Cristina Ferri

Cos’hanno in comune Bridget Jones e Marianne di Ragione e sentimento?

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Bridget Jones dona l’immagine della donna moderna in carriera che non ha bisogno di un uomo, eppure quando Daniel inizia a corteggiarla lei cede subito. Ingenuamente, si lascia abbindolare da quegli occhi dolci, e pian piano inizia a innamorarsi di quell’uomo che sembra assolutamente perfetto per lei. Marianne è una giovane ragazza ottocentesca che vive con la madre e le sorelle in un periodo storico in cui il matrimonio era la maggiore aspirazione per una donna. Quando a seguito di un incidente incontra il bel Willoughby, si lascia ammaliare da quello sguardo sincero e dai suoi modi gentili. Non ci pensa un attimo prima di accettare il suo corteggiamento, inizia a frequentarlo in maniera regolare e pian piano si innamora di quel ragazzo che sembra essere totalmente preso da lei, convinta di aver ottenuto il suo cuore. Quando Bridget Jones scopre Daniel assieme a un’altra viene messa dinanzi alla realtà: lui non è cambiato, è il solito donnaiolo che si diverte a spese di un’ingenua fanciulla. A Bridget crolla il mondo addosso. Quella relazione era solo frutto della sua immaginazione, e quando lo capisce si sente a pezzi. Quando Willoughby sceglie un’altra donna al posto di Marianne la giovane sprofonda in una terribile condizione di malessere. Possibile che lui l’abbia solo usata? Possibile che si sia finto ciò che non era? Quando Mark fa a Bridget una dichiarazione d’amore lei inizia a cambiare opinione su di lui. Mark e Daniel sono così diversi, possibile che lei non se ne fosse resa conto? Quando il colonnello inizia a mostrare interesse per Marianne lei lo paragona a Willoughby. Loro due sono l’opposto, diversi in tutto, dal lato estetico ai modi. Eppure, inizialmente Marianne vede nel colonnello solo aspetti negativi. Bridget e Marianne sprofondano nel dolore nel momento in cui scoprono di essere state raggirate dall’uomo che amavano. Hanno messo al primo posto l’uomo sbagliato, un uomo che le ha illuse anche se aveva professato per loro amore sincero. Se le giovani protagoniste avessero messo se stesse al primo posto anziché l’amore di un uomo la loro reazione sarebbe stata meno eccessiva e tutt’altro che dolorosa. Voi che ne pensate? società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More libri La vera Cenerentola è una fiaba intrisa di morte e sangue 10.05.24 Eventi “Our Last Land”: firmacopie al Salone del Libro del libro di Torino 10.05.24 recensioni La strada di Cormac McCarthy, la recensione di Land Magazine 08.05.24 società Non riesco più a scrivere a mano 08.05.24 libri Esplorando il tabù: il threesome nella letteratura 07.05.24 storia L’Inferno è un’invenzione del cristianesimo? 07.05.24 firstletter La vita di una formica: lezioni di perseveranza 05.05.24 interviste Intervista a Ylenia, libraia di Libreria Difficile 05.05.24

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Ricette: La ciambella di Jane Eyre

