incarnato in: Alessandro Paolucci Laureato in filosofia, Alessandro è diventato Dio su twitter per gioco, poi il suo profilo è diventato virale nel tempo. Tra le sue opere non troviamo solo l’Antico Testamento – che, come ci rivela «non me lo chiedono spesso» – ma una serie di libri stupefacenti… in tutti i sensi!  Oltre al romanzo –> Cercasi Dio: Anche senza esperienza (2019)ha infatti pubblicato: –> Storia stupefacente della filosofia – Oppio, Lsd e anfetamine da Platone a Friedrich Nietzche, ilSaggiatore 2022–> Storia stupefacente della scienza – Hashish, ketamina e funghi da Avicenna a Oliver Sacks, ilSaggiatore 2023 Nel 2012 ai Tweet Awards è stato nominato Miglior Cazzaro. «Tuttora la considero la mia vera laurea» dice. Insomma, oggi abbiamo Dio laureato in Cazzeggio. Un Dio molto alternativo! Ora capisco anche da dove arriva la mia confusione…Ehm, non so voi, ma io sono preoccupata di sapere cosa ci consiglierà. Il rituale di scrittura Quando Dio non ha l’occhio teso ad ascoltare preghiere e improperi che gli arrivano dalla terra, lui scrive. Gli abbiamo chiesto se ha un rituale di scrittura, se si isola – magari col triangolo fuori dalla porta per evitare le continue domande degli angeli. Ecco cosa ci ha risposto: «Isolarsi va sempre bene, anche quando non devo scrivere, ma ovviamente per scrivere aiuta molto. Qualcosa da bere sì, ma più che altro d’inverno, e deve accompagnare il dolcetto, possibilmente dolcetto al cioccolato, che è quello che rende possibile la magia. Se mi sento spompato vado di caffè, se sono già troppo carico vado di vino rosso. D’estate no, solo tanta acqua.» Okay, abbiamo imparato che, per i miracoli – soprattutto quelli più difficili, come scrivere libri – il potere è dato dalla cioccolata! Una mano santa per l’ispirazione. Quando scrive, Alessandro predilige caffè, vino rosso e acqua – bevande che da oggi andranno definite come “divine”! Cosa beve Alessandro Paolucci – alias Dio Qual è la bevanda preferita di Dio secondo voi? Piccolo suggerimento: deve sopportare tutte le schifezze che fanno i suoi personaggi di fango che si sono impossessati della Terra. «Citando appunto il mio libro Storia Stupefacente della Filosofia, pare che l’imperatore filosofo Marco Aurelio, per calmare le ansie del difficile lavoro di amministrazione dell’impero romano, si aiutasse 2-3 volte al giorno con una bevanda preparata dal suo medico Galeno, la teriaca, che era ritenuta la panacea di tutti i mali e ha avuto quasi due millenni di storia. Non posso affermare se ne faccio uso e dove, perché mi arresterebbero.» Diciamo che la sua bevanda preferita è più un sogno, che un vero consumo. Giusto? Non vogliamo certo rischiare di mandare Dio – nè Alessandro – dietro le sbarre!Ma… come si fa questa bevanda miracolosa? «La teriaca aveva circa 70 ingredienti, ma più il tempo passava e più aumentavano, ce n’era una versione da 90, ed era una collezione assurda di erbe, spezie e droghe che solo un imperatore poteva mettere insieme, con in più carne di vipera, il tutto edulcorato con un estratto di castoro che non descriviamo nel dettaglio per non urtare la sensibilità dei lettori. Non era alcolica, ma tra le tante cose conteneva oppio.La ricetta sarebbe lunghissima e complicatissima, e la complessità serviva proprio a spacciarla come una cosa speciale. Solo i migliori potevano riprodurre la vera teriaca, e se non faceva effetto e non curava tutti i mali la colpa era di chi l’aveva preparata, che non era abbastanza bravo. Per essere sinceri potremmo definirla un antico business truffaldino per medici bugiardi e speziali furbi, ma così finirebbe la magia.» E giustamente aggiunge: «Dovendo sacrificare vipere e castori nella preparazione, e dovendo aggiungere anche dell’oppio, la teriaca oggi sarebbe giusto un po’ illegale.» Castoro? Vipera? 