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E se 50 Sfumature fosse la versione moderna di Tess dei d’Urberville?

A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e altri invece più nostalgici. Ci seguirai? Tredici anni fa – lo ribadisco per chi se ne fosse nel frattempo scordato – usciva il primo volume della trilogia che ha contribuito a portare in auge un certo genere letterario, amato quanto odiato, ma che inutile a dirlo ha avuto un successo planetario. Parlo ovviamente di 50 Sfumature che qui vorrei analizzare da un punto di vista un po’ alternativo.  Avrete notato, leggendolo, che vengono fatti molti riferimenti ad altre opere, specialmente a quelle di Thomas Hardy e nello specifico di Tess dei D’Urberville, ci sono interi passaggi nel primo volume soprattutto, in cui in qualche modo si è cercato di rendere omaggio a quest’opera: «Perché mi hai regalato proprio Tess dei d’Urberville?» chiedo.  Christian mi guarda per qualche istante. Sembra sorpreso dalla domanda.«Beh, avevi detto che ti piaceva Thomas Hardy.»«È l’unico motivo?»  Persino io sento la delusione nelle mie parole. Lui stringe le labbra.«Mi sembrava appropriato. Sarei capace di innalzarti a qualche ideale impossibilmente alto come Angel Clare o degradarti completamente come Alec d’Urberville» mormora, e i suoi occhi splendono, penetranti e pericolosi. (E.L. James – 50 sfumature di grigio)   Anastasia, nel libro, ribadisce più volte il fatto che Hardy sia il suo scrittore preferito.  Ma è davvero un caso che l’autrice abbia fatto questa scelta? Forse no o, almeno, non del tutto. Perché, in qualche modo, ci si è voluto far credere che i personaggi di Christian e Anastasia, fossero la versione moderna di quelli di Thomas Hardy, ma analizzando entrambe le letture, mi sento di affermare che non sia affatto così.  L’unica cosa che trovo in comune tra le opere – considerando le epoche diverse in cui sono state scritte – sta nell’ingenuità iniziale – forse un po’ troppo forzata nel caso di Anastasia – della protagonista femminile. Quello che, forse, lascia un po’ perplessi è il modo di trattare certe tematiche che, seppur tragicamente raccontate, risultano ben chiare nel classico del 1891 (piena epoca vittoriana), ma che sembrano non avere molto senso in 50 Sfumature – questo in un ottica di paragone tra le due opere in cui quest’ultima viene spesso spacciata per la versione moderna della stessa storia.   Hardy in “Tess dei d’Urberville” pone l’attenzione su tematiche molto delicate – la prima versione fu censurata proprio a causa di alcune di queste –  tra cui:    •            la difficile condizione delle classi umili delle campagne •            la difficoltà del vivere quotidiano •            il controllo dell’individuo, compresa la limitazione della libertà da parte dei familiari e della società •            il fato ostile •            l’inutilità delle religioni principali (Protestantesimo: Angel appartiene ad una famiglia di pastori evangelici) •            la natura crudele, co-protagonista nella vita degli uomini, coerentemente con la teoria evoluzionista di Darwin. •            La violenza sessuale e la Sindrome di Stoccolma.    È chiaro che un libro scritto nel 2011 tratti altri tipi di tematiche in quanto la società ha subito una serie di rivoluzioni in termini di condizioni di vita e nessuno discute su questo, ma, dal mio punto di vista, farne una versione come quella di 50 Sfumature, va un po’ oltre a quel concetto di modernità che magari ci si aspetta. Poteva e doveva essere fatto meglio per diventare davvero la nuova versione di questa storia o per renderne omaggio.    Ciò non toglie che la trilogia sia divenuta un successo e che se ne parli ancora dopo anni. È inutile negare che la saga ha riaperto in parte i battenti del genere erotico, tanto amato quanto bistrattato, anche se alla fin fine tanto erotico non è, ma la campagna che c’è stata fatta intorno lo ha inserito nella categoria.  Bisogna ammettere che l’effetto volta pagina c’è e che piaccia o meno come storia chi lo ha letto sa probabilmente di cosa sto parlando. Forse si poteva accorciare un po’ il tutto, ma se alla fine quello che conta sono il risultato finale e il fattore mediatico, direi che la James ci ha visto giusto.    Se non avete letto “Tess dei D’Urberville”, recuperatelo.     “Never in her life – she could swear it from the bottom of her soul – had she ever intended to do wrong; yet these hard judgments had come. Whatever her sins, they were not sins of intention, but of inadvertence, and why should she have been punished so persistently?”  Tess dei d’Urberville – Thomas Hardy                     Fai clic qui

