Luglio 2023

Una donna alla guida? Che scandalo!

Alla donna moderna sembra incredibile il solo pensiero ma, prima della Grande Guerra, ossia fino al 1910 circa, le donne in Italia avevano un accesso limitato alla guida dei veicoli. L’automobilismo era considerato principalmente un interesse maschile, e le donne incontravano spesso ostacoli e pregiudizi nel cercare di ottenere il permesso di guidare. La considerazione della guida come un’attività maschile era molto radicata nelle norme sociali e culturali dell’epoca, che riflettevano gli stereotipi di genere dominanti, e questo sin da quando le auto cominciarono ad apparire nelle strade europee e italiane, alla fine del XIX secolo. La guida, un’attività considerata inadatta al “gentil” sesso: scopriamo insieme il perché Nel corso della storia, gli uomini sono spesso stati associati a lavori all’aperto, attività tecniche e mobilità, mentre alle donne erano riservati ruoli domestici e di cura. La guida dei veicoli veniva perciò considerata come un’attività che richiedeva forza fisica, abilità meccaniche e indipendenza, aspetti associati agli stereotipi di mascolinità, dai quali le donne erano estromesse.  Era inoltre pervasiva l’idea che le donne avessero limitazioni fisiche che le rendevano meno adatte alla guida. Questa percezione era spesso basata su pregiudizi che non tenevano conto delle loro reali capacità.  C’è poi da considerare il fatto che all’inizio del Novecento, l’emergere dell’automobile portò con sé preoccupazioni sulla sicurezza e sulla moralità. La guida dei veicoli veniva talvolta associata a comportamenti considerati non adatti alle donne, perché potevano essere uno sbocco verso l’indipendenza, la libertà di movimento e l’interazione con persone sconosciute.  E niente come la libertà delle loro consorti, figlie e nipoti poteva terrorizzare un uomo dei primi del Novecento. La Grande Guerra, un evento che cambiò tutto Durante la prima guerra mondiale, le donne in molti paesi, compresa l’Italia, hanno svolto un ruolo significativo nel settore dei trasporti, incluso il guidare veicoli, perché gli uomini erano per la maggior parte dei casi al fronte, impegnati nei combattimenti, e i governi avevano necessità di forza lavoro – di qualunque genere fosse.  In Italia, ad esempio, molte donne hanno lavorato come autiste, guidando ambulanze e veicoli di supporto per il fronte, durante la Prima Guerra Mondiale, dimostrando competenze nella guida e nella manutenzione dei veicoli, svolgendo un ruolo importante nel trasporto delle truppe, dei feriti e dei rifornimenti, cosa che ha pian piano contribuito a sfidare le tradizionali concezioni di genere e ha dimostrato la loro capacità di assumere ruoli non tradizionali.  Donne e motori, un tema ancora critico in alcuni Paesi, per esempio l’Arabia Saudita, dove fino al 2019 solo gli uomini potevano guidare, mentre alle donne era vietato detenere un’automobile e la patente.  LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More Uncategorized Che cos’è la lettura veloce 20.07.23 libri Come caratterizzare bene un protagonista maschile di romance 19.07.23 società Come capire se si è affetti da prosopagnosia? 16.07.23 società Realtà aumentata, realtà virtuale e metaverso: le differenze 13.07.23 libri Altro che Medioevo: il vero secolo buio è stato il Seicento americano 13.07.23 società Una donna alla guida? Che scandalo! 08.07.23 firstletter “Pio Piumotti vuole andare in vacanza”, il libro illustrato che spiega la disabilità ai bambini 06.07.23 QUIZ Quanto ne sai sulla grammatica italiana? Fai il quiz 06.07.23

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“Pio Piumotti vuole andare in vacanza”, il libro illustrato che spiega la disabilità ai bambini

