Gennaio 2025

Detox digitale: si può vivere da “sconnessi”?

«Degli anni Novanta mi manca l’irreperibilità. Ecco, l’irreperibilità. Che spegnevi e non c’eri più. Invece adesso ci sei sempre per tutti» ha dichiarato di recente Max Pezzali in un’intervista a Vanity Fair. Sempre più persone oggi si riconoscono in queste parole. Il rapporto Digital 2024 di We Are Social ha documentato che l’utente medio di Internet trascorre 6 ore e 40 minuti al giorno on line. Si tratta di un aumento di 4 minuti al giorno (+1 per cento) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Si trascorre moltissimo tempo anche sui social media: 2 ore e 23 minuti al giorno. Anche se qui c’è una piccola inversione di tendenza: otto minuti in meno al giorno rispetto all’anno scorso. Cosa fanno le persone on line Quasi tutte le persone che accedono alla rete usano app di chat e messaggistica: il 94,7 per cento di tutti gli utenti Internet (tra 16 e 64 anni) afferma di aver utilizzato almeno uno di questi servizi nell’ultimo mese. L’uso dei social network è un’attività leggermente meno popolare ma altrettanto rilevante: il 94,3 per cento degli intervistati sostiene di usare queste piattaforme. I motori di ricerca si collocano al terzo posto, con l’80,7 per cento di utenti che affermano di usare servizi come Google e Bing. Lo shopping è al quarto posto, con poco meno di tre quarti di tutti gli utenti Internet impegnati in qualche attività di e-commerce ogni mese. Infine, i servizi location-based come mappe e app per il parcheggio completano la top 5, con poco più della metà degli intervistati che dichiarano di esserne utenti abituali. La disintossicazione digitale Ricerche recenti dimostrano che un’esposizione continua a stimoli digitali può aumentare i livelli di stress, ridurre la capacità di concentrazione e contribuire a disturbi come ansia e insonnia. Il fenomeno è amplificato dai social network, progettati per mantenere gli utenti connessi il più a lungo possibile grazie a meccanismi come lo scrolling infinito e le notifiche push. Inoltre, l’eccessiva permanenza online può portare a un senso di sovraccarico mentale: l’incessante flusso di informazioni rende difficile staccare la mente. Il risultato è un circolo vizioso che alimenta il bisogno di connessione continua. Ma un numero crescente di persone, di fronte al malessere che avverte, sta reagendo a questa iper-connessione… sconnettendosi. Sono in aumento gli utenti che scelgono di cancellare o sospendere i propri account social. Questo percorso, spesso definito “digital detox”, non demonizza la tecnologia, ma mira a riconquistare il proprio controllo su di essa. L’obiettivo è l’autodifesa, il tutelare il proprio equilibrio in un’epoca in cui la linea tra vita privata e vita digitale è sempre più sottile. Molte sono le testimonianze sulla disintossicazione digitale di utenti che raccontano la loro esperienza e forniscono consigli su come “domare la tecnologia”. C’è chi parte con la sfida dei 100 giorni di detox digitale, chi concretamente sostiene che «non è realistico tornare al telefono degli anni Novanta: le app di banca, dell’università, la mail e altre risorse sono imprescindibili». E allora «l’unica via è costruire una nuova abitudine, il che è un’esperienza esclusivamente personale». La motivazione più riportata da chi vuole disintossicarsi dai social è la sensazione di “perdere tempo” on line. Sempre più persone vorrebbero liberarsi da tale senso di obbligo di presenza sui social e in rete. Ma sono ostacolate dall’idea di conseguenze sociali come l’isolamento e la perdita di contatti, di opportunità sociali e professionali. Eppure, per certi versi le opportunità sono illusorie o sono infinitamente meno rilevanti di quello che si pensa. Disconnettersi, un lusso? Il vero lusso non è più navigare ovunque, ma disconnettersi, abbandonare la Rete. È questa la tesi di Evgeny Morozov, politologo e giornalista bielorusso, che già qualche anno fa dichiarava: «L’iperconnettività crea dipendenza, addiction. È fatta per questo. Le piattaforme come Google e Facebook sono studiate per attrarre. Assomigliano alle slot machine di Las Vegas, piene di lucine colorate e disegnate con un fantastico design. Il loro scopo è farci scommettere soldi, ma lo mascherano bene». E aggiungeva: «Oggi le uniche persone che possono concedersi il lusso di fare a meno di Internet sono i ricchi, i soli che possono contare su smartphone che ne tutelino la privacy o su qualcuno che faccia le ricerche per loro o twitti al loro posto. È questo il nuovo gap digitale tra ricchi e poveri».  