Febbraio 2025

GUARDA COSA MANGI! oggi prepariamo … il sugo al pomodoro de “Il Padrino”

Il Padrino è un film noir e drammatico del 1972. Racconta la vita di Don Vito Corleone, immigrato proveniente dalla Sicilia, uno dei più potenti capimafia italo-americani della New York del 1945. Tra le imboscate, gli attentati e la gestione dei traffici illegali, ovviamente si mangia.Clemenza, in una delle scene del film, spiega a Mike (Michael, figlio di Corleone) come si cucina il sugo di pomodoro. Alla ricetta classica Peter Clemenza aggiunge polpette e salsicce, ma noi ripartiamo dalle basi. Partiamo con 3 kg di pomodori freschi, da sugo. Lavali bene e tagliali a pezzetti. Metti in una pentola, grande e con il bordo alto, i pomodori, 1 cipolla affettata sottile, un po’ di sale, 10 gr di zucchero, qualche foglia di basilico, olio e 2 spicchi di aglio.A fuoco medio, fai cuocere per circa 40 minuti. Gira la salsa durante la cottura e quando si è un po’ rappresa togli aglio e basilico dalla pentola. Se vuoi una salsa bella liscia, passala in un passaverdure. Poi fai cuocere per altri 15 minuti.Tornando al film, Clemenza, alleato della famiglia Corleone, segue diverse tradizioni del Sud Italia e oltre ai pomodori freschi mette in pentola anche la passata di pomodoro. Poi aggiunge le polpette, precedentemente cotte in padella con l’olio, le salsicce già scottate e tagliate a pezzetti e un goccio di vino. Se volete provare questa ricetta, una volta messe polpette e salsicce nella pentola, lasciate cuocere a fuoco basso per 20 minuti, girando la salsa per non farla attaccare.Buon appetito!

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Perché gli USA hanno uno stretto rapporto con la censura dei libri

Risale a poche ore la notizia che il Pentagono, durante l’amministrazione Trump, ha cominciato a censurare diversi libri nelle scuole militari statunitensi, giudicandoli legati a “ideologie gender” o all’”equità discriminatoria”. Tra i titoli vietati figurano i racconti di Julianne Moore e la biografia della giudice Ruth Bader Ginsburg. La American Library Association ha criticato duramente la decisione, definendola un “vergognoso decreto di censura”. La vicenda solleva interrogativi sulla libertà di espressione negli Stati Uniti, in particolare nelle istituzioni educative militari.  Perché gli USA hanno uno stretto rapporto con la censura dei libri? Negli Stati Uniti la censura legata alla letteratura ha radici profonde, derivanti da un intreccio complesso di storia culturale, religiosa e politica. Nonostante la protezione del Primo Emendamento, il paese ha una lunga tradizione di controllo dei contenuti letterari, specialmente nelle scuole e nelle biblioteche pubbliche. Ma perché gli USA sembrano avere un rapporto così stretto con la censura dei libri? Analizziamo alcune delle cause storiche e culturali che hanno contribuito a questo fenomeno.   L’assenza di un Illuminismo radicale nel Settecento A differenza dell’Europa, gli Stati Uniti non hanno vissuto un periodo di Illuminismo radicale che mettesse in discussione in modo profondo l’autorità religiosa e politica. Sebbene influenzati dalle idee illuministe europee, i fondatori americani adottarono un approccio più moderato, fondendo principi di libertà con una forte moralità protestante. Ciò ha creato una cultura in cui la libertà di parola è sacra, ma al contempo soggetta a limitazioni morali e sociali. L’assenza di un dibattito radicale sull’autorità e sulla conoscenza ha lasciato spazio a un controllo culturale più conservatore. 2. L’influenza del protestantesimo Una delle caratteristiche distintive della società americana è la sua forte radice protestante. Diverse denominazioni protestanti, in particolare quelle evangeliche, hanno storicamente avuto un’influenza significativa sull’educazione e sulla morale pubblica. L’etica protestante promuove un codice morale rigido che vede in alcuni contenuti letterari una minaccia per i valori familiari e sociali, il che ha portato a movimenti di censura volti a proteggere i giovani dall’esposizione a idee considerate immorali o pericolose. 3. La paura delle ideologie sovversive Durante il XX secolo, soprattutto nei periodi del maccartismo e della Guerra Fredda, la censura dei libri è stata spesso giustificata dalla necessità di proteggere la società dalle ideologie sovversive, come il comunismo o l’ateismo. Opere considerate troppo progressiste o critiche verso il sistema politico statunitense sono state bandite dalle scuole e dalle biblioteche per timore di un’influenza destabilizzante. 4. La politicizzazione dell’educazione Negli ultimi decenni le decisioni sui programmi scolastici sono diventate sempre più politiche, con gruppi di pressione sia conservatori che progressisti che cercano di influenzare quali libri possano o non possano essere letti dagli studenti. Il risultato? Una censura selettiva, spesso basata su considerazioni ideologiche piuttosto che educative. Insomma, il rapporto degli USA con la censura dei libri è un riflesso della loro complessa identità culturale e politica. La combinazione di un illuminismo moderato, un’influenza religiosa conservatrice, paure ideologiche e una politicizzazione dell’educazione ha creato un ambiente in cui la censura letteraria rimane sorprendentemente presente. Comprendere queste radici storiche e culturali aiuta a spiegare perché, nonostante la protezione costituzionale della libertà di parola, il dibattito sulla censura dei libri continui a essere acceso negli Stati Uniti.   Scopri Land Magazine admin Febbraio 21, 2025 Perché gli USA hanno uno stretto rapporto con la censura dei libri Read More admin Febbraio 20, 2025 La legge Merlin: la fine delle case di tolleranza in Italia Non so voi, ma ogni volta che sento parlare della Legge Merlin mi viene da pensare a un’Italia che non esiste più, a un paese fatto di vicoli bui, di Read More admin Febbraio 20, 2025 Rubrica opere liriche in poche parole – puntata 6: Madama Butterfly Madama Butterfly di Giacomo Puccini è l’opera che ti spiega, tra struggenti melodie e lacrime incontenibili, che l’amore a volte fa male. Molto male. 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La legge Merlin: la fine delle case di tolleranza in Italia