Comunicato stampa Esce il 17 Luglio – ma è acquistabile in anteprima assoluta su Amazon sin da oggi – “Pio Piumotti vuole andare in vacanza”, il libro dell’illustratore san vendemianese Matteo Dalla Libera scritto in collaborazione con l’autrice Silvia dal Cin e pubblicato dalla casa editrice torinese First Letter (https://www.landeditore.it/first-lettereditrice). Questo libro speciale e delicato affronta il tema della disabilità in modo accessibile e coinvolgente per i giovani lettori. “Pio Piumotti vuole andare in vacanza” è la storia di un uccellino coraggioso e determinato che desidera volare in vacanza, nonostante abbia un’ala sola. L’autrice Silvia dal Cin, in collaborazione con l’illustratore Matteo dalla Libera, in Pio Piumotti ha creato un personaggio affascinante e ispiratore, che rappresenta una figura di speranza e resilienza per i bambini che affrontano le sfide legate alla disabilità. Scopri Attraverso le pagine di questo libro, i bambini impareranno ad affrontare la diversità con empatia e comprensione. La storia di Pio Piumotti insegna l’importanza di superare gli ostacoli e di perseguire i propri sogni, indipendentemente dalle difficoltà che si incontrano lungo il cammino. L’illustratore Matteo Della Libera ha arricchito il libro con le sue meravigliose illustrazioni, rendendo ancora più vivida l’esperienza di lettura. Le immagini di Della Libera catturano l’attenzione dei giovani lettori e li coinvolgono in un viaggio visivo che si abbina perfettamente alla storia di Pio Piumotti. “Pio Piumotti vuole andare in vacanza” sarà disponibile presso tutte le principali librerie a partire dal 17 Luglio. Invitiamo genitori, insegnanti e bibliotecari a considerare l’inserimento di questo libro nelle loro collezioni, in modo che possa raggiungere un vasto pubblico di giovani lettori desiderosi di imparare e di crescere attraverso la lettura. Età di lettura: 0-8 anni Include: audiolibro e immagini in LINGUA DEI SEGNI Pio Piumotti, cover e trama Pio Piumotti, la trama: Eh sì! Perché di questo si discute: di un uccellino dalle rosse piume che nonostante di un’ala abbia la mancanza ha deciso di farsi una bella vacanza. La meravigliosa avventura di Pio, l’Uccellino con un’ala sola, creata con caratteri ad alta leggibilità, insegnerà ai tuoi bambini che nessuna difficoltà può essere fermata se al proprio fianco si hanno amici pronti a sostenerti nonostante tutto. Gadget zone Borsa Tote realizzata a mano con citazione “Bebe Vio” Tua per soli 10 euro Realizzata on demand Acquista Gli autori

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Le razze umane non esistono, ma in America sì

Ormai lo sappiamo: la genetica moderna ha ampiamente dimostrato che non ci sono discriminanti che dividono l’umanità in gruppi razziali nettamente separati. In altre parole, le differenze genetiche tra le persone all’interno di una presunta “razza” sono spesso maggiori rispetto alle differenze tra gruppi razziali. Se non ci sono razze, perché siamo tutti così diversi? Il punto è questo: la nostra specie, Homo sapiens, ha una storia evolutiva complessa che ha portato a una grande varietà di tratti fisici e culturali nelle diverse popolazioni umane in tutto il mondo. Queste variazioni sono il risultato di adattamenti locali alle diverse condizioni ambientali, come il clima, la disponibilità di risorse alimentari e altre influenze selettive, ma soprattutto del grande spirito di spostamento che da sempre caratterizza l’uomo. Semplificando, è più accurato considerare l’umanità come una singola specie con una vasta gamma di diversità genetica, culturale e fenotipica. Un concetto fondamentale per far sì che tutte le discriminazioni legate al concetto di razza ripetutesi nei secoli vengano smontate e de-legittimate anche da un punto di vista scientifico.  Se in Europa, grazie anche all’Illuminismo, quest’idea è abbastanza diffusa, diverso è il caso dell’America, dove la questione della razza  ha una storia complessa e radicata nel passato coloniale, nell’istituzione della schiavitù e nelle successive politiche di segregazione razziale. Questi eventi storici hanno avuto profonde implicazioni sociali, politiche ed economiche che hanno plasmato la società americana in maniera profonda ed endemica.  Nel corso della Storia, le persone di diversi gruppi etnici sono state trattate in modo inequabile sulla base del loro aspetto fisico e dell’appartenenza razziale.  L’istituzione della schiavitù ne è l’esempio più lampante, perché ha creato una divisione tra i padroni bianchi e gli schiavi africani, divisione che è continuata – nonostante l’abolizione della schiavitù – con le politiche di segregazione razziale, che hanno mantenuto una divisione legale tra bianchi e neri fino a poco tempo fa.  La storia della schiavitù in America ne “La piantagione Walker”, il nuovo romance di Claudia Brandi La razza in America: cosa succede oggi Ancora adesso molte persone negli US considerano l’identità razziale come un aspetto importante della propria identità personale e collettiva. La diversità etnica e culturale è un elemento centrale del tessuto sociale americano, e l’identità razziale può essere un mezzo per preservare e valorizzare la storia, la cultura e le esperienze di determinati gruppi.  L’attenzione sulla razza negli USA è il risultato di una storia complessa di discriminazione, disuguaglianza e lotta per l’uguaglianza tutte mescolate insieme in un intricato complesso di credenze istituzionalizzate (la razza indicata sui documenti e sulle assicurazioni sanitarie) e sociali (la razza come punto di partenza di studi statistici sul reddito, su malattie genetiche ecc).  LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More società Le razze umane non esistono, ma in America sì 03.07.23 Nuove uscite La Grande Guerra nel nuovo romance di Liana Zimmardi 01.07.23 libri 4 libri sul razzismo che ti apriranno gli occhi 01.07.23 Style Come creare il tuo angolo di lettura perfetto: ecco gli accessori indispensabili 30.06.23 Cinema Tim Burton lo scrittore: i migliori libri scritti e illustrati dal grande regista 30.06.23 Eventi Torna il Lucca Comics & Games: tutto quel che c’è da sapere 29.06.23 società Meglio l’e-reader o il libro cartaceo? Guardiamola da un punto di vista ecologico 29.06.23 Nuove uscite Tutti pazzi per i… thriller. Presentazione di Jennifer P. 28.06.23