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui La ciambella di Jane Eyre Tutti dicevano che ero cattiva, e forse lo ero davvero Jane Eyre Nella casa di zia Reed la piccola Jane viveva nell’indifferenza più totale. Sua zia sembrava non nutrire alcun affetto materno per lei, e Jane si ripeteva che, se solo il signor Reed fosse stato vivo, l’avrebbe certamente trattata diversamente – se non altro con più riguardo di quanto non facesse lei. John Reed, un monello di quattordici anni, non perdeva occasione per maltrattarla. In seguito a un brutto litigio avuto proprio con quest’ultimo, Jane viene rinchiusa dalla zia nella stanza rossa, «un ambiente quadrato dove si dormiva molto di rado», e lì viene travolta da pensieri angoscianti che rischiano quasi di farla impazzire. Eppure, dinanzi gli strilli e i suoi disperati singhiozzi, la signora Reed rimane del tutto impassibile. «Abbot e Bessie, credo di aver dato ordine che Jane Eyre fosse lasciata nella stanza rossa finché non venissi a prenderla io stessa» fu la prima cosa che le uscì dalla bocca. In seguito a questa terrificante esperienza, le viene offerta una deliziosa ciambella, ma la piccola non osa neanche avvicinarsi a quel piatto riccamente abbellito da un’effige di un uccello. Il desiderio di assaporare quel dolce è passato, così come il suo entusiasmo: Bessie era scesa in cucina e tornò con una ciambella su di un certo piatto di porcellana dipinto a vivi colori dove un uccello del paradiso annidato in una ghirlanda di convolvoli e bocci di rosa suscitava sempre in me un’ammirazione entusiasta; spesso avevo chiesto di poter prendere in mano quel piatto per esaminarlo più da vicino, ma fin allora ero stata giudicata indegna di un tale privilegio. Quel prezioso piattino stava adesso sulle mie ginocchia ed io ero con dolcezza invitata a mangiare l’anello di delicata pasticceria che vi era sopra. Inutile regalo! Come tante altre cose sempre desiderate e sempre differite, veniva troppo tardi! Non potevo mangiare la ciambella; e le piume dell’uccello, le tinte dei fiori sembravano stranamente sbiaditi: misi da parte il piatto e il dolce. Vediamo insieme la ricetta della ciambella di Jane Eyre: Ingredienti 3 uova 150 g di zucchero 100 m di latte 100 m di olio di semi 250 g di farina 00 per dolci 1 bustina di lievito Scorza grattugiata di 1 limone (a piacere) Zucchero a velo per decorare Preparazione Preriscalda il forno a 180°C e imburra e infarina uno stampo per ciambella. In una ciotola sbatti le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungi l’olio e il latte al composto di uova e zucchero mescolando bene. Incorpora piano piano la farina, il lievito e la scorza di limone fino a ottenere un composto denso e omogeneo. Versa l’impasto nello stampo preparato e livella la superficie con una spatola. Inforna a 180° per circa 30-35 minuti o fin quando la ciambella risulta dorata. Spolvera la ciambella con zucchero a velo prima di servire.   LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More libri La vera Cenerentola è una fiaba intrisa di morte e sangue 10.05.24 Eventi “Our Last Land”: firmacopie al Salone del Libro del libro di Torino 10.05.24 recensioni La strada di Cormac McCarthy, la recensione di Land Magazine 08.05.24 ricette Ricette: La ciambella di Jane Eyre 08.05.24 società Non riesco più a scrivere a mano 08.05.24 libri Esplorando il tabù: il threesome nella letteratura 07.05.24 storia L’Inferno è un’invenzione del cristianesimo? 07.05.24 firstletter La vita di una formica: lezioni di perseveranza 05.05.24

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Ricette: La torta al cioccolato di Harry Potter

