L’influenza della Rivoluzione francese sull’Inghilterra di Jane Austen: un contrasto tra due epoche

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L’epoca della Rivoluzione francese (1789-1799) e quella austeniana dei primi anni dell’Ottocento rappresentano due momenti storici apparentemente distanti, ma connessi da trasformazioni che cambiarono per sempre il volto della società europea, influenzando anche l’Inghilterra rurale e domestica descritta nei romanzi di Jane Austen. Questo articolo esplora le connessioni e i contrasti tra la turbolenta Rivoluzione francese e la tranquilla Inghilterra di Jane Austen, in un approfondimento su come la società inglese reagì e si adattò in quegli anni.

La Rivoluzione francese e l’Inghilterra conservatrice di William Pitt

Durante la Rivoluzione francese, l’Inghilterra osservava con inquietudine gli eventi che travolgevano la vicina Francia. In risposta a essi il governo inglese, guidato da William Pitt il Giovane, assunse una posizione conservatrice, preoccupato com’era di difendere il paese da una possibile “contaminazione” rivoluzionaria. Pitt e la sua classe dirigente vedevano nelle idee di libertà, uguaglianza e fraternità una minaccia ai valori e alla stabilità britannica, tanto che l’Inghilterra si impegnò attivamente nelle coalizioni anti-francesi, prima contro la Francia rivoluzionaria e, successivamente, contro Napoleone. Questa risposta bellicosa consolidò la posizione dell’Inghilterra come principale antagonista della Francia rivoluzionaria e napoleonica.

Una guerra ideologica e militare che portò a una chiusura sociale e politica: la nobiltà inglese e la monarchia si trinceravano nella difesa dei loro privilegi, mentre la vita culturale e politica rimaneva ancorata a modelli tradizionali.

L’Inghilterra di Jane Austen: un mondo lontano dalla rivoluzione

Nella narrativa di Jane Austen, ambientata dai venti ai trent’anni dopo la Rivoluzione francese, troviamo invece un quadro apparentemente più sereno, concentrato sulle dinamiche sociali e sentimentali della gentry rurale e della nascente borghesia inglese. Austen non menziona apertamente i grandi eventi politici e sociali dell’epoca, ma le sue storie riflettono indirettamente le conseguenze di quel periodo tumultuoso. Questo “silenzio” sulla politica non è casuale, ma una scelta stilistica che permette ad Austen di esplorare il mondo domestico come specchio delle trasformazioni sociali in corso.

Pensiamo, ad esempio, a “Orgoglio e Pregiudizio” dove i militari presenti nella storia sono un chiaro riflesso della mobilitazione dell’esercito inglese durante le guerre napoleoniche, o a “Mansfield Park”, in cui si evidenziano le difficoltà economiche di alcune famiglie aristocratiche, un fenomeno accentuato dalle crisi economiche del periodo post-bellico.

Contrasto di valori e mobilità sociale

La differenza tra i due periodi emerge anche nella percezione della mobilità sociale e nei valori morali della società. Durante la Rivoluzione francese l’Inghilterra rimase ancorata alla difesa dei propri privilegi; ogni cambiamento sociale era visto con sospetto e il rigido sistema di classi veniva difeso a tutti i costi. Nell’epoca austeniana, però, assistiamo a un cambiamento di mentalità: la classe borghese acquista sempre più potere, mentre il denaro e la capacità di “fare fortuna” assumono una centralità crescente.

Questo è evidente nei personaggi di Austen, dove protagonisti di origini modeste riescono a migliorare la propria condizione sociale non per discendenza o titoli nobiliari, ma attraverso virtù personali e alleanze matrimoniali. Un cambiamento che riflette il declino della nobiltà terriera e l’ascesa della classe mercantile, la quale stava ridefinendo i valori e le aspirazioni della società inglese.

L’eredità della rivoluzione e il mondo di Jane Austen

Sebbene Austen non ci parli direttamente della Rivoluzione francese o delle guerre napoleoniche, il mondo che descrive è inevitabilmente influenzato dagli eventi rivoluzionari. I suoi romanzi, letti in questa prospettiva, rivelano le sottili conseguenze di quei mutamenti storici: il tramonto della nobiltà, l’ascesa della borghesia, la centralità del denaro e una società che, pur rimanendo distante dal caos rivoluzionario, sente l’eco dei grandi cambiamenti in atto.

In questo senso sì, la Rivoluzione francese e l’epoca di Jane Austen rappresentano due facce della stessa medaglia: una fase turbolenta seguita da un periodo di adattamento e cambiamento silenzioso. Austen cattura il momento in cui l’Inghilterra, superati gli anni della paura e del conflitto, comincia a ridefinire se stessa, fino a trovare nei suoi valori domestici e nella vita rurale una nuova stabilità in un mondo che, senza far rumore, stava cambiando per sempre.

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