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4 libri sul razzismo che ti apriranno gli occhi

Kindle Unlimited: 3 mesi a 0,00€. Milioni di eBook e una selezione di riviste . Solo per i clienti Prime idonei. Si applicano termini e condizioni. Ormai tutti lo sanno: il razzismo è un problema sociale diffuso che riguarda la discriminazione e l’oppressione basate sulla razza o sull’etnia.  Combattere il razzismo richiede un impegno collettivo. È importante promuovere la consapevolezza, l’educazione e l’empatia per superare i pregiudizi e gli stereotipi. Per esempio, è fondamentale capire che il razzismo non ha basi scientifiche valide. La razza è una costruzione sociale, non una caratteristica biologica definita. Tutti gli esseri umani condividono un’origine comune e le differenze fisiche tra le persone sono superficiali rispetto alla nostra comune umanità. Ecco dei libri che fanno riflettere il lettore sulla pericolosità di vivere in una società razzista “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee Il libro esplora il razzismo e l’intolleranza attraverso gli occhi di una giovane ragazza che si confronta con l’ingiustizia e la discriminazione nella sua comunità. “Americanah” di Chimamanda Ngozi Adichie Ambientato tra la Nigeria e gli Stati Uniti, il romanzo racconta la storia di Ifemelu, una giovane donna nigeriana che affronta il razzismo e le sfide dell’identità culturale mentre cerca di costruirsi una vita nel nuovo paese. Il libro offre una prospettiva acuta sulle dinamiche razziali, sociali e culturali contemporanee. “Il colore viola” di Alice Walker Ambientato nel sud degli Stati Uniti negli anni ’30, questo romanzo epistolare racconta la storia di Celie, una giovane donna afroamericana che vive una vita segnata dalla violenza e dall’oppressione. Attraverso la sua voce, il libro affronta il razzismo, il sessismo e la liberazione personale. “Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo” di Guido Barbujani L’origine comune dell’umanità in Africa è ampiamente accettata dalla comunità scientifica ed è supportata da prove genetiche e archeologiche. Questo saggio, alla portata di tutti anche se scritto da un genetista acclamato, abitua alla prospettiva  che le differenze superficiali tra gli individui, come il colore della pelle o le caratteristiche fisiche, non giustifichino il razzismo o la discriminazione. Hai altri titoli da consigliarci per un articolo futuro? Faccelo sapere nei commenti

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