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La follia in letteratura: i libri più iconici

La follia, con i suoi mille volti e sfumature, ha da sempre esercitato un fascino irresistibile sugli scrittori di ogni epoca. Dalle pagine tormentate di Dostoevskij alle inquietudini di Kafka, passando per l’ironia amara di Pirandello, la letteratura si è spesso avventurata oltre i confini della mente, esplorando quelle regioni oscure e insondabili che sfuggono alla ragione. Ma cosa ci racconta, in fondo, questo viaggio attraverso la follia? E come si è evoluta la sua rappresentazione nel corso dei secoli? Un viaggio nell’antichità: l’oracolo di Delfi e la possessione divina La rappresentazione della follia in letteratura affonda le sue radici nell’antichità, quando non era ancora vista come malattia, ma come un ponte tra il mondo degli uomini e quello degli dei. L’oracolo di Delfi, per esempio, entrava in trance (o in “follia profetica”) per comunicare i messaggi degli dei agli uomini. In questo contesto, la follia assumeva un valore positivo, segno di una scelta divina, e non di esclusione sociale. COMING SOON Il Medioevo: tra demoni e santi Nel Medioevo, la percezione della follia si sposta: non più solo divina, ma anche demoniaca. Le storie di possessioni, esorcismi, e stigmatizzati, popolano la letteratura di questo periodo, riflettendo le ansie e le credenze di un’epoca in cui il confine tra sacro e profano era labile, e la follia poteva essere sia un dono che una maledizione. L’età moderna: il viaggio dentro la mente È però con l’età moderna che la follia diventa un vero e proprio territorio di esplorazione interiore. Gli scrittori si avventurano nei meandri della psiche umana, esplorando stati di alienazione, ossessione e disgregazione dell’io. Da “L’Idiota” di Dostoevskij, a “La metamorfosi” di Kafka, la letteratura diventa uno specchio delle inquietudini e delle fragilità umane. Oggi: la follia tra comprensione e stigma Oggi, la rappresentazione della follia in letteratura riflette il tentativo, non sempre facile, di conciliare la conoscenza scientifica con la complessità dell’esperienza umana. Se da un lato la psichiatria ha demistificato molti aspetti della follia, rendendola meno “misteriosa”, dall’altro, la letteratura continua a esplorarne le sfumature, spesso lottando contro lo stigma che ancora la accompagna. Scopri Land magazine admin Marzo 24, 2024 La follia in letteratura: i libri più iconici Read More admin Marzo 24, 2024 The rocky horror show: time warp again A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e Read More admin Marzo 24, 2024 Esercizio di scrittura creativa gratis: Cronache urbane Domenica, è tempo di scrittura creativa! “Cronache urbane: passato, presente, futuro” è un esercizio di scrittura creativa pensato per esplorare l’evoluzione delle città in modi che solo la fantasia può Read More Cristina Ferri Marzo 23, 2024 Stephen King: il dolce preferito di Annie Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Stephen King: il dolce preferito di Annie“Lei rise sommessamente. 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Stephen King: il dolce preferito di Annie

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Stephen King: il dolce preferito di Annie “Lei rise sommessamente. Evidentemente la sua iracondia se n’era andata in vacanza.” Se voi foste uno scrittore famoso e la vostra più grande ammiratrice vi rapisse, cosa fareste? Provereste a scappare o chiedereste aiuto? Ma se voi foste totalmente dipendenti dalla droga e, al contempo, impossibilitati a muovervi, come reagireste? È quello che accade a Paul Sheldon, protagonista di Misery, celebre romanzo di Stephen King pubblicato nel 1987. Paul Sheldon è un celebre scrittore che, a seguito di un incidente, si risveglia all’interno di una camera a lui sconosciuta, accudito da una ex infermiera. Tuttavia, la donna non è una sconosciuta qualsiasi, bensì la sua fan numero uno. Quando Annie trova il suo