😶Alessandro forse non ci ha invogliato sul sapore di questa bevanda, né sulla possibilità di assaggiarla, ma di sicuro ora avremo tutti voglia di leggere le sue storie stupefacenti per scoprire altri intrugli pazzeschi della storia! Mi trovo un po’ in difficoltà, ma ecco comunque per voi… La lista della spesa caffè vino rosso acqua dolcetti al cioccolato castori vipere op… ehm… oppallà! La bevanda eccola qua! Ovviamente vi sconsiglio caldamente di infilare una vipera nella vostra busta della spesa… Un immenso ringraziamento all’onnipotente Alessandro. L’intervista è finita, andate in pace. Vi è piaciuto questo articolo? Siete curiosi di scoprire i gusti di altri grandi – e magari anche piccoli – scrittori italiani?Restate con noi! 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Libri Agitati con Katia: portare i libri in corsia

Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO Katia Lo Vercio è una parrucchiera stravagante drogata di libri, soprattutto romance.  La sua vivacità, il suo entusiasmo e il suo spirito stanno contagiando tantissimi autori che le spediscono libri da ogni dove per il suo progetto di beneficenza.  Tutto ciò rende Katia e i suoi libri molto Agitati.  Cosa vuol dire essere Agitati? «Partecipare a uno tsunami d’amore.»  Questa la risposta di Katia, che ha un cuore grande come un grattacielo e che pensa prima agli altri che a sé stessa (la conosco personalmente). Il progetto “Prendi, leggi e porta via” di AGITO – Associazione Genitori Insieme Tumori Ossei convenzionata con Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna – è nato nel 2021 per poi espandersi nel 2023. Tutto è cominciato da qualche amica scrittrice per poi esplodere tramite il passaparola online, fino a far diventare Katia un’invitata speciale alle fiere di libri per raccogliere altre storie da portare in corsia insieme a momenti di normalità e spensieratezza per i giovani pazienti e i genitori. Il progetto Non solo una coccola attraverso la letteratura, ma anche un punto d’incontro: l’intenzione è di mettere in contatto i lettori con gli autori, con Katia come tramite per non divulgare dati sensibili.  50 libri dalla prima edizione del 2021 e oltre 150 libri dal 2023 in aumento continuo tra romance, fantasy, thriller, narrativa e anche libri per i più piccoli.  Ogni libro viene catalogato e classificato.   «Il bello» dice «è che gli autori si sono autocensurati da soli: la loro sensibilità li ha portati a inviare solo materiale che ritenessero adeguato al contesto.» La biblioteca sotto il casco La passione e la voglia di condividere non si è certo fermata qui, perché Katia ha addirittura creato nel suo piccolo negozio una vera e propria biblioteca. Sono i suoi libri personali – alcuni con tanto di dedica – che lei ha letto e catalogato, e che suggerisce alle clienti in base a quello che emotivamente ritiene più indicato per loro.  Scopriamo qualcosa di più di Katia Ho fatto qualche domanda a Katia, per farvela conoscere meglio e ho scoperto cose che, dopo tanti anni, ancora non sapevo. Katia ha cominciato a leggere in autobus a 14 anni. «La lettura prima non mi interessava una fava», dice. Ha sempre letto una cinquantina di libri l’anno, ma dall’inizio del suo progetto con AGITO ha raddoppiato le sue letture.   «Ogni libro ha il suo momento per essere letto. Nessun libro è brutto, ma dipende appunto dal momento. Non leggo mai trame o recensioni, ma mi lascio attrarre da qualcosa che mi colpisce, qualcosa di istintivo ed emotivo. Non guardo nemmeno se è un libro self o di qualche casa editrice, perché così faccio conoscere autori che mi piacciono e che ho conosciuto anche grazie a questo progetto.» Ecco, questo riassume l’entusiasmo e lo spirito di Katia.  Non c’è due senza tre, ogni progetto vien da sé Non solo Agito e la biblioteca sotto il casco: Katia sta organizzando anche apericene con gli autori, perché la cosa che la emoziona di più è proprio il contatto con gli autori e le autrici.  «Ho incontrato persone davvero meravigliose» aggiunge.  E tu? Vuoi partecipare con il tuo libro? Katia mi ha chiesto di condividere i suoi contatti, perché la beneficenza è per tutti e lei sarà felicissima di accogliere ogni storia che vorrà indossare un camice.  mail katia.lovercio@agito.itfb Katia Lo Vercioassociazione Agito Agito – | Associazione Genitori Insieme Tumori Ossei Katia ha dato davvero il via a uno tsunami d’amore.  Grazie di cuore ❤️

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Bere come un vero scrittore italiano – Licia Troisi

Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo con i grandi scrittori italiani della storia di oggi! Se vi chiedessi il primo nome che vi viene in mente parlando di fantasy italiano, cosa mi rispondereste? Sì, è proprio lei, la scrittrice italiana di fantasy più conosciuta: Licia Troisi Licia deve avere una penna ultraterrena per quanto è prolifica: comincia a pubblicare da giovanissima e sembra tuttora inarrestabile. Chi di noi, generazione anni ’80 e ’90, dice di non conoscere il Mondo Emerso mente.  Citando i suoi ultimi lavori troviamo:  –> Una saga fantasy, “Le guerre del multiverso” (“Poe. La nocchiera del tempo”, Rizzoli 2022 e “Poe e la cacciatrice di draghi”, Rizzoli 2023)–> Un giallo: “La luce delle stelle”, Marsilio 2024 –> Un saggio di divulgazione scientifica: “Astrofisica per ansiosi. Tutti i modi in cui l’universo potrebbe ucciderci”, Rizzoli 2023 Non solo fantasy quindi, ma anche nuovi generi letterari e saggi di astrofisica, materia in cui Licia è laureata che le ha permesso di vincere i premi Cosmos e Asimov con “La sfrontata bellezza del cosmo”.  Ma non è conosciuta solo in Italia: la traduzione francese di “I casi impossibili di Zoe e Lu – Un’amica da salvare” le ha portato il premio Prix des Embouquineurs 2023-2024 direttamente dalla Francia. Scopriamo ora i suoi consigli e vediamo se riesce a trasmettere un po’ di magia creativa anche a noi. Il rituale di scrittura Abbiamo chiesto a Licia se ha un rituale di scrittura, ecco cosa ci ha risposto: «In generale no. In linea di massima, però, quando mi siedo alla scrivania mi prendo prima qualche minuto per svuotare la mente vagando sui social. D’inverno mi piace molto bere il tè mentre scrivo, ma sono tutte cose di cui posso anche fare a meno. A volte, per dire, scrivo in treno, e lì nessun rituale specifico, a parte un po’ di rumore bianco nelle cuffie se la carrozza è molto rumorosa.» Abbiamo scoperto che il tè non è indispensabile, ma vediamo a cosa non rinuncerebbe mai! Cosa beve Licia Troisi «La birra, in particolar modo la weiss tedesca o la blanche belga. Delle italiane, invece, mi piace l’Ichnusa. In genere la bevo quando vado in pizzeria, ma qualche volta mi è capitato di farlo anche a casa, sempre in occasione di qualche pasto un po’ diverso dal solito.» Insomma, Licia una di noi: come rinunciare alla birra mangiando la pizza? E non può certo darci la ricetta per preparare queste birre, come ci dice giustamente «occorrerebbe chiederlo a un monaco trappista.»  