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui La torta al cioccolato di Harry Potter Restò sdraiato a guardare il suo compleanno avvicinarsi a ogni ticchettio, a chiedersi se i Dursley se ne sarebbero ricordati, a domandarsi dove fosse adesso l’autore delle lettere. Harry Potter Il giorno del suo undicesimo compleanno, Harry Potter riceve un regalo speciale: l’invito alla scuola di magia di Hogwarts e una torta di compleanno che gli consegna Hagrid personalmente: Da una tasca interna del suo pastrano nero estrasse una scatoletta leggermente schiacciata. Harry l’aprì con dita tremanti. Dentro c’era una torta al cioccolato grossa e appiccicosa con su scritto, a lettere verdi di glassa: “Buon Compleanno.” Il compleanno di Harry non ha niente a che vedere con quello di suo cugino Dudley: a lui non spettano decine di regali, né un trattamento speciale: Dudley contava i regali. Gli si lesse sul viso il disappunto. «Trentasei» disse volgendosi a guardare il padre e la madre. «Due meno dell’anno scorso.» «Caro, non hai contato il regalo di zia Marge. Vedi, è qui, sotto questo regalone grosso quanto papà e mamma». «D’accordo, trentasette» disse Dudley tutto paonazzo. Vediamo come preparare La torta al cioccolato di Harry Potter Ingredienti 200g di cioccolato fondente 200g di burro 200g di zucchero 4 uova 100g di farina 1 bustina di lievito per dolci Una presa di sale Burro e farina per lo stampo Preparazione Preriscalda il forno a 180°C e imburra e infarina uno stampo per torte. In una ciotola sciogli il cioccolato fondente e il burro a bagnomaria o nel microonde. Lascia raffreddare leggermente. Aggiungi lo zucchero al cioccolato fuso e mescola bene. Aggiungi le uova, una alla volta, mescolando bene dopo ogni aggiunta. Setaccia la farina, il lievito e il sale sopra il composto e mescola fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo. Versa l’impasto nello stampo preparato e livella la superficie con una spatola. Inforna per circa 25-30 minuti. Lascia raffreddare prima di servire. LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More Cinema “The idea of you” – Le recensioni di Land Magazine 26.05.24 QUIZ Scopri Che Personaggio Sei dei Bridgerton: Il Quiz Che Non Sapevi di Voler Fare! 26.05.24 scrittura creativa Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 15) 26.05.24 firstletter Le formiche sono tutte femmine? 26.05.24 recensioni Il vaso di Pandoro di Selvaggia Lucarelli, la recensione 24.05.24 ricette Tartine con Formaggio di Capra e Miele 24.05.24 interviste Bere come un vero scrittore italiano – Alice Basso 21.05.24 Cinema Buffy l’ammazzavampiri: cosa resta della serie TV a vent’anni dall’uscita dell’ultimo episodio 21.05.24

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Storia: dall’abito bianco alla ricetta della torta nuziale più antica della storia