Ma è davvero così oggi, o questo “lusso” è in fondo possibile per chiunque, basta volerlo? Ad Amsterdam tre ragazzi hanno lanciato il The Offline Club, un’associazione che organizza eventi “offline”, senza telefono o computer, nei bar e nei pub. «Questi locali – spiega uno dei tre fondatori, Ilya Kneppelhout – sono il luogo ideale per socializzare, anche se sempre più persone li usano per lavorare al computer o parlano al telefono mentre fanno colazione o cenano con gli amici, finendo così per non apprezzare l’atmosfera, il cibo e le bevande». Molti sono i professionisti che per lavoro scelgono consapevolmente di evitare WhatsApp e altri social network, preferendo usare solo mezzi più tradizionali come l’e-mail o il telefono fisso. Una scelta forse controcorrente in un mondo sempre più iper-connesso, ma anche un modo per stabilire confini. La tecnologia che si disintossica In un contesto in cui l’uso incessante dei social network è diventato una fonte di stress, anche i social stessi stanno cercando di adattarsi alle nuove tendenze, per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più attento al proprio benessere digitale. Instagram, per esempio, ha introdotto la possibilità di programmare i messaggi, soprattutto se inviati in fascia serale dopo le ore 22, in modo da ridurre il bisogno di essere costantemente connessi. Fino ad arrivare a quello che sembra un controsenso: applicazioni per il benessere digitale, e applicazioni per il detox digitale che bloccano altre applicazioni. Per esempio app come Forest, che usa un incentivo verde: si piantano alberi virtuali e si guadagnano monete quando ci si disconnette per un periodo di tempo assegnato. Una volta che gli utenti guadagnano abbastanza monete, possono spenderle per aiutare a piantare alberi veri in Camerun, Kenya, Senegal, Uganda e Tanzania.  Tutti segnali questi che, pur piccoli, indicano una crescente consapevolezza della necessità di bilanciare l’interazione digitale con il

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Come NON scrivere un libro per bambini: la guida definitiva per fallire

Scrivere un libro per bambini è un’arte delicata, ma se vuoi assicurarti di NON scrivere un libro memorabile (anzi, un flop totale), ti spiego come fare. Seguendo questi passi, i piccoli lettori scapperanno più veloci di quanto tu possa dire “Capitolo 1”. 1. Moralizza senza pietà Non lasciare che i bambini si godano la storia. No! Carica ogni pagina di prediche interminabili. “Non mangiare troppi dolci, lavati le mani, fai i compiti, non respirare troppo forte…” Sii un martello pneumatico di insegnamenti moralistici. E ricordati di fare sentire il piccolo lettore colpevole per qualsiasi cosa. 2. Usa un linguaggio incomprensibile I bambini amano le parole semplici e dirette? Sbagliato! Se vuoi scrivere un libro che non capiranno mai, riempi le pagine di paroloni complicati. Invece di “cane”, usa “quadrupede domestico dalla natura canina”. Dimentica la semplicità, punta alla noia totale. 3. Dimentica la trama La trama è sopravvalutata. Scrivi un libro in cui nulla ha senso. Inizia con una mucca che va su Marte, passa a un pirata che mangia sushi e finisci con un panda che gioca a golf. Coerenza? Cos’è, un tipo di formaggio? 4. Personaggi piatti come una sogliola Dai ai tuoi personaggi un’unica caratteristica e basta. Una principessa che ama i dolci e… stop. Un robot che dice solo “Bip bip” e niente di più. Non dare ai personaggi sogni, conflitti o emozioni. Chi ha bisogno di empatia quando puoi annoiare a morte? 