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Ricette dal fronte: cosa si mangiava in trincea durante la Seconda Guerra Mondiale

La vita nelle trincee e nei campi di battaglia durante la Seconda Guerra Mondiale era dura e caratterizzata da condizioni estreme. I soldati, costretti a combattere per giorni senza riposo, dovevano fare affidamento su razioni militari spesso scarse e poco nutrienti. Ma cosa si mangiava in trincea, in particolare nella Parigi occupata e nei fronti della Resistenza francese? Sopravvivere significava anche sapersi adattare, e così i soldati e i civili trovavano modi ingegnosi per trasformare ingredienti semplici in pasti capaci di dare energia e sostegno. Il cibo nelle trincee: razioni militari e pasti di fortuna Durante la guerra, il cibo destinato ai soldati era spesso in scatola, essiccato o facilmente trasportabile, poiché la logistica rendeva impossibile cucinare pasti freschi al fronte. I soldati francesi e quelli della Resistenza si trovavano spesso a razionare le scorte e a ingegnarsi con ingredienti limitati. Le razioni di base comprendevano: Gallette di pane secco (simili alle gallette della Prima Guerra Mondiale) Carne in scatola (come il famoso corned beef americano) Zuppe liofilizzate Caffè d’orzo o surrogati Zucchero e cioccolato (quando disponibili) Verdure essiccate e patate Le razioni erano spesso fredde o appena scaldate con piccoli fornelli portatili. Tuttavia, quando possibile, i soldati improvvisavano pasti più elaborati con ciò che trovavano nelle campagne o ricevevano dai civili. Scopri Il filo segreto delle storie di Francesca Cani, un grande romance storico ambientato durante la Seconda guerra mondiale Vai al libro Il cibo come strumento di resistenza La Seconda Guerra Mondiale mise a dura prova non solo i soldati, ma anche i civili e i combattenti della Resistenza. Il cibo divenne un simbolo di sopravvivenza, ingegno e resistenza, e anche un piccolo pasto caldo poteva fare la differenza tra la vita e la morte. Ancora oggi, alcune di queste ricette sopravvivono nelle tradizioni culinarie, ricordandoci quanto il cibo sia legato alla storia e alla memoria collettiva. 🍲 Hai mai provato qualche ricetta di guerra? Ti piacerebbe sperimentare uno di questi piatti storici? Condividi la tua opinione nei commenti! Scopri Land Magazine admin Febbraio 5, 2025 Le donne nelle radio partigiane clandestine: voci di resistenza e libertà Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza italiana si affidò a diversi strumenti per combattere l’oppressione nazifascista. 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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO … i courtesan al cioccolato di Gran Budapest Hotel