Non so voi, ma ogni volta che sento parlare della Legge Merlin mi viene da pensare a un’Italia che non esiste più, a un paese fatto di vicoli bui, di porte chiuse e di storie sussurrate. Era il 20 febbraio 1958 quando questa legge fece crollare un mondo intero, quello delle case di tolleranza, i famosi bordelli che fino ad allora erano considerati quasi normali, accettati, persino regolamentati dallo Stato. Chi era Lina Merlin e perché ha cambiato la storia Questa storia inizia con una donna coraggiosa: Lina Merlin. Mi piace immaginarla come una di quelle donne che non si arrendono mai, una combattente in un’Italia ancora tutta al maschile. Era una senatrice socialista, e per lei le case chiuse non erano solo un luogo di piacere per gli uomini, ma il simbolo di un sistema che umiliava e sfruttava le donne.Lina voleva che quelle donne fossero libere, che non fossero considerate “cose” di proprietà dello Stato o di qualche sfruttatore senza scrupoli. Così, ha combattuto per abolire la regolamentazione statale della prostituzione. E ci è riuscita, non senza difficoltà e critiche feroci. Cosa dice la legge Merlin? La Legge Merlin ha fatto tre cose principali: Ha chiuso tutte le case di tolleranza: Da un giorno all’altro, circa 560 bordelli sparirono dalle strade italiane. Ha reso illegale lo sfruttamento della prostituzione: addio a chi guadagnava sulla pelle di quelle donne, dai proprietari delle case chiuse ai “protettori”. Non ha vietato la prostituzione in sé: e qui viene la parte controversa. La legge non ha proibito l’attività in sé, purché fosse esercitata in modo indipendente e privato, senza sfruttamento da parte di terze persone.  Come ha cambiato la vita delle donne? Immaginatevi quelle donne. Fino al giorno prima vivevano in quei bordelli, con le loro regole e la protezione, seppur ipocrita, dello Stato. Poi, dall’oggi al domani, tutto cambia. Si chiudono le porte e loro si trovano senza un posto dove lavorare. Alcune riescono a rifarsi una vita, altre finiscono per strada, senza protezioni né tutele. La prostituzione non scompare: cambia solo faccia. Da quel momento, inizia a dilagare per le strade o in appartamenti segreti, lontano dagli occhi delle autorità. Le polemiche e i dibattiti che ancora dividono La Legge Merlin ha sempre diviso l’opinione pubblica: Chi la difende dice che ha liberato le donne da un sistema disumano, che le trattava come merci. Chi la critica, invece, sostiene che abbia solo spostato il problema, peggiorando le condizioni di sicurezza per chi continuava a esercitare la prostituzione, ora senza protezione e in un mondo sommerso. E poi ci sono i nostalgici: quelli che ancora oggi parlano delle “case chiuse” come un’epoca dorata, in cui tutto era più controllato e “pulito”. Cosa ne pensiamo oggi? Oggi, a più di 67 anni da quel giorno, la Legge Merlin è ancora lì, immutata. E con essa restano i problemi legati alla prostituzione: lo sfruttamento, la tratta di esseri umani, la sicurezza delle persone coinvolte. C’è chi propone di riaprirle, ma con nuove regole, per garantire sicurezza e dignità. Altri invece pensano che regolamentare la prostituzione