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Appassionati di storie romantiche e divoratori di commedie sentimentali, ricorderete di certo Il matrimonio del mio migliore amico, dove una meravigliosa Julia Roberts incarna i panni della giovane Julienne, la quale farà di tutto per riconquistare il cuore del proprio ex, prossimo al matrimonio, oppure Se scappi ti sposo, dove un determinato Richard Gere finirà con l’innamorarsi proprio della donna che ha sempre avuto paura di indossare l’abito bianco… Parlando di matrimoni non possiamo non nominare la Regina Vittoria d’Inghilterra. Sapevate che il suo abito da sposa è considerato ancora oggi il più amato? Il suo abito bianco in raso di seta con balze di pizzo apre infatti le porte al matrimonio moderno. Ma non solo l’abito nuziale, il matrimonio della Regina Vittoria apre il mondo anche alla prima torta decorata della storia. La torta nuziale realizzata per il matrimonio della Regina, un dolce che pesava quasi 140 chili, venne progettata da Mauditt, pasticciere della casa reale. CuriositàLa più antica torta nuziale è la Banbury Cake, un dolce inglese composto da pasta sfoglia, burro, noce moscata, acqua di rose e rum. La torta risale al 1655, quando in Inghilterra nacque l’usanza di servire due torte, una per l’uomo l’altra per la donna. La torta della sposa era composta da una soffice glassa bianca, simbolo di verginità e purezza, mentre quella dello sposo era più piccola, generalmente di un colore più scuro. Ricetta Banbury Cake Ingredienti 225 g di farina 75 g di burro 75g di zucchero semolato 1 uovo 50 g di mandorle tritate 50 g di uvetta 50 g di scorza d’arancia candita 1 cucchiaino di cannella in polvere ½ cucchiaino di noce moscata Per la glassa Zucchero a velo Succo di limone Procedimento Preriscalda il forno a 180 gradi e rivesti una teglia con carta da forno. In una ciotola setaccia la farina e aggiungi il burro freddo a pezzi. Lavora velocemente con le mani fino a ottenere un composto sabbioso. Aggiungi lo zucchero, l’uovo, le mandorle, l’uvetta, la scorza d’arancia candita, la cannella e la noce moscata. Mescola fino a formare un impasto omogeneo. Se risulta troppo secco aggiungere un po’ di latte. Stendi l’impasto su una superficie infarinata fino a ottenere un rettangolo di circa 20 x 30 cm. Arrotola l’impasto e trasferiscilo sulla teglia preparata. Cuoci in forno preriscaldato per circa 25-30 min o fin quando risulta dorato. Mentre è ancora caldo, spennella il dolce con succo di limone e cospargilo con dello zucchero a velo. Lascia raffreddare prima di servire. LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More VIP Intervista a Serena Riglietti, la sola e unica prima illustratrice italiana di Harry Potter 28.04.24 Nuove uscite Elisabetta Venturi ritorna con “La bambolina nel bosco” – Un tuffo oscuro nelle fiabe moderne 26.04.24 scrittura creativa Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 11) 26.04.24 Nuove uscite Manuela A. De Quarto sta per tornare con un secondo libro 25.04.24 recensioni 10 libri per bambini che non puoi non aver letto: Cipì di Mario Lodi 25.04.24 Viaggi Rue de Nicholas Flamel, la via più magica di Parigi 25.04.24 recensioni Recensione: “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino – il cuore dellasistenza e l’innocenza perduta 25.04.24 Uncategorized Marjiane Satrapi, simbolo del vero 25 Aprile 25.04.24