Però ci ha voluto lasciare qualche altra curiosità:  «Posso dire come la bevo io: ovviamente gelata, se weiss in quel bel bicchiere lungo e stretto, che si allarga in cima, e che per me sa tantissimo di Germania e dei tre mesi in cui ho vissuto a Monaco di Baviera; se blanche in una bella coppa larga, l’Ichnusa direttamente dalla bottiglia. No ghiaccio please.» Anche solo pensare al ghiaccio nella birra… brr, mi è venuta la pelle d’oca.  Alla richiesta di un consiglio aggiuntivo per i nostri lettori, Licia ci ha lasciato con un’emozione: l’emozione che le porta la birra.  «La birra in generale è perfetta quando fa caldo; non trovo ci sia niente di più rinfrescante che un bel sorso di birra in una sera estiva. Può aprire il pasto o accompagnare una pizza, si può berla da sola oassieme agli amici. Il primo sorso per me ferma il tempo, riallinea tutto e cancella la stanchezza della giornata.» In questo caldo afoso, che è solo agli inizi, le parole di Licia mi hanno già rinfrescato… e fatto venire una voglia matta di birra! Quindi ecco per voi…  La lista della spesa Bustine di tè per superare l’inverno Birra weiss tedesca Bicchiere lungo e stretto per la weiss Birra blanche belga Coppa larga per la blanche Ichnusa (vietato versarla nel bicchiere!) Pizza Ringrazio tantissimo Licia Troisi che ci ha svelato i suoi gusti e ci ha resi partecipi delle sue sensazioni.  Credo che ora mi tornerà in mente ogni volta che berrò la birra, e non solo quando passerò davanti alla mia libreria. Eh già, vi svelo un segreto: per anni online mi sono chiamata Nihal86… e se non sapete chi è, dritti di corsa a leggervi “Le cronache del Mondo Emerso”! Vi è piaciuto questo articolo? Siete curiosi di scoprire i gusti di altri grandi – e magari anche piccoli – scrittori italiani?Un piccolo anticipo: in ottobre avremo un’altra grande scrittrice italiana! E chissà se prima o poi riusciremo a stuzzicare il palato anche di qualche scrittore, o se questa rubrica resterà tutta al femminile. 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Bere come un vero scrittore italiano – Alice Basso

Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo con i grandi scrittori italiani della storia di oggi!E partiamo alla grande, perché la prima scrittrice che ci ha parlato dei suoi gusti è… Alice Basso Autrice di gialli cosy crime, cioè gialli con poco sangue e molte risate, annovera tra le sue scritture due pentalogie: –> La prima ha per protagonista Vani Sarca, una ghostwriter che si trova a fare la consulente di un commissario.(primo libro: “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome”, Garzanti, 2015) –> La seconda è ambientata nel 1935 dove troviamo Anita Bo, dattilografa di gialli e investigatrice dilettante.(primo libro: “Il morso della vipera”, Garzanti, 2020) Lista della spesa alla mano, vediamo cosa ci consiglia! Il rituale di scrittura Molti scrittori hanno un rituale di scrittura, altri aspirano a trovare il proprio – magari per smettere di procrastinare. Abbiamo chiesto ad Alice se ha un rituale, ecco cosa ci ha risposto:  «Macché! Sarebbe fighissimo poter dire “mi siedo alla mia scrivania, rigorosamente orientata a est, ogni mattina alle sei e un quarto, dopo la mia sessione di tai chi”, ma la verità è che mi siedo alla mia scrivania quando capita, anzi, non è quasi mai la mia scrivania, ma spesso la mensolina di un Frecciarossa, il banco di una stanza d’albergo, il tavolino di un bar, o persino il davanzale di una finestra. Il lato positivo è che imparare a scrivere dappertutto rende ogni minuto e ogni luogo potenzialmente sfruttabili e produttivi!» Probabilmente i vari luoghi in cui si ritaglia spazio per scrivere le riservano anche idee e ispirazioni.  