significherebbe legittimare lo sfruttamento. Io credo che non ci sia una risposta semplice. La società è cambiata, e con essa il modo di vivere e percepire la sessualità. Ma quello che rimane è il bisogno di tutelare i diritti umani, di proteggere chi è più vulnerabile, senza ipocrisie. E forse, il primo passo è proprio quello di parlarne senza tabù, con la stessa determinazione di Lina Merlin. Il mondo prima della legge Merlin: un sistema “ordinato” ma ipocrita Se guardiamo al periodo prima della Legge Merlin, possiamo dire che c’era un ordine apparente: Le case di tolleranza erano controllate dallo Stato, con visite mediche obbligatorie e regolamentazioni precise. Erano luoghi separati dal resto della società, quasi nascosti ma tollerati, dove tutto avveniva “dietro porte chiuse”. Ma non dobbiamo farci ingannare dall’idea di un passato “più semplice” o “più pulito”: Le donne erano considerate alla stregua di oggetti, senza diritti, etichettate come “prostitute di Stato”. Lo stigma sociale era pesantissimo: una volta entrate nelle case di tolleranza, quelle donne perdevano ogni speranza di reinserirsi nella società “rispettabile”. Inutile girarci intorno: la maggior parte delle donne non entrava in quelle case di propria scelta Era un sistema che proteggeva gli uomini dall’ipocrisia morale del tempo, ma che umiliava e sfruttava le donne. Il mondo dopo la legge Merlin: più libertà ma più rischi Oggi, con la Legge Merlin ancora in vigore, la situazione è molto diversa: La prostituzione non è illegale ma deve essere esercitata in modo autonomo e privato, senza qualcuno che gestisca le donne coinvolte,, quindi c’è maggiore libertà personale. Nessuno Stato che sfrutta il corpo delle donne: non ci sono più registri ufficiali o controlli sanitari coercitivi. Ma ci sono anche nuovi problemi: Mancanza di protezione: l’assenza di regolamentazione lascia le donne (e gli uomini) che esercitano la prostituzione più esposte a rischi di violenza e sfruttamento. Crescita della prostituzione di strada che ha portato a nuove problematiche sociali e di sicurezza, oltre che al degrado di alcune aree urbane. Le organizzazioni criminali sfruttano la mancanza di regole chiare per alimentare un traffico disumano e spietato. Una questione ancora aperta Forse la verità sta nel mezzo: né il modello del passato né quello attuale funzionano davvero bene. In altri Paesi, come la Germania o i Paesi Bassi, si è scelto di regolamentare la prostituzione per garantire diritti e sicurezza alle persone coinvolte.Forse anche in Italia sarebbe utile aprire un dibattito senza pregiudizi, cercando soluzioni nuove, moderne, rispettose della dignità umana e capaci di offrire protezione e sicurezza a chi sceglie, per qualsiasi motivo, di intraprendere questo percorso. La domanda resta aperta, e forse è giusto che sia così, perché le risposte semplici non bastano mai per questioni così complesse. Scopri Land Magazine admin Febbraio 20, 2025 La legge Merlin: la fine delle case di tolleranza in Italia Read More admin Febbraio 20, 2025 Rubrica opere liriche in poche parole – puntata 6: Madama Butterfly Madama Butterfly di