corpo malmesso, non ci pensa due volte a caricarselo fino… a casa sua! Quando lei gli pratica la respirazione bocca a bocca, l’uomo sente: “un tanfo nauseante di biscotti alla vaniglia e gelato al cioccolato…” Ebbene, questa donna psicotica, dallo sguardo vacuo, dall’atteggiamento inquietante…. (perché non chiama la polizia? Come mai non ci ha pensato due volte prima di rapire il celebre scrittore e di portarlo a casa sua? E come mai ha una intera scorta di droghe nel suo bagno?) ha una vera passione per i dolci: Mangiava a tutto spiano, senza prendersi il disturbo di rigovernare. Gli sovvenne parzialmente il vento maleodorante che gli aveva riempito la gola nel periodo in cui era rimasto immerso nella nuvola e avvertì un moto allo stomaco. Gli avanzi erano soprattutto di dolci. Gocce di gelato si erano asciugate o si andavano asciugando in molte scodelle e terrine. C’erano briciole di torta e grumi di dolci alla frutta sui piatti piani. Sul televisore, accanto a una bottiglia di plastica di Pepsi da due litri e a una salsiera, aveva abbandonato una porzione abbondante di budino alla limetta ricoperto da uno strato di panna montata incartapecorita. La bottiglia di Pepsi gli sembrò grande come la testata di un Titan II. Era tutta imbrattata, tanto che la superficie era diventata opaca. Doveva aver bevuto direttamente dalla bottiglia, tenendola fra dita sporche di sugo o gelato. Vediamo insieme la ricetta del gelato al cioccolato da fare in casa, uno dei dolci preferiti di Annie. Ingredienti: 500 ml latte intero 200 g di cioccolato fondente 100 g di zucchero 1 cucchiaino di estratto di vaniglia Procedimento: In una pentola metti a scaldare il latte a fuoco medio-basso fin quando non inizia a bollire. Rimuovi dal fuoco e aggiungi il cioccolato fondente spezzettato. Mescola finché il cioccolato non si è completamente sciolto. In una ciotola separata, sbatti i tuorli col lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Versa lentamente il latte caldo al composto di tuorli d’uovo (sempre continuando a mescolare). Trasferisci il composto nella pentola e cuoci a fuoco medio-basso, mescolando fin quando la miscela non si addensa (non deve bollire). Rimuovi dal fuoco e aggiungi l’estratto di vaniglia. Lascia raffreddare a temperatura ambiente, poi in frigo (almeno quattro ore). Una volta che la miscela è completamente fredda, trasferiscila nella gelatiera e fai girare fin quando non diventa cremosa e densa (di solito 25-30 min). Mettere in freezer per almeno quattro ore prima di servire. LEGGI ANCHE storia 08.03.24 Virginia Woolf scrittrice, saggista, attivista britannica Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Ripercorriamo insieme la vita di una scrittrice che non ha mai avuto paura di esprimere Read More ricette Storia: chi ha inventato le zollette di zucchero? 10.03.24 Recensione: “La vita è bella, nonostante” di Sveva Casati Modignani 10.03.24 scrittura creativa Gli errori grammaticali più comuni degli scrittori esordienti. Terza puntata: i “fiumi” dell’alcol 09.03.24 libri Giornata internazionale della donna: 10 libri da leggere 08.03.24 storia Virginia Woolf scrittrice, saggista, attivista britannica 08.03.24 società GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELLA DONNA 08.03.24 scrittura creativa E’ tempo di esordire: gli studenti di Viagrande Studios e Land Editore insieme 07.03.24 libri WORLD BOOK DAY 05.03.24

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Valentina Fontan e il romanzo storico

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Ciao, Valentina, e grazie per essere qui con noi di Land Magazine. Parlaci un po’ di te, quando hai iniziato a scrivere? Come nasce la tua passione per la scrittura? Ciao! Grazie per avermi invitato! Quando ho iniziato a scrivere? Nel lontano 2015… la mia prima passione è stata il fantasy di cui prima o poi riediterò i romanzi per rimetterli sul mercato. Avevo voluto scrivere quei romanzi perché amo il “diverso” in una storia e spesso e volentieri, almeno nel fantasy, le categorie dei personaggi sono sempre divise tra il buono e il cattivo. Con quella storia avevo voluto dare vita a un fantasy come lo volevo leggere e come sinceramente ancora a oggi non ho trovato molto di simile. Ho fatto lo stesso ragionamento per il romanzo storico, la mia grande passione. Tendenzialmente nei romanzi di solito gli inglesi interpretano i buoni, mentre i russi o altro i cattivi. Ebbene nel mio romance storico Il prezzo della felicità è l’esatto opposto e con il tempo mi sono resa conto che la mia scelta è stata ben apprezzata dai lettori.   