Il vaso di Pandoro di Selvaggia Lucarelli, la recensione
Di Elisa Serra Quando nel 2022 apparvero sul profilo di Selvaggia Lucarelli i primi post che accusavano Chiara Ferragni di una cattiva gestione della raccolta fondi relativa al caso Balocco, la mia reazione iniziale fu di scetticismo. Il problema con Lucarelli è che sui suoi profili alterna critiche di gossip (com’è vestito questo, cosa fa quello…) a indagini serie e di rilevanza nazionale, il che spesso porta il pubblico a sottovalutarla o a vederla come invidiosa, rancorosa e addirittura crudele. Interpretai i suoi post in questa chiave, conoscendo la faida tra Lucarelli e i Ferragnez, senza rendermi conto della serietà delle sue indagini e del caso mediatico e giudiziario che ne sarebbe seguito. Ci volle poco per capire che l’indagine di Lucarelli avrebbe davvero scoperchiato un vaso di Pandora (o meglio, di Pandoro). In poche settimane, la querelle social si trasformò in un’accusa giudiziaria gravissima, lasciando increduli e sconvolti molti di noi. Tutto ciò che accadde intorno ai Ferragnez in quel periodo – la shitstorm, la separazione, il disastroso video di scuse – è ormai storia. Premetto che avevo un’opinione piuttosto neutra dei Ferragnez; li consideravo semplicemente dei tamarri che proponevano ai giovani modelli di vita irraggiungibili. Pensavo fossero innocui, in un periodo storico in cui i TG ci trasmettono notizie ben più gravi. Anch’io, però, avevo sottovalutato il fenomeno, e forse ci voleva proprio il lavoro di Lucarelli per farmi riflettere su quanto i Ferragnez abbiano influenzato il decennio, segnando l’ascesa dell’influencer marketing, dei soldi facili, dell’apparire a ogni costo a scapito della sostanza e di ogni buon senso. Il saggio di Lucarelli è diviso in due parti molto diverse tra loro. La prima è un’analisi sociologica ben costruita non solo sul fenomeno Ferragnez, ma anche su vari altri casi di influencer incapaci di costruire un rapporto autentico con il proprio pubblico e di gestire crisi reputazionali. Questa prima metà, di respiro sociologico, si legge rapidamente e invita a riflettere sul bisogno spasmodico delle persone di avere modelli di vita a cui aspirare. Modelli che, anziché distinguersi per intelligenza o qualità ascetiche, si focalizzano su un successo individualistico e autoreferenziale, generando un’ammirazione indiscriminata verso il lusso ostentato. Nella seconda parte del libro, Lucarelli svela come il meccanismo della beneficenza servisse a incrementare la ricchezza e la fama di Fedez e Chiara Ferragni. I due riuscivano a conciliare abilmente rapporti commerciali con aziende di caratura internazionale grazie a campagne di donazioni, alle quali Ferragni contribuiva ben poco di tasca propria, cedendo a caro prezzo i diritti sulla sua immagine e sul proprio brand. Lucarelli presenta il meccanismo della beneficenza di Ferragni come uno schema consolidato: ingaggi milionari, molti slogan e pochissimi soldi effettivamente donati agli enti preposti. Non si tratta solo del caso Balocco, né è la sola Ferragni a essere finita sotto la lente d’ingrandimento. Per esempio, nel 2017 Fedez lanciò un singolo natalizio promettendo che i ricavati sarebbero stati devoluti all’associazione “Noi per gli animali Onlus“. La donazione finale fu di soli 1.000 €. La responsabile dell’associazione, intervistata da Lucarelli, esprime la sua delusione: “Eravamo entusiaste, convinte che questa cosa ci avrebbe permesso di diventare un’oasi felina, siamo rimasti un po’ male…” (pagina 172 dell’ebook). Lucarelli si chiede: possibile che il lancio di un disco natalizio di Fedez (mica di Ciccio Pasticcio della Brianzola!) renda appena mille euro? Sebbene dalla copertina di “Il vaso di Pandoro” sembri che al centro del libro ci sia Chiara Ferragni, il saggio è anche una lunga disamina delle attività di beneficenza portate avanti da suo marito. Alcune delle quali hanno portato ben poco alle casse delle associazioni coinvolte, almeno in termini di denaro. Un saggio lucido, privo dell’acredine che Lucarelli ha mostrato in passato nei confronti dei Ferragnez, e proprio per questo ancora più incisivo. Quando ripercorre le tappe che hanno portato Chiara Ferragni al disastro, l’autrice raramente si abbandona a giudizi personali, mantenendo un tono neutro che rende il saggio efficace e convincente. Concludo con una citazione dal libro e con un’esortazione. A pagina 168 dell’ebook Lucarelli scrive: “Anche Balocco e Dolci Preziosi si sono comportati come lei”. Forse sarebbe il caso di scrivere un altro libro su come le aziende sfruttino la beneficenza per ragioni di marketing. Più che scoperchiare un vaso, si potrebbe gettare luce su un’ipocrisia dilagante che, come sottolinea Lucarelli, rende il povero grato per le briciole che il ricco così generosamente gli elargisce. Una gratitudine malriposta, se non addirittura dannosa. Disclaimer: questa è una mia opinione personale, Land Magazine non è una testata giornalistica ma un contenitore di recensioni e approfondimenti sul mondo della cultura in generale. Influencer compresi. Scopri Land Magazine admin Maggio 24, 2024 Il vaso di Pandoro di Selvaggia Lucarelli, la recensione Read More admin Maggio 24, 2024 Tartine con Formaggio di Capra e Miele Porta un pezzo di Costa Azzurra direttamente a casa tua con questa semplice e deliziosa ricetta delle Tartine romantiche con formaggio di capra e miele. 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