5. Scrivi un libro lungo come “Guerra e Pace” I bambini adorano leggere libri di poche pagine, giusto? Sbagliato! Scrivi un tomo interminabile, con descrizioni dettagliate di ogni singolo granello di sabbia nel deserto. Assicurati che il libro sia così pesante che potrebbero usarlo come fermaporta. 6. Illustrazioni? Chi le vuole! Tutti sanno che i bambini odiano le immagini colorate. Non mettere neanche una figura nel tuo libro, o meglio ancora fai disegni che sembrano scarabocchi fatti al buio. Se proprio vuoi osare, usa colori tristi come grigio su grigio. 7. Usa temi noiosissimi Scrivi un’intera storia su… la crescita delle patate. Oppure sulla routine di un commercialista. Gli argomenti devono essere così entusiasmanti che persino gli adulti sbadigliano solo a pensarci. 8. Non finire mai la storia Il lieto fine? Meh. Lascia tutto in sospeso, senza risolvere nulla. Oppure, ancora meglio, crea un finale assurdo che non c’entra nulla con il resto della storia. Come? Alla fine, il protagonista si sveglia e scopre che era tutto un sogno. Geniale, vero? 9. Ignora il pubblico Infine, dimentica che stai scrivendo per bambini. Fai battute che capiscono solo gli adulti e riempi le pagine di riferimenti storici o politici. I bambini si sentiranno sicuramente persi, ma hei, almeno tu ti sentirai intelligente. Ricapitolando… Se seguirai questi ottimi consigli, puoi stare certo che il tuo libro sarà un capolavoro… di mediocrità! Perciò, se davvero vuoi scrivere un libro per bambini che nessuno leggerà, sei sulla strada giusta. Scopri Land Magazine admin Gennaio 27, 2025 Come NON scrivere un libro per bambini: la guida definitiva per fallire Read More admin Gennaio 26, 2025 Dreamwave e altri servizi indie che cercano sceneggiature originali: opportunità per sceneggiatori Indipendenti e alle prime armi Nel panorama attuale dell’intrattenimento, piattaforme come Dreamwave stanno rivoluzionando il settore, poiché offrono spazio a sceneggiatori indipendenti per proporre idee innovative e originali. Dreamwave rappresenta un punto di incontro tra Read More admin Gennaio 26, 2025 Proporre sceneggiature alla RAI: tutto quello che devi sapere sui concorsi Hai mai sognato di vedere la tua idea trasformarsi in una serie TV, un film o un programma televisivo? 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Dreamwave e altri servizi indie che cercano sceneggiature originali: opportunità per sceneggiatori Indipendenti e alle prime armi

Nel panorama attuale dell’intrattenimento, piattaforme come Dreamwave stanno rivoluzionando il settore, poiché offrono spazio a sceneggiatori indipendenti per proporre idee innovative e originali. Dreamwave rappresenta un punto di incontro tra creatività e industria, un luogo dove le storie possono prendere vita grazie al contributo di nuovi talenti. Ma Dreamwave non è l’unico servizio che cerca attivamente sceneggiature: altre piattaforme simili stanno aprendo le porte agli autori di tutto il mondo, creando opportunità uniche per chi desidera emergere nel settore. Cos’è Dreamwave e come funziona Dreamwave è una piattaforma dedicata all’intrattenimento, specializzata nella produzione di film e serie TV basati su sceneggiature proposte da autori indipendenti. Il suo obiettivo è quello di valorizzare idee fresche e originali, offrendo agli sceneggiatori l’opportunità di vedere le proprie creazioni trasformate in contenuti fruibili dal grande pubblico. Il funzionamento è semplice: gli autori possono presentare le loro proposte tramite il portale ufficiale, dove un team di esperti valuta i progetti più promettenti. Dreamwave si distingue per l’apertura verso i talenti emergenti, garantendo visibilità e supporto anche a chi non ha un curriculum consolidato nel settore. Altri servizi simili a Dreamwave Se Dreamwave è un esempio di successo, esistono altre piattaforme che seguono una filosofia simile, tutte alla ricerca di nuove sceneggiature: Amazon StudiosAmazon offre un programma