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Rubrica opere liriche in poche parole – puntata 6: Madama Butterfly

Madama Butterfly di Giacomo Puccini è l’opera che ti spiega, tra struggenti melodie e lacrime incontenibili, che l’amore a volte fa male. Molto male. Ambientata in un Giappone da sogno (ma con un sottotesto amaro), questa storia di passione e tradimento ti prende il cuore e lo stritola. Preparati a una montagna russa di emozioni con una delle eroine più tragiche della lirica: la dolce e ingenua Cio-Cio-San. Una geisha innamorata e un matrimonio (un po’) falso Cio-Cio-San, chiamata anche Butterfly, è una giovane geisha che si innamora perdutamente di Pinkerton, un ufficiale della marina statunitense. Lui, diciamolo subito, è un mascalzone travestito da gentiluomo. La sposa con un rito giapponese che lui considera un gioco, mentre lei crede che sia per sempre. Per amore, Butterfly abbandona la sua cultura, la sua famiglia e persino la sua religione. Ma Pinkerton? Beh, dopo la luna di miele, prende e torna negli Stati Uniti. Romantico, vero? Attesa, speranza e una cruda verità Passano tre anni, e Butterfly, con una pazienza degna di un santo, continua a sperare nel ritorno di Pinkerton. Nel frattempo, cresce il figlio nato dal loro matrimonio, credendo che il padre un giorno tornerà. E infatti torna… ma con una moglie americana al seguito. Quando Butterfly scopre la verità, la realtà si sgretola. Pinkerton non è venuto per lei, ma per portarle via il figlio. E qui si arriva al cuore tragico della vicenda. Finale: un addio struggente Con dignità e un amore che supera ogni confine, Butterfly prende una decisione estrema: si toglie la vita, lasciando il figlio al padre. La scena finale, con la musica che si innalza in un crescendo devastante, è un pugno nello stomaco che ti lascia senza parole. Butterfly muore con onore, mentre Pinkerton arriva troppo tardi per rimediare al disastro che ha causato. Perché vedere Madama Butterfly? Madama Butterfly è un’opera che ti fa riflettere sull’amore, il sacrificio e le conseguenze delle azioni egoistiche. L’aria “Un bel dì vedremo” è una delle più belle mai scritte, una promessa di speranza che spezza il cuore. È un’esperienza che ti insegna a non prendere l’amore (o le promesse) troppo alla leggera. Puccini ti porta in un mondo lontano, ma le emozioni sono universali. Prepara i fazzoletti Scopri Land Magazine admin Febbraio 20, 2025 Rubrica opere liriche in poche parole – puntata 6: Madama Butterfly Read More Cristina Ferri Febbraio 20, 2025 Vita e misteri di Mary Stuart – Quarto capitolo Di Cristina Ferri Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo. Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE Read More admin Febbraio 19, 2025 Conferenza Land Academy: Genocidio e Sfruttamento dei Nativi Americani (1492-1789) in 10 Tragici Punti La storia della colonizzazione delle Americhe è una delle pagine più oscure della storia moderna. Dal 1492, con l’arrivo di Cristoforo Colombo, e fino ai giorni nostri, milioni di nativi Read More admin Febbraio 19, 2025 Le donne nel movimento partigiano: eroine della Resistenza italiana La Resistenza italiana contro il nazifascismo non fu solo una lotta armata condotta dagli uomini, ma vide la partecipazione attiva di migliaia di donne che, con coraggio e determinazione, svolsero Read More admin Febbraio 18, 2025 18 Febbraio 1546: La Morte di Martin Lutero – L’Uomo che Sfidò la Chiesa di Roma Il 18 febbraio 1546 si spegneva Martin Lutero, il teologo tedesco che cambiò per sempre il volto del cristianesimo con la sua Riforma Protestante. 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Così, Read More Lorenzo Foschi Febbraio 16, 2025 Narrativa videoludica: Little Nightmares A CURA DI I LIBRI DI LORENZO FOSCHI Fai clic qui Nel quinto episodio abbiamo esplorato Little Nightmares e la sua meta-narrazione; oggi si torna invece a navigare nelle storie Read More Oriana Turus Febbraio 13, 2025 Lezioni di chimica – Le recensioni di Land Magazine A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e Read More