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Intervista a Serena Riglietti, la sola e unica prima illustratrice italiana di Harry Potter

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Ciao, Serena, e grazie per essere qui con noi di Land Magazine. Iniziamo subito con una domanda: quando hai deciso di voler intraprendere la carriera di illustratrice e perché? Facevo le scuole superiori, ero già iscritta alla scuola di disegno animato però la mia docente mi disse che io ero un’illustratrice. Diversamente dall’animazione dove si lavora più di sintesi, io amavo creare delle immagini molto ricche, descrittive; quindi avevo già un imprinting da illustratrice, ecco. C’è un tema che ami illustrare particolarmente? Beh, sicuramente mi piacciono molto i libri di fantasia, anche se ho appena pubblicato un libro con Salani che si intitola Libere per Costituzione, che è uscito l’8 marzo e che parla delle ventun madri costituenti. È un libro che non ha niente a che vedere con la fantasia, è costruito sulle loro storie vere e mi è piaciuto illustrarlo perché lì c’è stata tutta una ricerca iconografica, sia per quanto riguarda le protagoniste sia per ciò che concerne il mondo che raccontiamo; quindi, diciamo che mi piace disegnare, punto. Dipende da come sono scritte le storie, ecco, questo fa un po’ la differenza. Le tue illustrazioni sono state tra le prime a rappresentare il mondo del mago più amato dai bambini, ti pongo una domanda che sicuramente ti hanno fatto già in molti: come mai la scelta del topo gigante in copertina? Guarda è stata la scelta più casuale del mondo. Avevo pubblicato poco prima un libro con Salani che si intitolava La casa delle bambole non si tocca scritto da Beatrice Masini, dove avevo disegnato questa ragazzina con una casa di bambole in testa. In realtà ho sempre disegnato dei cappelli un po’ particolari. Nel caso di Harry Potter ero in Sicilia e quando mi hanno chiamata non sapevo niente: mi avevano solo detto che era un bambino che rimaneva senza genitori, che veniva portato in una scuola di magia e che poi una volta lì gli avrebbero regalato un animale (ognuno dei bambini della scuola aveva un animale da compagnia), e che si sarebbe salvato la vita in una partita a scacchi, quindi io ho disegnato il topo perché mi piace come animale, non c’era una connessione. In seguito abbiamo scoperto che l’animale che era stato assegnato a Harry era una civetta, ma io inizialmente non lo sapevo. Come ci si sente a essere nell’immaginario di migliaia di bambini italiani? E com’è il tuo rapporto con i lettori? Sinceramente per molto tempo non l’ho affatto curato. Non ne sono capace. Poi oltretutto vivo a Pesaro e non è che siano stati organizzati grossi eventi nella mia città (sono sempre stati organizzati fuori, a cominciare a delle mostre personali.) Oggi sono a Catania, ma l’altro ieri a Palermo è stato organizzato il firmacopie nella libreria Funside e credo di aver firmato 800 autografi. Si sono presentati adulti che magari lo avevano letto quando avevano dieci, dodici anni quando è uscito il primo libro, e ti sto parlando già di 22 anni fa. Sabato è stata una giornata incredibile. Quindi possiamo dire che hai caratterizzato la vita di tantissimi bambini che adesso sono cresciuti e che continuano a ricordarti tramite i tuoi disegni. Ad essere sinceri non me ne sono mai resa conto veramente. Ci sono autori che nella vita mi hanno segnata, penso ad esempio a Moebius, a Hieronymus Bosch, però io faccio questo lavoro, quindi è normale. Ci sono persone che hanno amato Harry Potter, si sono identificate con la storia e, di conseguenza, si sono affezionate anche ai miei disegni. E quindi Harry Potter ha influenzato la tua carriera, questo possiamo dirlo. Penso di sì, però sia nel bene che nel male. Nel male perché? Nel male perché allo stesso tempo spunta anche un gruppo di detrattori di Harry Potter –o forse solo di invidiosi – i quali hanno ipotizzato che io abbia avuto altre possibilità solo per il fatto che ero la disegnatrice di Harry Potter, invece non è così. Molti editori non mi hanno cercata perché troppo riconoscibile, mentre al contrario altri lo hanno fatto proprio per quella ragione. Qual è la tua più grande soddisfazione? Magari parlando anche di un’altra opera, non solo di Harry Potter. Sono legata ai libri che ho illustrato perché ognuno ha fatto parte di un periodo particolare della mia vita. Insomma, ricordo che quando ho disegnato Peter Pan nei Giardini di Kensington era appena nato mio figlio Francesco oppure mi viene in mente quando ho lavorato a una serie di Pipkin per Usborne Publishing; praticamente sono sempre legati alle nascite dei miei figli o a momenti significativi della mia vita. Io sono un’eterna insoddisfatta; sono legata ad alcuni libri per determinati momenti che stavo vivendo in quel periodo ma per il libro in sé è più un’insoddisfazione che soddisfazione. Ogni volta che ne finisco uno mi dico: “okay” anche se non ho fatto esattamente quello che volevo. Questo perché vuoi sempre migliorarti, ma sei comunque apprezzatissima in tutto il mondo e devi guardare alle tue soddisfazioni, ai tuoi successi. Penso che il giorno in cui sarò pienamente soddisfatta al cento per cento di quello che ho fatto cambierò lavoro. Il punto è questo: essere insoddisfatti ti porta sempre ad andare avanti. Io insegno all’Accademia di Belle Arti di Urbino e lo dico anche ai miei studenti quando vedo che l’insoddisfazione la vivono come un qualcosa di negativo. Secondo me l’insoddisfazione è positiva perché ti porta a migliorare, a dare quel qualcosa in più. È un atteggiamento. Hai un consiglio da dare a un giovane che decide di intraprendere la tua stessa carriera? Quello che dico sempre ai miei studenti è questo: godersi pienamente il momento della ricerca; il momento della ricerca è bellissimo. La settimana scorsa ero alla fiera del libro di Bologna, e ho seguito una conferenza di Mattotti. Lo hanno intervistato chiedendogli di parlare di tre opere particolari, e per ognuna di queste ci ha raccontato come le ha affrontate, pensando a come

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