dedicato agli sceneggiatori indipendenti attraverso Prime Video Direct. Qui è possibile proporre sceneggiature e progetti originali, con la possibilità di raggiungere un pubblico globale tramite Prime Video. Netflix Open ConnectSebbene Netflix collabori principalmente con agenzie e produttori, è sempre alla ricerca di contenuti originali. Sceneggiatori indipendenti possono accedere a concorsi o a programmi speciali per proporre le loro idee. Stage 32Stage 32 è una piattaforma che collega sceneggiatori, registi e produttori. Offre workshop, pitch session e opportunità per inviare sceneggiature direttamente ai professionisti del settore. CoverflyCoverfly è una piattaforma che aiuta gli sceneggiatori a mettere in mostra i propri lavori. Con connessioni a concorsi e produttori, è una porta d’accesso al mondo dell’intrattenimento. Black ListLa Black List è una piattaforma famosa per la valutazione di sceneggiature. Gli sceneggiatori possono caricare i propri progetti per farli esaminare e, se selezionati, proporli a studi di produzione e case di distribuzione. Questi servizi stanno ridefinendo il concetto di accesso all’industria dell’intrattenimento e abbattendo le barriere tradizionali. Un tempo era necessario avere contatti diretti o essere rappresentati da un’agenzia per presentare un progetto; oggi, grazie a piattaforme come Dreamwave, ogni autore ha una possibilità. Le piattaforme garantiscono: Accesso democratico: chiunque, ovunque, può proporre una sceneggiatura. Opportunità per emergenti: autori indipendenti e nuovi talenti possono ottenere visibilità. Ampia varietà di storie: dando spazio a prospettive diverse, si arricchisce l’offerta culturale. Per sceneggiatori e creativi, piattaforme come Dreamwave e servizi simili rappresentano un’occasione da cogliere al volo. Non solo offrono la possibilità di realizzare un sogno, ma consentono anche di contribuire al panorama culturale globale con nuove storie e idee. Se hai una sceneggiatura nel cassetto o un progetto che aspetta solo di essere realizzato, considera di proporlo attraverso questi canali: il prossimo grande successo potrebbe essere proprio il tuo. 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Proporre sceneggiature alla RAI: tutto quello che devi sapere sui concorsi

Hai mai sognato di vedere la tua idea trasformarsi in una serie TV, un film o un programma televisivo? La RAI, Radiotelevisione Italiana, offre ai creativi un’opportunità unica: partecipare ai suoi concorsi dedicati alle sceneggiature. Attraverso il portale ufficiale tutti possono proporre i propri progetti, un passo concreto per entrare nel mondo dell’audiovisivo italiano. La RAI, da sempre promotrice di cultura e innovazione, organizza queste iniziative per scoprire e valorizzare nuovi talenti. Se hai un’idea originale, un progetto che credi possa conquistare il pubblico, e soprattutto sai scrivere sceneggiature, questo è il momento di agire. Come funziona la proposta di una sceneggiatura alla RAI? Il processo è molto semplice e alla portata di tutti. Per prima cosa è necessario visitare il sito ufficiale della RAI, dove è disponibile una sezione dedicata ai concorsi e alla raccolta delle proposte creative. Una volta sulla pagina troverai un modulo da compilare online. È il primo passo per far arrivare il tuo progetto direttamente nelle mani di chi si occupa di selezionare le idee migliori. Il modulo richiede alcune informazioni fondamentali: i tuoi dati personali, la descrizione del progetto e altri dettagli che possano aiutare a presentare al meglio la tua idea. Non è complicato, ma è importante prestare attenzione a ogni passaggio, così da fare una buona impressione fin da subito. Perché partecipare ai concorsi RAI? Immagina di vedere il tuo nome tra i titoli di coda di una produzione RAI. Non si tratta solo di un sogno, ma di una possibilità concreta. La partecipazione ai concorsi ti offre visibilità, l’opportunità di collaborare con professionisti del settore e, soprattutto, un’occasione unica per entrare