“Grand Budapest Hotel” è un film del 2014, scritto e diretto da Wes Anderson. Il film inizia con una ragazza in visita ad un cimitero nella fantasiosa nazione di Zubrowka. Al monumento di un celebre scrittore, che viene chiamato “l’Autore”, vengono appense le chiavi di alberghi. Questo fantasioso autore, nel 1985, aveva scritto un famosissimo libro intitolato proprio “Il Grand Budapest Hotel”. Questo fantomatico libro si baserebbe sulle memorie raccolte dall’Autore in questo albergo nel 1968. Il film ci porta proprio nell’albergo e dal padrone dell’hotel, Zero Moustafa, che racconta il grande fasto del Gran Budapest nel 1932. Gran parte del film si svolge proprio in questi anni ed è un susseguiirsi di intrighi, cose buffe e … dolci. La ragazza che diventerà il grande amore di Zero è Agatha, una giovane pasticcera. Ed è proprio lei a preparare i courtesan al cioccolato attorno a cui si snoda la trama. Ma come si realizzano? La ricetta viene svelata tra i contenuti extra del DVD del film! Prepariamo insieme questi piccoli pasticcini alla crema, ricoperti di glassa colorata, come fa Agatha alla Pasticceria Mendl’s nella fantastica Zubrowka. Pronti? Via. Partiamo dall’impasto: 150gr di farina, 100 gr di burro, 4 uova, 20 gr di zucchero semolato e sale. Nella casseruola a fondo spesso versate 2,5 dl di acqua, con il burro a dadini, lo zucchero e il pizzico di sale. Quando bolle, mescolare. Tolta la casseruola dal fuoco, incorporiamo la farina, continuando a mescolare per avere un composto omogeneo. Cuocere a fuoco basso per 3-4 minuti, finchè l’impasto si stacca dalle pareti della casseruola e diventa un unico blocco. Mentre si raffredda, sbattete in una ciotola le uova. Poi incorporate le uova all’impasto. Per formare i bignè, mettete il tutto in una tasca da pasticcere e spremete sulla carta da forno: create bignè di tre dimensioni diverse: grandi, medi e piccoli. Quando il forno è caldo, metteteli a cuocere per 25-30 minuti a 180 gradi. Quando saranno cotti, belli dorati e gonfi, sfornate. Una volta intiepiditi, metteteli su una gratella e lasciateli raffreddare, poi fare un piccolo foro alla base di ogni bignè. Per la farcitura: 1 tazza e mezza di latte, cioccolato fondente, 3 tuorli, mezza tazza di zucchero, 2 cucchiai di cacao, 1 cucchiaio di farina e 2 cucchiai di amido di mais. Scaldate il latte in un pentolino, aggiungendo una tavoletta di cioccolato fondente a pezzi, mescolando finchè non sarà sciolto. In una ciotola sbattete tuorli e zucchero, poi unite la farina, il cacao e l’amico di mais fino ad avere un bel composto omogeo. Prendete il cioccolato fuso e versatene mezzo nella ciotola, mescolando man mano con la frusta. Poi unite tutto nel pentolino e fate addensare a fuoco basso, sempre mescolando. Appena inizia a bollire, togliete la crema dal fuoco. Lasciatela raffreddare e poi con l’aiuto di una tasca da pasticcere usatela per farcire i bignè. Per la glassa: 225 gr di zucchero a velo, 4 cucchiai di latte, vaniglia, 3 coloranti per alimenti (lavanda, rosa e verde chiaro). In una ciotola mettete lo zucchero a velo setacciato e versate a filo il latte a temperatura ambiente, mescolando per amalgamare. Aggiungete i semini di vaniglia e mescolate sempre nello stesso senso, fino a quando la consistenza sarò collosa. Dividete la glassa in tre ciotole e colorate ognuna utilizzando un diverso colorante per alimenti. Mescolate per bene per ottenere un colore uniforme. Immergete la parte superiore dei bignè grandi nella glassa lavanda, i medi nella verde e i piccoli nella rosa. Metteteli su un vassoio ad asciugare. Con una goccia di glassa sovrapponete poi in ordine di grandezza i tre bignè. Sopra l’ultimo bignè, quello rosa, mettete un chicco di cacao. Buon appetito!

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GUARDA COSA MANGI! oggi prepariamo … il sugo al pomodoro de “Il Padrino”

Il Padrino è un film noir e drammatico del 1972. Racconta la vita di Don Vito Corleone, immigrato proveniente dalla Sicilia, uno dei più potenti capimafia italo-americani della New York del 1945. Tra le imboscate, gli attentati e la gestione dei traffici illegali, ovviamente si mangia.Clemenza, in una delle scene del film, spiega a Mike (Michael, figlio di Corleone) come si cucina il sugo di pomodoro. Alla ricetta classica Peter Clemenza aggiunge polpette e salsicce, ma noi ripartiamo dalle basi. Partiamo con 3 kg di pomodori freschi, da sugo. Lavali bene e tagliali a pezzetti. Metti in una pentola, grande e con il bordo alto, i pomodori, 1 cipolla affettata sottile, un po’ di sale, 10 gr di zucchero, qualche foglia di basilico, olio e 2 spicchi di aglio.A fuoco medio, fai cuocere per circa 40 minuti. Gira la salsa durante la cottura e quando si è un po’ rappresa togli aglio e basilico dalla pentola. Se vuoi una salsa bella liscia, passala in un passaverdure. Poi fai cuocere per altri 15 minuti.Tornando al film, Clemenza, alleato della famiglia Corleone, segue diverse tradizioni del Sud Italia e oltre ai pomodori freschi mette in pentola anche la passata di pomodoro. Poi aggiunge le polpette, precedentemente cotte in padella con l’olio, le salsicce già scottate e tagliate a pezzetti e un goccio di vino. Se volete provare questa ricetta, una volta messe polpette e salsicce nella pentola, lasciate cuocere a fuoco basso per 20 minuti, girando la salsa per non farla attaccare.Buon appetito!