Qual è il libro che ha condizionato maggiormente la tua vita? Sinceramente non c’è un solo libro. Posso dire che sono tre i libri che hanno condizionato in tempi diversi la mia vita. In primis Il fiore e la fiamma della Woodwiss, la regina per me del romance storico. Un romanzo che ho amato e letto innumerevoli volte e che ho sempre sperato che ne facessero un film e da cui è nata la mia passione per il genere letterario. In secondo I fratelli Karamazov di Dostoevskij, il mio autore preferito. Un romanzo anche questo letto più di volta e che a ogni lettura sa donarmi qualcosa di nuovo. È il romanzo che rileggo ogni volta che sono alla ricerca di un porto sicuro. Infine, ma non per questo meno importante, lo scritto di Martin Luther, Il servo arbitrio. Martin Luther è stato con i suoi scritti una figura importante nella mia vita perché in un momento in cui avevo perso la Fede, sono state le sue parole a ricondurmi alla Via e alla religione.   Qual è, secondo te, la difficoltà maggiore che uno scrittore trova nello scrivere un romanzo storico? Dipende. Per me il romanzo storico si distingue in due macrocategorie di autori (spero che nessuno me ne voglia perché apprezzo entrambe). Gli autori che vanno sul “sicuro” perché scrivono di storie d’amore principalmente ambientate nell’Inghilterra e che fanno battere e sospirare innumerevoli cuori, tra cui spesso e volentieri anche il mio. Poi, ci sono gli autori che “osano” e sono i miei preferiti. Perché osano scrivere romanzi storici ambientati fuori dalla zona comfort. È soprattutto nel secondo caso, almeno per me, che si denota la maggior difficoltà nello scrivere un romanzo storico perché bisogna studiare, informarsi e creare una realtà narrativa non banale e credetemi non è facile soprattutto quando si hanno a disposizione pochi testi da cui trarre informazioni. Per me però rimane la sfida del romanzo storico e il fascino intrinseco che ha di scriverne uno.   Nel testo, Il segno del destino, riprendi sapientemente la vita di Martin Luther. Quanto è difficile unire le vicende di personaggi storici realmente esistiti a quelle di personaggi inventati? Da dove nasce l’ispirazione? Quando decido che quell’idea è l’Idea giusta, prendo il personaggio storico di quel periodo e ne studio la figura cercando magari particolari poco conosciuti e da lì nasce la mia storia intrecciando la Storia con la mia invenzione. Per quanto riguarda la figura di Martin Luther devo ammettere che, come anche scritto precedentemente, la sua figura mi ha aiutato in un periodo buio della mia vita ed è nato proprio da questo motivo il romanzo. Ho voluto scriverlo per far conoscere il vero Martin Luther, non quello spesso e volentieri bistrattato dai libri di storia, ma bensì una figura che ha saputo prendere in mano le redini della Storia e condurre il mondo verso una nuova strada. Una strada che ovviamente deve essere paragonata al tempo e alle tematiche di vita del suo periodo.   Presto sarai in libreria con una meravigliosa storia targata Land Editore dal titolo Lo Spirito dei Fiordi. Cosa ha rappresentato per te scrivere questa storia? Questa storia è nata dalla mia passione per questi fantastici animali, le orche. Da ragazzina i miei film preferiti erano quelli della serie di Free Willy che credo ricorderemo tutti quanti. Ho approfondito la conoscenza di questi animali grazie a un corso organizzato dalla “Blu Deep Emotions” in collaborazione con il professore De Maddalena, studioso di squali bianchi e al fotografo Andrea Izzotti. Ho dato vita a questo romanzo perché volevo far conoscere a più persone quanto questi animali, chiamati anche la Regina dei Mari, per colpa dell’inquinamento stiano soffrendo e deperendo. È stata una storia difficile da scrivere per me perché fuori dalla mia zona comfort, ma che grazie alla fiducia della Land Editore, spero possa raggiungere e sensibilizzare più persone possibili.   Ti faccio un grande in bocca al lupo. Non vediamo l’ora di leggere la tua prossima opera. 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