in contatto con una delle più grandi realtà dell’industria culturale italiana. I concorsi non sono solo per esperti del settore: anche gli esordienti possono partecipare, a patto che abbiano un’idea originale e ben strutturata. Che si tratti di una serie TV, di un documentario, di un film o di un programma di intrattenimento, la RAI cerca progetti che sappiano coinvolgere il pubblico e portare un valore aggiunto alla sua offerta. Cosa rende una sceneggiatura interessante per la RAI? Se vuoi catturare l’attenzione dei selezionatori, la tua proposta deve distinguersi per originalità, qualità e aderenza alle linee guida del concorso. Le storie che colpiscono sono quelle che sanno emozionare, sorprendere o trattare temi importanti in modo innovativo. La cura dei dettagli è fondamentale: la struttura della sceneggiatura, i dialoghi, il ritmo narrativo… tutto deve essere pensato con attenzione. Inoltre leggi sempre con attenzione i requisiti del concorso. Ogni iniziativa della RAI ha regole specifiche, ed è importante rispettarle per garantire che il tuo progetto venga preso in considerazione.   Scopri Land Magazine admin Gennaio 26, 2025 Proporre sceneggiature alla RAI: tutto quello che devi sapere sui concorsi Read More admin Gennaio 26, 2025 I luoghi della memoria in Italia: un viaggio nei campi e nei musei L’Italia custodisce una rete di luoghi della memoria che raccontano la tragedia dell’Olocausto e la resistenza al nazifascismo. Visitare questi luoghi non è solo un viaggio nella storia, ma un’esperienza Read More admin Gennaio 25, 2025 Perché il Self Publishing selvaggio, senza editing e correzione di bozze, è l’Apocalisse dell’editoria Hai presente quando decidi di fare la pizza in casa, senza alcuna esperienza, e ti ritrovi con un disco volante bruciato che nessuno vuole mangiare? 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I luoghi della memoria in Italia: un viaggio nei campi e nei musei

L’Italia custodisce una rete di luoghi della memoria che raccontano la tragedia dell’Olocausto e la resistenza al nazifascismo. Visitare questi luoghi non è solo un viaggio nella storia, ma un’esperienza toccante che ci ricorda l’importanza di non dimenticare. Ogni sito è una testimonianza viva di eventi che hanno segnato profondamente il nostro Paese e l’Europa intera. Scopriamo insieme i principali luoghi della memoria in Italia e il loro significato. Il Memoriale della Shoah di Milano Il Memoriale della Shoah di Milano, situato sotto la stazione centrale, è un luogo carico di emozione e riflessione. Da qui partirono i convogli destinati ai campi di sterminio, carichi di vite spezzate e sogni infranti. Il Memoriale non è solo un luogo di ricordo, ma anche un centro di educazione e sensibilizzazione, con mostre interattive e visite guidate che aiutano a comprendere la portata di quella tragedia. Il campo di Fossoli A pochi chilometri da Modena si trova il campo di Fossoli, un luogo tristemente noto per essere stato un punto di transito per gli ebrei e i dissidenti politici deportati nei campi di sterminio. Oggi il campo è un museo a cielo aperto, dove il silenzio e l’atmosfera rendono tangibile il peso della storia. Le baracche e le strutture rimaste sono un monito potente che ci invita a ricordare. La Risiera di San Sabba a Trieste La Risiera di San Sabba è l’unico campo di concentramento nazista in Italia dotato di un forno crematorio. Situata a Trieste, è oggi un museo che racconta la tragica storia di migliaia di vittime, tra cui ebrei, partigiani e oppositori politici. Le stanze spoglie, i corridoi vuoti e i muri segnati dal tempo evocano un’emozione profonda e indimenticabile. I musei della memoria in Italia Oltre ai luoghi fisici, l’Italia ospita diversi musei dedicati alla memoria. Tra questi, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) a Ferrara, che offre una panoramica sull’ebraismo italiano e sulla tragedia dell’Olocausto, e il Museo della Deportazione di Prato, dove documenti, fotografie e oggetti raccontano la vita nei campi