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In cucina con Shakespeare: ricetta da Le allegre comari di Windsor

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More ricette In cucina con Shakespeare: ricetta da Le allegre comari di Windsor 24.01.25 società Da cosa deriva il detto “Non ho mica scritto Gioconda in fronte”? 24.01.25 storia Shoah, Olocausto e genocidio: Le differenze e il significato di tre termini fondamentali 23.01.25 firstletter Vita e misteri di Mary Stuart – Secondo capitolo 23.01.25 storia La maledizione dell’anno zero di Abramo Lincoln: storia, mito e qualche risata 23.01.25 Cinema Miss Austen: la nuova miniserie della BBC che celebra il legame tra Jane Austen e sua sorella Cassandra 23.01.25 società Se i compiti a casa li fa ChatGPT 23.01.25 società Addio a Cioè: la fine di un’era per la storica rivista 22.01.25 Pasticcio di Selvaggina – Le allegre comari di Windsor Caro diario, sono innamorato/a di… Nell’era social, in cui siamo perennemente connessi gli uni con gli altri, ci siamo quasi dimenticati delle care, vecchie lettere d’amore. Costantemente subissati di messaggi, ci siamo abituati a mandarne tanti (magari anche solo per aggiornare gli altri su cosa stiamo facendo). Ma a voi è mai capitato di ricevere un messaggio da un innamorato/a segreto/a? È quello che accade alle protagoniste dell’opera Le allegre comari di Windsor, di William Shakespeare. Falzastaffa tenta di conquistare Madama Paggi e Madama Gualdi (entrambe sposate) mandando loro una lettera pressoché identica, che differisce solo per il nome. Le furbe comari, in preda a uno spirito vendicativo, preparano una fitta rete per ingannarlo. Fanno credere all’uomo di ricambiare i suoi sentimenti fino a mettere in scena delle situazioni al limite del comico. Il seduttore, convinto di essere riuscito a conquistare entrambe, si lascia facilmente intrappolare dalle due dame. Noncurante di ciò che lo aspetta, si lascerà addirittura infilare in una cesta. Ci credereste? Nella I scena del I atto, Paggi chiede alla moglie di invitare i signori a entrare. C’è della buona selvaggina in forno, non possono rifiutarsi. Vediamo insieme come replicare a casa il Pasticcio di Selvaggina dei Paggi Ingredienti Per il ripieno: 500 g di carne di selvaggina mista tagliata a pezzetti 1 cipolla 1 carota 1 costa di sedano 2 spicchi d’aglio 1 rametto di rosmarino 2 foglie di alloro 1 bicchiere di vino rosso 400 g di pomodori pelati (o passata di pomodoro) Olio extravergine d’oliva Sale e pepe q.b. Per la besciamella:   500 ml di latte 50 g di burro 50 g di farina 00 Noce moscata q.b. Sale e pepe q.b. Per l’assemblaggio: 300 g di pasta fresca all’uovo per lasagne 100 g di parmigiano grattugiato Burro q.b. per la superficie Preparazione: In una pentola capiente scalda un po’ di olio e aggiungi la carne, facendola rosolare bene su tutti i lati. Metti da parte. Nella stessa pentola aggiungi la cipolla, la carota, il sedano e l’aglio tritati finemente. Fai soffriggere per qualche minuto. Rimetti la carne nella pentola con il soffritto, aggiungi il rosmarino e l’alloro, poi sfuma con il vino rosso e lascia evaporare. Aggiungi i pelati o la passata di pomodoro, aggiusta di sale e pepe e lascia cuocere a fuoco basso per circa 1-2 ore, o finché la carne diventa tenera. Mescola di tanto in tanto e aggiungi un po’ d’acqua se necessario. Per la besciamella: In un pentolino sciogli il burro a fuoco medio, aggiungi la farina e mescola energicamente. Aggiungi lentamente il latte caldo, continuando a mescolare per evitare grumi. Aggiusta di sale, pepe e aggiungi una grattugiata di noce moscata. Continua a cuocere finché la besciamella si addensa, quindi toglila dal fuoco. Cottura: Accendi il forno a 180°C. Assembla il pasticcio in una teglia rettangolare alternando strati di besciamella, pasta e ragù di selvaggina e infine spolvera con del parmigiano grattugiato. Ripeti gli strati fino a esaurire gli ingredienti e cuoci per circa 30-40 minuti.