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Vita e misteri di Mary Stuart – Quarto capitolo

Di Cristina Ferri Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo. Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More storia Shoah, Olocausto e genocidio: Le differenze e il significato di tre termini fondamentali 23.01.25 firstletter Vita e misteri di Mary Stuart – Secondo capitolo 23.01.25 storia La maledizione dell’anno zero di Abramo Lincoln: storia, mito e qualche risata 23.01.25 Cinema Miss Austen: la nuova miniserie della BBC che celebra il legame tra Jane Austen e sua sorella Cassandra 23.01.25 società Se i compiti a casa li fa ChatGPT 23.01.25 società Addio a Cioè: la fine di un’era per la storica rivista 22.01.25 scrittura creativa Scrivere un romanzo: la parola FINE è solo l’inizio della fine 22.01.25 libri Non si è quanti – e quali – libri si legge: ovvero cronaca di un lettore moderno 21.01.25     L’addio alla Francia e il ritorno a casa L’addio alla Francia è per Mary straziante. Una vedova adolescente, che ha visto in poco tempo sfumare la corona francese, in rapporti precari con l’Inghilterra che le apparterrebbe di diritto, e ora di ritorno nel suo paese d’origine per tentare di non farsi strappare anche quella scozzese, di corona: ecco chi è Mary Stuart adesso. La regina viene accompagnata fino a Calais dallo stesso grande corteo che l’aveva accolta con fuochi d’artificio al suo arrivo in quella terra che l’avrebbe viziata e presto dimenticata; solo che una volta rientrata in Scozia non trova nessuno ad attenderla, questo apprendiamo leggendo la biografia di Zweig. Regina di Scozia Il 19 agosto 1561, dopo 13 anni di lontananza, Mary Stuart approda a Leith e presto si accorge di quanto il suo paese sia povero. Nessuna cerimonia per lei; i suoi abiti appaiono quasi fuori luogo, tanta è la miseria che circonda il suo popolo. Un paese diviso La Scozia è divisa dalle lotte religiose. Saldamente cattolica, Mary Stuart non accetta di diventare protestante solo per placare le lotte che minacciano il suo paese. Ma la Chiesa papista di Roma appare così lontana in questo paese straniero, ove tutti sembrano abbracciare la religione di sua cugina Elisabetta, la regina d’Inghilterra. Perfino il suo fratellastro, il conte di Moray James Stuart, è protestante, e come tale cerca di arraffare quanto può dai sequestri della Chiesa e di imporre il protestantesimo come unica religione dominante. Ma se il conte di Moray si mostra sin da subito un uomo capace di destreggiarsi fra i due regni, sarà John Knox a darle del filo da torcere. John Knox e il fanatismo religioso «La sua vera Bibbia è solo il Vecchio Testamento»[1], non si piega al volere della regina e non la teme. Uomo colto e severo, non tollera pensieri diversi dai suoi. «Chi non la pensa come lui è subito bollato come delinquente.»[2] Mary Stuart, cattolica convinta, si trova subito in disaccordo con lui. Quando apprende che l’uomo ha impedito la celebrazione delle messe, crede di aver trovato un escamotage continuando a celebrare nella propria cappella privata, ma il giorno della santa messa è costretta a interrompere le sue preghiere a causa di una folla agitata che si oppone al rito cattolico. Quale destino infausto si abbatte su questa giovane donna sola, vedova, in un paese straniero e con una cugina che la vuole morta, un fratellastro che ambisce segretamente al suo trono e un fanatico religioso che le impedisce di pregare? Cosa ne sarà di lei?   [1] Stefan Zweig, Vita di Maria Stuarda: la rivale di Elisabetta I d’Inghilterra, Bompiani, 2013 [2] Stefan Zweig, Vita di Maria Stuarda: la rivale di Elisabetta I d’Inghilterra, Bompiani, 2013  

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