di concentramento. Perché visitare i luoghi della memoria Visitare i luoghi della memoria non è solo un atto commemorativo, ma un momento di crescita personale. Questi luoghi ci insegnano l’importanza della tolleranza, della solidarietà e del rispetto per la dignità umana. Sono un antidoto contro l’oblio e un monito per le generazioni future, affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Come pianificare il tuo viaggio della memoria Se vuoi visitare questi luoghi, ecco alcuni consigli: Documentati prima di partire: Leggi la storia di ogni luogo per comprendere meglio ciò che vedrai. Partecipa alle visite guidate: Molti siti offrono guide esperte che arricchiranno la tua esperienza con racconti e dettagli. Rispetta l’atmosfera del luogo: Questi siti sono spazi di riflessione e raccoglimento, quindi comportati in modo appropriato. Insomma, i luoghi della memoria in Italia sono un patrimonio inestimabile, non solo per il loro valore storico, ma anche per il loro impatto emotivo e educativo. Ogni visita è un passo verso una maggiore consapevolezza, un modo per ricordare le vittime e imparare dal passato. Non dimentichiamo: la memoria è il filo che ci tiene legati alla nostra umanità. Scopri Land Magazine admin Gennaio 23, 2025 Shoah, Olocausto e genocidio: Le differenze e il significato di tre termini fondamentali Shoah, Olocausto e genocidio: Le differenze e il significato di tre termini fondamentaliQuando si parla delle tragedie della Seconda Guerra Mondiale e delle atrocità del XX secolo, termini come “Shoah”, Read More Cristina Ferri Gennaio 23, 2025 Vita e misteri di Mary Stuart – Secondo capitolo Il matrimonio con il delfino e la corona franceseIl marito a lei destinato è un ragazzo malaticcio e fragile di quattordici anni; lo stato di salute del giovane non promette Read More admin Gennaio 23, 2025 La maledizione dell’anno zero di Abramo Lincoln: storia, mito e qualche risata Quando si parla di Abraham Lincoln, i più pensano subito al sedicesimo Presidente degli Stati Uniti, l’uomo che abolì la schiavitù e che indossava un cappello talmente alto che a Read More admin Gennaio 23, 2025 Miss Austen: la nuova miniserie della BBC che celebra il legame tra Jane Austen e sua sorella Cassandra Il prossimo 2 febbraio la BBC presenterà Miss Austen, un’appassionante miniserie in quattro episodi ispirata all’omonimo romanzo di Gill Hornby. Un adattamento che promette di trasportare il pubblico nell’Inghilterra del Read More Francesca Redolfi Gennaio 23, 2025 Se i compiti a casa li fa ChatGPT C’è qualcosa che stiamo ignorando. C’è un impatto, enorme, sul mondo della scuola che si sta consumando nel silenzio pressoché totale di insegnanti, dirigenti, burocrati e, non da ultimo, dei Read More admin Gennaio 22, 2025 Addio a Cioè: la fine di un’era per la storica rivista Con un mix di nostalgia e un pizzico di ironia è il momento di dire addio a Cioè, la rivista che ha accompagnato generazioni di adolescenti italiani. Dopo decenni di Read More Elisabetta Gennaio 22, 2025 Scrivere un romanzo: la parola FINE è solo l’inizio della fine Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO La FINE è solo l’inizio della fine Benvenuto nella faticosa vita di uno scrittore.Hai faticato per giorni, mesi, anni e finalmente arrivi a Read More Oriana Turus Gennaio 21, 2025 Non si è quanti – e quali – libri si legge: ovvero cronaca di un lettore moderno A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e Read More admin Gennaio 21, 2025 Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina: il femminismo della Rivoluzione che (spoiler) finisce male Se pensavi che il femminismo fosse una moda recente, aspetta di sentire la storia di Olympe de Gouges, la Wonder Woman del XVIII secolo. Era il 1791, in piena Rivoluzione Read More admin Gennaio 20, 2025 Giornata del Rispetto: Una Celebrazione per Ricordare Willy Monteiro Duarte e Combattere il Bullismo Il 20 gennaio non è un giorno qualsiasi. È il momento

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