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Insalata di pesche e mandorle di Romeo e Giulietta: l’amore proibito… in versione light

Non tutte le storie d’amore devono finire in tragedia, specialmente se l’ingrediente principale è la frutta di stagione. L’insalata di pesche e mandorle è il piatto perfetto per chi vuole celebrare l’amore (o semplicemente l’estate) con qualcosa di fresco, romantico e un po’ sofisticato. È leggera come una poesia di Shakespeare, ma abbastanza saporita da conquistare il palato di chiunque… anche quello del tuo nemico, se vuoi siglare una tregua culinaria. Un’insalata degna di Verona Immagina Romeo e Giulietta al loro primo appuntamento: niente intrighi familiari, niente parenti furiosi, solo una terrazza con vista e una ciotola di questa insalata. Certo, Giulietta probabilmente avrebbe avuto qualche difficoltà a trovare mandorle biologiche nel Rinascimento, ma noi abbiamo fatto un upgrade per rendere questo piatto ancora più epico. Fresca, dolce e croccante: questa insalata è praticamente un sonetto in una ciotola. Pesche e mandorle: una coppia da tragedia? No, da favola Le pesche e le mandorle sono la versione culinaria di Romeo e Giulietta: apparentemente diverse, ma perfette insieme. La dolcezza succosa delle pesche si sposa alla perfezione con la croccantezza delle mandorle, creando un equilibrio che nemmeno Shakespeare avrebbe saputo descrivere meglio. E se vuoi fare il vero romantico, puoi servirla con qualche petalo di fiore edibile. Perché non siamo qui solo per mangiare, ma per vivere poeticamente. Un piatto che non giudica i tuoi amori Che tu stia mangiando questa insalata da solo, con il tuo partner o con il tuo gatto che ti guarda con sospetto, sappi che l’insalata di pesche e mandorle non giudica. È il piatto che dice: “Vivi e lascia vivere… e magari condisci con un po’ più di olio d’oliva.” È perfetta come antipasto, come contorno o persino come piatto unico in una di quelle giornate in cui l’amore vero sembra essere solo per il cibo. La ricetta dell’insalata di Pesche e Mandorle di Romeo e Giulietta Ingredienti: 4 pesche mature (ma non troppo morbide) 50 g di mandorle tostate (intere o a lamelle) 80 g di rucola fresca 50 g di formaggio feta o primo sale (opzionale, per un tocco salato) 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva Succo di mezzo limone Un cucchiaino di miele Sale e pepe q.b. Procedimento: Lava e asciuga la rucola, quindi disponila in una ciotola o direttamente sui piatti. Taglia le pesche a fettine sottili e distribuiscile sopra la rucola. Aggiungi le mandorle tostate e, se ti piace, dei cubetti di feta o primo sale per un contrasto sapido. In una ciotolina, emulsiona l’olio con il succo di limone, il miele, il sale e il pepe. Condisci l’insalata con la vinaigrette preparata e servila subito, preferibilmente con un sorriso romantico. Scopri Land Magazine admin Gennaio 18, 2025 Insalata di pesche e mandorle di Romeo e Giulietta: l’amore proibito… in versione light Read More admin Gennaio 18, 2025 Opere Liriche in Poche Parole – Puntata 4: Figaro Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart non è solo un’opera, ma un vero e proprio manuale su come incasinare una giornata con intrighi, travestimenti e risate. Se ami Read More admin Gennaio 18, 2025 Bilbury: Il Villaggio Inglese che Sembra Uscito da una Favola Se ti dicessero che esiste un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, probabilmente penseresti a un film di fantasia o a un libro di fiabe. E invece no, questo Read More admin Gennaio 18, 2025 17 Gennaio: auguri Anne Brontë! La più introversa delle sorelle Brontë e il suo compleanno letterario Se pensate che il 17 gennaio sia un giorno qualsiasi, fermatevi subito! 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