Ma veniamo alla parte importante: vogliamo sapere quale nettare ispira la scrittrice che ha creato quel peperino di Vani Sarca. Cosa beve Alice Basso «La mia prima protagonista, Vani Sarca, era un’appassionata di whisky torbato, in particolare Bruichladdich. Vani non era un mio alter ego autobiografico se non per pochissimi tratti… ma guarda caso la passione per lo scotch è precisamente uno di questi. Ma pure Anita, la seconda protagonista, in uno dei libri della sua serie (il quarto, “Le aquile della notte”) si trasferisce per una settimana nelle terre del Barolo, e in effetti pure quello… Sapete quel comandamento dello scrittore che recita “scrivi di quello che conosci”? Ecco: mi accorgo ora, nel rispondere a voi, che mi sa che io l’ho declinato in “scrivi di quello che ti piace bere”. Naturalmente nella vita quotidiana bere costantemente whisky torbato o Barolo può avere qualche spiacevole effetto collaterale, tipo la rovina economica. Così, molto più banalmente, le mie giornate le passo a bere tazze gigantesche di tè, tendenzialmente Earl Grey o aromatizzato agli agrumi, e rigorosamente senza zucchero.» Eh sì, si tende sempre a mettere qualcosa di noi in quello che scriviamo. D’ora in poi leggerò le storie di Alice (perché ancora non le ho lette tutte) con un interesse particolare alle abitudini delle sue protagoniste.  Per ultimo abbiamo chiesto ad Alice se ci dà un consiglio per gustare anche noi il whisky torbato. «Mi dicono che l’abbinamento fra whisky torbato e fumo, possibilmente di sigaro, sia impareggiabile. Io non fumo – sono un’accanita fumatrice passiva, perché in casa fuma mio marito, ma personalmente non ho mai provato neanche ad accendere la canonica sigaretta adolescenziale di prova in bagno – quindi, ahimé, non posso avvalorare l’ipotesi. Però in qualche occasione mi sono vista servire il whisky accompagnato da scaglie di cioccolato fondente, e devo dire che l’ho apprezzato. Come minimo, perché è stata un’occasione inaspettata per mangiare del cioccolato fondente!» Whisky e scaglie di fondente… cara Alice, mi hai davvero incuriosita! Quindi ecco per voi… La lista della spesa Whisky torbato Barolo Bustine di tè (Earl Grey o aromatizzato agli agrumi) Cioccolato fondente Sigaro (ma non cominciate a fumare… il cioccolato siamo sicuri che sia già piuttosto soddisfacente e fa anche bene all’umore) Un grazie immenso ad Alice Basso che è stata la prima a mettersi nelle nostre mani e che ci ha svelato qualcosa di particolare e interessante di sé!  Non so voi, ma io vado a cercare la mia futura bottiglia di whisky.  Vi è piaciuto questo articolo? Siete curiosi di scoprire i gusti di altri grandi – e magari anche piccoli – scrittori italiani?Stiamo lavorando per voi…  Scopri Land Magazine Elisabetta Maggio 21, 2024 Bere come un vero scrittore italiano – Alice Basso Vi siete mai chiesti cosa bevono i veri scrittori e se hanno dei riti di scrittura? ilSaggiatore lo ha fatto con i grandi scrittori della storia del passato, noi lo facciamo Read More admin Maggio 21, 2024 Buffy l’ammazzavampiri: cosa resta della serie TV a vent’anni dall’uscita dell’ultimo episodio Il 20 maggio 2003 andava in onda l’ultima puntata di Buffy l’Ammazzavampiri, una serie TV che ha segnato un’intera generazione e che, a distanza di vent’anni, continua a raccogliere milioni Read More admin Maggio 19, 2024 Non solo geroglifici: i sistemi di scrittura nell’Egitto dei Faraoni erano ben tre Ciao a tutti, amici appassionati di storia! 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