Oggi l’intelligenza artificiale è diventata una componente centrale nella creazione di copertine di libri. Le case editrici si sono accorte che, al posto di affidarsi ai capricci di artisti in carne ed ossa, potevano semplicemente chiedere a un algoritmo di mettere insieme un’immagine accattivante. Certo, un’immagine quasi accattivante. Del resto, perché accontentarsi di una rappresentazione realistica quando puoi avere un’inspiegabile sovrabbondanza di dita?
Uno degli inconvenienti più divertenti (e preoccupanti) delle cover create dall’IA è il mistero delle sei dita. Non c’è niente da fare, i personaggi delle copertine IA sembrano appartenere a una misteriosa razza di esseri superiori che hanno trovato il segreto per avere un dito in più su ogni mano. E non è mai lo stesso dito: a volte è un pollice extra, altre volte è un mignolo un po’ troppo amichevole. Se dovessimo interpretare la logica delle IA, potremmo concludere che il prossimo stadio evolutivo dell’umanità sia proprio quello di… aumentare le dita!
E poi ci sono i sorrisi. Ah, i sorrisi. L’intelligenza artificiale ha un concetto tutto suo di sorriso amichevole. Invece di una bocca che si solleva dolcemente agli angoli, abbiamo espressioni che sembrano ispirate ai migliori film horror: bocche sproporzionate, denti messi alla rinfusa, sguardi vacui che non ispirano proprio fiducia. Eppure c’è chi sostiene che sia una scelta estetica: vuoi mettere l’effetto suspense che un sorriso del genere suscita in un potenziale lettore?
A questo punto sorge spontanea una domanda: ma questa IA chi l’ha istruita? Forse i programmatori, dopo anni di prove, si sono convinti che sei dita siano il segreto del carisma universale, o forse le AI stanno cercando di dirci qualcosa: “Umani, non siete ancora abbastanza evoluti per capire la mia arte!”
Comunque sia le copertine dei libri generate dall’IA stanno cambiando il panorama editoriale. E se i personaggi con dita extra e sorrisi spaventosi riescono a vendere più copie, chi siamo noi per giudicare? Magari nel futuro avremo una nuova categoria di letteratura, quella dei “libri surreali per mani sovrannaturali”.
Naturalmente non ci sono solo dita extra e sorrisi inquietanti; l’IA ha un talento particolare nel mettere dettagli fuori contesto. Vi è mai capitato di vedere copertine in cui un personaggio tiene in mano un libro aperto, ma su entrambe le pagine appare la stessa parola ripetuta in loop? O magari un personaggio indossa un cappello che pare un misto tra un sombrero e un ombrello. Questo è il tocco magico dell’IA: creare elementi tanto inspiegabili quanto… indimenticabili.
E se credete che sia difficile sfuggire a un libro con una copertina simile, aspettate di vedere la creatività che l’IA riversa sui paesaggi di sfondo. Un romanzo fantasy? Eccovi un paesaggio generico, una montagna che sembra uscita da un quadro cubista, un fiume che sfida la gravità e scorre verso l’alto, magari con un drago in lontananza che sembra partorito da un incubo o da un talent show medievale. Serve un romanzo contemporaneo? Vedrete grattacieli che si fondono con alberi e automobili che galleggiano a mezz’aria come bolle di sapone. È come se l’IA stesse cercando di mandare messaggi subliminali: “Chi legge questo libro potrebbe essere trasportato in una realtà dove tutto è possibile… e niente ha senso!”
Perché tutto questo avviene? Semplice. Gli algoritmi sono come un cuoco inesperto che ha mille ingredienti a disposizione ma nessuna ricetta. Prendono un po’ di tutto e lo mettono insieme senza preoccuparsi troppo del risultato finale. Se un cuoco umano potrebbe capire che una torta di mele non beneficia di salsa piccante, l’IA pensa: “Perché no?”
Così, se in un romanzo storico ambientato nel Medioevo compare un personaggio con uno smartphone nella copertina, è solo un altro esperimento di stile. Del resto, magari è un messaggio di marketing rivolto ai lettori moderni: “Avete mai pensato a come sarebbe stato il Medioevo con un po’ di Wi-Fi?”
A proposito di marketing, c’è anche un altro punto a favore delle copertine generate dall’IA: sono indimenticabili, nel bene e nel male. Prendiamo per esempio i libri romantici. Se prima i lettori si aspettavano copertine con paesaggi romantici e sguardi languidi, oggi possono ritrovarsi di fronte a baci che sfidano le leggi della fisica, mani che si fondono con l’aria, volti che si incontrano ma che sembrano provenire da dimensioni diverse. E tutto ciò, paradossalmente, funziona! “Guardare queste copertine è come fare un viaggio psichedelico,” dice una nostra fonte vicina. “Ti chiedi: cosa voleva dire l’autore con questo sfondo rosso acceso e quella coppia con braccia troppo lunghe?”
Certo, non tutte le cover AI finiscono nel regno del surreale. Alcune ce la fanno ad avvicinarsi a qualcosa di quasi normale… quasi. Ma è proprio questo il problema: quel “quasi”. Una copertina può sembrare perfetta a prima vista, ma basta uno sguardo più attento per scoprire che il protagonista ha un dito in più o una mano misteriosamente spuntata dal nulla. Insomma, è come quando ti siedi sulla sedia e scopri che c’è una piccola gobba che non notavi subito ma che rende impossibile starci comodo.
E tu sei a favore delle cover con IA? Faccelo sapere con un commento
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